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SugarPanda Contest 2013 - Antologia dei racconti
SugarPanda Contest 2013 - Antologia dei racconti
SugarPanda Contest 2013 - Antologia dei racconti
E-book109 pagine1 ora

SugarPanda Contest 2013 - Antologia dei racconti

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Info su questo ebook

L'antologia dei migliori racconti pervenuti al Concorso Letterario "SugarPanda Contest 2013".
Un susseguirsi di emozioni pulp e noir, arricchite da una sezione finale "fuori concorso". Godibile come poche altre raccolte di racconti sanno fare.

Racconti di:
Mattia De Franceschi (vincitore)
Elena Savio
Giorgio Cracco
Stefano Rossi
Giovanni Fioretti
Sergio Trapanotto
Marco Piva-Dittrich
Carlo Vanin
LinguaItaliano
Data di uscita6 feb 2014
ISBN9788896753668
SugarPanda Contest 2013 - Antologia dei racconti

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    Anteprima del libro

    SugarPanda Contest 2013 - Antologia dei racconti - AA. VV.

    SugarPanda Contest 2013

    Antologia di racconti

    ISBN 9788896753668

    ©Copyright 2014 Panda Edizioni

    www.pandaedizioni.it

    info@pandaedizioni.it

    Vieni a trovarci su

    Introduzione

    Tanto poi dell'introduzione frega niente a nessuno, quindi tanto vale farla breve e mettere l'indispensabile e basta.

    Partire con una collaborazione con SugarPulp è un vero onore per Panda Edizioni. La capacità associativa, la vivacità culturale e mentale dei suoi partecipanti è un forte stimolo a proseguire, a scandagliare, a rendere visibile e gustosa la produzione culturale del territorio, in tutte le sue sfaccettature.

    Siamo rimasti colpiti dal livello medio dei racconti pervenuti, molto alto, testimoniando come gli iscritti a SugarPulp non siano dei cretini. Anzi: si propongono come futuri protagonisti delle vicende letterarie di questo Paese che nella letteratura ha sempre creduto poco.

    Beh, qui di seguito avrebbe modo di ricredersi. Abbiamo selezionato i racconti migliori pervenutici, e credetemi abbiamo fatto molta molta fatica a scegliere il vincitore. Bravi, bravi, bravi: è un piacere leggervi, fate venire la scimmia ai vostri lettori, e questa non può che essere la strada giusta per crescere e farla vedere anche a chi non crede in voi. Panda sì.

    Abbiamo aggiunto anche una piccola e gustosa sezione fuori concorso, un po' come il dolce alla fine del pranzo. O, se preferite, come il colpo di pistola alla nuca dopo la fucilazione.

    Buona lettura a tutti.

    All'anno prossimo!

    Andrea Tralli – Panda Edizioni

    Sezione 1: il vincitore

    NOTTURNO VENETO di Mattia De Franceschi

    Le nuvole si muovevano grigie sull'orizzonte, rotolando sui pendii scoscesi di Pasubio e Summano verso la cittadina. L’asfalto bagnato spargeva il suo odore penetrante tra le case di cemento, nei vicoli già saturi di umidità e muffa.

    Abbandonata tra sacchetti d’immondizia strappati e sgonfi giaceva una scarpetta rossa senza tacco, fuori posto nelle scorie marcescenti che la seppellivano. Pochi centimetri più in là, il piede della proprietaria, nudo e coperto di fango.

    Il corpo giaceva raggomitolato, la testa dalle labbra cianotiche abbandonata sul tappeto di bucce di patate e frammenti di pane, circondato da uomini vestiti di bianco che armeggiavano con strumenti di rilevazione.

    Pochi passi più indietro l’ispettore Martini finì di girarsi una sigaretta con le mani tremanti, accendendola subito. Il tabacco bruciato sparse un odore acre nel vicolo, attirandogli sguardi omicidi dalla squadra scientifica.

    Martini si girò e uscì dal vicolo stringendosi nell’impermeabile di finta-pelle, lo sguardo al cielo gravido di pioggia, per attraversare la strada e raggiungere il bar di fronte al luogo del delitto, un buco di pochi metri quadrati. Si fermò a finire la sigaretta davanti alla vetrina incrostata e a fissare il suo vice, Cattaneo, che raccoglieva le deposizioni degli avventori.

