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Tracce di riti e culti ancestrali nell'Abruzzo contemporaneo
Tracce di riti e culti ancestrali nell'Abruzzo contemporaneo
Tracce di riti e culti ancestrali nell'Abruzzo contemporaneo
E-book137 pagine1 ora

Tracce di riti e culti ancestrali nell'Abruzzo contemporaneo

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Tracce di Riti e Culti Ancestrali nell'Abruzzo Contemporaneo è il resoconto delle ricerche e degli studi storici e antropologici , durante i tour esperienziali con gli associati di Abruzzo Tourism, fatti dal giornalista e saggista storico Cristiano Vignali, riportati in suoi speciali pubblicati su testate online nazionali,, interregionali e di settore.

L'opera, impreziosita dalla prefazione del sociologo Everardo Minardi, già docente ordinario presso l'Università di Teramo, raccoglie in maniera organica gli speciali giornalistici di Cristiano Vignali, spesso coadiuvato da Claudia Falcone e Alessandra Di Monte e oltre a voler essere uno spunto per gli studiosi e appassionati di storia locale, e per lo sviluppo di un turismo esperienziale culturale originale in Abruzzo, vuole dimostrare l'esistenza di una possibile nazione antropologica Italiana ben prima non solo della Unità d',Italia, della concessione della cittadinanza agli Italici dopo la Guerra Sociale (90-88 a.C.) e del giuramento di fedeltà ad Ottaviano Augusto dei popoli della Penisola Italiana "Coniuratio Italica".
LinguaItaliano
Data di uscita11 nov 2022
ISBN9791221423761
Tracce di riti e culti ancestrali nell'Abruzzo contemporaneo

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    Anteprima del libro

    Tracce di riti e culti ancestrali nell'Abruzzo contemporaneo - Cristiano Vignali

    1) Una pre-fazione interessata

    di Everardo Minardi

    ²

    In un periodo storico in cui sembrano prevalere i rischi di una eccessiva attenzione all’ambiente, ai territori e alle comunità di cui siamo partecipi, si rinforza l’interesse e si moltiplicano le domande sulla identità, cioè le origini e le trasformazioni, in cui sono stati coinvolti non passivamente i territori e le comunità a cui apparteniamo. Perciò si moltiplicano e si estendono le domande sulle origini dei sistemi naturali, storici, economici e sociali a cui apparteniamo, e quindi sui valori e i simboli che tali sistemi portano con sé, impressi nelle cose piccole e grandi che scandiscono i percorsi di borghi e città, contraddistinguono gli itinerari e i sentieri di un territorio che si va a riscoprire, individuando tracce, emblemi, radici di abitazioni e resti non sempre facilmente identificabili nelle date e nelle origini.

    La ricerca della identità oggi, e delle diverse e multiple identità ieri, si impone non solo e non tanto come un obiettivo conoscitivo, quanto piuttosto come una strategia cognitiva volta a leggere e interpretare i segni di una stratificazione pluridimensionale che i tempi storici hanno impresso ai territori, nella loro genesi naturalistica, nella solidificazione di tracce, di costruzioni di carattere storico; ciò ci può consentire di comprendere in maniera più adeguata i processi di cambiamento del lavoro (attraverso lo sviluppo delle conoscenze, delle competenze, e delle abilità delle persone), facendo attenzione alla crescita dei beni e delle risorse che costituiscono il capitale sociale di una popolazione; da ciò ai avvia anche una particolare attenzione ai modelli e alle regole che si sono evolute nella moltiplicazione e nella differenziazione dei rapporti sociali che hanno costruito la vita sociale nel tempo e nello spazio locale.

    La identità non si manifesta come qualcosa di dato, una specie di label attribuita dai leader singoli o di gruppi che si sono succeduti storicamente, ma come il risultato di una costruzione sociale, dove le relazioni nei gruppi e nelle comunità generano il linguaggio, le immagini, i simboli e, quindi, le regole di vita che si presentano come l’espressione originale, identificativa di quella esperienza sociale collocata e distribuita su un territorio e all’interno di una comunità più estesa. La lettura dei processi di costruzione sociale delle identità, non singole, ma plurime, nei territori oggi riconducibili ad una regione (non tanto come giurisdizione politica e sociale), area estesa al di là dei vincoli naturali e ambientali, è stata per lungo tempo condotta in chiave quasi esclusivamente storica; l’insufficienza di tale approccio, al di là della rilevanza indiscussa dei suoi risultati, non ha mancato di rendersi evidente, anche e soprattutto per l’intreccio che nelle medesime aree territoriali si venivano a manifestare per la convivenza o la subordinazione di gruppi o popolazioni rispetto ad altre che acquisivano una progressiva superiorità.

    Proprio per questo intreccio storico tra una popolazione e l’altra si è reso possibile individuare le diverse matrici identitarie delle stesse, facendone oggetto di una chiarificazione storica ed evolutiva; in ragione di queste caratteristiche l’intenzione analitica della lettura e della comprensione dei sistemi di valori, comportamenti e risultati acquisiti dalle diverse popolazioni, l’attenzione si è rivolta ad altri approcci scientifici.

    La dinamica spesso conflittuale tra una comunità e le altre residenti nella stessa area ambientale e naturale ha reso evidente l’apporto analitico della ricerca economica e per alcuni aspetti anche della ricerca sociologica non di matrice positiva quantitativa, ma piuttosto culturale. Tuttavia, la necessità di affiancare, anzi di integrare i risultati della ricerca storica e sociologica si è abbastanza presto evidenziata, con il ricorso agli approcci teorici e metodologici della ricerca antropologica.

