Una scottante verità - Capitolo 5

Di Inger Gammelgaard Madsen

Liv Løkke è perseguitata dagli incubi, da quando il suo passato e il rogo di casa sua sono stati riportati a galla. Viene contattata da Anne Larsen. La giornalista è andata a trovare suo fratello e Liv è così curiosa di sapere cosa volesse da lui, che accetta, seppure con riluttanza, di incontrarla in un caffè di Randers. Ma le affermazioni della giornalista la fanno infuriare al punto che se ne va dal caffè schiumando di rabbia. Quando vede la locandina di un giornale che dice che il figlio di Johan Boje ha visto il suo assassino, va a casa del poliziotto e incontra il figlio davanti alla lapide commemorativa del padre. -

• Lingua: Italiano
• Editore: SAGA Egmont
• Data di uscita: 20 ago 2019
• ISBN: 9788726230710

Anteprima del libro

Inger Gammelgaard Madsen

Una scottante verità

Capitolo 5

SAGA

Una scottante verità - Capitolo 5

Original title:

Brændende skyld: Afsnit 5

Copyright © 2017, 2019 Inger Gammelgaard Madsen and SAGA Egmont, Copenhagen

All rights reserved

ISBN: 9788726230710

1. E-book edition, 2019

Format: EPUB 2.0

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Una scottante verità

Capitolo 5

Il calore era insopportabile. Trasformava la pelle in vesciche che bruciavano quando scoppiavano e fuoriusciva il liquido che si era formato. Guardò le sue mani con gli occhi brucianti e vide tendini e ossa diventare visibili, mentre la pelle che li ricopriva si scioglieva lentamente. Sentì urlare sua madre, un urlo che penetrava nel suo cervello ribollente. Le sue gambe erano pietrificate, come se si fosse fusa con il suolo. Poi lo vide.

Villads. Camminava in mezzo al fuoco, con lentezza e determinazione, come se non potesse esserne toccato. Voleva urlargli di allontanarsi, di tornarsene a Copenaghen e rimanerci, ma anche la sua gola bruciava, come il suo stomaco. Dalla sua bocca uscivano soltanto fiamme, come da quella di un drago. All’improvviso, fu spinta dentro all’inferno. Lottava, si dibatteva, ma non c’era niente cui aggrapparsi. Chiamò Villads, chiamò sua madre, ma era sola in mezzo alle fiamme che si erano trasformate in un gigantesco mostro rosseggiante, con malvagi oggi sporgenti e una lingua fatta di fuoco che si contorceva. La raggiunse con facilità iniziando a bruciarla, pezzo per pezzo. Fece un urlo straziante.

Liv balzò su di scatto sul letto, di soprassalto. Il suo urlo l’aveva risvegliata. Il sudore le scorreva sulla fronte e le sue mani erano bagnate quando cercò di asciugarsi il viso per allontanare l’incubo.

Fuori era buio e i numeri digitali rossi della sua sveglia segnavano l’1:35. Lentamente, riprese il controllo del respiro. Era solo un sogno, ma sembrava così realistico.

Gli incubi erano ricominciati. Era colpa sua, di John Boje. Si sdraiò di nuovo tra le lenzuola sudate. La coperta era scivolata a terra ma