Quel maledetto 11 gennaio
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Anteprima del libro
Quel maledetto 11 gennaio - Gaetano Provenzano
Sole
Prologo
Siamo vecchi, vecchissimi! Sono venticinque secoli almeno che ci portiamo sulle spalle il peso di magnifiche civiltà eterogenee tutte venute da fuori, nessuna germogliata da Noi stessi, nessuna cui Noi abbiamo dato il ‘la’; non lo dico per lagnarmi, è colpa nostra, ma siamo stanchi, svuotati lo stesso. Questa violenza del paesaggio, questa crudeltà del clima, questa tensione continua di ogni aspetto, questi monumenti del passato, magnifici ma incomprensibili perché non edificati da Noi e che ci stanno intorno come magnifici fantasmi muti, tutti questi governi sbarcati in armi chissà da dove, subito serviti, presto detestati, sempre incompresi e che si sono espressi soltanto con opere d'arte per Noi enigmatiche e con concretissimi esattori d'imposte, spese poi altrove; tutte queste cose hanno formato il carattere nostro che così rimane condizionato da fatalità esteriori oltre che da una terrificante insularità d'animo.
Con tale 'incipit' tratto da ‘Il Gattopardo’(¹), Denis Mach Smith (²) inizia la sua Storia di Sicilia
.
Un inizio che consente di cogliere effettivamente il passato storico siciliano, denso di fatti di notevole importanza ed episodi terrificanti, incastonati sempre in un naturale paesaggio che ha suscitato l’ammirazione di tanti Paesi.
Civiltà su civiltà risultano stratificate nella nostra Sicilia ed ognuna di esse ha lasciato un indelebile segno in ogni settore.
Prima di essere governata da Torino(³) e poi da Roma, la Sicilia era stata sottoposta all' Autorità di Madrid, di Vienna, di Costantinopoli; è stata occupata da francesi, inglesi, tedeschi, arabi, normanni.
Fatti ed episodi noti e meno noti hanno contribuito alla formazione della storia del popolo siciliano che, almeno in apparenza, ha sempre mostrato di subire il subibile anche se con una comprensibile diffidenza e con un campanello d'allarme sempre pronto a scattare.
Tra i periodi storici più confusi nella storia moderna del popolo siciliano, l’anno 1945 è forse il più emblematico e rappresentativo perché la regola erano proprio il caos e la confusione. Il 1945, come noto, fu l'anno risolutivo per la fine della guerra; 280 mila cannoni, 205 mila carri armati, 22 milioni di mitragliatrici e fucili, 19 miliardi di proiettili degli U.S.A. hanno indubitabilmente contribuito a porre la parola fine ad una guerra sanguinosa che si basava sui cosiddetti bombardamenti a tappeto
.
La Germania era ormai allo stremo delle forze: i Russi con 300 divisioni di fanteria e 25 corazzate sconfiggevano l’esercito tedesco passando il Reno; in Italia si profilava già 1'attacco alla ‘linea gotica’ con l'aiuto di reparti italiani e reparti partigiani; anche la Repubblica di Salò stava per crollare.
È ovvio che in questo clima ed in questa situazione d’incertezza che vedeva i cittadini sempre più titubanti per il domani, venivano favoriti coloro che facevano della precarietà una ordinata regola di vita.
In Sicilia, dopo lo sbarco alleato del 10 luglio del 1943, si respirava un’atmosfera di lassismo, misto a contenuta euforia.
La Sicilia del tempo
La Sicilia,