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Dragon's Kingdom: Un cavaliere smemorato
Dragon's Kingdom: Un cavaliere smemorato
Dragon's Kingdom: Un cavaliere smemorato
E-book397 pagine5 ore

Dragon's Kingdom: Un cavaliere smemorato

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Info su questo ebook

In un regno popolato da creature magiche come draghi, elfi e gnomi, pare essersi risvegliata di colei che, in passato, aveva causato morte e sofferenza: la Baronessa. Ella è pronta a rovesciare il regno dei quattro draghi protettori e avvolgerlo nell'oscurità. Nell'attesa che Aragus, il re di Draconia, si risvegli, un ragazzo paffutto e smemorato umano appare nel regno. Un ragazzo, che pare contenere in se lo spirito del cavaliere del re di Draconia, una creatura mistica e potentissima che, tanti anni prima, durante la prima grande guerra, sembrava essere morto. Chi è costui? Riuscirà Aragus a salvare il regno? O questa volta, l'oscurità avrà la meglio?
LinguaItaliano
Data di uscita20 gen 2021
ISBN9791220314411
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    Anteprima del libro

    Dragon's Kingdom - Davide Signorini

    addormentarsi.

    PRIMA PARTE

    LA MINACCIA

    Capitolo 1

    Una bella sorpresa

    Draconia, Aeria, qualche anno prima dalla fine

    Il freddo dell'inverno si era fatto sentire particolarmente in quei giorni, ma, grazie alla sua corazza e al vento gelido che dimorava dentro di lui, la creatura non l'aveva percepito minimamente dall'alto della sua caverna.

    Sempre più spesso, il sonno del drago, era proprio a questa razza che apparteneva quella creatura, si interrompeva nel momento più bello, lasciandolo ad un passo dall'incoronare il suo sogno più nascosto: passare una notte d'amore con la creatura che amava.

    Tale, era la creatura più ricercata da tutti i generali, e rappresentava l'unica creatura di sesso femminile, a cui era stato associato quell'appellativo.

    I generali, tutti appartenente alla stessa razza di colui che dimorava in quella caverna, erano coloro che governano Draconia, ognuno di loro, legato ad un elemento specifico, fra acqua, terra, fuoco ed aria, governava una delle nazione del continente, le quali per l'appunto erano Aeria, Aqua, Focum e Terria.

    Improvvisamente una creatura, che egli era solito incontrare verso quell'ora del pomeriggio, planò all'interno della caverna molto velocemente.

    Erech Myria, il suo migliore amico, nonché l'unica creatura a cui era concesso di cavalcarlo.

    I draghi generali, infatti, erano, praticamente sempre, affiancati da una creatura, di razza differente, a cui era stato affidato il ruolo di cavaliere.

    Loro, erano coloro che, insieme al loro drago, un giorno avrebbero ottenuto il completo controllo di Draconia, e forse, anche della Radura, la parte di terra in cui vivevano le creature malvagie.

    O almeno, questo era quanto riportava un'antica leggenda popolana.

    Erech, era il classico esempio di angelo: biondo, occhi azzurri e con un fisico scolpito, insomma, una bellezza vivente.

    Draconia, per l'appunto, si divideva in quattro nazioni, ognuna appartenente ad uno dei quattro generali, e in cui, non solo vi vivevano, ma era inoltre permesso di muoversi, esclusivamente a creature appartenenti a quell'elemento.

    A nord vi era Aeria.

    Conosciuta come la terra delle nuvole, era la nazione in cui vi vivevano creature come gli angeli, gli ippogrifi, i cherubini e Pilic, la banshee.

    Questa parte del continente, era una terra dove tutte le cose erano rivestite di un materiale soffice e spugnoso come le nuvole, motivo per il quale, le creature dimoranti nelle altre nazioni, all'oscuro dell'esistenza di tale materiale, il quale veniva comunemente chiamato dagli ariariani nubis, le consideravano semplici nuvole a forma di questo o quell'altro oggetto.

    In realtà, gli edifici erano rivestiti di quel materiale, gli oggetti, sia di ammobiliamento sia quelli di qualsiasi altro utilizzo, pure, e così via.

    In realtà, chi vi viveva, sapeva bene come, in modo particolare le case, non erano fatte di nuvole, esse erano per l'appunto costituite da un materiale comune come il cemento, ma rivestite di un particolare elemento presente solamente in quella nazione.

