Il mio capo odia il Natale
Di Jana Aston
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Info su questo ebook
Caro Babbo Natale,
per favore, per quest'anno regalami un nuovo capo. Il mio è un incubo. È una persona orribile, nascosta dietro una diabolica maschera di perfezione maschile: un metro e ottanta di fascino magnetico. Sarebbe molto più facile se somigliasse al Grinch, no?
Ma Nick Saint-Croix non somiglia affatto al Grinch. È bello come il sole.
Comunque, non importa. Non voglio neanche pensare a come mi fanno sentire i suoi occhi quando mi guardano. Per favore, portami un nuovo capo. Ti prego.
Con affetto,
Holly Winter
Jana Aston
si ritaglia tutto il tempo che può per scrivere storie d’amore. I suoi romanzi sono diventati bestseller di «New York Times» e «USA Today». La Newton Compton ha già pubblicato Vado, sbaglio e torno, Questa volta rimango con te, Amori, bugie e verità, Good girl e, in e-book, Il migliore amico del mio capo e la Reindeer Fall Series (Il mio capo odia il Natale, Un Natale di pan di zenzero e La notte prima di Natale).
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Anteprima del libro
Il mio capo odia il Natale - Jana Aston
Indice
Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
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Titolo originale: The Reindeer Falls Collection Volume One:
The Boss Who Stole Christmas
Copyright © 2019 by Jana Aston
All rights reserved
Traduzione dalla lingua inglese di Antonia Scipione
Prima edizione ebook: novembre 2020
© 2020 Newton Compton editori s.r.l., Roma
ISBN 978-88-227-4574-3
www.newtoncompton.com
Realizzazione a cura di Caratteri Speciali, Roma
Jana Aston
Il mio capo odia il Natale
OMINO.jpgNewton Compton editori
Capitolo 1
Il mio capo è un Grinch. Uno Scrooge. Un Dursley tra una folla di Harry.
Ne sono sicura. Certo, non vive su una rupe che domina la città di Chinonso e non ha un cane di nome Max. Un orfano di nome Harry non vive nel ripostiglio del suo sottoscala. E non ha cancellato la festa di Natale aziendale.
Ma scommetto che abbia preso in considerazione l’idea.
È un misantropo, un burbero con una pietra al posto del cuore. L’ho già detto? Un Grinch. Il Signor Ebenezer Scrooge in persona.
Il peggio del peggio.
Il peggio infilato in un corpo di pura perfezione maschile di un metro e ottanta. Sarebbe tutto più facile se assomigliasse almeno un po’ al vecchio Scrooge, no? Dato che le cose belle inevitabilmente ci attraggono, è più facile concedere loro il beneficio del dubbio. Basta pensare ai gattini randagi. Non importa quanto possano sibilare e graffiare, abbiamo lo stesso l’impulso ad avvicinarci a coccolarli. Perché sono adorabili.
Nick Saint-Croix non è adorabile.
È sexy come…
«Signorina Winter». I miei pensieri di colpo vengono interrotti dal Grinch di cui sopra. La voce è disarmante come il suo aspetto. Chiara e sicura. Allettante, come un piatto colmo dei tuoi biscotti natalizi preferiti. Di quelli del tipo che impieghi un’eternità a preparare. Ma ne vale la pena, perché si sciolgono in bocca e hanno tutto il sapore della tua infanzia. Voglio dire, se ci fosse davvero giustizia a questo mondo, dovrebbe parlare come se avesse un rospo in gola. Invece no. La sua calda voce baritonale è una calamita. Saresti disposta a fare di tutto per lui. Fino al momento in cui il cervello finalmente si ricollega e ti ricorda che è una persona orribile. E allora faresti qualsiasi cosa per farlo smettere di parlare. Tipo, non so… infilargli in bocca un biscotto. O una calza. O quel bavaglio che hai guardato online proprio per soddisfare questa fantasia.
«Ha intenzione di partecipare alla riunione delle dieci?», continua, senza darmi il tempo di aprire bocca. «O ha bisogno del resto della mattinata per finire di leggere la mia mail? Sono poco più di cento parole, eppure a quanto pare non riesce a smettere di fissarle».
Per la cronaca, sono le nove e cinquantasei. Dalla mia scrivania ci vogliono dieci secondi per raggiungere la sala conferenze. E Nick Saint-Croix si muove silenzioso come un gatto. Certo, lo avrei sentito arrivare lo stesso, se solo non fossi rimasta imbambolata davanti alla sua stupida mail. Mi ero solo un po’ distratta a immaginare Nick con la pancetta e un colorito verdognolo.
Per favore, Babbo Natale. Desidero solo questo per Natale.
