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Politica, economia e società: Divagazioni e scritti vari 2019-2023
Politica, economia e società: Divagazioni e scritti vari 2019-2023
Politica, economia e società: Divagazioni e scritti vari 2019-2023
E-book179 pagine2 ore

Politica, economia e società: Divagazioni e scritti vari 2019-2023

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Info su questo ebook

Il volume raccoglie una serie di scritti pubblicati sul settimanale «Panorama di Novi» e su «Città Futura On line» – Rivista dell’Associazione politico-culturale “Città Futura” (Alessandria): dalle preoccupazioni per la tenuta della democrazia (non solo in Italia) ai fantasmi che si aggirano per l’Europa, dai timori per la guerra in corso ai ricordi dell’infanzia, dalle aspirazioni dell’adolescenza ai problemi delle generazioni future, dalle responsabilità dell’adulto ai temi della povertà, delle disuguaglianze, dei mutamenti climatici e delle migrazioni che ne possono derivare. Una varietà di argomenti che riflette la curiosità dell’autore, maturata sia nel corso della formazione che nell’ambito della didattica e della ricerca, con particolare riguardo alla storia del pensiero economico.
LinguaItaliano
Data di uscita1 feb 2024
ISBN9788831327749
Politica, economia e società: Divagazioni e scritti vari 2019-2023

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    Anteprima del libro

    Politica, economia e società - Bruno Soro

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    Saggi Epoké

    Bruno Soro

    Politica, economia e società

    Divagazioni e scritti vari 2019-2023

    edizioni epoké

    ©2023 Edizioni Epoké

    Prima edizione: 2023

    Edizioni Epoké. Via N. Bixio, 5

    15067, Novi Ligure (AL)

    www.edizioniepoke.it

    epoke@edizioniepoke.it

    Editing e progetto grafico: Elisa Francese, Alice Lanzavecchia, Michela Moroni, Edoardo Traverso

    In copertina: Gianni Baretta, TE 3709 (particolare), tempera e collage su carta (cm.16 x 29,7), settembre-ottobre 2003.

    I edizione

    Un doveroso ringraziamento al settimanale «Panorama di Novi» e a «Città Futura On line» – Rivista dell’Associazione politico-culturale Città Futura (Alessandria) –, per aver concesso di riprodurre i saggi contenuti in questa raccolta.

    Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questa pubblicazione può essere fotocopiata, riprodotta o archiviata, memorizzata o trasmessa in qualsiasi forma o mezzo – elettronico, meccanico, reprografico, digitale – se non nei termini previsti dalla legge che tutela il diritto d’autore.

    Al Maestro Gianni Baretta,

    a cui sono debitore per i molti segreti

    da Lui appresi sull’arte pittorica e sulla piccola editoria

    In Italia c’è oggi qualcuno che dice che la guerra di liberazione fu un tragico periodo di divisione, e che abbiamo ora bisogno di una riconciliazione nazionale. Il ricordo di quegli anni terribili dovrebbe venire represso. Ma la repressione provoca nevrosi. Se riconciliazione significa compassione e rispetto per tutti coloro che hanno combattuto la loro guerra in buona fede, perdonare non significa dimenticare. Posso anche ammettere che Eichmann credesse sinceramente nella missione, ma non mi sento di dire: Okay, torna e fallo ancora. Noi siamo qui per ricordare ciò che accadde e per dichiarare solennemente che loro non debbono farlo più.

    Umberto Eco, Il fascismo eterno, La nave di Teseo editore, Milano 2020

    Indice

    Presentazione

    di Riccardo Soliani

    Prefazione

    di Pier Maria Ferrando

    Introduzione

    Politica e Democrazia

    Umberto Eco e il Fascismo eterno

    L’essenza del sistema parlamentare

    L’inverno della democrazia

    Autorevolezza

    Scienza e libertà

    Uomini e caporali

    Arbitrio e libertà

    Politiche giovanili

    Ribelli senza causa

    Per il futuro dei giovani: fisco o ascensore sociale?

    In quel piccolo mondo antico

    Quando andavamo alle colonie estive

    Economia e società

    Le guerre dei ricchi contro i poveri

    Salari e produttività del lavoro

    La «manovra» di bilancio

    Informazione o disinformazione?

    Pace e guerra

    In questa triste epoca

    La Guerra Grande, tra geopolitica e globalizzazione

    Clima e migrazioni

    Homo Sapiens? Benvenuto nell’Antropocene!