    Tale approccio viene riconosciuto e adottato, anche senza la esplicitazione dei fondamenti teorici e degli strumenti metodologici propri della antropologia culturale, da Cristiano Vignali; mettendo in evidenza nel suo testo i diversi frammenti conoscitivi individuati e raccolti nel suo lavoro di ricerca sull’area vasta abruzzese, egli propone ora all’attenzione dei suoi interlocutori, una matrice identificativa di quella identità che oggi si attribuisce alle diverse componenti di popolazione che abitano l’Abruzzo nelle sue aree interne e marittime.

    Quindi, il tema della identità ritorna non solo per identificare la odierna realtà abruzzese, certamente di per sé riconducibile ad una medesima realtà politico istituzionale; ma anche e soprattutto per aprire altri percorsi di analisi e di comprensione dei processi storici e culturali che si possono presentare all’interno del contesto attuale di una realtà regionale che nell’articolazione del suo territorio tende a presentare matrici sociali e culturali per un rinnovamento continuo delle identità.

    È stato decisamente importante il lavoro di Cristiano Vignali che ha messo in evidenza le matrici della costruzione della identità di un popolo e di un territorio; e ciò nella piena consapevolezza di aver disvelato, attraverso la lettura antropologica dei segni, dei simboli, dei fatti storici delle diverse componenti della popolazione dell’area abruzzese, i nodi della identità abruzzese.È stato dato il necessario rilievo all’identità nelle sue matrici storiche e nelle sue manifestazioni antropologiche e sociali di un’area e di una dimensione sociale che oggi si ripropone nella sua complessità anche per altre componenti sociali, economiche e culturali che si stanno manifestando in termini innovativi. Infatti, l’Abruzzo è una regione non solo del centro Italia, ma è sempre più condivisa la convinzione che la regione abruzzese è ritornata ad essere una regione adriatica, ciò che storicamente prima e dopo il periodo romano è sempre stata. In questa direzione sarà perciò interessante se Cristiano Vignali volgerà successivamente il suo lavoro esplorativo e documentativo in questa direzione, per individuare, dentro le matrici storiche e antropologiche della popolazione di Abruzzo di ieri e di oggi, i contenuti e le matrici di uno sviluppo della realtà regionale che non rivolga lo sguardo solo alle regioni settentrionali italiane o a quelle del Nord Europa, ma anche e soprattutto dell’altra sponda del grande fiume, ricco di risorse di ogni genere, costituito dal flusso Adriatico.

    ___________________

    ² Già docente ordinario di sociologia generale e dello sviluppo presso l'Università di Teramo.

    INTRODUZIONE

    2) Tracce di Riti e Culti Ancestrali nell'Abruzzo Contemporaneo: Gran Madri Italiche, Ablutio, Incubatio e Strofinazione

    La presente è una ricerca storica - antropologica su alcuni dei culti e riti ancestrali le cui tracce ho riscontrato girando l'Abruzzo per le mie ricerche da studioso e appassionato di tours turistici - esperienziali. Il mio fine, senza avere ovviamente la presunzione di pensare che i casi da me riportati siano i soli (proprio per questo non escludo una nuova edizione integrativa dell'opera), è dimostrare, con la continuità nel Cristianesimo dei riti e dei culti della Prisca Religio, l'esistenza di una Nazione Italiana dal punto di vista antropologico che potremmo definire reale ( cioè che va oltre l'astrattezza della nazionalità giuridica nata nell'XIX secolo) fin dagli albori della storia, da tutelare dalle sollecitazioni e dalla tendenza omologatrice della cultura relativista della società globale digitale di questo Terzo Millennio dell'Era Comune.

    3) Politicamente indiscutibile l'origine romano - italica della identità nazionale italiana

    Gli Scienziati della Politica nel Corso dell'Ottocento hanno teorizzato le linee generali della Nazione Italiana, ed in particolare hanno identificato due anime che la caratterizzano, quella più universale o Romana e quella più particolare o locale, di tipo Italica. Le due anime dell'identità nazionale italiana che a volte si scontrano, altre si incontrano, sono riscontrabili fin dalla Guerra Sociale del 90 - 88 a.e.c., e dalla Coniuratio Italiae (32 a.e.c.), cioè nel giuramento di fedeltà dell'Italia a Cesare Ottaviano (Tota Italia Iuravit in mea verba). Sulla nascita delle basi della Nazione Italiana in epoca romana, si possono consultare le opere di autorevoli storici e docenti come Francesco Barbagallo. Ma, la piena formazione della nostra Nazione, secondo storici come Gioacchino Volpe in Origini della Nazione Italiana, si avrebbe solo nel Basso Medioevo con la fioritura della società comunale che tutti gli storici pressoché unanimamente iniziano a chiamare italiana. Si sa, le tradizioni nazionali sono state inventate dagli intellettuali degli Stati Nazionali moderni, andando a selezionare quello che ritenevano più suggestivo per creare un sentimento comune di unità e un orgoglio di appartenenza nel Popolo che spesso aveva vissuto in passato esperienze piuttosto eterogenee a seconda della regione e del territorio di appartenenza, pertanto la scelta di collocare le basi della Nazione Italiana nell'epoca romana, era necessaria per far identificare il Popolo nell'unica esperienza politica duratura veramente unitaria di tutta la Penisola, ma era necessario però anche non penalizzare e mortificare le varie identità locali cittadine e regionali campanilistiche, molto forti in Italia che hanno una origine antichissima nell'Età del Ferro ( Sull'invenzione della tradizione, vedi E. Hobsbawm, Torino, Einaudi, 1987 - I edizione 1983). Dunque, per lo Stato Nazionale italiano, nato politicamente nel 1861, si parla di Italia Invertebrata,

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