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Flaiano e la pubblica amministrazione
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E-book172 pagine1 ora

Flaiano e la pubblica amministrazione

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Info su questo ebook

Ennio Flaiano, che scriveva per non essere “incluso”, pensava e faceva tutto da “abruzzese”, come scrisse in una lettera un anno prima della sua scomparsa: “… che cosa ho conservato di abruzzese… debbo dire, ahimè, tutto;…”. E’ stato definito a Pescara dal Maestro Camilleri come uno dei più grandi scrittori “postumi” del novecento. La viva intelligenza dell’opera del “satiro”, oggi riconosciuta a tutti i livelli, merita di essere conosciuta ed approfondita, dai giovani e dai meno giovani, per gli attualissimi insegnamenti che è in grado di trasmettere. In occasione del centenario dalla nascita, la vita e le opere scelte di Flaiano sono state oggetto di un recente corposo volume, curato da Anna Longoni, per conto della Fondazione Luisa Flaiano, letterariamente animata da Diana Ruesh, responsabile del Fondo Flaiano presso la Biblioteca Cantonale di Lugano, dove sono conservati tutti gli scritti dell’Autore. Il presente volumetto vorrebbe essere un omaggio al geniale abruzzese e un piccolo germoglio di un seme sempre vivo.
LinguaItaliano
Data di uscita22 giu 2011
ISBN9788874171040
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    Flaiano e la pubblica amministrazione - Diego De Carolis

    Flaiano e la pubblica amministrazione

    Diego De Carolis

    © 2010 REA Edizioni

    Via S.Agostino 15

    67100 L’Aquila

    Tel 0862 717001

    Fax 0862 761356

    Tel diretto 348 6510033

    www.reamultimedia.it

    redazione@reamultimedia.it

    Indice

    PREFAZIONE

    II. Ennio Flaiano e la pubblica amministrazione

    III. Ennio Flaiano non è nato a Pescara ?!

    IV. Brevi annotazioni serie sul contesto della   pubblica amministrazione dal dopoguerra fino al 1972.

    V. Finestre sulla pubblica amministrazione.

      1. Libertà di stampa.

    2. Telefonia di stato.

    3. La TV di stato

    4.  Garanzia statale della libertà e della qualità della vita, tutela del paesaggio e della salute .

      5. L’arte di stato.

    6. Una libertà fondamentale.

    7. Contributi per premi letterari e lotta all’analfabetismo.

     8.  Diritti e libertà dopo la catastrofe.

    9.   Contabilità

    10.  Il codice della strada.

    11. Segnale di stop

      12.  Il governo del territorio.

    13. Progressione verticale ope legis.

    14. Città d’arte e turismo.

    15. Rapporti di gerarchia

    16. Solidarietà professionale (il medico e l’avvocato)

    17. Il prezzo del carburante.

    18. Manutenzione dei monumenti nazionali

    19. Servizi postali

    20. Incarichi politici

    21. Un principio generale

    22.La semplificazione dell’attività  amministrativa 

    23.  Codice di comportamento

    24.  La polizia .

    25. L’edilizia e l’arredo urbano.

    26.  La contestualità delle  opere di urbanizzazione.

    27.  Controlli sulle sofisticazioni alimentari.

    28.  Abusi edilizi.

    29. Burocrazia e peccato.

    30.  La timbratura degli atti .

    31.  La befana degli enti.

    32.  Assunzioni.

    33. Profili comparativi .

    34.  L’istruzione pubblica.

    35. Residenze assistite per anziani .

    36.  L’ufficio postale .

    37.  Agenti dell’ordine.

    38.  La Contravvenzione.

    39. I certificati anagrafici .

    40.I registri dell’anagrafe .

