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Morte di Capitan Futuro
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E-book91 pagine1 ora

Morte di Capitan Futuro

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Fantascienza - romanzo breve (62 pagine) - Un indimenticabile classico Premio Hugo 1995, un omaggio all'eroe dei romanzi popolari di Edmond Hamilton dai quali fu tratta anche una serie tv


Capitan Futuro, supremo nemico del male, era noto a tutte le razze del sistema solare. Era un avventuriero di alta e robusta corporatura, con capelli  fulvi. Un uomo gioviale sempre sorridente ma allo stesso tempo sempre pronto a menare le mani e soprattutto a essere implacabile contro  tutti gli oppressori e gli sfruttatori della razza umana e di quelle planetarie. Dotato di grande audacia e determinazione, univa queste doti a una profonda padronanza scientifica, tanto da aver tracciato, a difesa della giustizia, una scia luminosa tra i nove mondi.

Morte di Capitan Futuro è un esplicito omaggio che l’autore ha voluto riservare a Edmond Hamilton, uno dei più famosi autori della fantascienza dell’Età d’Oro e una delle sue saghe più famose, dalla quale nel 1978 venne tratta anche una serie a cartoni animati trasmessa anche in Italia.

Con questo romanzo Allen Steele ha vinto nel 1996 il Premio Hugo, il premio Science Fiction Weekly Reader e il Seiun Award per il miglior romanzo straniero assegnato in Giappone.


Allen M. Steele, Jr ha iniziato a scrivere fantascienza a tempo pieno nel 1988 con il racconto Live From The Mars Hotel apparso sulla rivista Asimov’s. Da allora è diventato un prolifico autore di racconti, romanzi, saggi e i suoi lavori sono stati tradotti in numerose lingue. Steele è nato a Nashville, Tennessee. Si è laureato in scienze della comunicazione presso il New England College di Henniker, New Hampshiree ha poi preso la laurea in giornalismo presso la University of Missouri in Columbia. Prima di arrivare alla fantascienza ha svolto diverse mansioni in ambito giornalistico, scrivendo sia per la stampa d’informazione sia per quella commerciale. I suoi romanzi di fantascienza: Orbital Decay, Clarke County, Space, Lunar Descent, Labyrinth of Night, The Jericho Iteration, The Tranquillity Alternative, A King of Infinite Space, Oceanspace, Chronospace, e il ciclo di Coyote di grande successo anche in Italia. Ha inoltre pubblicato diverse antologie di racconti tra le quali: Rude Astronauts, All-American Alien Boy, Sex and Violence in Zero-G, e American Beauty.

Con il romanzo breve Morte di capitan Futuro ha vinto nel 1996 il Premio Hugo, riconoscimento che ha poi  riconquistato nel 1998 con romanzo Dove gli angeli temono d’avventurarsi.

LinguaItaliano
Data di uscita17 gen 2017
ISBN9788825400120
Morte di Capitan Futuro

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    Anteprima del libro

    Morte di Capitan Futuro - Allen M. Steele

    9788825407136

    La morte di Capitan Futuro

    In memoria di Edmond Hamilton

    Il nome di Capitan Futuro, nemico supremo del male e di tutti i suoi discepoli, era conosciuto da tutti gli abitanti del sistema solare.

    Quel giovane avventuriero alto e fulvo, sempre pronto a sorridere e a menare le mani, era l’incubo di tutti i malvagi, umani o alieni che fossero. Univa audacia e determinazione a una conoscenza scientifica senza pari e per tutti i nove mondi brillava la sua stella luminosa e giusta.

    Edmond Hamilton: Capitan Futuro e l’Imperatore dello Spazio (1940)

    Nota dell’autore

    Anche se oggi più nessuno lo ricorda, Capitan Futuro fu un personaggio popolare delle riviste pulp degli anni ’40. Creato da Mort Weisinger, direttore della Better Publications, in occasione della World Science Fiction Convention del 1939 per molti anni Curt Newton ebbe l’onore di una rivista a lui dedicata e apparve anche su Startling Stories. Molti romanzi di Capitan Futuro furono ripubblicati in edizione tascabile alla fine degli anni ‘60, prima che il personaggio scomparisse definitivamente.

    Questa storia è dedicata alla memoria di Edmond Hamilton, autore di gran parte delle avventure di Capitan Futuro. Le citazioni dalle storie originali sono riportate col permesso degli eredi dell’autore e del curatore postumo Eleanor Wood, della Spectrum Literary Agency.

    L’autore desidera ringraziare per il loro aiuto Ms. Wood, Julius Schwartz, Forrest J. Ackerman, Sam Moskowitz e Chuck Segal.

    1

    Questa è la vera storia della morte di Capitan Futuro.

    In piena fascia interna degli asteroidi, ci stavamo dirigendo verso Cerere, quando il trasmettitore della nave prese a gracchiare.

    – Rohr…? Rohr, si svegli, presto.

    La voce che si udiva era stentorea, piacevole e quasi misteriosa, campionata com’era da un vecchio video di Ercole preso dalla collezione del capitano. Quel suono si insinuò nel buio della mia cabina sul ponte mediano, durante la mia siesta dopo nove ore di turno di guardia.

