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Piccoli bartender
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E-book124 pagine56 minuti

Piccoli bartender

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Info su questo ebook

I più famosi cocktail e alcuni classici vengono rivisitati in ver-sione analcolica, così da poter essere bevuti anche dai più pic-coli, ma non solo…

Un modo diverso per gustare un cocktail, pur rinunciando all'alcol, e un modo giocoso e divertente per introdurre i ra-gazzi alla professione del bartender.
LinguaItaliano
Data di uscita20 lug 2022
ISBN9791221422672
Piccoli bartender

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    Anteprima del libro

    Piccoli bartender - Giuseppe Mazzarella

    1. Origini e storia del bere miscelato

    Il cocktail (anticamente conosciuto in Italia con il nome di bevanda arlecchina o polibibita) è una combinazione di bevande alcoliche, spesso ghiacciate (la scelta è infinita), e solitamente costituite da una miscela di uno o due tipi di alcolici con elementi non alcolici e con aromi dalle caratteristiche contrastanti, ma armonizzate fra loro.

    Un cocktail ben eseguito deve avere struttura, aroma e colore bilanciati; se preparato senza l’uso di componenti alcoliche viene detto analcolico, in America viene chiamato mocktail (cocktail falso/scherzo) o kiddy cocktail (cocktail per bambini), mentre un virgin cocktail (cocktail vergine, cioè senza alcol) è semplicemente la versione analcolica di un cocktail classico.

    La leggenda più gettonata vuole che la parola cocktail venga dai termini inglesi cock (gallo) e tail (coda), forse dovuto al fatto che verso il 1400 nelle campagne inglesi si beveva una bevanda variopinta ispirata ai colori della coda del gallo da combattimento o mescolata con la coda del gallo sconfitto (come descritto in racconti originari dell’America centrale);

    Altri invece ritengono giunga dal termine francese coquetier, un contenitore francese per uova a cui somigliavano i bicchieri (chiamati coquetelle) dove il Sazerac (il cocktail codificato più antico del mondo) veniva servito dal barman John Schiller al Sazerac Coffee di New Orleans intorno al 1830, in realtà, la parola cocktail appare ufficialmente in un giornale di New York il 13 maggio 1806.

    Queste sono solo le principali, esistono molte altre storie ancora, alcune con elementi comuni, mentre altre totalmente diverse tra loro: ciascuno afferma che la propria è quella originale!

    In realtà, la nascita di un miscuglio di bevande si perde nelle pieghe del tempo, forse fino agli albori della storia…

    1.1. L’alcol nell’antichità

    L’uomo ha sempre prodotto e consumato sostanze alcoliche: è probabile che già l’uomo preistorico conoscesse gli effetti della frutta lasciata fermentare: miele, dattero o linfa di alcune piante, tutte sostanze zuccherine. La pianta più utilizzata per ottenere alcol fu inizialmente l’albero della palma, ma anche la canapa, l’agave, il riso, il grano e l’orzo.

    Tra le attuali bevande, la birra è quella che ha le tradizioni più antiche: ve ne sono tracce già 10.000 anni prima di Cristo, mentre il vino è databile intorno al 4.000 a.C. L’orzo era molto più diffuso e più facile da conservare, mentre la coltivazione dell’uva era meno diffusa e richiedeva metodi più complessi; il raccolto e l’impiego erano legati ad un solo periodo dell’anno: la vendemmia.

    Dal IV millennio a.C. sia i Sumeri che gli Egiziani fabbricavano e bevevano vino e birra: esistono descrizioni di allora circa gli effetti positivi e negativi che esse procuravano all’uomo.

    Il vino veniva utilizzato nelle pratiche mediche sfruttando le sue proprietà antisettiche, la birra invece veniva largamente utilizzata come bevanda dal potere nutritivo; sembra che ne facessero uso anche gli schiavi addetti alla costruzione delle piramidi.

    Dalla Mesopotamia, via Creta, la conoscenza del vino raggiunse la grande civiltà greca: è citato da Omero nell’Iliade e nell’Odissea.

    Il vino era elemento essenziale del Symposium (letteralmente bere insieme), momento sociale in cui si riunivano in una stanza un certo numero di persone, comodamente sdraiate, per bere e discutere.

    Nella mitologia greca era presente addirittura il dio del vino, Dioniso, che, in quella romana, cambia il suo nome in Bacco.

    Nel Medioevo la produzione di vino divenne un’attività riservata ai monaci nei monasteri, in quanto indispensabile per la celebrazione eucaristica, insieme alla coltivazione delle piante officinali; furono loro a sperimentare i vini medicinali, preparati che consistevano in piante e spezie messe a macerare nel vino (enolito) per estrarne le proprietà medicamentose.

    La distillazione consentì di superare il limite del 16% vol., mentre la diffusione dell’alcol puro ne permise l’uso al posto del vino nella macerazione di piante e spezie (alcolito), ottenendo liquori e amari.

    1.2. Nascita ed evoluzione del cocktail moderno

    Racconti del 1400 narrano della consumazione di bevande dai tanti colori come la coda di un gallo da combattimento nelle campagne inglesi, ma la storia ufficiale dei cocktails ha origine nel

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