Riportatelo a casa!: Seconda Guerra Mondiale: la storia vera di un pilota scomparso sulle alpi italiane
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Giampaolo Clerico
Giampaolo Clerico, 51 anni, laureato in Psicologia, è un Maresciallo Maggiore dell’Arma dei Carabinieri in servizio attivo da circa 30 anni, appassionato, tra le altre cose, di lettura e scrittura. All’epoca degli eventi narrati era il Comandante della Stazione Carabinieri di Sarentino. Esperto di lingue inglese, tedesca, francese e portoghese, poté ben rapportarsi con le varie Autorità Americane intervenute per le ricerche dei resti del pilota. Pluri decorato per operazioni e meriti di servizio, fu impiegato in varie missioni operative nei Balcani e integrato per 2 anni nella Missione di Pace “Joint Enterprise” sotto l’egida KFOR-NATO in Kosovo.
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Anteprima del libro
Riportatelo a casa! - Giampaolo Clerico
La realizzazione di quest’opera è stata resa possibile grazie al sostegno della Provincia Autonoma di Bolzano-Alto Adige – Ripartizione Cultura Italiana
Abbiamo imparato a volare come gli uccelli, a nuotare come i pesci, ma non abbiamo ancora imparato la semplice arte di vivere insieme come fratelli.
Martin Luther King
A mio figlio Kevin.
Che tu possa vivere appieno
tutte le intense e meravigliose emozioni
che la vita ti donerà.
Ogni riferimento a fatti ed eventi storici nella presente opera, corrisponde a verità, a seguito di ricerche storiche, studi documentali e giudiziari, nonché a seguito di indagini e accertamenti esperiti in prima persona dall’autore. Alcuni nomi anagrafici sono relativi a persone realmente esistenti, così come professioni, posizioni politiche, gradi e livelli militari. Per linearità narrativa, alcuni altri nomi di persona, dialoghi, gradi e livelli militari, nonché parte della storia romanzata, sono frutto della fantasia dell’autore.
INDICE
Prefazione
Val Sarentino
Preambolo
Capitolo 1Missing Aircrew Report (MACR) – 9319
Il primo sopralluogo
Il sopralluogo tecnico-logistico
Capitolo 2Intermezzo
Il team operativo di ricerca
I preparativi
Capitolo 3Gli scavi
Il sorvolo
Le ossa
Gli anelli
Epilogo
Note finali dell’Autore
Appendice
Reportage fotografico
Fonti bibliografiche
Ringraziamenti
Postfazione di Luca Fregona
La Defense POW/MIA Accounting Agency (DPAA) è un’agenzia all’interno del dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, la cui missione è recuperare il personale militare americano elencato come prigioniero di guerra (POW) o disperso in azione (MIA) di conflitti passati nei Paesi del mondo.
La Defense POW/MIA Accounting Agency è stata costituita il 30 gennaio 2015, come risultato della fusione del Joint POW/ MIA Accounting Command, dell’ufficio dei prigionieri di guerra/ personale disperso della difesa e di parti del dipartimento di Scienze della vita dell’aeronautica degli Stati Uniti. Il quartier generale della DPAA ha sede in Washington presso il Pentagono; la base operativa si trova a Pearl Harbor-Hickam, Hawaii e i laboratori scientifici sono alloggiati presso la base aeronautica di Offutt, Nebraska. Esistono inoltre varie sedi logistico-operative in Europa e nel resto del mondo. Attualmente, la DPAA ha stipulato un accordo di cooperazione con la Fondazione Henry M. Jackson per l’avanzamento della medicina militare, Inc., che fornisce supporto operativo durante le operazioni di recupero in tutto il mondo.
Oltre seicento tra uomini e donne provenienti da varie specialità dell’Esercito, Marina, Aeronautica USA, oltre che a personale civile tra analisti, antropologi, archeologi, archivisti, esperti di comunicazione, storici, linguisti, logisti, esperti in analisi di tracce e prove, odontoiatri forensi, pianificatori, esperti di politica, personale di supporto e molti altri, sono impegnati in missioni di ricerca in ogni angolo del mondo.
