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Il suo più uno
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E-book273 pagine3 ore

Il suo più uno

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Info su questo ebook

Graydon Adler:
Un uomo impossibile da dimenticare.
Eppure, la prima volta che ci siamo incontrati, durante una missione per i Navy Seal, una di quelle in cui servono persone esperte di informatica come me, ero così spaventata che non ricordo nemmeno di averlo visto.
Ma tutte le volte che sono seguite? Oh, me le ricordo benissimo…
Addominali scolpiti, spalle larghe quanto il vano di una porta, e il tridente dei Navy Seal appuntato sull’uniforme.
Anni dopo, mi chiede di fargli un favore, uno di quelli che manderebbero in estasi qualsiasi donna: fingere di essere la sua ragazza durante un matrimonio su una crociera, per fare in modo che la sua famiglia lo lasci in pace.
Perciò, ora mi trovo su una nave diretta in paradiso, con un uomo che potrebbe mandare il mio cuore in frantumi. Le ragazze nerd come me non finiscono insieme ai Navy Seal come lui. Ma ho deciso che mi crogiolerò un po’ nella fantasia, anche se da lui voglio molto di più. Anche se, presto, tutto finirà.
Ma è stato comunque bellissimo, meraviglioso, ricevere l’invito.
LinguaItaliano
Data di uscita1 ago 2023
ISBN9791220706384
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    Anteprima del libro

    Il suo più uno - Kate Aster

    1

    HAILEY

    QUATTRO ANNI DOPO

    «Non capisco perché continui a sopportarlo,» dice Maya dall’altra parte del tavolo della mensa, sbattendo le ciglia finte. Le dita curate, con manicure alla francese, sollevano un pezzo di qualcosa di sospettosamente simile alla carne dalla sua insalata. «Secondo voi è pollo? L’avevo ordinato senza. Oh. Mio. Dio.» Le labbra truccate alla perfezione si contraggono per l’orrore.

    In qualsiasi altra realtà, non credo che io e Maya saremmo mai diventate amiche.

    E la cosa che amo di più del lavoro alla National Security Agency è questa, la mensa.

    È strano, lo so. Dovrei amare la sensazione prendere parte alle missioni, o il fatto che le mie capacità vengano utilizzate per proteggere il nostro Paese.

    E ciò mi rende orgogliosa, è ovvio. È l’unico motivo per cui nell’ultima decina di anni ho lavorato con soddisfazione, senza alcun rimpianto.

    Ma la mensa è il posto che preferisco. All’ora di pranzo c’è questa assurda confluenza di tipi differenti di persone nella stessa stanza, e la cosa mi diverte e allo stesso tempo mi sconcerta. È come se qui fossimo tutti amalgamati, proprio come nello sformato che prepara mia nonna quando vado a trovarla.

    Già. Tonno, piselli, castagne d’acqua e patatine non dovrebbero far parte dello stesso piatto. Ma insieme funzionano.

    Prendiamo ad esempio il tavolo a cui sono seduta ora, il mio solito gruppo dell’ora di pranzo.

    Di fronte a me c’è Maya, che avrebbe potuto essere una top model ma in qualche modo è finita a lavorare nelle pubbliche relazioni.

    Tanya è la nostra ragazza del rispetto delle regole: lavora all’Ufficio Vigilanza. Aspetto normale, intelligenza media… si adatta così bene a qualsiasi gruppo sociale che dovrebbe lavorare alla CIA, invece che alla NSA.

    Theo e David sono i due papà della squadra, con tanto di pance morbide e tasche piene di bottigliette di gel igienizzante.

    Vanessa, dalla logistica, invece è la mamma. E intendo la Mamma con la M maiuscola, visto che, in qualche modo, riesce a spostare sempre ogni conversazione, ogni benedetta conversazione, sui suoi figli. Anche se stiamo parlando degli hacker sponsorizzati dallo stato russo, lei in qualche modo riuscirà a dirottare l’argomento su cosa la piccola Emmy ha vomitato ieri all’asilo o su come l’adorabile Andrew abbia fatto troppa poca cacca, rispetto a ciò che ha mangiato. Non ci risparmia alcun dettaglio, anche se stiamo pranzando e preferiremmo non parlare di escrementi corporei.

    Swami, che lavora nell’informatica, è l’equivalente maschile di me: molto nerd e poco carismatico. Ma con un gran bel cervello, quando si tratta di computer.

    Poi, a completare il nostro eclettico gruppo, abbiamo Graydon, sexy da morire e, in quanto Navy Seal che ha lavorato sul campo negli ultimi due mesi, con un ego davvero troppo grande per il nostro mondo, un ego che farebbe meglio a tenere a bada.

