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Parte del gioco
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E-book358 pagine4 ore

Parte del gioco

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Info su questo ebook

Temple, detective della polizia del Texas, Berry Marshall va a caccia di un serial killer incallito con un finale di partita ben definito, uno destinato a spogliare Berry Marshall di tutto ciò che gli è caro : la sua carriera, sua moglie Erin e la sua reputazione. All'insaputa di Marshall, l'assassino aveva frequentato Erin anni prima e vedere il detective con lei lo spinge al limite. Determinato nel voler punire Marshall per avergli rubato la sua amata, l'assassino gioca a un micidiale gioco di omicidi in stile gatto e topo. Mentre il numero di morti aumenta, Marshall è costretto ad affrontare il suo peggior incubo.

LinguaItaliano
EditoreBadPress
Data di uscita26 mag 2021
ISBN9781667401751
Parte del gioco
Autore

Alan Brenham

Alan Brenham is the pseudonym for Alan Behr, an author and attorney. He served as a law enforcement officer before earning a law degree and working as a prosecutor and a criminal defense attorney. He has traveled to several countries in Europe, the Middle East, Alaska, and almost every island in the Caribbean. While working with the US Military Forces, he lived in Berlin, Germany. Behr and his wife, Lillian, currently live in the Austin, Texas area.

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    Parte del gioco - Alan Brenham

    PARTE DEL GIOCO

    di

    Alan Brenham

    82,300 Parole

    Chi lotta con i mostri deve guardarsi di non diventare, così facendo, un mostro. E se tu scruterai a lungo in un abisso, anche l’abisso scruterà dentro di te.   ~Friedrich Nietzche 

    CAPITOLO 1

    BARRY MARSHALL

    Temple, Texas

    Venerdì, 16:50.

    Ho strappato il telefono dalla cornetta come se fosse una gara. Come se ci fossero stati altri dieci uomini a volerlo raggiungere. Ah. Giusto. Ero vicino a cinque pm in un venerdì notte e tutti coloro che potevano essersene andati l’avevano già fatto. Tutti tranne me. Il boy scout mi avevano soprannominato. Scherzando. Amichevolmente. Tranne quando non erano in vena. Alle mie spalle erano dei leccapiedi. Probabilmente i peggiori che potessi conoscere, ma erano abbastanza intelligenti per capirlo da soli. Tutto perché mi piaceva presentarmi in tempo. Rispondi al mio telefono. Sistema quella montagna di scartoffie. In altre parole: fai il mio lavoro.

    Ho risposto come ho sempre fatto. Secco. Freddo. Professionale. Divisione Investigativa. Marshall.

    Mi aspettavo quasi di sentire una voce scontrosa di un uomo che mi chiedeva quando avrei pagato il mio conto da delinquente. Quattro di queste chiamate erano già arrivate oggi. Furto di identità.

    State cercando una Chevrolet rubata? domandò una voce maschile.

    Proprio così, ho un caso di camion Chevrolet aperto. Avrei bisogno di sapere il suo nome per procedere con le informazioni per il rapporto Chi è che sta chiamando?

    Il silenzio assordante mi ha fatto insospettire, questo ragazzo faceva sul serio o si stava prendendo gioco di me? I secondi passano. Ha riattaccato? Chi è questo?

    Il mio sesto senso da poliziotto si è fatto sentire. Chi era questo tipo e come ha fatto a sapere che stavo lavorando ad un caso di pick-up Chevrolet rubato? Il suo accento non era texano e neanche del profondo sud. Medio occidentale o dell’ estremo ovest. Ho sentito un leggero rumore ronzante in sottofondo. Tipo macchine o motori. Non riuscivo a capire di preciso cosa. Un cittadino preoccupato, mi ha detto. Ascolta bene, amico, so chi l’ha rubato e sono seduto qui a guardarlo. Se vuoi il tipo incontriamoci qui al parcheggio a sud del Lake Park a Temple. Sbrigati, perché dubito che il camion resterà qui ancora per molto.

    Prima di tutto, dimmi chi è questo.

    Vuoi giocare alle venti domande o vuoi questo dannato camion?