Oggigiorno, la DPAA è impegnata nella ricerca, indagine e recupero di circa 34.000 (tra gli 83.000 totali) americani dispersi e si pensa possano essere recuperati e riportati in patria per il dovuto saluto di commiato, soldati della seconda guerra mondiale, guerra di Corea, guerra fredda, guerra del Vietnam, Iraq e altri conflitti passati, forte dello stanziamento di fondi illimitati concessi dal congresso americano.
Una forza lavoro di livello mondiale adempie agli obblighi degli USA massimizzando il numero di persone scomparse documentate e garantendo allo stesso tempo la fornitura di informazioni tempestive e accurate alle famiglie dei dispersi; fornire cioè alle famiglie dei dispersi quelle risposte a lungo cercate, con le quali possano ottenere un po’ di conforto, grazie anche alla scienza e alla tecnologia che si sono sviluppate in modo esponenziale negli ultimi anni, consentendo identificazioni che solo cinque anni fa sembravano impossibili.
La DPAA può inoltre contare sulla collaborazione di forti partner – quali funzionari governativi e persone in ciascuno dei Paesi in cui opera l’agenzia – che forniscono un’assistenza inestimabile e offrono supporto collaborativo da parte dei quattro uffici di Pronto Soccorso dell’Esercito, del sistema medico legale e del laboratorio di identificazione del DNA dell’esercito americano.
Di vitale importanza per l’agenzia sono anche il Comando Statunitense dell’Indo-Pacifico, il Comando Europeo USA e l’Agenzia di Intelligence della Difesa USA, il dipartimento per gli Affari dei Veterani di Guerra e la commissione americana per i Cimiteri Monumentali di Guerra. Inoltre, l’agenzia beneficia anche di partnership tra organizzazioni di gruppi familiari e veterani.
La DPAA sviluppa ogni casistica di ricerca attraverso la raccolta di fonti circostanziali, materiali, materiale organico odontoiatrico, ricerca antropologica, archeologica e raccolta del DNA. La costruzione di ogni caso implica la raccolta di molte diverse linee di prova che consentono alla DPAA di raccontare la storia di una persona o di un gruppo scomparso e, quando possibile, di effettuare un’identificazione.
VAL SARENTINO
Protagonista involontaria della tragedia narrata
Aun tiro di schioppo a nord di Bolzano, seguendo il fiume Talvera, che come in un canyon ha scavato le ripide pareti di porfido, si apre la Val Sarentino/Sarntal. La valle è caratterizzata da una bellezza naturale mozzafiato, con paesaggi montani, boschi e paesi pittoreschi, e conta una popolazione di circa 7.200 abitanti.
Statisticamente è il Comune più grande della Provincia Autonoma di Bolzano, con i suoi 302,5 chilometri quadrati, lungo la SS 508 e comprende ventotto frazioni, partendo dalla località Mezzavia da cui il nome della storica locanda che ne delimita il confine territoriale a sud, fino a raggiungere il Passo Pennes a nord a 2.211 metri sul livello del mare. Le Alpi Sarentine presentano l’altezza record, all’apice della vetta Hirzer, di 2.781 metri di altitudine. Il centro economico e culturale, sede anche del municipio, è Sarentino paese, situato a 961 metri sul livello del mare.
La valle è inoltre meta di attrazione turistica sia estiva che invernale, in quanto vanta innumerevoli itinerari escursionistici, durante la stagione estiva, attraverso paesaggi da sogno a piedi o in mountain bike e durante la magica bianca atmosfera invernale vanta per gli amanti dello sci alpino il comprensorio sciistico di Reinswald e per gli amanti dello slittino la pista dedicata di oltre quattro chilometri. A Pennes, invece, ci si può dedicare allo sci di fondo. Etnicamente, la popolazione della Val Sarentino è in larga parte di lingua tedesca, anche se la regione è caratterizzata da una significativa diversità culturale dovuta alla sua posizione geografica di confine tra l’Italia e l’Austria. La storia della Val Sarentino è strettamente legata a quella della regione Sudtirolo.
