Venuti Dal Cielo, Volume 2
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Estratto dal libro: “Il Pianeta Azzurro si avvicinava gradualmente, aumentando di dimensione. La distanza tra esso e il velivolo diminuiva. Inanna sentì dei passi dietro di sé e, voltandosi, vide Aruru. L’aspetto di Aruru era piuttosto attraente: i suoi capelli dorati contrastavano nettamente con i luminosi e grandi occhi verdi. Nonostante questo, Aruru preferiva un abbigliamento modesto, in tonalità tenui.
“Inanna, presto atterreremo,” disse lei con entusiasmo. “Non vedo l’ora di arrivare alla nostra colonia!”
Aruru era ottimista di natura. Il lungo tempo trascorso a bordo della nave spaziale, e anche in uno spazio ristretto e nella stessa squadra, non sembrava avere effetti su di lei. Ciononostante, Inanna si sentiva piuttosto stanca. Non ne poteva più di vedere le stesse facce. Era stanca del cibo sempre uguale, e Dumuzid era diventato fastidioso ultimamente.
La bella rossa pensava sempre più ai prossimi cento, o anche duecento anni, che avrebbe dovuto trascorrere sulla Terra senza i soliti benefici e comodità. Inanna si domandava come facessero le sue zie ad essere entusiaste. Sembrava che, non appena salite a bordo della nave, fossero già completamente assorbite dall’imminente ricerca. E ne discutevano incessantemente. A volte, Inanna aveva l’impressione che le sue zie fossero semplicemente ossessionate dalla scienza.
“… Manca poco…” confermò Inanna.
Girò lo sguardo verso Lahar e Ashnan, che erano entrate nello scompartimento. Si somigliavano come due gocce d’acqua: capelli colore del grano e occhi grigi. Alla maggiore, Ashnan, piaceva decorarsi i capelli con forcine realizzate con fiori freschi e spighe. La più giovane, Lahar, acconciava i suoi capelli in due ciocche sopra le orecchie, che ricordavano un po’ le corna dei montoni.
Inanna, sebbene non fosse mai stata sul Pianeta Azzurro, aveva imparato molto su di esso dai suoi genitori, dal nonno Enki e dal fratello maggiore Utu. Inanna si era già fatta l’idea che gli abitanti della Terra fossero creature primitive. E presumeva che essi avrebbero chiamato Ashnan la dea del grano e Lahar la dea del bestiame, rispettivamente, secondo le loro occupazioni. Dopotutto, Ashnan era impegnata nello studio e nell’ibridazione delle piante, e Lahar stava entusiasticamente generando nuove specie di animali. E per via dei suoi capelli rossi, Inanna stessa probabilmente sarebbe stata adorata come dea dell’alba. Inanna non sapeva ancora quanto profetiche si sarebbero rivelate le sue supposizioni. E che le donne della Mesopotamia si sarebbero tinte i capelli con l’henné per poter avere una colorazione rossastra.
Le donne Anunnaki parlavano entusiasticamente di scienza usando varie parole difficili da pronunciare. Inanna era terribilmente infastidita, specialmente quando scoppiava l’energia incontenibile delle gemelle.
“Non vedo l’ora di uscire da questa gabbia! E di respirare un po’ d’aria fresca…” pensò Inanna, irritata. Tuttavia, sorrise teneramente alle sue zie.
Dopo un po’ di tempo, la pazienza di Inanna fu ricompensata – la “carrozza celeste” cominciò la discesa sulla Terra. Il luogo dell’atterraggio si trovava sul tetto di una ziggurat, costruita appositamente per questo scopo, situata tra i fiumi Tigri ed Eufrate. Nei pressi c’era la città di Uruk, e la ziggurat era circondata da alte mura di pietra per motivi di sicurezza. Questo perché la gente della città spesso andava lì per adorare il luogo in cui gli dèi erano scesi sulla Terra con le loro carrozze celesti. Alcuni fortunati erano persino riusciti a vedere gli dèi con i loro occhi.
Sulla superficie del disco volante dorato si aprì un passaggio e una scaletta si srotolò dolcemente. I viaggiatori celesti scesero da essa sul tetto della ziggurat.”
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Anteprima del libro
Venuti Dal Cielo, Volume 2 - Elena Kryuchkova
Elena Kryuchkova, Olga Kryuchkova
VENUTI DAL CIELO
VOLUME 2
Traduttore: Roberto Felletti
Venuti dal Cielo, Volume 2
Coming from Heaven. Book 2
Scritto da Elena Kryuchkova, Olga Kryuchkova
Copyright © 2021 Elena Kryuchkova, Olga Kryuchkova
Tutti i diritti riservati
Immagine di copertina: syaifulptak57 da Pixabay
Editora Tektime
www.tektime.it
tektime_roundIndice
Personaggi
Volume 2:
Capitolo II
Capitolo III
Capitolo IV
Personaggi
Regno di Sumer
Inanna – figlia di Nanna e Ningal, sorella di Utu. Conosciuta come la dea dell’amore, della fertilità e del raccolto.