    Otto miliardi e il «mondo del terzo millennio»

    L’inverno demografico, l’immigrazione e le migrazioni

    Tre maestri

    Roberto Nani, tra Cuba e Mozambico

    Ricordo di un Maestro: Vittorio Sirotti (1922-2015)

    La marchesa e i Sassi di Alberto

    Quale Europa

    L’Unione Europea tra sovranismo e federalismo

    Un fantasma si aggira per l’Europa (e non solo)

    Presentazione

    Ci sono diversi modi per vivere la situazione di professore collocato a riposo: da una vita fatta solo di ricordi, rimpiangendo quando gli studenti facevano ala e i colleghi sorridevano per captatio benevolentiae, magari per smentirsi subito dopo usando l’altra faccia; a un attaccamento feroce al posto, per non perdere quel po’ di potere acquisito con un faticoso cammino di anni, votato esattamente a quello scopo. Ma ci sono anche modi virtuosi e, perché no, simpatici, come quello scelto con naturalezza, riccioli bianchi al vento, da Bruno Soro: continuare a procedere lungo il suo percorso iniziato molti anni fa; ossia esercitare con modestia, ma con autorevole fermezza, il ruolo di intellettuale critico o, per meglio dire, di economista critico (rara avis, oggigiorno), attento a sconfinare nelle scienze sociali prossime, in particolare sociologia e scienza politica, seguendo l’esempio di un grande quasi dimenticato, che Bruno riconosce fra i suoi maestri ideali: Paolo Sylos Labini.

    Il suo percorso parte da un seno familiare e da un natio borgo contadino umili, ma che si tengono ben lontani dall’umiliazione e ci danno salutari lezioni di dignità: nato in una famiglia di ferrovieri in un piccolo paese a pochi chilometri dal comune di Novi Ligure, cittadina nella quale è cresciuto e che molto ha dato all’Università di Genova, nelle scienze sociali ed umanistiche. Alle superiori studio pratico e solido che avvia al lavoro. Ma già qui egli rivela un tratto della sua natura, talora celato dalla bonomia: la roccia sottostante. Vuole studiare con impegno e serietà e segue gli insegnamenti di quello che rimarrà il suo maestro princeps: Vittorio Sirotti, economista e Preside dell’allora Facoltà di Economia e Commercio, persona dalla vasta cultura e dalla penna di chiarezza cristallina. La strada è costruita per approdare all’insegnamento universitario delle discipline a lui più congeniali: Politica Economica ed Economia dello Sviluppo.

    Perché questo è Bruno Soro, come appare anche dalle pagine che state per leggere: un economista che non teme di scendere dall’iperuranio rarefatto dove volteggiano articoli (o, com’è d’uso dir oggi, papers) su riviste di classe A, in cui si dimostra matematicamente che è razionale chi, quando piove, apre l’ombrello, per sporcarsi invece le mani con la realtà. Ritroviamo qui tanti aspetti dello studioso e della persona. Traspare l’amore per le sue terre, che studia con passione e rigore. Si intravede (perché, nella sua modestia, cerca di celarla) la diuturna fatica di rendere comprensibile ciò che è oggettivamente difficile, senza tuttavia imboccare scorciatoie. È costante un’assoluta onestà intellettuale: Bruno Soro mai ha portato il cervello all’ammasso e mai si è prestato a farsi applicare etichette di comodo, e questo, lo posso testimoniare personalmente, gli guadagnò la stima di un altro illustre docente genovese, Ugo Marchese, uno dei pionieri degli studi di Economia dei Trasporti e del Territorio. Ma, allo stesso tempo, mise le sue doti al servizio della comunità, impegnandosi nel Consiglio comunale e nella Giunta di Novi Ligure: mai ha nascosto la sua visione politica, ossia della polis, e mai ha rinunciato all’assoluta indipendenza, leale solo a sé stesso e ai suoi elettori, e non è poco.

    Un altro lato del suo modo di studiare e spiegare è il riferimento continuo, non solo alle altre scienze sociali, come già si è detto, ma all’epistemologia delle scienze sociali e delle scienze della natura. Senza parere, ci troviamo di fronte una vasta rete di riferimenti: egli passa con naturalezza, senza ostentazione, da Edgard Morin a Blaise Pascal, a Fernando Pessoa (citato in esergo ad un articolo amaro, ma mai polemico, intorno alla riforma del trasporto pubblico ad Alessandria). Qui appare un altro tratto della sua riflessione: analizzare i problemi locali con l’occhio sempre fisso alle più importanti esperienze internazionali, ch’egli ben conosce. Per usare una parola di moda, egli adotta una prospettiva glocal, ossia pensa globalmente per agire (o meglio proporre) localmente, facendo tesoro, ancora una volta, della sua esperienza di amministratore locale e di studioso di respiro internazionale, sempre con quelle fermezza e modestia che abbiamo ricordato.

