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Plenilunium Noctis: Brevi racconti sotto la luna piena
Plenilunium Noctis: Brevi racconti sotto la luna piena
Plenilunium Noctis: Brevi racconti sotto la luna piena
E-book45 pagine30 minuti

Plenilunium Noctis: Brevi racconti sotto la luna piena

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Info su questo ebook

7 sono i cieli dell'antichità. 7 sono i colori dell'arcobaleno. 7 sono i colli di Roma. 7 sono i peccati capitali. 7 sono le virtù. 7 sono i doni dello Spirito Santo nel Cristianesimo. 7 sono i principali Arcangeli del Cristianesimo. 7 sono i Sacramenti del cristianesimo cattolico romano. 7 sono le meraviglie del mondo antico e moderno. 7 sono gli storici Re di Roma. 7 è l’espressione privilegiata della mediazione tra umano e divino. 7 sono questi racconti brevi...

- NON DISTURBATE I MORTI: tre ragazzi entrano per gioco in un cimitero, ma a ridere sarà il destino di ciascuno di loro.

- FOGLIE NEL VENTO: una delicata storia di vita e di morte, dove nulla è come sembra.

- LA SCELTA: cosa si potrebbe provare nel coricarsi a letto e risvegliarsi in un buio e fatiscente locale, sottoposti ad un perverso gioco di un folle psicopatico? Chiedetelo ad Alex...

- NERO NATAL: racconto nero e grottesco con protagonisti una vecchietta ed un...coniglio.

Ed infine...3 piccole e lontane schegge.
(di un sedicenne alle prime armi)

- DIALOGO CON DIO: come dice il titolo, due parole scambiate con Dio.
- LINEA D'OMBRA: ultimi attimi di un poliziotto prima di suicidarsi.
- SENZA NOME E SENZA FACCIA: storia di una ragazza con addosso le indelebili cicatrici di un abuso sessuale.
LinguaItaliano
EditoreMaxime Doe
Data di uscita9 nov 2014
ISBN9786050332506
Plenilunium Noctis: Brevi racconti sotto la luna piena

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    Anteprima del libro

    Plenilunium Noctis - Maxime Doe

    Plenilunium Noctis

    Traduzione di Ruben M.

    Copyright © 2012 Subitus Editore

    Illustrazione © 2012 Rorema Design

    doe.maxime@gmail.com

    I EDIZIONE

    NON DISTURBATE I MORTI 

    FOGLIE NEL VENTO 

    LA SCELTA

    NERO NATAL

    DIALOGO CON DIO

    LINEA D’OMBRA

    SENZA NOME E SENZA FACCIA 

    Uccidi un uomo e sei un assassino; uccidine un milione e sei un conquistatore; uccidili tutti, e sei Dio

    Jean Rostand

    NON DISTURBATE I MORTI

    Bill detto spaghetto fu l’ultimo dei tre ragazzi a varcare il cimitero. Chiuse il cancello che stranamente non emise alcun cigolio, separando così silenziosamente il mondo dei vivi da quello dei morti.

    Tom detto il gigante guidava lo sparuto gruppetto attraverso gli stretti sentieri ghiaiosi che simili a bianchi serpenti dividevano le lunghe file di lapidi.

    La fitta oscurità della notte, giocando con la tenue luce della luna, creava strane e deformi ombre che in quel sinistro luogo apparivano ancora più terrificanti.

    «Da questa parte» disse sussurrando Tom detto il gigante.

    Will che nonostante la bassa statura non aveva alcun nomignolo ma era semplicemente Will detto Will, seguiva come un segugio Tom detto il gigante, nonostante non sapesse dove stessero andando e perché si trovassero nel cimitero.

    Will detto Will non parlava molto, anzi, non parlava quasi mai. Avrebbero potuto chiamarlo Will detto il basso, oppure Will detto il muto ma per qualche ignota ragione era Will detto Will. Forse perché avevano considerazione in lui, oppure perché di considerazione non ne avevano affatto.

    Nel silenzio si udiva solo il passo dei ragazzi sopra la candida ghiaia. Crick crack, crick, crack. Più che un flebile suono sembrava il lamento di una cornacchia morente.

    «Dove stiamo andando?» osò chiedere Bill detto spaghetto.

    «Andiamo a fare una visitina a Jeremiah» rispose Tom detto il gigante senza voltarsi.

    Jeremiah era il vecchio custode del cimitero e prima di lui lo era stato suo padre e prima ancora suo nonno. Abitava da solo in una piccola casa in legno oltre il lato occidentale del cimitero. Era una persona schiva, solitaria, silenziosa, in sostanza: un perfetto guardiano.

    I visi sorridenti di uomini, donne, giovani, anziani, stampati sul freddo ed umido marmo delle lapidi, osservavano i tre ragazzi mentre superavano a zig zag file di tombe cullate dalla madre terra.

    Tom detto il gigante continuava a fare strada tenendo saldamente una piccola torcia che illuminava ora una lapide, ora una foto, ora un lumino, ora un fiore appassito.

    Il verso di una civetta morse improvvisamente il raggelante silenzio, scavando solchi di paura tra le ossa di Bill detto spaghetto e Will detto Will. Tom detto il gigante mostrò invece indifferenza, continuando a camminare

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