Utu – figlio di Nanna e Ningal, fratello maggiore di Inanna. Conosciuto come il dio del sole.
Lahar – figlia di Enki, sorella gemella di Ashnan, sorellastra di Aruru. Conosciuta come la dea del bestiame.
Ashnan – figlia di Enki, sorella gemella di Lahar, sorellastra di Aruru. Conosciuta come la dea del grano.
Aruru – figlia di Enki, sorellastra di Ashnan e di Lahar. Conosciuta come una delle incarnazioni della dea Ki (Ninhursag) e creatrice di Enkidu.
Enlil – figlio di Anu, fratello di Enki, marito di Ninlil.
Enki – padre di Aruru, Ashnan, Lahar, nonno di Inanna, Ereshkigal e Utu.
Ninhursag – moglie e sorella di Enki.
Anu – bisnonno di Inanna, Ereshkigal e Utu (padre di Enki).
Ereshkigal – sorella minore di Inanna e Utu, giudice.
Nergal – marito di Ereshkigal.
Ninsun – madre di Gilgamesh.
Ninurta – nipote di Anu e padre di Ninsun.
Dumuzid – marito di Inanna, fratello di Geshtinanna.
Ninshubur – servo di Enki, successivamente servo di Inanna per un po’.
Lugalbanda – Re di Uruk, padre di Gilgamesh.
Gilgamesh – figlio di Ninsun e Lugalbanda, Re di Uruk.
Enkidu – creazione di Aruru, amico di Gilgamesh.
Shamat – sacerdotessa di Inanna, prostituta del tempio.
Humbaba – custode della Foresta dei Cedri, bestia di metallo.
Siduri – scienziato Anunnaki dell’Isola di Dilmun.
Urshanabi – traghettatore
degli Inferi.
Utnapishtim – uomo sopravvissuto al grande diluvio che ha ricevuto la vita eterna.
Questa storia è un’opera di fantasia e ogni riferimento a persone o fatti reali è puramente casuale.
I nomi delle persone reali vissute nel passato sono contrassegnati da note a piè di pagina. Ma le descrizioni delle loro vite in questa storia sono inventate.
Questa storia è interamente frutto di fantasia.
Volume 2:
Coloro che sono venuti dal cielo
Capitolo I
Mesopotamia, 3000 – 2800 a.C.
Inanna, dall’astronave (che i Terrestri chiamavano disco dorato, cocchio degli dèi, carrozza celeste, tempio divino volante), guardò attraverso un pannello d’osservazione trasparente la sfera del Pianeta Azzurro, che si stava gradualmente avvicinando. Il paesaggio cosmico era affascinante…
Inanna apparteneva al clan Anunnaki – coloro che gli umani sulla Terra consideravano venuti dal cielo
e che venivano adorati come divinità. Il mondo natio del clan celeste era uno dei pianeti della Cintura di Orione. Il loro mondo era da tempo afflitto da sovrappopolazione e scarsità di risorse. In particolare, oro e metalli industriali di cui gli Anunnaki avevano molto bisogno, perché attivamente utilizzati nelle loro tecnologie. Il clan degli Anunnaki, a casa loro, era attivamente coinvolto nello sviluppo del progresso scientifico e tecnologico. Il lontano pianeta era governato da un altro clan – i Nun-galene¹.
Pertanto, alcune decine di migliaia di anni fa, il clan celeste prese una decisione: esplorare nuovi orizzonti
, vale a dire altri pianeti. Cercare altri posti adatti alla vita, ricchi di scorte di risorse preziose.
E le numerose carrozze celesti degli Anunnaki si misero in viaggio. Presto, essi scoprirono diversi pianeti abitabili, ricchi di risorse. Il loro clima e il loro paesaggio ricordavano il pianeta di origine degli Anunnaki.
Uno dei pianeti esplorati dagli Anunnaki era il cosiddetto Pianeta Azzurro, la Terra. Esso possedeva ricchi depositi di metalli rari per uso tecnologico, molto necessari agli Anunnaki per sviluppare ulteriormente la civiltà, ma anche l’oro.