    Il nubis, per la grande somiglianza che aveva con il materiale che componeva le nuvole, attribuiva a tutto quello che rivestiva la capacità di levitare senza precipitare sul terreno sottostante, lo stesso terreno in cui vi si ergeva la grande montagna sulla cui cima, all'interno di una grande caverna, dimorava il drago dell'aria.

    Gli oggetti, come le case, erano state costruite su vere e proprie nuvole ancorate tramite un incantesimo, che nessuno sapeva chi avesse lanciato, alla montagna sottostante, motivo per il quale, molti abitanti, ritenevano egli stesso il responsabile di quella potentissima magia.

    Nuvismatic, un'immensa città costituita da una grossa quantità di palazzi su svariati piani, la biblioteca più grande dell'intera nazione, e molti altri edifici, ne faceva da capitale.

    La capitale, si differenziava dal resto delle città, oltre per il fatto di essere maggiormente fornita di edifici, di vario genere, e per il numero di abitanti, ben maggiore rispetto a qualsiasi altra città situata per l'appunto ad Aeria, per il fatto che gli edifici luccicavano di una luce dorata.

    Essi, infatti, non erano stati costruiti utilizzando il cemento, o qualche altro elemento comune, ma avvalendosi di vero e proprio oro.

    Nella zona ad est del continente, vi era Terria.

    Essa, rappresentava la nazione più simile al nostro pianeta.

    Enormi distese di campi, altissime montagne, e un gran numero di torrenti, ne davano un vero e proprio aspetto terrestre, tuttavia, nonostante la flora fosse così simile al pianeta in cui abitiamo noi, la fauna, gli edifici e molti altri elementi si differenziavano enormemente.

    Terria, era infatti la nazione che ospitava creature come i minotauri, i centauri, gli elfi, gli gnomi e molte altre razze accomunate tra loro da una caratteristica ben precisa: tutte le creature che la popolavano, erano legate all'elemento della terra e della natura.

    Rock'n Nature, ne rappresentava la capitale.

    Qui, si concentravano la maggioranza di creature, inoltre, nonostante non fosse la città più popolata, era stata classificata come capitale, per il numero incalcolabile di razze differenti che vi vivevano.

    Tutte le altre città, infatti, nonostante non fossero obbligatoriamente meno popolate, vi erano città come Elfica o Gnomica, in cui il numero di abitanti era maggiore, erano popolate esclusivamente da un'unica razza; quale fosse, era facilmente intuibile dal loro nome.

    Un ultimo particolare, non trascurabile, sulla nazione in cui dimoravano questi popoli, erano gli edifici.

    Essi si differenziavano molto fra loro.

    Gnomica e Nanica, ad esempio erano costituite da una serie di montagne in cui, le abitazioni, corrispondevano a vere e proprie caverne scavate al suo interno, le quali si differenziavano dal luogo in cui dimorava Terrevis, il drago della terra, in quanto, al contrario di quest'ultima, erano piene di oggetti di ogni tipo, non vi erano tesori e soprattutto vi si trovavano ogni sorte di cibo, bevande e altri beni primari necessari a queste tipologie di creature; Elfica, invece, era una vera e propria città dorata fluttuante.

    Quest'ultima, era costituita da enormi palazzi invisibili ad occhio nudo, ma che smorzavano il fiato una volta che, invitata da un abitante della città, vi ci si trovava faccia a faccia.

    Gli edifici erano costituiti da enormi palazzi, la maggioranza dei quali abitato da più di una famiglia, una per ciascuno dei piani che lo costituivano, ma la loro bellezza era ammirabile da pochi; infatti, le creature di Draconia, non potevano in alcun modo superare il confine che divideva la loro nazione dalle altre tre.

    La terza nazione, quella a ovest del continente, era Flaminia, la terra del fuoco.

    La principale caratteristica di questa nazione, era rappresentata dal terreno sul quale le creature che lo abitavano, come le salamandre di fuoco o le fenici, era costituito da un sottile strato solidificato di lava, il quale, con una semplice leggera pressione sarebbe crepato e, la creatura che vi aveva posto i piedi, o le zampe, sarebbe sprofondata nel liquido incendiario sottostante.

