Dal lever al coucher: La giornata del Re Sole
Di Martin Laura
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È in fondo una metafora del suo lunghissimo percorso di monarca assoluto, a partire dalla scomparsa di Mazzarino, quando assume pienamente le sue prerogative, fino alla morte.
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Anteprima del libro
Dal lever al coucher - Martin Laura
Premessa
Il 5 giugno 1662. in occasione del Carosello, lo storico torneo che dà il nome alla place du Carousel, Luigi XIV scelse il sole come suo simbolo personale.
Dalle sue memorie:
Scelsi di assumere la forma del sole, il più nobile di tutti gli astri, a causa della qualità unica del bagliore che lo circonda; per la luce che comunica agli astri che gli impongono attorno una specie di corte; per la giusta e uguale spartizione di quella luce che distribuisce a tutti i vari climi del mondo; per il bene che fa in ogni luogo producendo incessantemente gioia e attività da ogni parte; per il moto instancabile che realizza pur sembrando tranquillo; e per quel costante invariabile corso dal quale mai deriva o diverge
.
Chi può oggi vantare un’intelligenza, un’astuzia, un carisma pari a quelle che ebbe Luigi XIV? L’abilità di poter cambiare un palazzo e la sua stessa persona come un generale attento e scrupoloso, che pianifica nei minimi dettagli una campagna militare destinata a vittoria certa?
Tutto questo e altro ancora fu Luigi il grande.
Sacrificò e progettò la sua esistenza per tenere a bada una nazione che ancora aveva nella mente i disordini di una fronda non completamente dimenticata.
I nobili, che potevano beneficiare del privilegio di vivere a corte, dovevano sottostare a una serie di norme comportamentali legate all’etichetta. La vita della corte dipendeva dal re come i pianeti dal sole. Ogni movimento e ogni azione del sovrano erano studiati nei minimi particolari.
Saint-Simon, il suo noto memorialista, asseriva: Con un almanacco e un orologio, si poteva a trecento leghe da lui dire con precisione ciò che faceva.
È cosa nota che Luigi XIV si stabilì definitivamente a Versailles nel mese di maggio del 1682, all’età di quarantaquattro anni. Prima di allora, la sua giornata si svolgeva con gli stessi ritmi cadenzati ma in luoghi diversi: Louvre, Saint Germain-en-Laye, Vincennes oppure Fontainebleau.
Arrivati a questo punto, è doveroso premettere che la camera ove il re si svegliava, e da dove ha inizio questo breve saggio sulla sua giornata, non era la stessa in cui iniziava a dormire, bensì una stanza ufficiale. La sua funzione era di sola rappresentanza, così come la cerimonia della vestizione.
CAPITOLO I - Ore 07.30 Lever
(l’alzata)
Luigi XIV, il re che aveva la solennità di un sovrano di teatro, non fu l’ideatore dell’etichetta, ma colui che la ripristinò. Il fautore del cerimoniale di corte è stato Francesco I che, divenuto re, ritenne necessaria una barriera che creasse un velo misterioso intorno alla figura del sovrano.
Nel periodo che va dal 1576-1577, l’etichetta fu restaurata per rimediare (come nel caso di Luigi) ai disordini delle guerre civili, grazie a Caterina de’ Medici, vedova del figlio di Francesco I, Enrico II, e madre di Enrico III.
Così scriveva Caterina de’ Medici a suo figlio Enrico:
"Credo che vedendovi regolato come persona e come modo di vivere, e la corte tornata nell’onore e nella raffinatezza che vi ho visto un tempo, questo costituirà per tutto il regno un esempio e il riconoscimento del vostro desiderio e della vostra volontà in ogni cosa secondo Dio e la ragione. Perché l’etichetta restaurata compia la sua funzione di propaganda, il re dovrà proporsi in spettacolo pubblico (mostrarsi per contentare), con