    41. Modalità di pagamento delle multe dei Vigili Urbani.

    42. Posteggiatore abusivo e ausiliario del traffico.

    43. La corruzione romana

    44. I finanziamenti per lo sport .

    45. Cartelloni pubblicitari.

    46.    Studenti di scuola di recupero privata.

    47. Medici specialisti e medici generici.

    48. Rapidità e facilità di movimento.

    49. Piano urbano del traffico (cd. P.U.T.).

    50. Studenti universitari .

    51. Lo sciopero .

    52. Servizio militare.

    53. Merci per la famiglia.

    54. Categorie di lavoratori .

    55. Demanio marittimo e bellezze naturali.

    56. Toponomastica stradale e opere di urbanizzazione

    57. Università.

    58. Consulenti  esterni.

    59. Dissesto   idrogeologico    e    rimboschimento.

    60. Toponomastica e tradizioni locali

    61. Autonomie locali e sussidiarietà.

    62. Contributi per la produzione cinematografica.

    63. Rapporti tra servizi pubblici e miracoli.

    64. L’amministrazione della giustizia.

       65. Visite specialistiche e qualità delle prestazioni.

    66. Raccomandazioni e consigli per essere assunti.

    67.  Per non dimenticare….

    VI. Piccola appendice personale

    1. Servizio distribuzione gas domestico.

    2. Assunzioni senza limiti di età.

      3. Foglio dall’enoteca teramana

    4. Mandati di pagamento

    5. Divieto di fumo

    6. Chiosco dell’ (ex) A.N.A.S.

    7. Uno stonzko a Palazzo di Giustizia

    8. L’insostenibile leggerezza… dei timbri.

    9.   La cerimonia di tumulazione delle ceneri 

    10.  Flaiano e l’arredo urbano (ovvero la sindrome di Idefix)

    11. Flaiano e i draghi della politica

    12. Fiori secchi sulla tomba di Flaiano….

    13. Flaiano e la burocrazia. Una libera  intervista .

    14. Lettera di Ferragosto (mai inviata).

    15.  Quando si arrivava a fine mese…. dalla lira all’euro.

    VII. Ringraziamenti

    Cara Viviana,

      "Io non invidio nessuno, oggi. 

    A questo punto della mia vita non invidio chi ha figli,

    chi ha belle case, chi ha beni.

    Io non invidio nessuno…vorrei …

    avere la possibilità di incontrare degli amici, di parlare…"

     (Ennio Flaiano, Cristo torna sulla terra,

    Quaderni di Cartevive, Lugano, 2000, 79)

    P.S.: un saluto anche alla nostra Maria Flavia, perché tenga sempre ben presente che è forse meno difficile essere un genio che trovare chi sia capace di accorgersene (Ardengo Soffici, in una bustina di zucchero…).

    PPS: Ricorda che il peggio che possa  capitare ad un genio è essere compreso (E.F.)

    PREFAZIONE

    di Aldo Bardusco{1}

    La   raccolta  antologica  di  scritti  di  Ennio  Flaiano  sulla  pubblica  amministrazione   presentata  in   questo  volumetto (ormai  alla    seconda  edizione)    è  particolarmente  felice.   Compaiono  nella  raccolta    brani  letterari    di  varia  natura   tratti  dalle  opere   di   Flaiano:     riflessioni,  aneddoti,  citazioni  ironiche  o  sarcastiche,   aforismi, parabole   di  fantasia,  fatti  di  cronaca.  Tutti  stimolanti;  alcuni  bizzarri. 

    E’  merito  di  Diego  De  Carolis    avere  ordinato  ed  illuminato   tutti  questi  scritti  di    Flaiano, dopo  avere  passato  al  setaccio  le  sue  opere  per  estrarne   i  pezzi  che  hanno  a  che  fare  con  la  burocrazia  e   con   l’ agire   burocratico.

    Messi  insieme  questi  pezzi  formano un’operetta originale che  svela non soltanto il  pensiero  dell’Autore  sulla pubblica  amministrazione, ma  prima  di  tutto   la  sua  visione  del  potere  e  della  politica.  Ciò  che  Flaiano letterato scorge al fondo del potere (qualunque potere, in  qualunque  tempo) è la  falsità. Talvolta la  protervia,  ciò  che  gli  fa  esclamare  ( si  veda  il  brano  n° 6, Una  libertà  fondamentale ):  " da  ragazzo  ero  anarchico;  adesso mi  accorgo che  si  può  essere  sovversivi  soltanto chiedendo che le leggi dello Stato siano rispettate  da  chi  governa".

    Ma  la  funzione  amministrativa  cui  è dedicata  la  raccolta    che  qui  presentiamo   è    qualcos’altro.  Qualcosa   che  ha  a  che  vedere  con il  potere  politico;  ma  che  nel  potere  non  si  identifica  al  cento  per  cento. E  allora  cosa   pensava  lo  scrittore  della  pubblica  amministrazione ?  La  sua   opinione  era  soltanto  negativa  ? Il  suo  punto  di vista   era  nutrito   di  puro  disprezzo  ?    No.    Se  si    considerano  i  pezzi  antologici   qui  raccolti  da   Diego  De  Carolis,  si  ricava  l’impressione  che   lo  scrittore  non   fosse   interessato  ad  alcun  giudizio   morale  sulla  realtà  della   burocrazia.  Ciò  che  a  Flaiano   interessava   era   di mettere in  scena  una  rappresentazione  teatrale -  comica,  drammatica,  ironica  -  delle  situazioni  di  tipo  burocratico,  senza  sovrapporre  alle  stesse  dei  giudizi  particolari.   La  realtà  amministrativa   che  passa  attraverso  lo  sguardo  di    Ennio  Flaiano subisce  sempre una  trasfigurazione, una    ricomposizione  fantastica.   Egli  costruisce fiabe  pungenti  che  sono fonte  di  meraviglia. Dalla   sua  penna di scrittore, anzi di  fabulatore  fantasioso, esce una visione  deformata  e  al  tempo  stesso  rarefatta  (fondamentalmente surreale)   dell’umanità  di  tutti  i  giorni   alle  prese   con  i  pubblici  funzionari.

