Il profumo del sapone
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Anteprima del libro
Il profumo del sapone - Graziella Porta
Cap. 1
La città si sta svegliando e al vicequestore aggiunto Rodolfo Guglielmetti piace cogliere il rumore di una tapparella che si alza o quello del passaggio di un motorino solitario. Milano in pieno giorno anestetizza i sensi dei suoi abitanti, immergendoli in una cacofonia continua di rumori assordanti, al contrario l’alba porta con sé ancora il piacevole silenzio delle ore notturne e tutto assume un fascino unico. Il nuovo giorno si annuncia con un sole pallido e un cielo dal colore incerto sovrasta palazzi ancora assonnati. C’è odore di pioggia nell’aria, quell’effluvio acre di asfalto bagnato che si può sentire solo in una grande città. L’inverno non si è ancora deciso a cedere il passo alla primavera. Guglielmetti scende dall’auto e una folata di vento freddo lo obbliga ad annodare meglio la sciarpa attorno al collo e ad aumentare il passo per trovare riparo nel portone di un palazzo in Corso Concordia, al numero 35, in cui deve presentarsi per un caso di omicidio. I colleghi saranno già sul posto da ore, il PM se ne sarà ormai andato via e non avrà certo mancato di marcare con ironia la sua assenza, ma il grado di vicequestore gli dà il vantaggio di poter arrivare ultimo a differenza dei suoi colleghi, e non è cosa da poco. Essere svegliati nel cuore della notte è un aspetto del suo lavoro a cui non si è mai abituato. ‘Perché i criminali non si attengono ad un orario d’ufficio? Dalle 8.00 alle 12.00 gli omicidi, le rapine nel pomeriggio’, con questa battuta sua moglie Elvira accompagna sempre le levatacce improvvise a cui spesso è costretto e, nonostante lei ami molto dormire, fra una lamentela e uno sbadiglio non lo ha mai fatto uscire di casa senza avergli prima preparato la colazione. Pensieri inutili su cui indugia per temporeggiare ancora un po' davanti al palazzo, perché dentro ci saranno ancora i tecnici della scientifica che non ama incontrare. Appena ti azzardi a respirare attorno al morto ti sgridano come si fa con i bambini, ovvero con tanta commiserazione, manco fosse un novellino! C’è da sperare che l’appartamento non sia né angusto né male illuminato, perché in quel caso è facile inquinare le prove. Comunque, dopo anni di servizio lui e i suoi collaboratori sanno bene come gestire e proteggere una scena del crimine, sono questi novizi di scienze forensi a credersi sempre i primi della classe. Probabile che le varie serie televisive di sapore americano abbiano montato la testa a molti di loro ed anche al pubblico. C’è un aneddoto che gira in commissariato da un paio d’anni: una giovane donna, vittima di un furto in casa, si presentò col berretto di uno dei ladri infilato in un sacchetto da surgelati: ‘così potrete ricavarci il DNA’. Santa ingenuità!
Essere scrupolosi e attenti è alla base di una corretta investigazione, altro che DNA. Quello lo devi aspettare per giorni, se sei fortunato e non ci sono troppe provette in coda in attesa del loro turno. Il primo esame della vittima e dell’ambiente circostante è sempre il più importante ma, da qui a fare i miracoli in laboratorio ce ne passa di strada! Gli imbianchini della scientifica, così li chiama Guglielmetti, per via di quelle bizzarre tute bianche, non hanno nulla da insegnare ad uno della vecchia guardia come lui.
Il vicequestore solleva la testa a fissare quell’anonimo palazzone, nessuno affacciato ai balconi, l’acquazzone improvviso di poco fa ha sicuramente fatto desistere i curiosi. Sale lentamente quattro piani di scale ed è pronto a giurare che dietro ad ogni spioncino di ogni porta i buoni coinquilini della famiglia Degliorti non si sono persi il passaggio di un corpo avvolto in un sacco nero: l’ineluttabile fascino della morte. Certo, loro non sanno ancora che si tratta di: Tale Antonio Degliorti, detto Tonino, di anni 47, fratello del padrone di casa
, recita il commissario capo Luigi Crivelli, che lo accoglie sull’uscio porgendogli guanti e soprascarpe. Pare sia arrivato a sorpresa ieri sera dall’America
Ok, Crivelli, buongiorno anche a te. Ora, se il teatrino della scientifica è finito, iniziamo il lavoro vero!
Crivelli arrossisce imbarazzato e con un discreto colpo di tosse cerca di far capire al vicequestore che il medico legale è alle sue spalle.
La dottoressa è ancora qui, vero?
Crivelli annuisce.
È alle mie spalle?
Crivelli annuisce ancora, questa volta fissandosi imbarazzato la punta delle scarpe.