    Questo, fortunatamente non avrebbe messo in pericolo gli abitanti, essi, infatti, internamente o esteriormente, erano tutte costituite da parti del corpo di fuoco, tuttavia, rovinare il terreno era punibile con una sottospecie di multa.

    Semplicemente enorme, e con al centro un alto vulcano che veniva utilizzato dagli abitanti come terme rigeneranti, Sole ne rappresentava la capitale.

    Le principali caratteristiche della capitale, oltre al vulcano, era il fatto che era qui che vi viveva Vulcana, la dragona, unica fra i quattro di sesso femminile, a protezione della nazione, nella quale, in qualsiasi periodo dell'anno, vi si percepiva una temperatura rovente che permetteva agli abitanti di non soffrire il freddo nemmeno durante i gelidi inverni che colpivano il pianeta.

    Gli edifici che si potevano ammirare in questo pianeta, costruiti avvalendosi di pietre magmatiche, facilmente localizzabili negli svariati vulcani presenti qua e là lungo il pianeta, ricordavano tutti una fiamma ardente.

    L'unica creatura a non abitare in uno di tali pianeta, per l'appunto, era Vulcana.

    Essa, abitava nei fondali del vulcano che si ergeva a Sole.

    Infine, a sud, vi era Aqua.

    Aqua era semplicemente un'insieme di città sommerse costituite da svariati edifici formati da insiemi di vari tipi, dalla sabbia a enormi conchiglie, sino a veri e propri edifici fatti di alghe, in uno dei quali vi viveva Sape, il cavaliere del drago dell'acqua: Idris.

    La capitale si chiamava Mareana e si differenziava dal resto delle città poiché, gli edifici presenti, erano fatti di un materiale spugnoso denominato acquarius.

    L'acquarius, era un elemento che, nonostante fosse all'apparenza distruttibile con un semplice dito era più resistente dell'acciaio, inoltre, i raggi del sole che lo colpivano, ne creavano dei veri e propri arcobaleni; infine, tale materiale, dava agli edifici costruiti avvalendosi di questo componente, una garanzia di durata senza minimamente rovinarsi, maggiore a qualsiasi altro presente in qualsiasi altra parte del pianeta.

    Questa nazione era la dimora di sirene, tritoni, kappa e molte altre creature acquatiche, ed era delimitata a nord da un'enorme spiaggia dorata su cui si ergevano, fatti sempre dello stesso elemento, veri e propri edifici come bar, hotel e qualche rara abitazione, e a sud dal Mare Nero.

    Questo mare, che come è facilmente intuibile, doveva il suo nome dal colore delle sue acque, molto più vicino al nero petrolio che all'azzurro cristallino di alcuni mari presenti sul nostro pianeta, e delineava i confini tra il continente dei draconiani, e quello dei radurai.

    Al centro esatto del continente, su di un'enorme distesa di erba, vi era posizionato un enorme castello, molto antico e molto imponente.

    Tale, era il luogo in cui, ogni anno, venivano organizzate diverse feste e celebrazioni per questi o quegli altri motivi, come l'arrivo di questa o quell'altra stagione ed il compleanno dei quattro draghi.

    Secondo un'antica credenza, un giorno Draconia sarebbe stata governata da un solo drago e dal suo fidato cavaliere, i quali, una volta conquistato il trono, si sarebbero trasferiti all'interno del castello.

    Tuttavia, non vi era nessun indizio che portasse ad uno specifico drago, fra i quattro presenti nel continente, e nemmeno ad uno dei loro cavalieri, pertanto, nessun abitante immaginava minimamente quale fra loro avrebbe un giorno governato il pianeta, trasferendosi a dimorare all'interno del castello.

    La missione che, uno fra i draghi ed il loro cavaliere, avrebbero dovuto un giorno affrontare era un mistero per chiunque, inoltre, nessuno fra loro era mai stato messo particolarmente alla prova, e di conseguenza, la leggenda del Re dei draghi era passata da una certezza ad una favola per bambini.

    Il castello era costituito da quattro torri, ognuna con una bandiera di un colore differente, più precisamente rossa, blu, gialla e azzurra, e su cui vi era disegnato il simbolo del pianeta, un'enorme sfera divisa a metà, colorata di bianco superiormente e di nero inferiormente, a simboleggiare le luci e le tenebre, un enorme aiuola tutt'intorno, e con al centro un arco che conduceva al giardino interno.