    Gente anonima ha offerto informazioni utili per risolvere un caso, ma questo ragazzo. . . qualcosa di lui non mi era chiaro. Sono un incallito amante della verità. Anche se fa male. Una verità di cui non si hanno certezze. In ogni caso bisogna seguire una pista, non importa chi l’abbia indicata. Dovrei dare spiegazioni del perché non l’ho seguita. Cosa potrei mai dire?  Bisogna sempre stare con i piedi per terra. Alcune volte va bene. Altre no. Descrivilo.

    Ma che cazzo, amico?

    Descrivilo così saprò se quello che mi stai dicendo corrisponde a quello del mio caso. Non è una domanda difficile a cui rispondere.

    Una ventina di Chevrolet Silverado nere. Contento? Ora smettila di perdere tempo. Il ragazzo tornerà da un momento all’altro.

    Un certo ladro intraprendente ha rubato un camion Silverado del 2010 di recente. Il che significa che le sue informazioni combaciano. Un intoppo però. Questo ragazzo sarebbe potuto venire a conoscenza di questa descrizione dal giornale. In ogni caso, dovevo indagare. Sarò lì tra dieci minuti

    Facciamo cinque. Se mi becca qui, mi taglia la gola.

    Comprensibile. Qualsiasi ladro odia l’esposizione. Incontriamoci da un’altra parte. Che ne dici del parcheggio a nord?

    Se ti metti in marcia incontrarci qui non sarà un problema. Ma se continui a fare queste fottute domande, lo perderai.

    Se continuo a fare domande non starò perdendo il mio tempo. Ma davvero? Se veramente conosci il tipo come hai detto, come potrei lasciarmelo scappare?

    Sospirò vicino alla cornetta. Probabilmente per ricordarmi di sbrigarmi.

    Sai cosa ti dico, infastidito. C’è uno di quei tavoli da picnic coperti dietro la strada vicino al lotto sud. Hai presente?

    Sì.  Non ci sono mai stato ma non dovrebbe essere un problema.

    Ci vediamo lì e sbrigati.

    Ancora con questo sbrigati. Va bene. Presi la giacca dallo schienale della sedia e mi diressi verso l’ascensore, pensando alla reazione che avrebbe avuto Erin. Come se non sapessi quale sarebbe stata. Ogni venerdì sera è il nostro appuntamento. Dovrebbe esserlo a qualsiasi costo. Per gli scorsi ennesimi venerdì dovevo lavorare fino a tardi o ero fuori città per un caso. Sembra che un altro appuntamento con mia moglie stava per saltare all’aria. Avevo prenotato per due al Dibz, uno dei migliori ristoranti italiani di Temple. È dove l’avevo portata al nostro primo appuntamento e per tutti e sei i nostri anniversari di matrimonio. Circa adesso sarebbe dovuta essere sulla strada di casa con nostra figlia Cailey. Non me la sentivo di dirle che doveva andare tutto a monte di nuovo. Ancora. L’avevo fatto troppe volte. Inoltre aveva lasciato dei promemoria su Dibz tutta la settimana. Quelli assieme ad altri più impegnativi.

    Da quando suo zio era stato ucciso Erin mi assillava per lasciare il dipartimento di polizia. Mi ha esortato a prendere una cattedra al Temple College. Il suo livello di ansia è aumentato come un disco che emette il suono del teser ogni volta che torno a casa in ritardo. Non è stato di aiuto il recente omicidio di quel vice sceriffo vicino ad Amarillo la settimana scorsa. Ho avuto la punizione del silenzio quando mi sono perso la festa del quinto compleanno di Cailey. Che dovessi andare nella contea poco distante da casa per interrogare un testimone a cui stavo dando la caccia da un mese non aveva importanza. Ho comprato a Cailey quella bicicletta che desiderava così tanto e ho legato un fiocco rosso al manubrio. Mi sono anche ricordato di metterci le rotelle.

