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Donne che comprano l'amore
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Donne che comprano l'amore
E-book69 pagine50 minuti

Donne che comprano l'amore

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Info su questo ebook

Siamo quello che siamo stati. Anni fa leggevo le discussioni tra chi (psicologi, sociologi) sosteneva che è l’ambiente che incide sulla formazione della personalità, e chi invece sosteneva che quello che determina il carattere della persona è principalmente ereditario. La mia esperienza mi porta a pensare che è il risultato di tutte e due.
Una vita spesa tra lavoro e famiglia, con un marito dispotico a cui non interessa nulla se non se stesso. Quando il matrimonio termina, Samantha non può che sentirsi libera: finalmente può vivere la vita che da sempre ricerca. Questo e tanti altri fattori la spingono a cercare la compagnia maschile, perché il desiderio di sentirsi amata è insito in ognuno di noi. Così naviga in alcuni siti di incontri, serate, cene fra single... fino alla scoperta che cambierà per sempre la sua esistenza.
Con un tono scanzonato e a tratti liberatorio, l’autrice ha scavato nella sua anima, nella parte più profonda  e nascosta di se stessa, per capire e  rendersi conto delle motivazioni che l’hanno portata a fare  delle scelte  diverse e fuori dagli schemi, trasgressive e fino allora impensabili.
LinguaItaliano
EditorePubMe
Data di uscita29 set 2020
ISBN9788833666600
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    Anteprima del libro

    Donne che comprano l'amore - Samantha D'Amico

    Samantha D'Amico

    Donne che comprano l'amore

    UUID: 134d9d53-2113-45c2-90a1-0aeb6dafcce5

    Questo libro è stato realizzato con StreetLib Write

    http://write.streetlib.com

    Indice dei contenuti

    Prefazione

    1

    2

    3

    4

    5

    6

    7

    8

    9

    10

    11

    12

    GLI ALTRI LIBRI DELLA COLLANA

    A Policromia, che ha permesso al mio sogno di realizzarsi.

    Prefazione

    Siamo quello che siamo stati. Anni fa leggevo le discussioni tra chi (psicologi, sociologi) sosteneva che è l’ambiente che incide sulla formazione della personalità, e chi invece sosteneva che quello che determina il carattere della persona è principalmente ereditario. La mia esperienza mi porta a pensare che è il risultato di tutte e due.

    Sono stata una bambina timida, anche perché mia madre era severa, fredda, e anche quando sono cresciuta non sono riuscita a instaurare un dialogo, in verità facevo fatica anche a parlarle. Mi voleva bene, ma non sapeva come dimostrarlo. Mio padre lo sentivo distante. Con tutta probabilità dipendeva dal fatto che fossi femmina e dall’educazione retrograda che aveva ricevuto.

    Mia madre mi ha avuta a quarantun anni, vent’anni dopo l’arrivo di mia sorella, in mezzo c’è mio fratello. A vent’anni, forse per mettermi in guardia dagli uomini, mia madre mi ha fatto una confidenza che mi ha segnato profondamente e, senza forse volere, mi ha fatto provare dei sentimenti di ostilità verso mio padre; ho cominciato a capire che, nonostante non fossero più i tempi oscuri di mia madre, noi donne non abbiamo gli stessi diritti degli uomini.

    Avevo vent’anni quando è esploso il movimento femminista. Noi donne eravamo ancora imprigionate in schemi rigidi, che ci volevano principalmente come mamme e mogli. Non si parlava certo di parità o di diritti, le convivenze erano pochissime e condannate dalla pubblica opinione, se cambiavi partner venivi additata. In questo clima, le donne hanno cominciato a reclamare i propri diritti e, si sa, quando non ci si sente liberi, sorge spontanea una reazione di ribellione. Ciò non ha interessato tutte le donne, ma la partecipazione in quegli anni è stata molto diffusa. Io volevo partecipare, con grande disapprovazione di mia mamma, che vedeva con paura e angoscia questo movimento di donne che, in positivo o in negativo, ha contribuito a cambiare almeno in parte la nostra situazione (ma ci sono voluti tanti anni).

    Per tornare a quel periodo della mia vita, sono stata completamente frenata da mia madre, che mi ha confidato di essere stata giudicata male e trattata male dalla famiglia di mio padre perché si è sposata incinta di mia sorella. Era giovanissima, e loro sapevano benissimo che mio padre era stato l’unico uomo che avesse frequentato. Lui, oltretutto, non l’ha mai difesa. Adesso per fortuna è roba da matti, ma l’atteggiamento oscurantista da medioevo subìto da mia madre ha spento ogni forma di ribellione in me, e per non darle ulteriori preoccupazioni, ho indossato il perfetto cliché di brava ragazza in attesa del principe azzurro, che poi così azzurro non è stato.

    Così sono stata una donna di buoni principi morali, e lo sono anche adesso, sebbene molti etichetteranno quanto andranno a leggere come troppo osé. Ma questa è la mia vita, e come tutte le vite merita di essere vissuta fino in fondo.

    1

    Non avrei mai pensato di arrivare a questa scelta, ma dicono che a volte la vita è davvero imprevedibile, e nel mio caso è proprio vero.

    Ma andiamo con ordine.

    Sono stata la tipica donna di sani principi morali che si è sposata per amore. Quando poi ho conosciuto meglio mio marito — ai miei tempi non si conviveva — mi sono resa conto che non sarei riuscita ad amarlo.

    Tre figlie, una subito e in seguito due gemelle. Entrambe gravidanze desiderate perché mi piaceva l’idea di essere mamma; una vita sacrificata senza appoggi, i suoceri contro perché lavoravo e un marito che non era un marito né un compagno e tantomeno un padre.

    Lavoro, famiglia, figlie, senza comprensione né amore, a volte addirittura maltrattata fino a sentirmi annullata come persona, come donna. Mio marito mi mortificava, mi considerava un oggetto, una schiava. Anche per questo è successo quanto andrò a raccontarvi.

    Quando le figlie sono diventate adulte, non sono più riuscita a vivere con una persona che sentivo ostile ed estranea. Dopo una dura battaglia, affiancata da

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