    Il castello era altissimo, e rappresentava l'unico luogo in cui fosse concesso recarsi a tutti gli abitanti di Draconia.

    <>, annunciò di colpo Erech.

    <>, rispose lui. <>.

    <>

    Aeris a quelle parole iniziò a gettare aria gelida ovunque.

    Il drago era in grado di creare due tipologie di correnti: una gelida ed una rovente.

    La prima, era in grado di congelare l'elemento più rovente di tutti, l'altra, era in grado di sciogliere persino il ghiacciaio più resistente.

    Avendo iniziato a soffiare aria gelida, ben presto, nella caverna, si crearono delle stalattiti e tutto ciò che vi era dentro la caverna iniziò a congelare, tutto, fatto naturalmente eccezione per la pelle di Erech, il quale era avvolto da un'energia spirituale che li permetteva di avvicinarsi al suo fidato destriero.

    <> Esclamò il drago. <>

    Come spiegò l'angelo, i nomi dei due piccoli erano Nathanael e Yeiayel, ed entrambi erano biondi come il padre e con gli occhi verdi come la madre.

    Aeris adorò i suoi nipoti dal momento che Erech ne pronunciò il nome, ma sapeva che non avrebbe potuto vederli finché non fossero cresciuti abbastanza da non provarne paura, e questo, anche se preferì non dirlo, lo rattristì.

    Erech, tuttavia, così come ogni altra creatura della sua razza, era in grado di leggere nel pensiero, perciò li venne facile intuire cosa attraversasse in quel momento la mente dell'amico; così decise di tentare il tutto per tutto e, messa una mano in una tasca del suo abito, vi estrasse una fotografia.

    La foto, tuttavia, non era una fotografia comune, infatti, non era semplicemente una carta fotografica, bensì un foglio di plastica, ricoperto di nubis.

    Inoltre, dall'immagine, era possibile percepire dei rumori, nel caso di quella che Erech decise di mostrare, e in seguito regalare, all'amico drago, vi fuoriuscivano delle risatine di bambini, con l'aggiunta che, essendo per l'appunto figli di due angeli, erano risatine ancora più dolci.

    <>, rivelò l'angelo.

    <>, rispose Aeris, commosso.

    <>, scherzò Erech. <>.

    Sapeva che il drago non li avrebbe mai sfiorati nemmeno con un artiglio, Aeris, era una delle creature più buone, sagge e potenti dell'intero pianeta, e questo tranquillizzava l'amico, ma sapeva anche che sua moglie non vedeva il drago come lo vedeva lui.

    Certo, anch'ella si fidava, ma non avrebbe mai permesso ai suoi figli di avvicinarsi troppo al drago, di certo non finché fossero stati così piccoli da potervene provare paura.

    <> Domandò l'angelo.

    <>, aggiunse poi.

    Aeris, aveva conosciuto gli altri draghi, presenti sul continente, pochi anni dopo la sua nascita. Sinché, un giorno, ad una festa tenutasi nel castello posto al centro del continente, mentre Vulcana ballava con un altro drago, una scintilla aveva attraversato il suo cuore.

    Aveva provato a conquistarla in ogni modo, ma questa, l'aveva rifiutato: era già innamorata di qualcun altro.

    <>, rispose il drago, scacciando i ricordi. <>.

    <<È qui? C'è anche Margaret?>>

    -Sciocco angelo, stavo semplicemente sognandola-, pensò il drago.

    <>, commentò Erech ammiccando e facendogli la linguaccia.

    <>, sospirò Aeris.

    <>, provò a consolarlo l'angelo.

    Le sue parole, purtroppo, non funzionarono.

    -Quando si è innamorati non c'è discorso che tenga, si desidera lui o lei a tal punto che tutto il resto viene in secondo piano-, pensò Erech, infinitamente grato all'amico per come questi era sempre presente ed allegro, nonostante dentro soffrisse da molto tempo.

    Erech lo abbracciò, e promise che gli avrebbe fatto di nuovo visita molto presto..

    <>, disse..

    Il drago si recò nel luogo più lontano della sua tana e ne tirò fuori due piccoli braccialetti d'oro.

    <<È un piccolo gesto per i tuoi figli>>.

    Probabilmente ora, gli sarebbero andati molto grandi, ma, quando fossero divenuti grandi, Aeris avrebbe gradito molto che i due piccoli li portassero.