    Erin e Cailey  non erano nella mia mente quando ho guidato ad ovest sulla Adams Avenue dal centro di Temple. Passando diversi incroci. Attraverso la costruzione incasinata Adams-Central-Interstate. Passato il bivio per casa nostra. Tutto quello a cui riuscivo a pensare era trovare quella persona che mi aveva rubato l’identità e gestire quelle dannate inadempienze. Chiunque l’avesse fatto avrebbe dovuto patire la tortura dell’acqua. O mwglio. Mi hanno incuriosito altre forme di tortura mentre passavo davanti alla stazione di polizia di West Side come agitare spille sotto le unghie o elettrodi collegati ai loro gioielli di famiglia. Pollici che premono sui loro bulbi oculari.

    Dopo aver superato la deviazione per casa mia, i miei pensieri sono tornati a Erin. Sarò sulla lista nera per il prossimo mese se dovessi cancellare di nuovo il nostro appuntamento. Non c’era molto altro che potessi fare. Nella mia testa ripercorrevo le parole della spia : Sei il poliziotto che sta lavorando al caso del camion Chevrolet rubato? Se vuoi il tipo incontriamoci qui al parcheggio sud. Datti una cazzo di mossa, Se questo coglione mi stava prendendo in giro, facendomi guidare fino a lì, rovinandomi la serata, farà meglio a pregare che non lo trovi nemmeno io. Una ventina di Chevrolet Silverado Millecinquecento. Contento adesso?

    West Adams Avenue è a ridosso di Temple Lake Park. Questo parco confina con il lago Belton. Il lago era una mecca creativa e punto di incontro per praticare la pesca sportiva nel Texas centrale. Ha fornito, inoltre, rifornimento idrico per tutte le città della zona.

    Ancora mi domando come faceva a sapere che ero io l’investigatore. Questo i giornali non l’avevano riportato. Sicuramente una cosa da chiedergli una volta incontrato. Se mai ci fossimo incontrati. Ho iniziato a rallentare per mostrare il mio distintivo al guardiano del parco. Ho svoltato a sinistra per imboccare il parcheggio sud. Il mio piano era : passare, controllare il camion e appostarmi a quattro o cinque posteggi di distanza. Da lì, avrei localizzato il tavolo da picnic, attraversato la strada e mi sarei diretto dal retro al tavolo da picnic coperto. Non è andata così, ho visto una Mini Cooper appostata nel parcheggio a circa cinquanta metri dalla costa rocciosa. Nessun pick-up Chevrolet in vista. Merda!

    La Mini Cooper deve essere della spia, ho parcheggiato lì di fianco. Nessuno al suo interno. Ho visto il tavolo. Anche lì nessuno. Sarà meglio che sia nel bosco a farmi uno scherzo, giuro su Dio. Ho attraversato il tavolo da picnic coperto di cui parlava. A pochi metri c’era la barricata di metallo. Mentre mi avvicinavo continuavo a non vedere nessuno. Stavo quasi per fare retro front e tornare nella mia auto, ma alcune parole nella mia mente non mi davano pace : chi è questo coglione? Il mio sesto senso mi ha fatto avvicinare. Fu allora che vidi i corpi.

    Una giovane donna ispanica. Credo di non più di vent’anni, vestita con una tuta da corsa verde. Era sdraiata supina, a pochi metri dal tavolo. I suoi occhi fissi con quello sguardo di morte. La gola tagliata. Le sue braccia poste sul petto. Sdraiato accanto a lei un maschio, bianco, supino. Anche lui in tuta sportiva da corsa. Blu scuro. Come alla ragazza, la sua gola era stata tagliata e le sue braccia poste sopra al petto. Una differenza: una ferita da arma da taglio al lato del petto. Segni di trascinamento nello sporco. Erano stati uccisi altrove e portati qui. Nessun altro in vista. Una Mini Cooper verde nel parcheggio. Il maschio deceduto doveva essere la spia e la donna la sua sfortunata compagna. Dove sono stati uccisi? Una squadra di ricerca della scena del crimine del Dipartimento di Pubblica Sicurezza del Texas a Waco ci potrebbe fornire questa risposta. Con il mio cellulare ho chiamato il supervisore di turno chiedendo due pattuglie. La chiamata successiva è andata al reparto comunicazioni. Ho chiesto un controllo della targa della Mini Cooper. Una terza chiamata indirizzata al mio supervisore, il tenente Cullen Mendez. Avrebbe dovuto approvare gli straordinari per due detective e inoltre avrebbe voluto sapere il motivo.