Gli Anunnaki sapevano che un milione di anni fa la Terra era abitata da varie specie di rettili e dinosauri. La storia non ricordava il nome della razza venuta dal cosmo che aveva spazzato via dalla superficie della Terra i dinosauri. Ciononostante, dopo un po’ il pianeta divenne adatto alla colonizzazione. E da allora, molte missioni spaziali visitarono il Pianeta Azzurro, non solo per le sue risorse ma anche per condurvi esperimenti genetici di vario tipo, in particolare per creare esseri intelligenti. La Terra era diventata un gigantesco banco di prova per molte razze provenienti dalle profondità del Cosmo.
Il tempo passò inesorabilmente. Gradualmente, le missioni lasciarono la Terra. E se ne dimenticarono. Gli Anunnaki, facendo affidamento sull’antica conoscenza, in realtà riscoprirono la Terra e il vicino Pianeta Rosso² (anch’esso ricco di risorse).
Così, circa centomila anni fa il clan celeste degli Anunnaki cominciò a sviluppare le risorse del Pianeta Azzurro. La colonizzazione della Terra procedette a intervalli di due o tremila anni, in base alle necessità e alla situazione politica del mondo natio. I depositi di minerali più in alto furono facilmente estratti dai coloni, ma l’accesso alle risorse naturali sotterranee richiese tecnologie sofisticate con costi significativi.
Inoltre, il Pianeta Azzurro era molto lontano da Metropolis (il pianeta di origine) – il viaggio richiedeva parecchi anni. Pertanto, gli Anunnaki preferirono stabilire un’altra colonia sul Pianeta Rosso. Tuttavia, un disastro colpì il Pianeta Rosso. Uno dei suoi satelliti entrò in collisione con un grosso meteorite e cominciò a deviare dall’orbita; la colonia Anunnaki dovette essere evacuata. I coloni salirono a bordo delle loro navi spaziali e partirono verso il Pianeta Azzurro. E fu così che comparve una colonia terrestre. Nel frattempo, il satellite precipitò sulla superficie del Pianeta Rosso distruggendo ogni forma di vita, ed esso diventò inabitabile.
Allo scopo di non spendere denaro in tecnologie costose, i sovrani del clan celeste ordinarono ai loro migliori scienziati di creare creature a loro immagine (ma con una vita di durata limitata: non più di un centinaio di anni terrestri) che lavorassero nelle miniere. Queste creature dovevano essere resistenti, obbedienti, intellettualmente sottosviluppate. Per questo, gli scienziati Anunnaki fecero accoppiare creature terrestri con coloni di un’altra razza proveniente dallo spazio.
Dopo una serie di intoppi, la missione degli scienziati fu coronata da successo. Così, sul Pianeta Azzurro comparvero coloro che gli Anunnaki cominciarono a chiamare umani mortali, perché essi stessi potevano vivere per quasi duemila anni. Le persone somigliavano agli Anunnaki, ma erano più basse e non così fisicamente resistenti. Esse si moltiplicarono rapidamente e si diffusero su tutto il pianeta.
Col tempo, i membri del clan celeste stabilirono che i terrestri mortali avrebbero potuto produrre tutto il necessario per la loro esistenza lì, sulla Terra. Ed essi non avrebbero dovuto ricorrere al loro pianeta di origine per fare provviste di cibo. Quindi, gli Anunnaki insegnarono ai mortali non solo ad estrarre metalli, coltivare il grano, allevare il bestiame, tessere vestiti, costruire case e realizzare veicoli primitivi, ma diedero loro delle leggi di base e condivisero le tecnologie più semplici, oltre a qualche conoscenza di astronomia. I terrestri mortali svolsero con successo i compiti loro assegnati e adorarono i membri del clan celeste come fossero delle divinità.
Quasi quindicimila anni fa, ci fu una divisione tra i coloni Anunnaki. Furono costituiti quattro clan indipendenti. Il primo clan restò a vivere in Mesopotamia, il secondo andò nel territorio di Ta-kemet³. Il terzo clan si trasferì sulle rive dei fiumi Indo e Gange, fondando lo stato di Meluhha, con le grandi città di Mahenjo-daro e Harappa. Il quarto clan, al completo, salì a bordo delle navi volanti e partì per esplorare nuovi territori situati dall’altra parte della Terra.
A volte nascevano begli uomini e belle donne tra gli umani. Gli Anunnaki iniziavano relazioni amorose con loro. Da tali unioni nascevano figli dotati di abilità straordinarie: rara bellezza, intelligenza, forza e altri talenti. Formalmente, simili unioni erano proibite dalle leggi del clan celeste, ma i coloni spaziali, saldamente radicati sulla Terra, le ignoravano apertamente.
Inoltre, non solo gli uomini Anunnaki avevano queste relazioni con gli umani, ma anche le donne del clan celeste. E da queste, e altre, nascevano figli divini
che godevano di un’adorazione particolare da parte dei terrestri mortali. I