    Quello, come spiegò, era il segno che i due angeli erano stati amati, e lo sarebbero sempre, sin dal primo giorno in cui egli era venuto a conoscenza della loro esistenza.

    Erech tentò di rifiutare, quel regalo era troppo grande per uno come lui, e poi i braccialetti provenivano dal tesoro personale dell'amico, e nessuno poteva toccare nemmeno la più piccola delle monete, ma Aeris insistette così a lungo che, alla fine, l'angelo cedette e li prese.

    -Non vedo l'ora sia il tuo compleanno, sono sicuro che il mio dono ti piacerà-, pensò Erech.

    Era da un anno che ci pensava, e durante questo periodo aveva pensato e scartato mille idee; finché un giorno, passeggiando con la moglie per le vie di Nuvismatic, si era imbattuto nel negozietto di un alicanto.

    Gli alicanto, erano uccelli incapaci di volare poiché ghiotti di oro e gioielli in generale, caratteristica, questa, che ne dava alle sue ali un effetto quasi magico: esse brillavano di una luce dorata.

    Era costata molto ma, visto il modo in cui Erech era legato al drago, la felicità dell'amico non aveva prezzo.

    Il regalo, consisteva in una statua interamente fatta d'oro, grande circa due metri, raffigurante per l'appunto Aeris con in groppa un angelo.

    Tutti gli abitanti del regno, sapevano che Erech fosse il cavaliere del drago dell'aria, e quindi ve ne erano molti di oggetti simili, e quella statua, era così splendida che non riuscì a trattenersi dal comprarla.

    Aeris li posò la testa sulla spalla, l'angelo l'accarezzò, lo bacio e lo lasciò da solo.

    Molto lontano da loro, qualcosa di malvagio e di spregevole organizzava le truppe.

    <>, urlò al cielo una creatura terrificante.

    Capitolo 2

    Un regalo per due

    Draconia, Aeria, pochi giorni dopo

    L'angelo si svegliò entusiasta.

    Finalmente, era arrivato il giorno più importante della vita del suo migliore amico. Quel giorno, il drago dell'aria, avrebbe compiuto cent'anni.

    <>, disse rivolgendosi alla moglie.

    <>, aggiunse poi con voce dolce, rivolgendosi ai due neonati.

    Questi, avevano pianto per tutta la notte, del resto, non facevano ancora altro, ma ad egli non importava granché, li amava più della sua stessa vita.

    Il compleanno si sarebbe svolto in due giorni.

    Il primo giorno, il drago sarebbe stato festeggiato dalle creature maggiormente di spicco del continente: Metabis, una creatura di una razza aliena denominata primordiale e che dimorava nel castello, gli altri tre draghi protettori, e i quattro cavalieri.

    I festeggiamenti si sarebbero tenuti nella dimora di Aeris, una caverna spoglia di qualsiasi cosa eccetto un numero incalcolabile di tesori, che egli tuttavia tendeva a ripiegare come regali per i suoi sudditi.

    Aeris, infatti, così come tutti gli altri draghi, aveva sempre tutto gratuito, anche se, egli, che era dotato di un cuore puro, cercava sempre di avvalersi il meno possibile dei favoritismi che aveva.

    L'unica cosa di cui si privilegiava, era un pasto, unico ma molto abbondante, nei migliori ristoranti del continente; i quattro draghi, e i loro cavalieri, erano infatti gli unici ad avere il libero accesso a ciascuna delle nazioni.

    Per farlo, i draghi si avvalevano di una speciale corazza che permetteva loro di entrare a contatto con qualsiasi elemento, ai cavalieri, invece, bastava restare vicino ai loro draghi perché questi li servissero da barriera.

    Metabis e il drago festeggiato, erano gli unici a partecipare ad entrambe le feste, la festa con i popolani infatti, rappresentava l'unica giornata in cui, il drago in questione ed il suo cavaliere, trascorrevano separati.

    Questo, era un modo carino per dimostrare ai draconiani che, tutto quello che il popolo faceva per il bene del pianeta e per quello dei suoi abitanti, non solo era importante per loro, ma era anche molto apprezzato.

    Così facendo, i draghi, dimostravano di amare il loro popolo incondizionatamente, oltre al fatto di fidarsi a restare in mezzo a loro privi del loro cavaliere.

