Flaiano e la pubblica amministrazione
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Anteprima del libro
Flaiano e la pubblica amministrazione - Diego De Carolis
Flaiano e la pubblica amministrazione
Diego De Carolis
© 2010 REA Edizioni
Via S.Agostino 15
67100 L’Aquila
Tel 0862 717001
Fax 0862 761356
Tel diretto 348 6510033
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redazione@reamultimedia.it
Indice
PREFAZIONE
II. Ennio Flaiano e la pubblica amministrazione
III. Ennio Flaiano non è nato a Pescara ?!
IV. Brevi annotazioni serie
sul contesto
della pubblica amministrazione dal dopoguerra fino al 1972.
V. Finestre sulla pubblica amministrazione.
1. Libertà di stampa.
2. Telefonia di stato.
3. La TV di stato
4. Garanzia statale della libertà e della qualità della vita, tutela del paesaggio e della salute .
5. L’arte di stato.
6. Una libertà fondamentale.
7. Contributi per premi letterari e lotta all’analfabetismo.
8. Diritti e libertà dopo la catastrofe.
9. Contabilità
10. Il codice della strada.
11. Segnale di stop
12. Il governo del territorio.
13. Progressione verticale ope legis.
14. Città d’arte e turismo.
15. Rapporti di gerarchia
16. Solidarietà professionale (il medico e l’avvocato)
17. Il prezzo del carburante.
18. Manutenzione dei monumenti nazionali
19. Servizi postali
20. Incarichi politici
21. Un principio generale
22.La semplificazione dell’attività amministrativa
23. Codice di comportamento
24. La polizia .
25. L’edilizia e l’arredo urbano.
26. La contestualità
delle opere di urbanizzazione.
27. Controlli sulle sofisticazioni alimentari.
28. Abusi edilizi.
29. Burocrazia e peccato.
30. La timbratura
degli atti .
31. La befana degli enti.
32. Assunzioni.
33. Profili comparativi .
34. L’istruzione pubblica.
35. Residenze assistite per anziani .
36. L’ufficio postale .
37. Agenti dell’ordine.
38. La Contravvenzione.
39. I certificati anagrafici .
40.I registri dell’anagrafe .
41. Modalità di pagamento delle multe dei Vigili Urbani.
42. Posteggiatore abusivo e ausiliario del traffico.
43. La corruzione romana
44. I finanziamenti per lo sport .
45. Cartelloni pubblicitari.
46. Studenti di scuola di recupero privata.
47. Medici specialisti e medici generici.
48. Rapidità e facilità di movimento.
49. Piano urbano del traffico (cd. P.U.T.).
50. Studenti universitari .
51. Lo sciopero .
52. Servizio militare.
53. Merci per la famiglia.
54. Categorie di lavoratori .
55. Demanio marittimo e bellezze naturali.
56. Toponomastica stradale e opere di urbanizzazione
57. Università.
58. Consulenti esterni.
59. Dissesto idrogeologico e rimboschimento.
60. Toponomastica e tradizioni locali
61. Autonomie locali e sussidiarietà.
62. Contributi per la produzione cinematografica.
63. Rapporti tra servizi pubblici e miracoli.
64. L’amministrazione della giustizia.
65. Visite specialistiche e qualità delle prestazioni.
66. Raccomandazioni e consigli per essere assunti.
67. Per non dimenticare….
VI. Piccola appendice personale
1. Servizio distribuzione gas domestico.
2. Assunzioni senza limiti di età.
3. Foglio dall’enoteca teramana
4. Mandati di pagamento
5. Divieto di fumo
6. Chiosco dell’ (ex) A.N.A.S.
7. Uno stonzko a Palazzo di Giustizia
8. L’insostenibile leggerezza… dei timbri.
9. La cerimonia di tumulazione delle ceneri
10. Flaiano e l’arredo urbano (ovvero la sindrome di Idefix)
11. Flaiano e i draghi
della politica
12. Fiori secchi sulla tomba di Flaiano….
13. Flaiano e la burocrazia. Una libera intervista .
14. Lettera di Ferragosto (mai inviata).
15. Quando si arrivava a fine mese…. dalla lira all’euro.
VII. Ringraziamenti
Cara Viviana,
"Io non invidio nessuno, oggi.
A questo punto della mia vita non invidio chi ha figli,
chi ha belle case, chi ha beni.
Io non invidio nessuno…vorrei …
avere la possibilità di incontrare degli amici, di parlare…"
(Ennio Flaiano, Cristo torna sulla terra,
Quaderni di Cartevive, Lugano, 2000, 79)
P.S.: un saluto anche alla nostra Maria Flavia, perché tenga sempre ben presente che è forse meno difficile essere un genio che trovare chi sia capace di accorgersene (Ardengo Soffici, in una bustina di zucchero…).
PPS: Ricorda che il peggio che possa capitare ad un genio è essere compreso (E.F.)