    Ecco invece chi sono io. Sono Hailey, la secchiona che non sarebbe se stessa senza gli occhiali dalla montatura spessa, uguale a quella che ho scelto quando ero in terza media e che non ho alcun interesse a cambiare.

    Da queste parti non mi dispiace incarnare quello stereotipo. Qui, i nerd che sanno il fatto loro sono richiesti come lo è Maya nei bar di Annapolis, quando nelle belle giornate ci vediamo da O’Toole per l’aperitivo.

    Tengo Graydon al suo posto perché, anche se sono la più giovane, sono qui da molto tempo. Ho iniziato a lavorare alla NSA al liceo, poi ci ho fatto il tirocinio durante il college e ho svolto diverse missioni sul campo subito dopo la laurea.

    Ho una certa anzianità e non ho paura di usarla.

    Anche con un tipo come Graydon.

    Anche se mi fa inspiegabilmente ribollire le viscere, dato che sto mangiando una pizza così stantia che dovrebbe essere illegale.

    Sento il mio viso contrarsi, mentre a fatica deglutisco pezzetti di formaggio duri come noccioline. «Perché questa pizza è così immangiabile?» chiedo accigliata, ignorando Maya, che di solito è quella che pone domande del genere. «L’hanno messa in un essiccatore?»

    «La mangio io,» dice Graydon, prendendo subito la fetta. Non esiste una pizza immangiabile, secondo il suo giudizio. «Tieni, tu prendi il mio frullato proteico.»

    Sto per rifiutare, perché le parole frullato e proteico nella stessa frase mi disturbano, ma poi sento lo stomaco brontolare. «Sei sicuro?»

    «Sì. Mi manca la pizza,» borbotta, poi si infila in bocca metà della fetta.

    A quanto pare, Graydon sta cercando di riportare il suo corpo in modalità Navy Seal, poiché da quando ha assunto questo incarico presso la NSA si è rilassato troppo. Io però non capisco bene in che modo stia cercando di migliorare: come dovrebbe rimettersi in forma un ragazzo che sembra già un supereroe Marvel?

    Maya sbuffa con fare drammatico, prima di aprire di nuovo bocca. «Pronto? Ti ho chiesto perché continui a sopportarlo,» ripete con gli occhi fissi su di me, cercando con impazienza di parlare più forte del basso mormorio delle conversazioni che ci circondano.

    Il suo fastidio è palpabile. Non le piace quando le persone non la stanno a sentire. Forse non ci è abituata. Suppongo che, quando una dea apre la bocca, la gente non può fare altro che ascoltarla.

    Sospiro, guardando scettica il frullato che mi ha passato Graydon, poi lo annuso. L’odore è tollerabile, quindi ne bevo un sorso prima di rispondere a Maya. «Lo sai perché. Abbiamo un cane.»

    «Sì, ma è un cane. Non un bambino,» mi fa notare Theo, e Vanessa annuisce con entusiasmo.

    «Perché non ne prendi un altro?» suggerisce Tanya.

    Tanya non ha animali domestici, quindi credo che non riesca nemmeno a immaginare il legame che si può creare in quattro anni con un cagnolino.

    Dopo che io e il mio ex fidanzato ci siamo lasciati, all’inizio di quest’anno, abbiamo messo a punto un informale piano di custodia del cane che avevamo adottato insieme dopo la laurea. Ripensandoci, avrei dovuto lottare di più per avere la custodia totale, perché mantenere i contatti con quel bastardo (il mio ex, non il cane) si è rivelato un po’ più difficile di quanto avessi programmato.

    «Oppure togligli l’amicizia sui social,» ​​suggerisce Graydon. «Cioè, perché continui a guardare le stronzate che posta su Facebook, se tutto ciò che devi sapere è quando andare a prendere Fuffi?»

    Il nome del mio cane non è Fuffi. È Nocciolina. Ma non mi preoccupo di correggere Graydon. Insiste con l’affermare che il suo livello di testosterone scenderebbe del venticinque per cento, se pronunciasse quel nome.

    E, sapendo com’è fatto, perdere tutto quel testosterone potrebbe distruggerlo.

    Ci conosciamo da circa tre anni, ma lui giura che sono almeno quattro. E potrebbe avere ragione, perché le prime missioni a cui ho preso parte sono una specie di terrificante silenzio radio sulle comunicazioni della mia vita. In pratica non ricordo altro che il brivido di mettere davvero in pratica ciò che avevo imparato per rintracciare i terroristi.