    Questo, era un fatto molto apprezzato dal popolo.

    Una volta teletrasportatosi nella dimora di Aeris, oltre a questi, Erech vi trovo altre otto creature: gli altri tre draghi, i loro tre cavaliere e Metabis.

    Metabis era un essere umanoide, rappresentante un popolo proveniente da un altro pianeta che, alleatosi in antichità con i draconiani, si era trasferito al di là della foresta posta ai limiti.

    Nessuno, eccetto i quattro draghi, era a conoscenza della loro presenza, eppure tutti in segreto la sospettavano, nonostante nessuno sapesse dove vivessero.

    Questo poiché, la foresta, per chiunque l'avesse attraversata e non fosse stato a conoscenza della presenza dei primordiali, in quei luoghi, poteva camminare all'infinito che non si sarebbe mai imbattuto in nessuno di loro.

    Eppure, ogni volta che uno dei quattro draghi moriva, alla quale era solita seguire la morte degli altri tre e la scelta di quattro nuovi cavalieri, un nuovo essere simile a Metabis appariva nel castello.

    Ogni primordiale, si distingueva dagli altri per il colore e per una capacità diversa; tuttavia, nessuno, nemmeno gli stessi draghi, conoscevano la ragione per cui i loro poteri fossero così differenti.

    Del resto, non era il colore a caratterizzarne il loro potere.

    L'aspetto dei primordiali, simile a quello di un umano ma privo di peluria in tutto il corpo, si differenziava dagli umani, oltre per il colore della loro pelle, anche per una serie di tentacoli che fuoriuscivano dal lungo vestito che indossavano, una specie di tunica aderita al loro corpo, e per le mani prive di dita e simili ad un puntale.

    I loro compiti, o per meglio dire, i compiti del primordiale che veniva scelto come mentore dei draghi nel loro nuovo ciclo vitale, erano diversi: dal trovare un degno cavaliere per il nuovo drago, all'istruirli al combattimento, sino a veri e propri compiti segreti.

    Ogni volta che un nuovo drago appariva, egli doveva scegliere un nuovo cavaliere; nonostante non si comprendesse la ragione per cui il precedente cavaliere non potesse affiancare il nascituro, questo era sempre stata vista come una legge non scritta, e questo, aveva spinto i draconiani a sospettare, sino a convincersene, che i draghi non erano immortali.

    Ciò però non era del tutto esatto, infatti, sebbene i quattro draghi morissero, essi, in realtà, terminato il loro processo vitale, che poteva essere più o meno lungo, deponevano un uovo nel quale si reincarnavano.

    Il cucciolo, una volta venuto al mondo assorbiva in se il suo vecchio corpo, ora defunto e invisibile a chiunque tranne a lui, o a lei, come nel caso di Vulcana, e ricominciava da capo la propria vita, mantenendo tuttavia inalterati i propri ricordi.

    Appena Aeris vide l'angelo gli corse incontro tutto eccitato.

    <> Domandò senza nemmeno salutarlo.

    <>, lo rimproverò l'amico.

    <>, rispose il drago velocemente. <>

    <>

    Il drago storse il naso, come ogni anno, Erech fingeva di essersi dimenticato il suo compleanno.

    Il problema, stava nel fatto che, nonostante fosse consapevole che l'amico stesse scherzando, l'angelo era divenuto, nel corso degli anni, così bravo a mentire, che, il drago, non riusciva mai a capire se lo stesse o meno facendo.

    <>

    <>, si finse stranito il compagno.

    <>

    <>.

    <> Ruggì Aeris. <>

    In quell'istante l'angelo schioccò le dita e, dinnanzi a lui apparve il suo dono: la statua d'oro che aveva acquistato qualche settimana prima.

    <>, disse infine.

    Alla vista di quell'immensa statua dorata, Aeris iniziò a soffiare aria gelata ovunque, e soltanto l'intervento propizio di Metabis, riuscì a tranquillizzarlo prima che questi facesse qualche danno.

    <>, disse la dragona del fuoco.

    -Che figuraccia!- Si maledì il drago.

    <>, si scusò per lui l'angelo.

    <>, disse lui.

    <>, rispose il primordiale.

    <>, si intromise il guardiano del drago della terra. <>.

    Il terriarbita, così erano chiamati coloro che popolavano Terria, era uno gnomo.