    Senza aprire gli occhi del tutto mi voltai verso il monitor del computer accanto al letto. Le solite, interminabili colonne di caratteri alfanumerici continuavano a scorrere sul video, scandendo vari test di sistema e aggiornamenti che come ufficiale in seconda era mio compito tenere sotto controllo, anche quando non ero di turno. E invece me ne stavo beato a dormire... Fortunatamente non vidi neanche l’ombra di un codice di emergenza.

    Nessun messaggio bordato di rosso: a prima vista sembrava tutto a posto.

    Tutto tranne l’ora. Erano le 0335 Zulu, orario maledettamente antidiluviano.

    – Rohr? – Insistette la voce, alzandosi di tono. – Signor Furland? La prego, si svegli…

    Borbottando di disappunto mi rigirai nel letto: – Va bene, va bene, sono sveglio. Che ti prende, Cervello?

    Cervello. Non bastava che l’intelligenza artificiale della nave si ritrovasse la voce di Steve Reeves; dovevano anche affibbiarle un nome idiota come Il Cervello.

    Dare nomi umani alle IA era costume tipico di ogni nave sulla quale avevo prestato servizio. Si andava da nomi di amici, familiari e compagni deceduti come Rudy, Beth, Kim, George, Stan, Lisa, a soprannomi come Boswell, Isaac, Slim, Flash, Mazza, fino ai classici Hal e Data scelti dai più nostalgici.

    Una volta avevo lavorato su un rimorchiatore lunare dove l’IA si chiamava letteralmente Testa di Cazzo. Potete immaginare ordini tipo: – Ehi, Testa di Cazzo, dammi la griglia di traffico per la Stazione Tycho… Ma soltanto un cretino poteva optare per un soprannome idiota come Cervello.

    E quel cretino era Capitan Futuro… dovevo ancora decidere se il mio capo fosse idiota o pazzo.

    – Il capitano mi chiede di svegliarla – disse Il Cervello. – Lei è convocato in plancia immediatamente. Ha detto che è urgente.

    – Io non vedo nessun avviso sullo schermo.

    – È un ordine del capitano, signor Furland. – Guardando verso il soffitto, vidi i tubi fluorescenti accendersi gradualmente dietro i vecchi e polverosi pannelli. Mi protessi gli occhi con la mano, coprendoli. – Se non si troverà sulla plancia entro dieci minuti, le sarà sottratta un’ora lavorativa, con segnalazione sulla sua tessera sindacale.

    Solitamente questo genere di minacce mi lasciavano del tutto indifferente; perdere qualche ora o subire una segnalazione durante un lungo viaggio era la prassi, ma in quel preciso momento non potevo assolutamente permettermi una nota negativa. Entro due giorni l’AMCT Comet avrebbe raggiunto Cerere, e con essa la mia nave di destinazione Jove Commerce, diretta a Callisto. Quell’imbarco era stato un vero colpo di fortuna, e non volevo rischiare che il prossimo comandante mi scaricasse solo per via di una segnalazione negativa di quello precedente.

    – Okay – borbottai. – Digli che arrivo.

    Cacciando le gambe giù dal letto, mi misi a cercare i vestiti. Il programma prevedeva una bella lavata, con seduta meditativa e rasatura; il tutto seguito da una buona tazza di caffè e una focaccina della dispensa, ma a quanto pare ci dovevo rinunciare.

    Una musica d’orchestra prese a diffondersi dagli altoparlanti alle pareti. Era qualcosa di classico, stile ouverture, e aumentava gradualmente di volume in un crescendo irresistibile. Mi fermai un momento ad ascoltare, riconoscendo nell’opera tedesca lo stile di Wagner. Da non credere, si trattava proprio della Cavalcata delle Valchirie

    – Smettila, Cervello – esclamai.

    La musica si interruppe bruscamente: – Capitan Futuro pensava che l’avrebbe aiutata a destarsi.

    – Sono sveglio. – Mi levai in piedi, infilandomi i pantaloni. Intravidi un movimento nella penombra nell’angolo vicino all’armadietto. Un attimo fuggente, prima di scomparire. – Ma c’è uno scarafaggio per caso? – dissi. – Non potresti fare qualcosa a riguardo?

    – Mi spiace, Rohr. Ho effettuato un primo tentativo di disinfestazione, ma ancora non ho localizzato tutte le tane degli insetti. Se lascia aperta la porta della sua cabina, più tardi manderò un robot a…

    – Lascia stare. – Finii di tirarmi su la lampo, indossai una felpa e cercai le mie scarpe aderenti. Dovetti inginocchiarmi sul vecchio tappeto per tirarle fuori, visto che si erano ficcate sotto il letto. – Ci penso io.

    Non c’era nulla di malizioso dietro la proposta del Cervello; semplicemente stava cercando di combattere uno dei tanti flagelli che affliggevano la Comet dalla sua partenza da LaGrange Quattro. Scarafaggi, pidocchi, formiche, finanche dei topi: tutte bestiole che infestavano regolarmente le navi che avevano avuto la ventura di fare tappa su Terra e zone limitrofe, anche se di rado avevo visto una situazione tanto drammatica.

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