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L’Aqua Virgo e le sue fontane. Alla scoperta dei tesori di Roma
L’Aqua Virgo e le sue fontane. Alla scoperta dei tesori di Roma
L’Aqua Virgo e le sue fontane. Alla scoperta dei tesori di Roma
E-book85 pagine47 minuti

L’Aqua Virgo e le sue fontane. Alla scoperta dei tesori di Roma

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Info su questo ebook

L'eBook "L'Aqua Virgo e le sue fontane. Alla scoperta dei tesori di Roma" invita i lettori a un viaggio emozionante attraverso la storia e l'architettura delle fontane romane alimentate dall'antico acquedotto dell'Aqua Virgo. Costruito nel 19 a.C. da Marco Vipsanio Agrippa, l'Aqua Virgo è noto per la sua straordinaria capacità di resistere nel tempo, rimanendo in funzione ininterrottamente da oltre duemila anni, nonostante le calamità naturali e le invasioni barbariche. Questo è in parte dovuto alla sua costruzione prevalentemente sotterranea, che ha preservato l'integrità e la purezza delle sue acque. Il libro si articola in due percorsi distinti che guidano il lettore alla scoperta delle fontane più emblematiche alimentate da questo acquedotto, ognuna con la propria unica storia e significato. Primo itinerario: 1) Fontana del Bottino in Via di San Sebastianello, il punto di partenza storico dell'acqua in città; 2) Fontana della Barcaccia in Piazza di Spagna, creazione barocca con una storia legata all'alluvione del Tevere; 3) Fontana di Piazza Colonna, situata nel cuore politico di Roma; 4) Fontana del Facchino in Via Lata, una delle poche fontane rappresentanti figure umane in atteggiamenti quotidiani; 5) Fontana di Trevi, il celebre monumento barocco noto in tutto il mondo; 6) Fontana de' Pastini, piccolo gioiello nascosto nel cuore di Roma; 7) Fontana di Piazza della Rotonda, affacciata sul Pantheon, unisce storia antica e rinascimentale; 8) Fontana dei Libri in Via degli Staderari, omaggio alla cultura e all'educazione; 9) Fontane di Piazza Navona, tra cui la famosa Fontana dei Quattro Fiumi, la Fontana del Moro e la Fontana del Nettuno; 10) Fontana della Terrina in Piazza Chiesa Nuova con il suo caratteristico coperchio; 11) Fontana della Cancelleria, con una storia legata agli uffici amministrativi della Chiesa;12) Fontana delle Tartarughe in Piazza Mattei, ammirata per la sua eleganza e finezza artistica. Secondo Itinerario: 1) Fontana del Leone in Piazza di San salvatore in Lauro, rappresentazione di forza e vigilanza; 2) Fontana dell'Orso in Via di Monte Brianzo, piccola ma significativa nella storia locale; 3) Fontana del Trullo Piazza Nicosia, una delle tante fontane smontate e rimontate in altro luogo, caratteristica dai dettagli unici; 4) Fontana della Botticella in Largo san Rocco, un angolo pittoresco di Roma; 5) Fontane di Piazza del Popolo, complesso di fontane che accoglie i visitatori all'ingresso nord della città che attraversano la Porta Flaminia; 6) la Fontana della Vasca in Viale Gabriele D'Annunzio che porta al belvedere del Pincio; 7) Mostra della nuova Aqua Virgo al Pincio, un'esposizione che celebra il rinnovamento dell'acquedotto e la sua storia. Attraverso descrizioni dettagliate e contestualizzate, il lettore potrà apprezzare non solo l'architettura e l'arte delle fontane ma anche comprendere l'importanza storica e culturale dell'Aqua Virgo a Roma, testimoniando l'ingegnosità e la visione degli antichi romani e dei successivi interventi rinascimentali e barocchi.
LinguaItaliano
Data di uscita22 apr 2024
ISBN9791222743004
L’Aqua Virgo e le sue fontane. Alla scoperta dei tesori di Roma

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    Anteprima del libro

    L’Aqua Virgo e le sue fontane. Alla scoperta dei tesori di Roma - Marco Sorgia

    INTRODUZIONE

    1. Generalità - Gli acquedotti romani

    Appena giunge a Roma, il turista è immediatamente colpito da due caratteristiche salienti: l’imponente ricchezza di monumenti, testimoni di un passato glorioso, e la diffusa presenza di fontane e fontanelle che adornano le vie della città, conferendole un fascino unico.

    Immersi nella storia e nello sviluppo di Roma, ci si rende conto dell’intrinseca relazione della città con l’acqua, fin dalle sue origini. Posizionata in prossimità del fiume Tevere e circondata da luoghi ricchi di sorgenti naturali, la città ha sempre avuto un legame profondo con questo elemento vitale.