    Popos, questo era il suo nome, data la sua razza, rappresentava il più basso dei guardiani ma, sempre per la stessa ragione, era anche quello più saggio e dotato del cuore più grande: mai una parola di troppo, sempre disponibile ad aiutare chiunque ne avesse bisogno e in grado di dispensare preziosi consigli.

    Popos era caratterizzato da un paio di folti baffi ed una barba marrone, una strana capigliatura dello stesso colore ed un viso che ricordava quello di un felino.

    Egli era robusto, non troppo, e vestiva sempre con abiti gnomici di colore verde, i quali, la maggior parte delle volte, consistevano in lunghe toghe; anche quel giorno ne indossava una di esse.

    <>, lo contradisse Metabis. <>.

    <>, dichiarò la cavaliera del fuoco, l'unica di sesso femminile fra i quattro. <<È così che dovreste amare anche voi>>.

    <>, rispose Sape.

    Sape, era una delle poche creature aquatiche che riusciva a respirare anche sulla terraferma, egli, era un uomo anfibio, Margaret, colei a cui Sape aveva scoccato una frecciatina, era invece una donna di fuoco, la cui razza appartenente, una delle poche ibride rimaste, era denominata umanincendia.

    Sape, era una creatura del mare, egli, completamente verde acqua, era una creatura rapidissima, sia in acqua sia sulla terraferma, cosa che ne faceva di lui il cavaliere più svelto in qualsiasi cosa, non solo nel muoversi, ma anche nel fare calcoli, trovare soluzioni ai problemi, e qualsiasi altra cosa per la quale ci volesse del tempo, aveva un corpo umanoide, anche se dai gomiti sporgevano due pinne, ed un volto tutt'altro che umano.

    Questo, infatti, pareva quello di un pesce di una razza sconosciuta, sul collo vi erano delle branchie e, al posto delle orecchie, aveva un altro paio di pinne.

    Sape, era un uomo anfibio.

    Dotata di un carattere molto diverso, così come Sape era acuto, veloce e allo stesso tempo molto difficile da descrivere a parole, Margaret aveva un carattere ben diverso da quello di Popos.

    Tale creatura, simile ad una donna ma avvolta da vero e proprio fuoco, elemento di cui erano fatti anche i suoi capelli, era molto bella ma allo stesso tempo molto spietata con i nemici; grazie ai suoi smisurati poteri magici che le permettevano cose incredibili, come cambiare il suo aspetto e quello di qualsiasi cosa la circondasse, diventare invisibile ed altre cose fenomenali, girava voce che non avesse mai perso uno scontro.

    Margaret era il frutto di un'amore proibito: quello tra uno dei pochi umani che, in antichità, era vissuto a Flaminia, ed un elementale.

    Margaret aveva circa duecento anni, mentre Sape, che oltre ad essere il più veloce, era pure il più giovane, ne aveva a malapena centotrentasette.

    Sebbene ai tempi che correvano quando ha inizio la nostra storia, i figli di amori proibiti, così chiamati per via del rapporto fra razze diverse, erano già considerevolmente diminuiti, questi frutti d'amore erano stati, nei secoli precedenti, una cosa molto comune.

    Ve ne esistevano di diversi tipi, anche se alcune erano molto più affine di altre, come per esempio gli umancendi o gli avvespe, nati per l'appunto dall'amore fra un avvincino, una minuscola creatura alata dalla doppia indole, a volte buona a volte malvagia, ciò dipendeva generalmente dalla convenienza che aveva nel comportarsi in questa o quell'altra maniera, in base a chi si trovava davanti, e una vera e propria vespa.

    Essi popolavano l'intero pianeta, l'unico particolare, ma dal momento in cui, le creature che popolavano Draconia, non erano libere di inoltrarsi nelle nazioni appartenenti ad elementi diversi da quello a cui erano legate, questo non era poi così strano, era che tutti questi incroci, erano il frutto di razze appartenenti allo stesso elemento, non vi erano dunque ad esempio incroci fra elfi e salamandre o fra sirene e angeli.

    Un'altra cosa da tenere in considerazione, era che alcune creature come per esempio le sirene, gli uomini anfibi, i centauri, i minotauri, non erano creature ibride, esse, per qualche ragione sconosciuta, nascevano così.

    Metabis, così come gli altri primordiali, erano le uniche creature a

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