    E poi c’era l’attenzione degli uomini. Sono una di quelle donne che potrebbe star seduta in un bar e passare inosservata per giorni.

    Ma là fuori, in una base remota del Medio Oriente o del Sud America, o anche su una portaerei, i ragazzi mi squadravano come se fossi il bestseller appena uscito in libreria.

    Diciamo che non ricevi spesso queste attenzioni, quando sei una nerd informatica.

    Certo, all’epoca non potevo approfittarne perché ero fidanzata… con lo stesso deficiente che ora devo incontrare una volta al mese nel parcheggio del Target per avere il mio cane.

    «E poi, chi usa più Facebook? È tipo… decenni indietro rispetto ai tempi,» sottolinea Maya. Lei è più una tipa da TikTok o Instagram, o qualunque sia l’app del momento. Diciamo che io non sono una che sta al passo. In effetti, se ci permettessero di portare i telefoni al lavoro, cosa che assolutamente non succede, è probabile che Maya starebbe pubblicando un video di se stessa mentre mangia l’insalata, in questo momento (Sempre con il suo aspetto impeccabile).

    «Non posso togliergli l’amicizia,» rispondo a Graydon. «Se lo faccio, capirebbe che vederlo mi fa innervosire. E non voglio che lo capisca.»

    Lui fa spallucce. «Allora tu non ti innervosire. Cioè, a chi importa con chi sta uscendo o quanto sembrano felici insieme? Ti garantisco che le cose non sono mai perfette come appaiono sui profili dei social media.»

    Ha ragione lui, e io lo so.

    Non dovrei essere così infastidita dai post su Facebook di Stephen con la sua nuova ragazza. Ragazza che, tra parentesi, è troppo carina per lui, proprio come lo erano l’ultima e quella prima di lei.

    Ma, a quanto pare, i soldi trasformano un tipo mediocre in un Adone agli occhi delle donne con cui esce adesso.

    Non dovrebbe darmi fastidio nemmeno vedere la sua nuova Porsche decappottabile, pagata in contanti, su cui Nocciolina adora andare in giro. E neanche la barca che tiene attraccata al molo del fiume Potomac, o il suo ultimo viaggio nella accidenti di Barriera Corallina in Australia, anche se quando eravamo fidanzati quella era la destinazione in cui sognavo di andare in luna di miele.

    Non dovrebbe farmi innervosire. Eppure è così.

    Dopotutto, ero io che pagavo l’affitto, le bollette e la nostra auto, mentre lui passava tutto il suo tempo sul divano, progettando l’app che alla fine gli ha fatto guadagnare una fortuna… subito prima di scaricarmi.

    «So che non dovrebbe farmi innervosire, però è così.»

    Swami mi punta addosso una patatina fritta: «Sai cosa dovresti fare? Combattere il fuoco con il fuoco. Vai su Facebook e pubblica le cose interessanti che stai facendo tu, tipo…» Aspettiamo tutti che continui mentre la sua voce si affievolisce, sapendo che si è appena reso conto dell’assurdità della sua affermazione.

    Io non faccio nessuna cosa interessante. Beh, niente di cui potrei parlare senza mettere a repentaglio informazioni Top Secret.

    C’è un breve silenzio che nessuno al nostro tavolo riesce a colmare.

    «Beh, se pensi di avere dei problemi…» Graydon prova a cambiare argomento, sempre pronto ad accettare una sfida, «io di sicuro ti supero, Quattrocchi.»

    Non faccio caso al soprannome che mi ha affibbiato fin dalle prime missioni condivise. Lo usa solo di tanto in tanto. E in verità, in un certo senso mi piace, perché è come se fosse un promemoria del fatto che io e lui abbiamo una connessione che gli altri al tavolo non condividono.

    Una connessione diversa da questa cotta unilaterale che non ammetterei nemmeno sotto tortura.

    Il viso di Swami si illumina, mentre gli occhi di Maya si accendono di curiosità. Graydon di solito non si lamenta di nulla. Immagino che, quando i nemici cercano in continuazione di spararti o farti saltare in aria, le piccole cose non siano poi così preoccupanti.

    È proprio la distrazione di cui avevamo bisogno.

    «Avanti, parla!» Maya sbatte le ciglia nella sua direzione. Sono abbastanza sicura che abbia una cotta per lui, proprio come me… e come ogni altra donna in questa mensa, del resto. Ma per quanto ne so, lui non le ha mai dato spago.

    «Mio fratello si sposa tra due settimane. In crociera.»

    «Ce l’hai già detto,» gli fa notare Vanessa.