    Cattaneo era un omone grande e grosso, una bestia di culturista da un metro e novanta con uno stomaco gonfio da bevitore accanito e le guance giallastre per l’itterizia. A giudicare dalle smorfie degli interrogati, aveva già alzato il gomito e la grappa si faceva sentire.

    Mentre spegneva la sigaretta lo vide urlare in faccia ad un vecchio, spingendolo di lato con uno spintone. Non era uno che andava per il sottile, ma a Martini faceva piacere averlo in squadra. Veniva da Milano, ed era stato degradato ed esiliato a Schio per quella che definivano condotta deplorevole.

    Come pestare a morte i sospetti.

    Entrò mentre cominciavano a cadere le prime gocce d’acqua e raggiunse il compagno.

    Come procede? chiese.

    Il vecchio era l’ultimo. Ci hanno dato la descrizione dell’uomo che ha abbandonato il corpo e della sua auto, le ho appena inviate in Centrale. Ora bisogna aspettare la risposta dei cervelloni.

    Cattaneo prese posto ad uno sgabello del bancone mentre il bar riprendeva la sua routine. Chiamò con un cenno il barista.

    Fammi un grappino. Una De Negri se ce l’hai, se no la solita robaccia prodotta in serie disse. Senza aspettare la risposta si girò verso Martini.

    E te che prendi?

    Un caffè. Nero. Si sedette di fianco al vice, la mano ficcata in tasca a stringere la spilletta di metallo degli Alcolisti Anonimi. I bordi affilati gli mordevano le dita, e la sete la gola.

    Era da quattro mesi che non beveva niente, avrebbe ammazzato Cattaneo per avere quella grappa. Ma non poteva permetterselo.

    Non dovresti bere quella merda. Almeno non in servizio.

    Il poliziotto lo ignorò, prese il bicchiere e lo bevve lentamente. Ci mise due interi minuti a finirlo.

    Martini fece finta di nulla. Quel teatrino era un momento tipico dei loro dialoghi. Non c’era motivo di lasciarsi prendere e litigare, sarebbe servito solamente a far ridere gli altri agenti in Centrale.

    Rimasero in silenzio, ognuno alle prese con il suo bicchiere, in attesa della chiamata di risposta e di qualche pista da seguire. Un indizio.

    Martini guardava fuori dalla finestra, fissando i passanti che correvano sotto la pioggia. Le gocce schizzavano ovunque, rimbalzando sull’asfalto e sugli ombrelli andando a comporre simmetrie e giochi di luce sotto i lampioni appena accesi.

    Dall’altra parte della strada, la Scientifica aveva quasi finito i rilevamenti e stava impacchettando la salma, appena in tempo per l’arrivo dell’ambulanza.

    In meno di due minuti il corpo venne issato sulla barella, infilato in una body-bag e chiuso nel veicolo che ripartì in un’ondata di schizzi. Il resto del gruppo mise via gli strumenti e si precipitò ad entrare nel bar, togliendosi le tute bagnate e ordinando da bere bestemmiando.

    Il caposquadra si venne a sedere di fianco a Cattaneo e Martini, ordinando una bionda alla spina.

    Avessero almeno la buona decenza di farle al sole queste ammazzatine, ‘sti zingari.

    Bevve metà della sua birra con un unico, lungo sorso, lasciandosi colare la schiuma lungo il collo in rivoletti sottili. Così invece costringono noi poveri Cristi a stare sotto la pioggia per pulire i loro casini.

    Si pulì la bocca con la manica della camicia, e riprese a bere con avidità. Sembrava di pessimo umore quella sera.

    Martini lo guardò di sottecchi. De Pretto era un ometto piccolo e grassottello, con uno stomaco enfio e molle che strabordava dalla cintura in pieghe oscene. Più che l’anatomopatologo del distretto, sembrava un macellaio.

    Il doppio mento sporco di tabacco e la parlata sboccata non aiutavano a creare una buona impressione, ma chiunque lo avesse visto al lavoro sapeva

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