    Ho raggiunto la Mini Cooper e provato ad aprire le porte. Bloccate. Due birre Corona ancora chiuse nel portabicchieri e il portafoglio marrone di un uomo sulla console. Il reparto comunicazioni mi richiama per fornirmi le informazioni del veicolo. Mini Cooper Clubman del 2009 intestata a Jerome St. John con domicilio a Temple ovest. Tornai al tavolo da picnic e aspettai l’arrivo dei rinforzi. Non potevo fare molto altro.

    Erin doveva sapere che il nostro appuntamento di stasera non ci sarebbe stato. Preferivo attraversare in punta di piedi un letto di serpenti a sonagli piuttosto che fare questa chiamata. Il mio orologio segnava l’ora, 17:35. Proprio adesso avrebbe dato a Cailey una cena a base di nugget di pollo, così sarebbe stata già pronta all’arrivo della babysitter. Ho digitato il nostro numero di casa. Non appena avrebbe visto il mio nome sul display avrebbe capito tutto. Sono pronto alla terza guerra mondiale. Non erano questi i miei piani. Avevo fatto mandare dei fiori da Dibz per il nostro tavolo. Si arrabbierà tantissimo ma cosa ci potevo fare?

    Hey, senti, mi dispiace, devo cancellare la prenotazione per la cena. Sono sulla scena di un omicidio. Questo sarebbe tipo la sesta volta che rimando il nostro appuntamento. Non sono esattamente il Sig. Trascorrere molto tempo con la famiglia negli ultimi mesi. Odiavo dire che avremmo dovuto rimandare. L’aveva sentito dire troppo spesso.

    Dannazione, Barry. Avevamo pianificato questa sera per tutta la settimana. Ho dovuto convincere un altro farmacista a coprirmi per potermene andare prima.

    Lo so, tesoro. Io—

    Perché lo fai? Hai sempre rimandato il nostro appuntamento negli ultimi otto venerdì.

    Mi farò perdonare. Te lo prometto.

    È quello che dici ogni volta , rispose seccata . Avevi promesso che quando sarebbero finiti gli ultimi due casi avresti staccato un po' la spina. Hai giurato che avremmo passato più tempo insieme. Tutti gli altri detective passano le loro serate e i fine settimana con le loro famiglie. Perché tu non puoi farlo?

    Ho provato a rimanere calmo, ma non mi sono più riuscito a trattenere. Lei mi stava raccontando tutto ciò che non ho fatto nelle ultime settimane. In primo luogo aveva piagnucolato contando le ore, poi le settimane che ho trascorso lontano da casa e poi ancora l’appuntamento che avevo dimenticato. Infine mi ha rinfacciato che ho perso l’opportunità di intraprende la carriera dell’insegnamento. Gne. Gne. Gne. Non cominciare con me, Erin. Sapevi benissimo che ero un poliziotto quando mi hai sposato.

    Bene. Fai le tue cose da bravo poliziotto. Già che ci sei è meglio se scopri anche perché riceviamo chiamate dalle agenzie di recupero crediti.

    È un furto d’identità e ci sto lavorando. Il rappresentante dell’Experian mi ha dato una lista di conti. Presenterò reclamo alla polizia. Se ne occuperanno loro e i Servizi Segreti.

    Ci fu un attimo di silenzio.

    Come vuoi. La babysitter è qui, quindi chiamo Liz. Andrò a cena con lei. Almeno quando dice che farà qualcosa, lo fa davvero.

    Devo andare.

    Sono tornato al tavolo da picnic a ripensare alle parole di Erin. Liz. Lei sì che ha un bel lavoro. Un’ assistente sociale dei Servizi di Protezione dei Minori che lavora in nero come rovina famiglie. Scommetto che avrà un sacco di consigli per Erin su cosa fare con un maritino che non è quasi mai a casa. Scommetto che non vedrà l’ora di aggiungere il mio nome alla sua lista di matrimoni distrutti. Non c’è molto che io possa fare adesso e non c’è molto da fare qui finché non arrivano i rinforzi. Vagare per la scena del crimine non era una buona idea. Anche lasciare la scena incustodita non lo era.