La presenza romana è documentata nella zona da reperti archeologici che ne testimoniano l’insediamento.
Durante il periodo medievale, la Val Sarentino fece parte del Sacro Romano Impero e fu oggetto di dispute territoriali tra nobili locali e principi vescovi. Inoltre, il territorio subì l’influenza dei vari imperatori che dominavano la regione.
Nel corso dei secoli, la Val Sarentino passò sotto l’influenza dell’impero austro-ungarico che nella zona lasciò un’impronta culturale e linguistica duratura. Durante questo periodo molte comunità locali mantennero le loro tradizioni e la lingua tedesca.
Con la fine della prima guerra mondiale e la dissoluzione dell’impero austro-ungarico nel 1918, la Val Sarentino divenne parte del territorio italiano in seguito al Trattato di Saint-Germain-en-Laye del 1919.
Durante il periodo fascista le autorità italiane promossero dure politiche di italianizzazione che colpirono anche la Val Sarentino. La lingua tedesca fu soppressa e sostituita dall’italiano, e si procedette a mettere in atto tentativi di assimilare la cultura locale a quella italiana.
Dopo la seconda guerra mondiale, la regione del Sudtirolo, compresa la Val Sarentino, divenne oggetto di tensioni tra Italia e Austria. Nel 1972, con lo Statuto di autonomia, la regione ottenne un alto grado di autonomia amministrativa, linguistica e culturale all’interno del contesto italiano.
Oggi la Val Sarentino è una regione che conserva la sua identità culturale e linguistica unica, con una popolazione che parla prevalentemente il tedesco.
PREAMBOLO
20 ottobre 1944
Il sottotenente Lowell Sawyer Twedt, pilota di stanza presso il Primo Gruppo del Settantunesimo Squadrone Caccia della U.S. Air Force avente base operativa presso l’aeroporto Salsola di Foggia, aveva compiuto ventisette anni da poco più di un mese e si stava preparando psicologicamente per affrontare l’imminente missione operativa ad alto rischio. Di buon’ora era intento a controllare che il proprio bombardiere Lockheed P-38 Lightning fosse in perfetto assetto operativo e funzionale. Seguendo attentamente le operazioni di caricamento dell’armamento da parte dei tecnici armaioli, il suo pensiero era rivolto alla moglie e al figlioletto William, di appena cinque anni.
Quella fredda e uggiosa mattina di ottobre, il sottotenente Lowell sentiva un peso sullo stomaco, un senso di disagio crescente e premonitore, tanto che non fece neppure colazione.
«Che succede Lowell? Ti vedo pensieroso», gli chiese il sottotenente William Wisner, detto Billy, suo amico e compagno di mille avventure fin dai tempi dell’accademia di volo e prossimo compagno di missione.
«Tranquillo Billy», Lowell fece un sorriso tirato, «nulla di che, solamente una strana sensazione. Sarà l’adrenalina pre missione».
«Stai sereno Lowell, sarà una passeggiata!», ribatté William, «ricordati che sei un pilota della U.S. Air Force, la migliore al mondo!»
Con un cenno di commiato, William lasciò Lowell ai suoi controlli, dirigendosi verso gli uffici del Comando.
Lowell ritornò ai suoi pensieri, cercando di far proprio l’ottimismo dell’amico.
«Tenente Twedt», lo chiamò il maggiore Anderson, comandante del Primo Gruppo. Assorto nei suoi pensieri, Lowell non si era nemmeno accorto del suo arrivo.
«Sissignore!», rispose Lowell.
«Alle ore otto-zero-zero in aula briefing per il mission check
»,