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Lady Z - Trilogy
Lady Z - Trilogy
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E-book200 pagine2 ore

Lady Z - Trilogy

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Info su questo ebook

Se usciamo all’esterno, lo facciamo solamente a notte fonda, per cacciare.

Porto il cognome di mia madre, perché secondo le nostre tradizioni è la donna a portare in grembo le sorti del mondo, un curioso aneddoto pensato da una qualche mia bis , forse tris nonna.

Il mio nome è Zoe Preston e discendo dalla casata famigliare delle “Z”, un’ossessionata ricerca curata, tramandata e continuata per generazioni, secondo la quale l’ultima iniziale dell’alfabeto sarà poi la prima.

Siamo figli di Angeli, spediti sulla terra, dove viviamo un’esistenza terrena, ci riproduciamo allo stesso modo, cresciamo, invecchiamo e poniamo termine alla vecchiaia. Ma da Angeli siamo mutati in zombie, diversi da quelli descritti in precedenza dalla letteratura e dal cinema ...
LinguaItaliano
Data di uscita19 ott 2016
ISBN9788822857453
Lady Z - Trilogy

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    Anteprima del libro

    Lady Z - Trilogy - Serena Baldoni

    ...

    Lady … Z …

    The Origin - Trilogy

    Serena Baldoni Autrice 

    Lady Z - The Origin

    Tutte le grandi verità iniziano sempre con un’idea blasfema G. B. Shaw.

    Prefazione

    Esistono molti, forse troppi misteri insoluti. Il più ostico è senza ombra di dubbio quello degli zombie, che li vede protagonisti indiscussi in uno scenario negativo e devastante.

    Sullo sfondo di antiche e moderne produzioni letterarie, la leggenda dei morti viventi continua ad aleggiare imperterrita e lungi dai fiumi d’oblio, nei più reconditi antefatti dell’immaginario collettivo, a spaventare e ad affascinare una vasta gamma di persone, specialmente fra i giovani.

    Gli zombie hanno sempre evocato manieristici ed eterei parallelismi con i più sublimi morti viventi dell’Apocalisse di Giovanni. Per certi versi, entrambe le effigi raffigurano esseri inclini alla morte, non vivi e in ogni modo, terribilmente diversi da un uomo normale.

    L'Apocalisse di Giovanni, comunemente conosciuta come Apocalisse o Rivelazione o Libro della Rivelazione, è l'ultimo libro del Nuovo Testamento ed è la sola apocalisse presente nel canone della Bibbia, di cui costituisce uno dei testi più controversi e difficili da interpretare.

    L'Apocalisse appartiene al gruppo di scritti neotestamentari noto come letteratura giovannea, in quanto scritta, se non dallo stesso apostolo, nei circoli che a lui e al suo insegnamento facevano riferimento.

    Di 404 versetti, 278 contengono almeno una citazione veterotestamentaria. I libri che si ritiene abbiano maggiormente influenzato l'Apocalisse sono i libri dei Profeti, principalmente Daniele, Ezechiele, Isaia, Zaccaria ed anche il Libro dei Salmi e l'Esodo.

    La tradizionale attribuzione all'apostolo Giovanni non è, come anche nel passato, unanimemente riconosciuta. Secondo la tradizione, rappresentata già da Giustino di Nablus e largamente diffusa già dalla fine del II secolo, questo testo sarebbe stato scritto dallo stesso autore del Vangelo secondo Giovanni e delle tre Lettere di Giovanni, anche se fino al V secolo le Chiese di Siria, di Cappadocia e anche di Palestina non sembrano aver inserito il libro nel Canone delle Scritture. È anche da osservare che se Giovanni è da identificare con l'apostolo che stava ai piedi della croce con Maria e a cui Gesù affidò la propria madre, alla fine del primo secolo, data della redazione finale del libro, doveva essere, se vivente, molto anziano, cioè avere almeno novant'anni.

    Il fatto che l'autore si presenti con il nome di Giovanni (senza, tuttavia, identificarsi esplicitamente con l'evangelista) non fornisce una prova certa della sua identità.