    La persona che mi ha chiamato mi ha condotto a questo tavolo da picnic per un motivo specifico. Ho immaginato due diverse teorie. La prima, la vittima maschio era la persona che mi ha chiamato e il ladro l’ha ucciso. La femmina è stata uccisa per non lasciare testimoni. Oppure, seconda ipotesi, la coppia assassinata non aveva nessuna connessione con la chiamata o il camion rubato. O erano stati presi di mira o scelti a caso e uccisi. Se quella teoria era plausibile, l’intera situazione è un astuto stratagemma per incastrarmi. Un gioco. Se si trattava di questo caso, perché si sono rivolti a me? Chiunque avesse chiamato, qualunque fosse la sua motivazione, aveva fatto bene i compiti per sapere che stavo lavorando io a quel caso del camion.

    Per trovare delle risposte dovrò aspettare almeno finché non avrò l’identità delle vittime e per averla avrei dovuto aspettare che la squadra della scena del crimine finisse il loro lavoro. Se solo l’avessi saputo, non mi sarei addentrato nella scena. Non ci si può nemmeno muovere tra gli alberi per verificare se ci sono altre persone ferite o morte. Dobbiamo tenere la scena del crimine al sicuro fino ad allora. Se avessi saputo cosa avrei trovato qui di sicuro avrei passato la palla al detective reperibile e avrei trascorso la mia serata con Erin. Non qui nel bel mezzo di un duplice omicidio. Ma... ormai sono qui e tocca a me giocare questa partita.

    Bene, ecco cos’ho qui. Una chiamata per incontrare un testimone con delle informazioni su un camion rubato. Nè del camion né del ragazzo che ha chiamo c’è traccia. Due vittime di omicidio, uno dei quali potrebbe essere il proprietario dell’auto e potrebbe essere anche il tizio che mi ha telefonato. Ha detto che il ladro di camion gli avrebbe tagliato la gola.

    Sono arrivate due pattuglie. Proprio dietro di loro arrivò una terza macchina occupata da un detective : Don Rheims. Grande! Di tutti i detective che ci sono perché proprio lui?  Tre mesi fa io e lui c’eravamo messi d’accordo sulla sua interpretazione dei fatti durante il nostro incontro con il procuratore. Avevo bisogno di un mandato per chiudere un caso da Rheims e si era presentato con un pugno di mosche. La sua mancata preparazione significava non ottenere il mandato finché il Gran Giurì non avrebbe restituito un atto d’accusa. Con quel mandato avrei potuto far leva sul sospettato. Farlo collaborare al recupero di un mucchio di proprietà rubate. Avrei dovuto lamentarmi con il nostro capo, il tenente Mendez. Non l’ho fatto perché avrebbe creato solo rancore. Se avessi bisogno in fretta, non vorrei che Rheims perdesse tempo ad aiutare ogni vecchietta ad attraversare la strada. Avevo informato tutti sulle mie scoperte e sulla telefonata anonima. Come capo detective gli incarichi sono caduti tutti sulle mie spalle. Un agente ha spostato la sua auto per bloccare l’accesso a quest’area del parco. Un altro collega ha agito come una guardia itinerante, teneva un registro di tutte le persone che entravano sulla scena del crimine.

    Rheims, l’ultimo detective al mondo che avrei voluto sulla scena del crimine mi perseguitava. Se i detective avessero una recensione, quella migliore di Rheims potrebbe augurarsi di ricevere 1 stella. Il più basso tasso di casi risolti in tutta la divisione. Famoso per essere l’uomo che esce dalla porta cinque minuti prima. 

    Allora...Boy Scout. Non hai niente di meglio da fare? Dovevi proprio imbatterti in un duplice omicidio?

    Ho ignorato il suo commento beffardo sul boy scout. Non è tanto dove sono capitato. Più che altro come ci sono finito.

    Uh-huh. Non hai idea di chi possa essere il tuo interlocutore misterioso?

    Nessun indizio.

    Sembra come se ti conoscesse. Voglio dire sapeva del caso del camion al quale stavi lavorando. Sicuro di non conoscerlo?