PREFAZIONE
di Aldo Bardusco{1}
La raccolta antologica di scritti di Ennio Flaiano sulla pubblica amministrazione presentata in questo volumetto (ormai alla seconda edizione) è particolarmente felice. Compaiono nella raccolta brani letterari di varia natura tratti dalle opere di Flaiano: riflessioni, aneddoti, citazioni ironiche o sarcastiche, aforismi, parabole di fantasia, fatti di cronaca. Tutti stimolanti; alcuni bizzarri.
E’ merito di Diego De Carolis avere ordinato ed illuminato tutti questi scritti di Flaiano, dopo avere passato al setaccio le sue opere per estrarne i pezzi che hanno a che fare con la burocrazia e con l’ agire burocratico.
Messi insieme questi pezzi formano un’operetta originale che svela non soltanto il pensiero dell’Autore sulla pubblica amministrazione, ma prima di tutto la sua visione del potere e della politica. Ciò che Flaiano letterato scorge al fondo del potere (qualunque potere, in qualunque tempo) è la falsità. Talvolta la protervia, ciò che gli fa esclamare ( si veda il brano n° 6, Una libertà fondamentale
): " da ragazzo ero anarchico; adesso mi accorgo che si può essere sovversivi soltanto chiedendo che le leggi dello Stato siano rispettate da chi governa".
Ma la funzione amministrativa cui è dedicata la raccolta che qui presentiamo è qualcos’altro. Qualcosa che ha a che vedere con il potere politico; ma che nel potere non si identifica al cento per cento. E allora cosa pensava lo scrittore della pubblica amministrazione ? La sua opinione era soltanto negativa ? Il suo punto di vista era nutrito di puro disprezzo ? No. Se si considerano i pezzi antologici qui raccolti da Diego De Carolis, si ricava l’impressione che lo scrittore non fosse interessato ad alcun giudizio morale sulla realtà della burocrazia. Ciò che a Flaiano interessava era di mettere in scena una rappresentazione teatrale - comica, drammatica, ironica - delle situazioni di tipo burocratico, senza sovrapporre alle stesse dei giudizi particolari. La realtà amministrativa che passa attraverso lo sguardo di Ennio Flaiano subisce sempre una trasfigurazione, una ricomposizione fantastica. Egli costruisce fiabe pungenti che sono fonte di meraviglia. Dalla sua penna di scrittore, anzi di fabulatore fantasioso, esce una visione deformata e al tempo stesso rarefatta (fondamentalmente surreale) dell’umanità di tutti i giorni alle prese con i pubblici funzionari.
La forza di Flaiano sta nella sua capacità di scomporre, di disgregare le logiche su cui poggiano i comportamenti amministrativi, di evidenziarne la contrarietà al buon senso, di mostrarcene i risvolti più incredibili e più surreali. E tutto questo senza invettive o condanne, ma tenendo ancorati racconti e riflessioni alla sfera delle vicende di tutti i giorni, dei fenomeni semplici e consuetudinari. Flaiano è un’ artista del racconto, ed il suo dono principale è quello di saper trarre dei bozzetti esemplari e coloriti dalle cose e situazioni che cadono sotto il suo sguardo.
La letteratura degli ultimi duecento anni ha conosciuto un alto numero di opere in cui la pubblica amministrazione è stata al centro delle vicende raccontate; oppure ha fatto da scenario di fondo a storie uscite dalla fantasia degli Autori. Possiamo limitarci a qualche citazione del tutto improvvisata e ricordare autori come Gogol, Balzac, Courteline e Dickens per l’ottocento; come Kafka, Conrad, Bulgakov, Solgenitzin e lo stesso Gadda (col suo Commissario Ingravallo) per il novecento. Ma Flaiano ha verso la burocrazia e le sue malefatte un approccio non così cattivo e plumbeo come quello degli autori classici. Il suo è uno sguardo critico, sì, e corrosivo; ma al tempo stesso lieve e giocoso. Le storie che lo scrittore ci racconta sembrano svolgersi in un mondo a sé; un mondo qualche volta dalle tinte fiabesche, dove i personaggi (buoni o cattivi) attraversano situazioni assurde, o penose, o drammatiche senza esserne veramente travolti, senza subire bruciature permanenti. Se c’è un autore del novecento italiano cui Flaiano può essere almeno in parte accostato, per lo stile e per il gusto del paradosso, quest’ autore è Achille Campanile. Il cui sguardo, però, non è stato altrettanto acuto del suo nel disegnare il volto - e le gesta - della burocrazia.
Lo sguardo che Flaiano posa sugli eventi e sui rapporti burocratici è lo sguardo dell’uomo comune (qualche volta del povero diavolo) che soggiace rassegnatamente alle imposizioni della burocrazia, che ne subisce le regole insensate (ed applicate ottusamente); ma non ne comprende la necessità né la logica. Tuttavia nella sua visione la colpa degli insensati comportamenti è del sistema burocratico in quanto tale; di tutto l’impianto organizzativo e normativo, più che degli addetti alla scombinata macchina burocratica, e di quanti vengono incolpevolmente obbligati ad applicarne le regole. Nei racconti e nelle battute di Flaiano vibra sempre un sentimento di comprensione, quando non di compassione, per i comportamenti umani. Umana pietas e sensibilità che coinvolgono non soltanto le vittime, ma sovente anche i carnefici: