Vivere una vita di paure

Di Belà Antonio

Un ragazzo, una panchina, una giovane giornalista,un incontro inconsueto ma risolutivo da dove nasce amicizia, comprensione, affetto. Cresce il sentimento del donarsi e vivere le sofferenze con condivisione e silenzio. Il tutto fino al cammino finale verso l'interrogativo di un'operazione che potrebbe essere fonte di vita o di eternità

• Lingua: Italiano
• Editore: Belà Antonio
• Data di uscita: 25 mag 2016
• ISBN: 9786050440126

Anteprima del libro

VIII

Capitolo I

Lentamente si alzano le luci dell’alba e, come ogni giorno, passeggio nel parco per assaporare i profumi dell’ormai risvegliata natura, che timidamente mostra i suoi teneri colori in queste prime giornate primaverili.

E’ durante questi brevi tragitti quotidiani che, infastidita dal caos metropolitano che continuamente riempie l’umana esistenza, cerco di rilassare la mia mente, sempre più occupata dal lavoro che svolgo presso il giornale locale.

Passeggio rilassata nel parco in armonia con l’ambiente circostante.

Chissà quanta altra gente come me prova il piacere di distaccarsi, anche se solo per un attimo, da tutto e abbandonarsi al mistico ascolto del silenzio naturale.

Ad un tratto, incuriosita da alcuni vivaci bambini che giocano spensierati e liberi a palla in un angolino del parco, decido di sedermi in una panchina poco lontana, quasi per gustare la gioia di quella tenera età.

Mi siedo, in silenzio, e cerco di trovare nella loro tranquillità quel tanto desiderato distacco da un mondo che presto mi avrebbe riassorbita nel suo frastuono.

Assaporando tutti i profumi circostanti, apro la borsetta e estraggo la mia agendina.

E’ nella calma di questi momenti che provo un immenso piacere a scorrere i nomi di tutti gli amici e, per ognuno di essi, aleggiano nella mia mente tanti piccoli particolari, che li rendono unici, insostituibili.

E’ come sognare ad occhi aperti.

Capitolo II

Ad un tratto, mi assale una strana sensazione.

Non so per quale motivo ma mi sento osservata.

Con aria interrogativa sposto lentamente lo sguardo da quel piacevole e gioioso quadretto giovanile.

Volgo lo sguardo nelle vicinanze come chi, nella massima indifferenza, cerca di sollazzarsi roteando il capo senza motivo.

Con una fugace panoramica raggiungo un angolo del parco poco lontano.

Quasi a conferma della mia istintiva percezione, noto qualcosa di strano.

Un ragazzo, seduto su di una panchina poco distante, mi fissa intensamente.

La fisionomia del suo volto viene nascosta dai lunghi capelli neri che, simili ad una criniera, scivolano luccicanti sulle spalle, coperte da un bel cappotto lungo color grigio scuro.

Ingenuamente penso che forse anche lui, nel silenzio, si sta gustando quel piccolo angolo di paradiso, immerso nei suoi pensieri.

Continuo a lanciare qualche occhiata verso di lui, nascondendomi attenta dietro alle pagine di un quotidiano appena aperto per l’occasione.

Resto subito colpita dal suo strano modo di fissarmi, da