    L'autore presenta se stesso come Giovanni, esiliato a Patmo, isola dell'Egeo a circa 70 km da Efeso, a causa della parola di Dio (1,9). Secondo alcuni studiosi, la stesura definitiva del libro, anche se iniziata durante l'esilio dello scrittore, sarebbe avvenuta ad Efeso. Quanto alla data di composizione, si ammette abbastanza comunemente che sarebbe stata composta verso la fine dell'impero di Domiziano, nella prima metà degli anni 90 del I secolo, mentre alcuni propendono per una data un po' posteriore (96 d.C.).

    Nell'opera si parla di persecuzioni da parte di pubblici ufficiali, si dice che ci sono stati già dei martiri della fede, e che tutta la cristianità corre un tremendo pericolo; la situazione descritta nell'Apocalisse corrisponde dunque ad una persecuzione delle Chiese da parte dello Stato romano. Si tratta però di una persecuzione di tipo religioso, cosa che esclude il regno di Nerone (la cui persecuzione aveva ragioni non religiose) e indirizza ad una datazione sotto Domiziano, nell'ultima parte del suo regno primo persecutore dei cristiani dopo Nerone stesso, Decio e Valeriano (questi ultimi sono imperatori periti nella guerra con le popolazioni barbariche). Nell'opera si dice infatti che la partecipazione al regno millenario è il premio dei martiri che hanno rifiutato il segno della bestia sulla fronte e sulla mano, un riferimento al culto imperiale romano: Domiziano pretese che nella parte orientale dell'impero gli si riconoscessero onori divini mentre era ancora in vita, e di qui ebbero inizio le ultime persecuzioni dei cristiani su base religiosa; fu proprio ad Efeso che fece costruire un tempio dedicato al culto imperiale. Altri indizi interni sono il riferimento alla lunga storia della Chiesa di Smirne, che però all'epoca di Paolo di Tarso non esisteva ancora, e alla ricchezza della comunità di Laodicea, città completamente distrutta da un terremoto nel 60/61.

    Il manoscritto più antico conservatosi e contenente il testo greco dell'Apocalisse è il Papiro 47, della metà del III secolo; successivi sono il Codex Vaticanus dell'anno 325-350 e il Codex Sinaiticus del 330-360 circa.

    Il libro è indirizzato alle sette chiese dell'Asia Minore, Efeso, Smirne, Pergamo, Tiatira, Sardi, Filadelfia e Laodicea, con lo scopo precipuo di incoraggiare i fedeli a resistere alle persecuzioni da parte delle autorità romane, con la promessa dell'avvento del regno escatologico.

    Caratteristiche principali del genere letterario apocalittico sono: le visioni, le immagini e i simboli. Le visioni sono esperienze visive che l'autore afferma di aver ricevuto e che cerca di trasmettere fedelmente. Non sono da ritenersi fatti storici, ma sovente esse sono degli artifici letterari per comunicare una determinata idea. Le immagini servono per descrivere determinate caratteristiche da attribuire, per esempio, a certi personaggi o a certi animali (per dire che un personaggio conosce molto si dirà che ha molti occhi). I simboli, per esempio quelli numerici, fanno riferimento a realtà sovente nascoste e da interpretare nel modo corretto. Sovente queste caratteristiche sono accumulate senza immediata coerenza, per cui ad una prima lettura lasciano sconcertato il lettore.

    Nel genere apocalittico passato, presente e futuro si lasciano abbracciare d'un sol colpo: non è sempre facile collocare esattamente un certo fatto nella sua dimensione temporale esatta. Per esempio, anche se il libro è tutto scritto al futuro, il suo intento è oltremodo rivolto al presente; in altre parole, si parla del futuro per parlare del presente.

    Secondo l'esegeta francese Paul Beauchamp la letteratura apocalittica nasce per aiutare a sopportare l'insopportabile. Nasce cioè in momenti di estrema crisi per portare un messaggio di speranza: anche se il male sembra prevalere, bisogna aver fiducia nella vittoria finale del Bene. Sarebbe quindi errato pensare che l'Apocalisse sia un libro che rivela dei segreti speciali e particolari sulla storia futura.

    Dopo tre capitoli introduttivi, L’Apocalisse di san Giovanni si apre con la visione del Trono di Dio.

    Colui che era seduto sul Trono aveva l’aspetto di una pietra ed intorno a lui sedevano ventiquattro anziani avvolti in candide vesti. Dal Trono uscivano lampi e tuoni. Vicino ad esso vi erano anche quattro esseri viventi pieni di occhi, davanti e dietro. Il primo aveva l’aspetto di un leone, il secondo di un vitello, il terzo di un uomo ed il quarto di un’aquila. Tutti e quattro gli esseri erano dotati di sei ali ciascuno.

    Colui che era assiso sul Trono aveva nella mano destra un libro a forma di rotolo, chiuso da sette sigilli. La visione continua con l’apparizione di un agnello dotato di sette corna e sette occhi che prende il libro sigillato dalla mano di colui che siede sul Trono ed apre, uno alla volta, i sigilli.

    All’apertura del primo sigillo apparve un cavallo bianco con un cavaliere con in mano un arco.

    All’apertura del secondo sigillo apparve un cavallo rosso fuoco e colui che lo montava aveva una grande spada ed ebbe il potere di togliere la pace dalla terra.

    All’apertura del terzo sigillo apparve un cavallo nero ed il suo cavaliere aveva in mano una bilancia.

    All’apertura del quarto sigillo apparve un cavallo verde il cui cavaliere era la Morte, seguita da tutto l’Inferno, ed ebbe il potere di sterminare la quarta parte dell’umanità con la guerra, la peste e le carestie.

    I personaggi di cui si parla in questi primi quattro sigilli, vengono comunemente chiamati i quattro cavalieri dell’Apocalisse.

    All’apertura del quinto sigillo apparve tutta la moltitudine dei martiri che chiedevano giustizia e vendetta.

    All’apertura del sesto sigillo vi fu un violento terremoto. Il sole si oscurò e la luna divenne rosso sangue. Una moltitudine di stelle si abbatté sulla terra ed i cieli si ritirarono. Quattro angeli fermarono però la distruzione della terra, perché dovevano prima essere segnati con un marchio gli uomini che si sarebbero salvati.

    Alfine questi furono segnati ed erano 144.000.

    All’apertura del settimo sigillo, apparvero sette angeli con sette trombe.

    Allo squillo della prima tromba, piovvero sulla terra sangue e fuoco. Un terzo della terra fu bruciata. Allo squillo della seconda tromba, una grande montagna di fuoco cadde nel mare.

    Allo squillo della terza tromba, cadde dal cielo una grande stella. Essa si chiamava Assenzio.

    Allo squillo della quarta tromba, furono colpiti da misteriosi oggetti il sole e la luna.

    Allo squillo della quinta tromba, un astro cadde sulla terra che si aprì e da essa uscì un gran fumo che oscurò il cielo. Dalle viscere della terra uscì una moltitudine di enormi cavallette che iniziarono a tormentare gli uomini. Esse avevano aspetto umano, con capelli di donna e denti da leone ed il rumore delle loro ali era assordante e spaventoso. Il loro Re era l’angelo dell’abisso, lo sterminatore.

    Allo squillo della sesta tromba, furono liberati quattro angeli al cui seguito vi erano milioni di cavalieri che sterminarono un terzo dell’umanità ancora superstite, ma la restante umanità ancora viveva nella perdizione e nel peccato.

    Allo squillo della settima tromba, si aprirono i cieli ed apparve l’Arca dell’Alleanza. Seguirono fulmini, tuoni, terremoti e tempeste di grandine.

    A questo punto apparvero grandi segni nel cielo: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e sul suo capo una corona di dodici stelle.

    Era incinta e gridava per le doglie e per il travaglio del parto ed alla fine partorì un figlio maschio. A lei si oppose un drago mostruoso e scoppiò una guerra nel cielo. Michele e i suoi angeli combatterono contro il drago ed i suoi angeli, che alla fine furono precipitati sulla Terra.

    Il drago precipitato sulla Terra si avventò contro la donna, ma essa riuscì a fuggire nel deserto.

    Allora il drago fece uscire dal mare una bestia mostruosa con dieci corna e sette teste, col corpo simile ad una pantera, le zampe come quelle di un orso e la bocca come quella di un leone. Tutta l’umanità iniziò ad adorare la bestia ed il drago che le aveva dato il suo potere.

    Dalla terra uscì ancora un’altra bestia che operava grandi prodigi e convinceva l’umanità ad adorare la prima bestia che era uscita dal mare.

    Tutti coloro che rifiutavano di adorarla, vennero messi a morte, mentre agli altri fu imposto sulla fronte e sulla mano destra il simbolo della bestia, il numero 666.

    La visione prosegue poi con l’apparizione dell’agnello, seguito dai 144.000 eletti che non avevano il segno della bestia, ma quello dell’agnello. Questi eletti non si erano contaminati con donne, erano vergini e seguivano l’agnello dovunque andava.

    Apparvero poi, uno alla volta, degli angeli che invitavano a temere ed adorare il vero Dio, annunciavano la caduta di Babilonia, e profetizzavano che tutti coloro che avevano il marchio della bestia, avrebbero subito l’ira di Dio.

    Dopo di ciò, apparve su di una nube bianca uno simile ad un Figlio d’Uomo che aveva una falce in mano ed una corona sulla testa ed iniziò a mietere la terra.

    Nel cielo apparvero poi altri sette angeli che avevano sette flagelli, gli ultimi che avrebbe dovuto subire l’umanità, affichè fosse compiuta l’ira di Dio.

    Col primo flagello, gli uomini che avevano il marchio della bestia e la adoravano furono colpiti da piaghe dolorose. Col secondo, il mare divenne color sangue è perì ogni forma di vita marina. Col terzo, avvenne lo stesso in fiumi e laghi. Col quarto, il Sole si surriscaldò e gli uomini cominciarono a bruciare. Col quinto, il regno della bestia fu avvolto da fumo ed oscurità. Col sesto fu prosciugato il fiume Eufrate ed infine col settimo flagello vi fu un terribile terremoto, quale mai si era visto sulla terra ed una voce dal cielo disse: E’ fatto!.

    Infine venne la fine della grande Babilonia, la grande prostituta, la madre di tutti gli abomini sulla terra, che aveva le sembianze di una donna seduta sopra una bestia scarlatta, coperta di nomi blasfemi, con sette teste e dieci corna.

    A questo punto, un angelo scese dal cielo con una grande catena e la chiave dell’abisso: egli afferrò il drago, lo precipitò nell’abisso e lo incatenò per mille anni.

    Trascorsi i mille anni, il drago viene liberato e, con una moltitudine di seguaci guidati da due misteriosi personaggi, Gog e Magog, tenta l’ultimo assalto agli eletti, ma, alla fine viene definitivamente sconfitto da un fuoco disceso dal cielo.

    L’Apocalisse termina con la visione dei nuovi cieli e della nuova terra.

    Capitolo Uno

    Un deserto sinonimo di vivibilità

    « Texas is a state of mind. Texas is an obsession. Above all, Texas is a nation in every sense of the word. »

    « Il Texas è uno stato d'animo. Il Texas è un'ossessione. Ma soprattutto, il Texas è una nazione in ogni senso della parola. »

    (John Steinbeck) 

    Sono nata nel poco lontano 3122, diciotto anni fa per essere più precisi, nel deserto di Chihuahua, Texas, in uno dei cinquanta stati federati degli Stati Uniti d’America.

    Lone Star States, Stato della stella solitaria, così è rinominato, con un motto alquanto affabile a parole, ma ben poco costruttivo nei fatti, Friendship, amicizia. Nessuno ha mai capito con chi, o a chi, si riferisse quando lo hanno inventato. Probabilmente sarebbe dovuto apparire come un luogo amichevole nel quale scegliere di vivere, un posto sicuro, lontano da guerre e criminalità, ma la sua storia si è svolta molto diversamente, come accade per quasi tutta l’antica storia mondiale.

    La mia famiglia è originaria di El Paso, capoluogo della contea omonima

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