    Se fosse così non credi che te l’avrei detto? Ho lanciato uno sguardo al cancello d’ingresso del parco. Nessuna traccia della squadra anticrimine, della DPS o dell’agenzia delle pompe funebri e neanche del giudice di pace.

    Immagino di sì. Credo che tu non abbia ancora identificato le vittime.

    Ti ho già detto che non l’ho fatto.

    Bene. Dunque... sembra come se si siano seduti al tavolo e l’assassino sia arrivato da dietro e abbia tagliato la gola alle vittime, afferma Rheims.

    Non c’è alcuna traccia che dimostri che siano stati qui. Nessun contenitore di cibo o bevande. Nessun avanzo. Nessuno schizzo di sangue o almeno non lo sapremo finché la DPS spruzzerà lo spray Luminol su tutto il perimetro. Allora sì che lo sapremo. Ho indicato i segni del trascinamento. Probabilmente sono stati uccisi altrove e poi messi qui. rivolgendomi verso la Mini Cooper. Forse lì.

    Con due possibili posizioni che il DPS dovrà setacciare per scovare le prove, ho bisogno che Rheims ne copra una. Se la DPS trova qualcosa in entrambi i luoghi o io o Rheims dovremmo annotarlo nei nostri appunti.

    Cosa vuoi che faccia mentre aspettiamo?

    Occupati della Mini Cooper. Potresti iniziare a prendere appunti per quella parte della scena. Io farò lo stesso con l’area del tavolo da picnic.

    Mentre Rheims attraversava la strada del lago mi domandavo se avrebbe incasinato questo caso come ha fatto con il caso della rapina a Walmart.

    CAPITOLO 2

    L’ASSASSINO

    Venerdì sera

    Il sole scompare dietro la mezzaluna della collina che domina il lago di Belton. Ha dipinto l’orizzonte lontano di un arancione-rosso luminoso. Le ombre si allungano, la quercia viva, il pino di Loblolly e la pianta del Mesquite si sono estesi lungo tutta la collina.

    Un fitto sottobosco a circa tre quarti della collina dalla strada del lago avvolse l’assassino. Appostato su un tronco di albero morto aveva la visuale perfetta per osservare i poliziotti sulla scena del doppio omicidio lì giù. Perfetto tranne per il fatto di doversi scrollare di dosso le formiche di fuoco dai jeans e dagli stivali. Grande. Di tutti i fottutissimi posti dove sedersi aveva scelto un maledetto formicaio. Devono esserci un milione di piccoli scopatori sotto a quel tronco. Aveva già tre bozzi per le pizzicate. Un prurito bastardo. Ha fatto i bagagli e si è spostato rannicchiato ad un altro ceppo.

    Ha studiato i detective con un binocolo mimetico. La zanzara di turno lo costrinse ad abbassare gli occhiali in modo da potersi schiaffeggiare i lati e la parte posteriore del collo. Se solo si fosse ricordato di spruzzarsi su tutto il corpo il repellente per le zanzare di Backwoods. La maggior parte degli ultimi dieci anni trascorsi alla ricerca di Marshall. Ora aveva Mister Prepotenza lì proprio dove lo voleva. Si assaporava ogni minuto osservando Marshall guardare nel vuoto. Payback sarà un vero e proprio figlio di puttana.

    Infilando la mano dentro la sua giacca mimetica ha tirato fuori il pacchetto di sigarette dalla tasca della camicia. Colpì il pacchetto con il palmo della mano prima di rimetterlo in tasca. L’ultima cosa di cui aveva bisogno era che un poliziotto scrutatore vedesse il fiammifero acceso o la luce della sigaretta accesa. Aspetta che se ne vada. Invece, ha preso la borraccia, svitato il tappo e sollevata fino alle sue labbra secche. Brindiamo all’inizio della tua fine, maresciallo. Brutto stronzo. Ha fatto due sorsi, si è pulito la bocca con il dorso della mano e ha richiuso la borraccia.