    La  forza di   Flaiano  sta  nella  sua  capacità  di  scomporre,  di  disgregare    le  logiche   su  cui  poggiano i  comportamenti  amministrativi, di  evidenziarne  la  contrarietà  al buon  senso,  di  mostrarcene  i  risvolti  più  incredibili  e  più  surreali.  E  tutto  questo  senza invettive  o  condanne,  ma   tenendo   ancorati     racconti  e   riflessioni   alla  sfera delle  vicende   di  tutti  i  giorni,  dei  fenomeni   semplici  e  consuetudinari.   Flaiano  è  un’  artista    del  racconto,   ed   il   suo  dono principale è  quello  di  saper  trarre  dei  bozzetti esemplari  e  coloriti   dalle  cose  e    situazioni   che  cadono  sotto  il  suo   sguardo.   

    La  letteratura    degli  ultimi  duecento  anni  ha  conosciuto  un    alto  numero  di  opere    in  cui  la  pubblica  amministrazione   è  stata  al  centro   delle  vicende  raccontate;  oppure  ha  fatto  da  scenario  di  fondo a  storie  uscite  dalla  fantasia degli  Autori.  Possiamo  limitarci  a  qualche  citazione  del  tutto  improvvisata  e  ricordare  autori  come Gogol,  Balzac, Courteline e  Dickens  per  l’ottocento;  come  Kafka,  Conrad,  Bulgakov,  Solgenitzin  e  lo  stesso  Gadda     (col  suo  Commissario  Ingravallo)  per  il  novecento.   Ma  Flaiano    ha  verso  la  burocrazia    e  le  sue  malefatte  un  approccio  non   così  cattivo   e    plumbeo  come  quello degli  autori  classici.  Il suo  è  uno  sguardo  critico,  sì,  e  corrosivo;  ma   al  tempo  stesso  lieve   e  giocoso.  Le  storie  che  lo  scrittore  ci  racconta  sembrano  svolgersi in  un  mondo  a  sé;  un  mondo  qualche  volta   dalle tinte  fiabesche,  dove  i  personaggi   (buoni  o  cattivi)  attraversano   situazioni   assurde,  o  penose,  o  drammatiche  senza  esserne    veramente   travolti,  senza  subire  bruciature  permanenti. Se  c’è  un  autore   del  novecento italiano cui  Flaiano  può  essere   almeno  in  parte  accostato,   per  lo  stile   e  per  il  gusto  del  paradosso,  quest’  autore  è  Achille  Campanile.  Il  cui  sguardo,  però,  non  è  stato  altrettanto  acuto del  suo nel  disegnare  il   volto  -  e  le  gesta  -  della  burocrazia. 

    Lo  sguardo  che  Flaiano  posa    sugli  eventi  e  sui  rapporti  burocratici  è  lo sguardo  dell’uomo  comune   (qualche volta  del  povero  diavolo) che  soggiace  rassegnatamente    alle   imposizioni   della  burocrazia,  che  ne  subisce   le  regole  insensate   (ed  applicate ottusamente);  ma  non  ne comprende  la  necessità  né  la logica.   Tuttavia nella  sua  visione  la  colpa    degli   insensati  comportamenti   è  del  sistema   burocratico  in  quanto  tale;  di  tutto  l’impianto   organizzativo  e  normativo,   più  che  degli   addetti  alla  scombinata  macchina burocratica, e di quanti vengono  incolpevolmente    obbligati  ad   applicarne    le  regole. Nei  racconti  e  nelle  battute  di  Flaiano  vibra  sempre  un  sentimento  di   comprensione,  quando  non  di  compassione,  per  i  comportamenti  umani. Umana   pietas e  sensibilità  che  coinvolgono    non  soltanto  le  vittime,  ma  sovente  anche   i  carnefici: 

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