Il Palazzo Reale di Caserta come sede del Quartier Generale delle Forze Alleate (1943-1946)
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Anteprima del libro
Il Palazzo Reale di Caserta come sede del Quartier Generale delle Forze Alleate (1943-1946) - Giuseppe Montone
Giuseppe Montone
Il Palazzo Reale di Caserta come sede del Quartier Generale delle Forze Alleate (1943-1946)
© 2021 Europa Edizioni s.r.l. | Roma
www.europaedizioni.it - info@europaedizioni.it
ISBN 979-12-201-1073-0
I edizione agosto 2021
Finito di stampare nel mese di agosto 2021
presso Rotomail Italia S.p.A. - Vignate (MI)
Distributore per le librerie Messaggerie Libri S.p.A.
Il Palazzo Reale di Caserta come sede del Quartier Generale delle Forze Alleate (1943-1946)
Seconda Università degli Studi di Napoli
Facoltà di Lettere e Filosofia
Corso di Laurea in Scienze dei Beni Culturali
Tesi di Laurea
in
Storia Contemporanea
Il Palazzo Reale di Caserta come sede dell’AFHQ durante l’occupazione alleata (1943-1946)
Relatore Candidato
Ch.mo Prof. Matr. 0840/00193
Paolo De Marco Giuseppe Montone
Anno Accademico 2004/2005
Capitolo I
L’invasione alleata di Napoli e provincia
1.1. Prologo dell’invasione dell’Italia.
L’invasione della Sicilia è un’operazione congiunta anglo-americana. La si decide alla Conferenza di Casablanca nel gennaio 1943, dandole il nome in codice di Husky1. L’operazione, come l’invasione del Nord Africa (nota con il nome in codice Torch), è progettata come un’operazione combinata di eserciti, navi e forze aeree sotto il comando del generale americano Eisenhower², comandante in capo del Teatro di guerra del Mediterraneo (mentre il generale inglese Wilson³, soprannominato Jumbo, ricopriva l’incarico di comandante supremo per il Medio Oriente). Eisenhower era alle dipendenze del generale Marshall, capo degli Stati Maggiori Congiunti (Combined Chiefs of Staff-CCS) anglo-americani ma anche dello Stato Maggiore Generale degli Stati Uniti, e consigliere militare personale di Roosevelt, e perciò tramite Marshall, Eisenhower rispondeva⁴ direttamente al Presidente americano. Il comando delle forze di invasione di terra, composte dalla Settima Armata Americana del generale Patton e dall’Ottava Armata Britannica del generale Montgomery, è affidato al generale inglese Sir Harold Alexander⁵, GOC (General Officer Commander) Quindicesimo Gruppo di Armata.
L’invasione della Sicilia rivela come l’Italia sia ormai incapace di sostenere la pressione anglo-americana e rende inevitabile la caduta di Mussolini. Infatti, Vittorio Emanuele III, il vecchio sovrano che regna in Italia dal 1900, il 25 luglio - dopo la mozione del Gran Consiglio che ha messo in minoranza il Duce sull’odg Grandi - nomina Capo del Governo, al posto di Mussolini, il gran maresciallo Pietro Badoglio, l’ex viceré d’Etiopia e l’ex capo di Stato Maggiore, molto anziano, quasi quanto il re. La decisione è presa per un motivo ben preciso. Invero, il 19 luglio 1943, Hitler rende noto all’alleato italiano che la Germania non intende difendere l’Italia a sud del Po a meno che il comando fosse stato dato a un generale tedesco - condizione questa inaccettabile per Mussolini. In quel momento critico, Mussolini convoca il gran consiglio del fascismo dietro insistenza del conte Grandi. I membri del gran consiglio deliberano che Mussolini rimetta il comando militare. Dopo quest’atto, il re fa arrestare Mussolini. Il 25 luglio 1943 Mussolini è deposto⁶.
1.2. L’esordio del governo militare alleato a Napoli e la costituzione della Region III.
Napoli è stata la prima metropoli⁷ liberata dagli anglo-americani in Europa. È il primo serio banco di prova per la loro amministrazione. È anche la città sottoposta al Governo militare alleato più a lungo (dall’ottobre 1943 ai primi mesi del 1946). Di conseguenza ne subisce il maggiore condizionamento.
L’installazione dell’Allied Military Government Occupied Territory (AMGOT)⁸ va in vigore dal primo giorno dell’invasione della Sicilia. Però non porta gli inglesi e americani a un accordo immediato sui suoi scopi e il suo impiego. Infatti, gli americani sono per l’imposizione di un controllo diretto. Ciò implica anche l’assunzione piena di responsabilità da parte degli ufficiali alleati. Invece gli inglesi puntano a un controllo indiretto, limitato alla supervisione dell’apparato amministrativo locale. Ciò comporta la semplice epurazione dei personaggi più compromessi con il fascismo.
Di fatto si afferma la posizione inglese, in primo luogo perché gli americani trovano difficoltà a proporre un modello valido di governo militare. Infatti, possono riferirsi solo alle limitate esperienze della guerra di Secessione e dell’occupazione della Renania durante la prima guerra mondiale. Invece, gli inglesi hanno dalla loro la lunga esperienza in campo coloniale, senza contare i risultati conseguiti in Libia e nell’Africa Orientale Italiana. Inoltre la proposta inglese di un governo indiretto presenta dei vantaggi evidenti da un punto di vista strettamente militare. Difatti, garantisce law and order
, ossia legge e ordine, nei territori col minimo dispendio di forze operative, dal momento che sono utilizzati gli stessi apparati di controllo dell’ordine pubblico italiani e perché, lasciando alle autorità locali la responsabilità dell’assistenza e dei servizi pubblici, gli occupanti possono liberarsi dei pesanti oneri imposti dal diritto internazionale alle potenze occupanti.
I militari anglo-americani acquistano gradualmente un peso determinante nell’elaborazione della politica estera alleata. Il comando supremo alleato di Algeri (AFHQ) conduce direttamente alle trattative per l’armistizio. Raggiunge una piena autonomia anche politica da Londra e Washington. Eisenhower riesce a ridimensionare il controllo politico sugli affari civili al quale era stato sottoposto in precedenza. Nell’operazione Husky risponde direttamente ai Combined Chiefs of staff (CCS), organo⁹ collegiale dei capi di stato maggiore con sede a Washington, e ai War Departments¹⁰ dei due paesi. L’autonomia completa raggiunta in questo campo dal Comando di Algeri è sancita dalla creazione di una nuova sezione dell’AFHQ, la Military Government Section (MGS), che è diretta da un militare e ha funzioni di consulenza per il Comandante Supremo.
La situazione ambigua determinatasi permette il superamento delle difficoltà nei rapporti tra Londra e Washington. Inglesi e americani trovano conveniente delegare la piena responsabilità al Comandante supremo, così da poter respingere le richieste russe di una partecipazione al controllo politico dell’Italia. Si rimanda, infine, il confronto sulle pretese egemoniche inglesi nel settore. Temporaneamente si lascia che le cose seguano il loro corso, ma non si precludono altre alternative. Si dà la priorità agli interessi militari e si accetta implicitamente la proposta inglese di un controllo indiretto. I tempi e i modi di attuazione di questa politica sono affidati al generale Eisenhower, un americano. Questo comporta, almeno momentaneamente, un compromesso soddisfacente per entrambe le parti, inglese e americana.
Il comando di Algeri prepara un progetto, noto come Piano Spofford
. Stabilisce l’organizzazione e gli strumenti operativi con cui deve muoversi il futuro Governo militare in Italia. In base a questo programma si affida il funzionamento dell’AMGOT a un piccolo nucleo di ufficiali e soldati, selezionati sulla base di particolari competenze nella vita civile e organizzati in special civil affairs units
. Sono addestrati in corsi speciali tenuti a Wimbledon (Inghilterra) e a Charlottesville (Stati Uniti). Successivamente sono inviati nelle scuole di Chrea e di Tizi Ouzou in Algeria, dove approfondiscono la conoscenza dei problemi da affrontare in Italia.
Secondo uno schema preciso iniziale, l’attività del governo militare si svolge attraverso sei divisioni: Legal, Financial Civilian Supply, Public Health, Public safety ed Enemy Property. Dopo pochi mesi di esperienza pratica in Sicilia, se ne aggiungono altre quattro: Security, Monuments, Fine Arts and Archives, Public Relations ed Education. La Civilian Supply è articolata in quattro divisioni: Agricolture, Economic and Supply, Transportation, Communication and Public Utilities, e infine Labor.
Il governo militare organizza in base alle esigenze belliche e alle varie situazioni, che si determinano. Inizialmente agisce il gruppo di prima linea
dell’AMGOT, costituito da ufficiali delle Civil Affairs Units. Sono assegnati ai reparti operativi e hanno i compiti principali. Ristabiliscono i rifornimenti, nominano le prime amministrazioni locali e provvedono ai bisogni delle popolazioni. Successivamente si esercita il controllo attraverso le varie Regions dell’AMGOT, che si formano alle spalle del fronte (Region I, Sicilia; II, Calabria, Lucania e Puglia; III, Campania; IV, Lazio; e così di seguito). L’unità minima di amministrazione resta la Provincia. È sotto la responsabilità di un Senior Civil Affairs Officer (SCAO) e ha il compito di controllare l’attività del Prefetto. Da lui dipendono i vari Civil Affairs Officers (CAO’s), che sono insediati nei comuni principali. Il SCAO è subordinato al Regional Civil Affairs Officer (RCAO). mentre gli ufficiali specialisti al competente responsabile regionale.
In Sicilia, prima dell’occupazione, si decide che lo staff dei CCAO’s (Chief Civil Affairs Officer) includa un Educational Adviser (Consulente per la cultura), e un Adviser on Fine Arts and Monuments¹¹ (consulente per le belle arti e i monumenti). Hanno lo scopo di preservare, per quanto le condizioni della guerra lo permettano, il patrimonio artistico dell’isola. Subito dopo l’occupazione dell’isola l’esperienza mostra che, in alcuni casi, la fornitura di alcuni piccoli distaccamenti di Polizia Militare avrebbe potuto rendere servizi molto utili di protezione di monumenti nazionali e lavori d’arte.
Il 21 luglio Eisenhower è autorizzato dai CCS a estendere l’AMGOT fino a Roma. Questo programma è bruscamente modificato per via dell’armistizio e del riconoscimento da parte degli Alleati del governo Badoglio. Dopo l’invio di una missione militare a Brindisi, si raggiunge un accordo con gli italiani: le province di Lecce, Taranto, Brindisi e Bari restano sotto la diretta amministrazione italiana. Costituiscono la cosiddetta King’s Italy
. Il 10 novembre entra ufficialmente in funzione l’Allied Control Commission (ACC)¹², che ha il compito di supervisionare l’attività del governo italiano
. In teoria impone solo il rispetto dei termini d’armistizio e garantisce la cooperazione italiana allo sforzo bellico alleato. L’ACC nasce come unità integrata anglo-americana e si divide in quattro sezioni: Military, Political, Economic and Administrative e Communications. Da queste dipendono all’incirca tante Sub-Commissions quanti sono i ministeri italiani da supervisionare. Il presidente della Commissione è Eisenhower. Il responsabile effettivo è il generale Joyce, il Deputy President.
La nascita dell’ACC non implica immediatamente la scelta del controllo indiretto. Inizialmente si vuole rafforzare il governo del re, così da rispondere efficacemente all’istituzione della Repubblica Sociale Italiana. Anche per questo si concede la qualifica di cobelligerante all’Italia. Ma la lentezza delle operazioni militari fa intravedere lontana la presa di Roma e con essa la formazione di un Governo italiano realmente rappresentativo. Il re inoltre si dimostra incapace di esercitare un’autorità effettiva senza il supporto dell’apparato centrale dello stato. Perciò gli Alleati mantengono un controllo diretto dei territori occupati e ne rinviano la restituzione in un periodo più favorevole.
Gli Alleati¹³ superano le difficoltà, adottando una formula di compromesso. Mantengono in vita sia l’AMGOT che l’ACC. La Commissione di controllo esercita la sua giurisdizione sulla King’s Italy
con un controllo indiretto. Invece, il