E con il più falso ed ironico sorriso che le riesce di sfoggiare a quell’ora del mattino il medico legale lo saluta cinguettando: Dottor Guglielmetti, benvenuto! Ci è mancato, sa? Il morto si stava imbruttendo aspettandola e così mi sono permessa di farlo portar via, con beneplacito del PM Cannizzaro s’intende. A proposito, avrebbe tanto voluta incontrarla
. E qui la dottoressa supera se stessa nell’imitare il garrire delle rondini: Ha detto proprio così: quanto vorrei per una volta incrociare Guglielmetti sulla scena di un crimine!
Il vicequestore decide di soprassedere al sarcasmo della dottoressa e lei, un po' delusa, prende commiato: Ho fatto radunare tutta la famiglia in cucina e, prima che mi chieda perché non sono ancora stati allontanati, la informo che i paramedici stanno tuttora soccorrendo la nonna, ci sono due minori, è notte fonda e a parer mio e del PM il crimine si è consumato tutto nel salotto. Comunque sia, seguiremo la solita procedura e tutto l’appartamento verrà sigillato
. Prevedendo la domanda successiva la dottoressa aggiunge: Qualche giorno, non di più. Darò precedenza ai rilevamenti di questo caso, lo prometto
. Un cenno del capo come saluto e con passo veloce ed elegante la donna supera quel vecchio orso conquistando la soglia. Ed ora, carissimo, è sempre un piacere incontrarla e, se mi permette, ancor di più lasciarla!
Guglielmetti è un valido collega, eppure dimostra sempre un fastidioso conclamato e irrazionale odio verso le scienze forensi ed è famoso per il suo carattere ombroso. Una persona rispettabilissima, dalla conversazione piacevole se lo si incontra nelle giornate buone, altrimenti, meglio lasciarlo nel suo brodo a sbollire l’arte del mugugno.
Dottoressa, prima che mi scappi via, a che ora risale la morte?
Uh, ogni tanto cambi approccio, sempre la stessa domanda!
Mi faccia contento ancora una volta, la prego!
Direi tra l’1.00 e le 2.00, mezz’ora più, mezz’ora meno…
Mezz’ora non è poco!
Eh, carissimo, cosa vuole che le dica? L’aria fredda della notte potrebbe aver alterato la temperatura del corpo, la finestra era basculata. Anch’io amo dormire con le finestre socchiuse, fa bene alla salute dormire al freddo. Dovrebbe provarci anche lei vicequestore, la metterebbe di buon umore
Farà bene a voi giovani, per me sarebbe colica assicurata
Comunque, sta a lei capire se sia stato un tentativo per alterare la temperatura corporea della vittima o una sana abitudine di questa famiglia. Ed ora, carissimo, la saluto. Ho già detto tutto il possibile al suo commissario capo e a giorni le invierò i dati dell’autopsia e dei rilevamenti eseguiti
Faccia con comodo carissima!
Scendendo veloce le scale la dottoressa replica: Glielo prometto! E lei, faccia il carino per una volta, non dia fastidio ai tecnici della scientifica!
Crivelli sorride divertito, quel battibecco fra i due lo ha già sentito mille volte. Non è astio, piuttosto una pungente sfida verbale, tinta di affetto e stima.
Perché punzecchi sempre la Zerbi?
Con la sua miglior faccia d’angelo Guglielmetti si finge sorpreso: Io? Io adoro la dottoressa, è una donna piacente e spiritosa, solo che, non l’ho mai nascosto, ritengo che il suo lavoro sia inutile. Le moderne tecnologie investigative, tutte fondate su perizie a vario titolo, nella scia dei telefilm polizieschi di quart’ordine vanno considerati alla pari della batteria di esami clinici prescritti da medici che non saranno mai dei diagnosti, quindi, dovrebbero fare un altro mestiere
Io rispetto sempre i medici e se ti prescrivono una ‘batteria di esami’, come dici tu, è perché sono scrupolosi non certo degli incapaci. E le scienze forensi danno un gran contributo alle indagini. Mi spiace ma non sono del tuo stesso parere
E fai male! Chi trova i colpevoli? Noi, con la logica e i dettagli che si ottengono dagli interrogatori e siamo sempre noi ad arrivare alle deduzioni conclusive… o no?
Il collega si stringe nelle spalle rassegnato.
Guglielmetti crede che le armi vincenti dell'investigatore siano soprattutto l'analisi scrupolosa delle informazioni acquisite dagli interrogatori e la capacità di sviluppare, ogni volta, un processo logico e razionale. Sa bene che molti colleghi lo considerano un dinosauro delle indagini, ma lui ottiene risultati e tanto gli basta. Una vecchia inarrestabile macina, ecco come ama definirsi.
I dati forensi servono solo agli avvocati, quindi, fammi un riassunto della situazione. Anzi, prima toglimi una curiosità, ho visto impronte insanguinate di un cane sulle scale, mi sbaglio?
No, non ti sbagli, sono del cane di famiglia, sfuggito ai colleghi. Un piccolo meticcio color sporco
Color sporco? Che colore è il color sporco?
Dottore, che non lo sapete che l’amico qui tiene un animo da artista?