    «Adoro i buffet delle crociere,» mormora David con lo sguardo lontano, come se stesse immaginando una stazione all-you-can-eat di gelato e di vari piatti a base di carboidrati.

    «Inoltre, in che modo è una cosa brutta, Graydon?» Tanya cerca il lato positivo. Sempre.

    «Beh, la mia futura cognata… è pericolosa. Le piace fare la ruffiana. Se sei single, Freya rende lo scopo della sua vita assicurarsi che tu abbia il tuo lieto fine e tutte quelle stupidaggini.»

    Mi premo il palmo contro il petto. «Un lieto fine? Dio non voglia.» Ma da come la sua espressione è rimasta immutata, capisco che non ha colto il sarcasmo.

    «Finché sarò bloccato su quella nave con lei, sono sicuro che distribuirà il mio numero di telefono alle donne come Smarties ad Halloween.»

    «Cosa sono gli Smarties?» chiede Maya. Immagino che nel suo quartiere la gente distribuisse tavolette di cioccolato a grandezza naturale.

    «Beh, che cosa dolce,» dice Vanessa. «Non dovresti odiarla per questo. Significa solo che ci tiene a te. E poi dovresti sistemarti, Graydon. Fare un figlio. È così appagante. Proprio ieri, ho avuto questa terribile giornata al lavoro, ma poi Emmy mi ha mostrato il cellulare di cartone che ha costruito a…»

    «Stavi dicendo, Graydon?» dice Maya, interrompendo la divagazione di Vanessa.

    «Niente. Lasciate perdere,» risponde lui, come se lamentarsi di qualcosa di banale non rispecchiasse l’archetipo del Navy Seal. «Freya è davvero fantastica,» aggiunge subito. «È perfetta per mio fratello. Ed è una scrittrice di romanzi rosa, quindi immagino che tutte quelle stronzate sul per sempre felici e contenti siano solo deformazione professionale.»

    «Una scrittrice di romanza rosa? Sul serio?» borbotta Swami.

    «È un’industria enorme. Mia moglie ne è drogata. Hai letto qualcuno dei suoi libri?» chiede Theo.

    «Al momento ne ha pubblicato solo uno. E no, non l’ho letto.»

    «Mi sembra una tipa in gamba,» decido. Non sono una fanatica del romanticismo. Men che meno adesso, visto che ho la sensazione di aver buttato gli ultimi sei anni insieme a un ragazzo che ora mi vede solo come una dog sitter. Ma mi piace circondarmi di diversi tipi di persone. Immagino sia il motivo per cui sono seduta a questo tavolo.

    «Lo è. Ma rimanere bloccato con lei su una crociera? Saranno sette giorni di Oh, hai già conosciuto mio cognato? È single?. In pratica un inferno. E dato che tutti i miei fratelli sono impegnati, significa che concentrerà le sue attenzioni solo su di me.»

    David inclina la testa pensieroso. «Le navi da crociera possono essere piuttosto grandi. A malapena vi vedrete. Che nave è?»

    «Non ricordo il nome… qualcosa come Celebration… no, aspetta… Jubilation o Felicitation… non lo so. Qualcosa di allegro. Ne hanno scelta una abbastanza vicina alla stazione di Mason, a Virginia Beach.»

    «Accidenti. Virginia Beach? Partite dal porto di Norfolk?»

    «Immagino di sì.»

    «Solo le navi più piccole escono da Norfolk. Non più di dieci o undici ponti. Su una di quelle non ci sarà molto spazio per sfuggire a tua cognata,» osserva David, scuotendo la testa come se avesse passato gli ultimi quindici anni a testare crociere. Forse è davvero così.

    «Di sicuro avrà già prenotato attività pre-matrimoniali per tutta la tua famiglia. Sai, feste ed eventi per fare conoscenza. Hai assolutamente bisogno di portare qualcuno con te,» dice Maya, anche se i suoi occhi urlano: «Porta me! Porta me!»

    Vanessa fa spallucce. «Porta quella ragazza che è venuta a fare l’aperitivo con noi il mese scorso, no? Come si chiamava, Crystal?»

    «Jewel,» la corregge lui. «Ci siamo lasciati la settimana scorsa. Era arrivato il momento.»

    «Allora trovane un’altra. Fai la tua magia,» dico, incapace di capire dove sia il dramma. Graydon non ha mai avuto difficoltà a trovare ragazze all’ultimo minuto.

    «Sono sicura che tantissime persone vorrebbero venire con te,» dice Maya, facendo eco ai miei pensieri ma con un tono intriso di desiderio.