    Le prime comunità che si insediarono in quest’area, già nell’età del ferro, scelsero strategicamente i colli lungo la riva sinistra del Tevere, estendendosi dall’Isola Tiberina. Questa scelta favoriva non solo il passaggio attraverso il fiume ma anche i collegamenti tra l’Etruria e la Campania.

    Nel corso dei secoli, furono intrapresi i lavori di ingegneria di rilevante importanza, a testimonianza della grandezza e della prosperità della civiltà romana. Questi progetti hanno contribuito a definire l’aspetto attuale della città e includono la bonifica e il drenaggio delle terre, la costruzione di ponti e infrastrutture portuali che sfruttavano il Tevere come principale via per il commercio, la difesa e l’economia, nonché alla realizzazione di acquedotti e fontane monumentali, e la costruzione di complessi termali.

    Gli acquedotti di Roma, fin dall’antichità, hanno garantito l’approvvigionamento idrico della città. In totale, se ne contano 16, di cui 11 risalenti all’epoca romana e 5 edificati in periodi rinascimentale e moderno.

    Di seguito, un elenco degli acquedotti romani, dal più antico al più recente: in età repubblicana furono eretti l’Aqua Apia (312 a.C.) e l’Anio Vetus (270 a.C.), l’Aqua Marcia (144 a.C.) e l’Aqua Tepula (125 a.C.). Durante l’epoca augustea, furono realizzati l’Aqua Iulia (33 a.C.), l’Aqua Virgo (19 a.C.) e l’Aqua Alsietina (2 a.C.). L’Aqua Claudia (38 d.C.) e l’Anio Novus (38 d.C.) furono iniziati dall’imperatore Caligola e completati da Claudio. L’Aqua Traiana (109 d.C.) fu costruito dall’imperatore Traiano, mentre l’Aqua Alexandrina (226 d.C.) fu realizzato per volere di Alessandro Severo.

    A seguito della devastazione degli acquedotti ad opera di Vitige re degli Ostrogoti, nel VI secolo, la popolazione di Roma fu costretta a spostarsi lungo le sponde del Tevere per procurarsi acqua, poiché il fiume era diventata l’unica fonte idrica. Questa dipendenza espose la popolazione a frequenti inondazioni, un problema che trovò soluzione solo con la realizzazione degli argini del Lungotevere, iniziata nel 1870 e completata nel 1926.

    Durante il Rinascimento, i pontefici, animati dal desiderio di rinnovare e impreziosire una città a lungo trascurata, promossero ambiziosi progetti che includevano la costruzione di nuovi ponti, il ripristino degli antichi acquedotti e la creazione di fontane pubbliche. Queste ultime divennero non solo strutture utili ma anche preziosi elementi decorativi del tessuto urbano, anticipando le opere maestose del periodo barocco.

    In questo contesto, furono costruiti l’Acquedotto Felice (1585-1857), che riutilizzò le sorgenti dell’Aqua Alexandrina, e l’Acquedotto dell’Acqua Paola (1608-1611) eretto seguendo il tracciato dell’Aqua Traiana. Gli ultimi tre acquedotti, benché più recenti, meritano di essere citati per completezza: l’Acqua Pia Antica Marcia (XIX secolo); l’Acquedotto del Peschiera-Capore (1937-1980) e l’Acquedotto Appio-Alessandrino (1963-1968).

    2. L’Aqua Virgo – La sua storia

    L’Aqua Virgo, eccezionalmente tra gli antichi acquedotti romani, ha mantenuto la sua funzionalità ininterrottamente fino ai giorni nostri, resistendo alle calamità naturali e alle devastazioni barbariche grazie alla sua maggior parte sotterranea. Questo acquedotto, il sesto tra gli undici principali che garantivano l’approvvigionamento idrico della città, trae il proprio nome dalla purezza delle sue acque o, secondo un’antica tradizione, da una giovane vergine che avrebbe rivelato ai soldati la posizione delle sorgenti. Inaugurato nel 19 a.C. da Marco Vipsanio Agrippa, genero dell’imperatore Augusto, fu progettato per alimentare le sue terme. Con un percorso totale di 14,105 miglia romane, pari a circa 20 km, si snodava prevalentemente sottoterra, eccezion fatta per gli ultimi due chilometri che emergevano in superficie o su arcate nella zona del Campo Marzio.

    Le sorgenti, situate vicino al casale di Salone all’ottavo miglio della Via Collatina, iniziavano un percorso ampio che, da est, entrava in città da nord, lambendo

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