A parlare è il sovrintendente Strozzi, poliglotta dei dialetti e ‘cazzaro ad honorem’ del commissariato. Votato al talent show delle battute ironiche, non insegue il lavoro, eppure, se gli dai un compito lo esegue alla virgola, anche se oltre la virgola non va. Patologicamente prolisso, i suoi verbali sembrano dei romanzi, se vuoi ricavarne qualcosa di buono devi nuotare in un mare di particolari inutili. A suo favore ha una memoria titanica, non si perde un nome o un dettaglio fisico, oltre a saper leggere istintivamente il linguaggio del corpo dei testimoni.
Dottore, la volete una barzelletta sui colori? Veloce, veloce…
Strozzi, sempre pronto a perder tempo, non hai di meglio da fare?
L’agente si defila con un accenno di inchino.
Io un giorno o l’altro lo prendo a calci. Crivelli, ti supplico abbandona l’arte policroma e passa al resoconto dei fatti. Succinto e preciso, mi raccomando, che non ho ancora preso il caffè. Dimmi solo lo stretto necessario
.
Crivelli, che si nutre di dettagli, felice come un bambino, tuffa il naso in un piccolo tablet ultima generazione con penna smart. Guglielmetti non ha mai capito il senso di scrivere con una penna finta, a quel punto prendi un bel quadernetto per gli appunti, di quelli con la copertina nera e i fogli con i bordi rossi come quelli di una volta, e scrivi con una fidata biro Bic dall’inchiostro inesauribile. Ma no, oggi bisogna essere tecnologici oppure si è definiti, come dice sempre sua figlia ‘aut’, e a lui quella parola pare proprio un insulto.
Il commissario interrompe i suoi pensieri: Famiglia Degliorti, padre, madre, tre figli e la nonna paterna. Michele Degliorti, di anni 45, architetto urbanistico, impiegato da sempre presso la sede in Via Vivaio della Provincia di Milano. Arrotonda le entrate familiari con qualche cliente privato. Piccoli progetti di ristrutturazione, con un discreto portafoglio di clienti. Tutto fatturato, dice lui. Ha trasformato la camera da letto della figlioletta nel suo studio. A me è parso un ambulatorio medico, tutto bianco e pulito da sembrare sterilizzato. Anche la moglie, Maria Passoni, di anni 43, si è ritagliata un bello spazio nella terrazza a tetto con accesso privato. Vedessi che roba! Un’unica serra piena zeppa di orchidee. Una bellezza per gli occhi
Crivelli ho detto succinto, per favore!
Scusa capo. La moglie è maestra elementare alla Scuola Morosini. I due figli maschi, Riccardo e Valerio, 18 e 16 anni, studiano entrambi. Il primo è all’ultimo anno del Liceo Scientifico Leonardo, il secondo frequenta la Scuola di Nuove Tecnologie dell’Arte. E poi c’è la piccola Vittoria, di soli 7 anni, che a quanto pare dorme e vive in stretta simbiosi con la nonna paterna, Amelia Coretti, di circa 70 anni, che i paramedici stanno ancora visitando
Dimmi della vittima
La vittima è stata pesantemente colpita alla zona temporale sinistra. Un solo colpo che lo ha fatto ruotare su se stesso e cadere riverso sul tavolino di vetro andato in frantumi. Grosse schegge di vetro gli hanno procurato profonde ferite, soprattutto al collo, che ne hanno causato la morte per dissanguamento. Almeno così mi ha anticipato la dottoressa Zerbi, ma lo sai che non si lancia mai volentieri a far ipotesi. Molte impronte, un po' ovunque. Vedrai che macello. Dovremo attendere la comparazione della scientifica
Tempia sinistra hai detto? Quindi l’assassino gli stava di fronte ed ha colpito con la mano destra. Segni di lotta?
Il salotto è un disastro, ma in apparenza non c’è stata lotta e sugli avambracci della vittima non ci sono segni di difesa, forse non si aspettava di essere colpito
Quindi, o ha sottovalutato il suo aggressore oppure lo conosceva benissimo e si fidava di lui o lei che fosse. Il colpo è partito dal basso o dall’alto?
Mi spiace, la dottoressa non mi ha detto altro
A che ora ci hanno chiamato i familiari?
Dunque…ora controllo…
si affanna alla ricerca dell’appunto. Non si sono rivolti subito a noi, prima hanno chiamato l’ambulanza, poi sono stati i soccorritori a telefonarci... ecco, trovato: la chiamata a noi è arrivata alle 3.00, più o meno, e siamo arrivati alle 3.40
Come mai ci avete messo tanto?
Dovevamo trovare la benzina per le volanti, sai com’è!
Sì, Guglielmetti sa bene com’è, spesso le volanti restano senza carburante e ormai non conta più quante volte ha pagato il pieno di tasca propria, non solo lui, anche altri poliziotti lo fanno. Quaranta minuti non sono pochi. In quaranta minuti gli ospiti della casa possono aver fatto ed accordato fra loro di tutto. In anni e anni di lavoro hanno raccolto mille e più testimonianze costruite ad hoc, identiche in ogni particolare, pensate da chi crede di potersi nascondere dietro le parole. ‘Diamo