    Mi dispiace davvero per lei. È difficile provare un sentimento del genere per qualcuno con l’aspetto Maya, ma in questo momento è così. Perché o Graydon non è affatto interessato, oppure è del tutto ignaro dei suoi sentimenti.

    O magari entrambe.

    «L’ultima cosa di cui ho bisogno è procurarmi una tipa che non conosco bene, che magari alla fine del matrimonio penserà che stiamo insieme. Quello sì che sarebbe un problema.»

    Ha perfettamente ragione. Se lo chiedesse a qualcuno come Maya, lei accennerebbe al suo anello già durante le promesse di matrimonio del fratello di Graydon.

    «Dov’è diretta la crociera? Caraibi?»

    Graydon scuote la testa. «Bermuda.»

    Gli occhi di David brillano come fari. «Adoro le crociere alle Bermuda. È una di quelle che si ferma qualche notte lì?»

    «Sì. Tre, mi pare.»

    «Tre notti in una crociera attraccata alle Bermuda? Amico, smettila di lamentarti. Lo adorerai.»

    «Perché?» non posso fare a meno di chiedere.

    David sospira come se non capisse cosa c’è da spiegare. «In crociera, di solito, bisogna sempre affrettarsi a tornare alla nave prima che lasci il porto. Giusto?»

    Quando tutti scrolliamo le spalle, è dolorosamente ovvio che non sono l’unica a non aver mai fatto questo tipo di viaggio.

    «Ma le crociere in cui passi qualche notte alle Bermuda?» continua. «Sono le migliori! In pratica la nave è solo un hotel. Puoi davvero esplorare le isole.»

    «Giusto,» dice Graydon pensieroso.

    «E più di una notte?» David si appoggia allo schienale, come se la mensa dell’NSA intorno a lui stesse sparendo e lui si stesse immergendo in una fantasia. «Accidenti, un paio di anni fa ne ho fatta una che è rimasta attraccata solo due notti, ed è stata uno sballo.»

    Graydon e io ci scambiamo uno sguardo. David ha figli adolescenti e cerca sempre di sembrare il papà figo, usando espressioni come uno sballo. Non sa che non la dà a bere a nessuno, con la polo stropicciata infilata in quelli che potrebbero essere classificati come mom-jeans.

    Swami alza un’altra patatina fritta. «Aspetta un secondo. Ho un’idea che potrebbe sistemare le cose per entrambi. Sposta gli occhi da me a Graydon. «Porta lei,» dice, indicandomi, «al matrimonio.»

    Sbianco. «Che vuoi dire, scusa?»

    «Pensateci,» ci spiega. «Hailey ha bisogno di pubblicare foto fighe su Facebook per sbatterle in faccia al suo ex.»

    «Per quanto possa sembrare patetico, infantile e da insicura, ammetto che sarebbe carino, sì.»

    «E tu,» continua, indicando Graydon, «hai bisogno di portare una persona, in modo che tua cognata ti lasci in pace. E ti serve qualcuno che non si aspetti niente da te. Cioè, voi due vi conoscete da anni. Non potrà succedere niente.»

    I piccoli versi che sento emettere dalla gente del tavolo mi infastidiscono parecchio, perché in pratica vogliono dire: «Sì, Graydon non potrebbe mai interessarsi a una fissata con l’informatica come Hailey.» Anche se è la verità, viste le donne con cui esce, non mi piace che gli altri me lo ricordino.

    «Sono serio, ragazzi. Così non risolvereste tutti i vostri problemi?» Swami si infila qualche patatina in bocca e poi riprende a parlare prima di deglutire, offrendoci un’immagine disgustosa. «Pensateci. Così Hailey potrebbe pubblicare su Facebook delle foto di lei in crociera insieme a un cazzo di Navy Seal

    Ridacchio mentre riprendo a bere il frullato, immaginando il mio ex che mi vede in crociera con un ragazzo come Graydon Adler. Non ammetterò mai quanto sia allettante quest’idea.

    «E le crociere sono perfette, per i selfie,» interviene David. «Hailey e Graydon al casinò. A cena a lume di candela con l’oceano sullo sfondo. Condividendo un microfono durante le serate di karaoke.»

    «Karaoke? Ho sempre voluto farlo. Fanno serate di karaoke su tutte le crociere?» non riesco a frenarmi dal domandare.

    «Fanno di tutto,» risponde David, con il tono autoritario di un esperto.

    «E Graydon, invece,» aggiunge Swami, «non dovrà più pensare a schivare la cognata per tutta la crociera.»

    «Non funzionerebbe mai. Due persone insieme in una di quelle cabine minuscole? Sarebbe

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