    Questo è Bruno Soro: studioso che, con scrittura scorrevole e, a tratti, soffusa d’ironia che mai sconfina nel sarcasmo, pacata e leggera ma profonda, trascorre dal ricordo delle colonie estive all’analisi geopolitica della tragica attualità della guerra, offrendo le osservazioni e gli spunti di un economista dissenziente, come tanti illustri dai quali ha dichiaratamente imparato: oltre ai già ricordati, aggiungiamo i nomi di Giorgio Ruffolo, Luigi Spaventa, Giorgio Fuà, Federico Caffè, autore di un libro dal titolo evocativo e tragico alla luce dell’ultimo episodio della sua vita La solitudine del riformista. In particolare, il quadro teorico nel quale possiamo inserire il suo pensiero è quello della Cambridge britannica fra le due guerre, magistralmente descritto dall’economista George Shackle in un libro un tempo famoso, The years of high theory¹.

    Negli scritti di Bruno Soro si coglie specialmente la profonda conoscenza e assimilazione della cultura economica di John Maynard Keynes e di Nicholas Kaldor: la fissazione del livello di attività determinata dalla domanda aggregata, il ruolo della tecnologia nella crescita dei sistemi economici, le conseguenze dei differenti metodi di tassazione, la rilevanza della formazione dei lavoratori, la distribuzione del reddito messa in relazione con elementi sociali ed istituzionali, sono tratti caratteristici della sua chiave interpretativa della realtà sociale ed economica.

    La divulgazione scientifica ad alto livello solo negli ultimi decenni è entrata nella cultura italiana: ebbene, il Nostro si impegna pure in questo difficile compito, accanto alla ricerca originale che conduce. Il suo contributo, come si leggerà in queste pagine, è quindi duplice: arricchisce la massa di conoscenze sull’economia e la società, andando ad indagare realtà poco studiate; e le rende accessibili anche al lettore non specialista, ma interessato e disposto a sforzarsi, perché imparare costa sempre fatica, pur avendo di fronte un insegnante come Bruno Soro.

    Grazie Bruno, e donaci ancora tante pagine ricche e lievi, come sai fare così bene.

    Riccardo Soliani

    Prefazione

    Le note raccolte in quest’ultima pubblicazione di Bruno Soro (Politica, economia e società. Divagazioni e scritti vari 2019 – 2023) ci propongono un catalogo dei problemi (meglio, dei guai) che tormentano il mondo in questo nostro tempo. Un catalogo alla stregua di quello che Leporello fa delle malefatte di Don Giovanni.

    Il quadro è desolato e desolante, ma naturalmente non è colpa di Bruno: questo è quello che ci tocca e lui osserva quanto succede con sguardo non neutrale (il suo punto di vista è sempre chiaro), ma attento a documentarlo puntualmente con l’obiettivo di aumentarne la nostra consapevolezza.

    Le note sono raggruppate per capitoli utili a mettere in ordine problemi di cui non possiamo non avere una conoscenza almeno sommaria, visto che sono quotidianamente oggetto delle informazioni che ci somministrano notiziari e giornali, e della deformazione che normalmente ne fa il circuito dei social media. Sulla disinformazione come virus della democrazia, Bruno si sofferma in Informazione o disinformazione?

    Il problema è che nel sovraccarico informativo e nei rumori di fondo del circuito mediatico, e nella difficoltà a separare ciò che è attendibile da ciò che è fake news, spesso finisce per sfuggirci come la portata di questi problemi, e gli effetti del loro congiunto operare, rischino di avere un impatto distruttivo per il nostro futuro. E così continuiamo spensierati ad ascoltare la musica dell’orchestra mentre il Titanic va verso il disastro. Sempre in Informazione o disinformazione? Bruno ci ricorda che già nel 1972 il «Rapporto del Club di Roma», lucidamente anticipatore e largamente inascoltato, ci aveva avvertiti dei rischi potenzialmente distruttivi legati allo sfruttamento indiscriminato delle risorse non rinnovabili.

    Quali sono i problemi oggetto del catalogo di Bruno?

    Consumo irresponsabile delle risorse del pianeta e cambiamento climatico (si veda in proposito Homo Sapiens).

    Sviluppo delle nuove tecnologie piegato a interessi di profitto e di potere, con conseguenze in termini di impoverimento del lavoro, crescita delle disuguaglianze e nuove povertà.

    Sistemi economici basati sulla frantumazione del lavoro, sulla sua precarizzazione e sulla compressione dei salari, piuttosto che sulla produzione di ricchezza e diffusione del benessere.

    Flussi migratori di natura epocale affrontati secondo logiche emergenziali e dinamiche demografiche dirompenti, sia quando la popolazione cresce sia quando diminuisce, anche se evidentemente con conseguenze diverse. Il tema è approfondito in Otto miliardi e in Inverno demografico.

    Giovani lasciati allo sbando senza educazione e senza maestri, e quindi senza prospettive, senza ideali, senza motivazioni (si veda Ribelli senza causa).

    Disaffezione per una politica incapace di vedere e affrontare i

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