    Ha creato un grande coltello da caccia dalla sua cintura e intagliato tacche in un tronco di albero. Se solo quell’albero fosse Marshall. Ai piedi della collina, Marshall camminava dal tavolo da picnic alla macchinina, avanti e indietro, come quelle dannate formiche rosse che aveva lasciato a pochi metri di distanza. Aveva fatto il suo lavoro su Mashall. Aveva anche raccolto spunti utili da quel detenuto, Robin Jackson. Ha usato anche una fonte locale. Una fonte locale amara, avida e maligna. Uno che ha insegnato a Marshall ogni cosa. Guarda bene quel tizio morto, Marshall. Hai bene in mente la sua faccia? Beh, dovresti.

    Due persone che indossano delle tute bianche escono da un furgone. Solleva il binocolo. Sì. Gli autotrasportatori metteranno una targhetta identificativa legata con uno spago all’alluce di quel ragazzo morto e della sua piccola muchacha. Bella puttana messicana. Su una scala da uno a dieci, lei era un otto. In un altro momento e circostanza, sarebbe potuta capitare dentro le mie mutande. Solo come trofeo. Ora, il suo interesse amoroso, punterebbe il misuratore di bellezza a quindici o venti. Dipendeva dal fatto se si fosse truccata o meno.

    Orde di persone ammucchiate tra i due furgoni. KTVZ News e WGPT News. Folle di poliziotti. Telecamere puntate sull’intera scena. Era il momento. Li aveva chiamati subito dopo aver fatto casino con Marshall. Se faranno bene il loro lavoro, immortaleranno i primi passi di Marshall verso l’inferno. Se solo quel coglione di poliziotto l’avesse trattato con un po’ più di rispetto a Dayton. Se solo Marshall non l’avesse fatto sembrare un idiota davanti alla sua ragazza. No Marshall. Uh-uh. Il grande uomo con il distintivo e la pistola. Ha agito come se l’avesse messo al di sopra della legge. Questo è il bello però, il tempo per Mashall di pagare il pifferaio era arrivato. E il prezzo è alto. Qualcosa strisciò sulla sua gamba. Alzò la gamba dei pantaloni e trovò un esercito di formiche di fuoco. Merda! Penseranno che qualcuno ha invaso la loro proprietà. Li ha strappati dalla gamba e dai jeans. Solo che non è stato abbastanza veloce da prenderle. Le piccole bastarde si stavano impossessando di lui. La sua dannata gamba sembrava quella della Pimpa. Ha scalciato i suoi stivali, sbattendo un altro paio di formiche fuori. Vincono loro. Ha preso i suoi bagagli e il binocolo e si è diretto verso la collina. Durante la strada di ritorno a casa si è fermato a comprare una bottiglia di alcool da spalmare sui morsi. Almeno avrebbero fermato il prurito. Più tardi, la sera, avrebbe pianificato il prossimo passo per la sua missione del Piano Marshall.

    CAPITOLO 3

    BARRY MARSHALL

    Venerdì sera

    La Chrysler blu metallizzata si è fermata dietro l’auto di Rheims. Il giudice di pace dai capelli bianchi e gonfi, Andrew Larkin, è strisciato fuori. Portando il suo taccuino color bronzo, si voltò verso di me. Lui e il bastone. Era stato il giudice di pace regnante in questo distretto da quando io ho memoria. Irascibile. Supponente. Burbero.

    Cos’hai ottenuto? chiese con il suo tono di voce presuntuoso.

    Carmen Marie Espinosa, vent’anni. L’ho portato al tavolo da picnic. Ha studiato il suo volto. Forse conosceva la sua famiglia.

    Ho indicato la vittima maschio. Jerome St. John, dell’età di ventun’ anni. Gli ho consegnato le loro patenti di guida.

    Ha dato un’occhiata alla patente di Espinosa. Bella ragazza. Che diavolo di problemi ha la gente oggi? Ai miei tempi volevano pomiciare con le ragazze come lei, non ucciderle. Il mondo è impazzito, se proprio volete saperlo.

    Mi ha ridato entrambe le patenti. Come sono morti?

    Entrambi avevano la gola tagliata.

    Ha smosso e scosso la testa. Se avessi fatto a modo mio, quel buono a nulla di internet, quei dannati sms e email che usano oggi... Ha fatto un grande movimento. Li avrei bannati come tutti quei film scadenti che fanno vedere al giorno d’oggi. Si

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