Mi giro sulla sedia e sposto lo sguardo sul suo viso. Ha il classico aspetto che incanta le donne. L’ho visto succedere più volte, in questo stesso ufficio. E non è una caratteristica in particolare, è un insieme di caratteristiche. È il pacchetto completo. Tutta la sua perfezione. Le spalle larghe, i fianchi stretti. I capelli scuri e folti, gli occhi verdi luminosi. Ah, i suoi occhi… è quella la cosa peggiore: sono della più fastidiosa, attraente, affascinante tonalità di verde. Mi ricordano il Natale, con i suoi alberi sempreverdi e i vivaci pacchetti regalo. Fino a quando non si restringono in uno dei suoi tipici sguardi gelidi.
È alto. Mi dà quindici centimetri buoni, se non di più. E questo quando porto i tacchi. Senza, in piedi accanto a Nick, mi pare di essere un elfo di Babbo Natale. Diciamo che non è una sensazione piacevole. Così quando sono al lavoro preferisco mettere i tacchi che ho sempre nel cassetto della scrivania, rinunciando ai miei comodi stivali bassi.
Per non parlare degli abiti firmati e degli orologi costosi. Quest’uomo sfoggia un’arroganza che è un richiamo sessuale, un allarme generale per ormoni femminili. Ogni volta che mi guarda dritta negli occhi sono sicura che sia in grado di leggere i pensieri incontrollabili che mi vagano nella testa. Che sono quasi sempre delle fantasie su ciò che si nasconde sotto quei suoi abiti firmati, mixate a immagini vagabonde su di lui che mangia sushi andato a male per pranzo.
Un Grinch sexy.
E a meno di un mese dal Natale la trasformazione in Scrooge è quasi completata. Da qui, l’email. Quella dove esige per oggi la presentazione della campagna Friendly Llama. Ben tre giorni prima della scadenza. Come se gli orari e le consegne non avessero importanza per lui e io potessi semplicemente produrre presentazioni dal nulla.
Il che è vero. Posso farlo, ma solo perché sono abituata a trattare con lui. Stare sempre due passi avanti al signor Saint-Croix è diventato il mio principale scopo nella vita. Sia a livello personale che professionale.
A proposito della mia carriera: lavoro alla Flying Reindeer Toy Company. Il che significa che Scrooge, cioè il mio capo, gestisce un’azienda di giocattoli.
Giocattoli veri, non giocattoli sessuali.
Oh, che cosa assurda. Un uomo con un pessimo carattere e senza figli a capo di un’azienda che produce giocattoli – sinonimo di sorrisi infiniti, risate e grida di gioia per tutti i bambini. Mentre lui sembrerebbe più tagliato per la finanza aziendale. Insomma, per il tipo di operazioni spericolate che fanno fuori le attività a conduzione familiare e prosciugano i conti pensionistici.
Non avrei mai accettato questo lavoro se lo avessi incontrato prima. Ho lavorato per suo zio per tre anni. Uomo adorabile. Non so davvero come Nick sia finito al suo posto.
È cupo.
Irritabile.
Scommetto che non ha nemmeno fatto l’albero di Natale.
Ovviamente c’era da aspettarselo che prima o poi il vecchio signor Saint-Croix si sarebbe ritirato. Ma era un po’ come veder andare in pensione Babbo Natale. Insomma, non pensi che possa succedere davvero, no? Babbo Natale in fondo ha da sempre la stessa età e non smetterà mai di lavorare. Sono queste le regole. Le regole dell’infanzia, della tradizione e della felicità. Solo che Reindeer Falls non è il polo Nord e l’anziano signor Saint-Croix non è Babbo Natale.
Difatti, cinque mesi fa Christopher Saint-Croix si è ritirato definitivamente. Non ha mai avuto figli, ma suo fratello sì. Ne ha avuti due, per la precisione. La nipote del signor Saint-Croix ha iniziato a lavorare per lo zio dopo essersi laureata al college sei anni fa. A proposito, lei è davvero carina. Amichevole. Alla mano. Gentile. Niente a che vedere con suo fratello, Nick.
La sorella del signor Christopher invece, gestisce il nostro dipartimento delle risorse umane. Sua nipote Sara fa riferimento a lei e le subentrerà al comando non appena Martha si sentirà pronta per andare in pensione.
In tutta sincerità, non mi sono mai interessata a chi avrebbe assunto il comando della Flying Reindeer Toy Company.
Ed è stato uno sbaglio.
Perché è così che ho ereditato il Grinch di Reindeer Falls come capo.
«Sto venendo», gli dico. Mi lancia un’occhiata interrogativa e improvvisamente la mente mi si affolla di pensieri sessuali, della serie oh-mio-Dio-sto-venendo. «Alla riunione», aggiusto il tiro. «Sarò lì in tempo, lo prometto». Mi giro di nuovo verso la mia scrivania senza aspettare la risposta e torno a colpire con foga eccessiva la mia tastiera. Non voglio essere costretta a percorrere il corridoio al suo fianco.
Ma lui non se ne va. Anzi, raccoglie il calendario dell’Avvento dalla mia scrivania. L’ho fatto durante i quattro giorni di vacanza del Ringraziamento, mentre bevevo cioccolata