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Il profumo dello zucchero filato
Il profumo dello zucchero filato
Il profumo dello zucchero filato
E-book137 pagine1 ora

Il profumo dello zucchero filato

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Info su questo ebook

"Il profumo dello zucchero filato" è un romanzo che ha due spazi temporali che si intrecciano fra di loro, uno ricorda il grande passato, l'altro invece ti immerge nel mondo circense. È un libro che affronta varie tematiche tra cui una malattia che colpirà un personaggio importante per poi finire con il farlo morire, ad un amore passionale ma non reale, ma bensì frutto di un passato di cui non si ha memoria. La protagonista di tutto il romanzo non ha ricordi di chi è stata e sopratutto di chi realmente è, a causa di un incidente fatto all'età di 20 anni perse tutta la sua memoria e questo, lei ancora non lo sa. La sua memoria non gliela costruirà nessuno, nemmeno la "mamma" che con lei diede vita ad un circo, solo attraverso i sogni e a qualche aiuto esterno riuscirà a capire il tutto.
LinguaItaliano
Data di uscita6 feb 2017
ISBN9788867932955
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    Anteprima del libro

    Il profumo dello zucchero filato - Eleonora Pumati

    @micheleponte

    Eleonora Pumati

    IL PROMUMO

    DELLO ZUCCHERO

    FILATO

    Questa è un’opera di fantasia. Nomi, personaggi, luoghi e avvenimenti sono fittizi o usati in modo fittizio. Tutti gli episodi, le vicende, i dialoghi di questo libro, sono partoriti dall’immaginazione dell’autore e non vanno riferiti a situazioni reali se non per pura coincidenza.

    Sogni

    Una giovane donna stava su uno spiazzo antistante il tendone di un circo. Era il tramonto di una bella giornata, un venticello primaverile scomponeva i capelli rossi di Lù e sussurrava una storia che veniva dalle colline del Wisconsin.

    Quando il giorno e la notte, quando il bianco e il nero, quando tutto si univa di un colore mai visto, i ragazzi andavano a giocare. Giocavano a qualsiasi cosa, purché fosse divertente; a nascondino, palla a mano, saltare la corda, con le bambole e quest’Agnese lo aveva capito. Lo aveva capito all’età di tredici anni.

    Era in sella alla sua bicicletta verde pistacchio ed era da sola. Non aveva nessuno tranne la sua bici, li guardava e capì che era quello che voleva fare per gli altri e per se stessa, far divertire, regalare serenità alle persone e non essere mai più sola. Ideò quindi un progetto, uno che prevedeva: due montagne russe, una ruota panoramica, un banchetto dello zucchero filato e noccioline caramellate, una maga che prevedeva il futuro, quattro tiri a segno diversi, con vincita solamente peluche color lavanda, tre punti di ristoro, il suo amato bruco mela e i giochi acquatici, insomma di tutto e ancora di più, il suo parco dei divertimenti era il sogno di ogni bambino.

    Agnese nasce a Little Hope, una cittadina del Wisconsin, vive con i suoi genitori Margaret e Leopold, la sorella maggiore Matilde e il piccolo Pericle, il loro carlino dal pelo corto e marrone scuro come la cioccolata.

    Sono la classica famiglia borghese degli anni cinquanta, abitano più che in una maestosa villa bianca di quattro piani, in una residenza che sembrava alzarsi sulla pochezza e meschinità del quotidiano.

    La villa, di impronta neoclassica, sembrava moltiplicare i suoi piani in una geometria che ricordava i labirinti di Escher: aveva dei lunghi corridoi in cui le pareti erano piene di ritratti, della loro dinastia. Il bel gioco di interno ed esterno era scandito da enormi vetrate, che si affacciavano sull’immenso giardino, tutte rigorosamente verdi, lucide (sembrava che passassero il colore ogni giorno talmente erano sempre impeccabili).

    Dal soffitto scendevano degli enormi lampadari in oro massiccio, come del resto i ricami in rilievo fatti sopra la carta da parati color borgogna.

    Per terra c’era del marmo pregiato, bellissimo, scuro, nei corridoi invece era appoggiato un lungo tappeto rosso pompeiano.

    Appena entravi ti rendevi conto di quanta importanza aveva quella famiglia e di quanto essa potesse influenzare la società e non solo quella di una piccola cittadina del Wisconsin.

    Le stanze erano ognuna di un colore diverso, maggiormente, però, erano di blu di Persia, a loro piaceva molto e faceva parte del loro stemma di famiglia. I letti erano tutti a baldacchino, rivestiti di un tessuto pregiato proveniente dalla Persia, le tegole ai lati erano tutte d’oro.

    Anche la servitù aveva una stanza propria, al piano inferiore della casa. La loro stanza però era diversa, aveva solo l’essenziale, un letto, un armadio, un piccolo comodino e un bagno, senza la finestra.

    Il portone era immenso, nero pece e la facciata aveva due balconi grandi che si affacciavano sulla strada, erano di un colore tra il rosso porpora e il blu oceano, un colore strano.

    Il giardino di milioni e milioni di metri quadri ricopriva tutto il perimetro della residenza, ogni giorno Leopold lo tagliava alle sette in punto di sera, con il suo falcia erba giallo canarino, era vecchissimo, ma lui non voleva cambiarlo, diceva che gli era troppo affezionato, non voleva che lo facesse nessun altro.

    La tagliava perfettamente alta cinque centimetri e non di più, doveva però stare sempre molto attento a non toccare il bellissimo roseto di Margaret: era il suo gioiello, lo aveva piantato molto tempo fa quando ancora dovevano nascere Agnese e Matilde, era posto al centro del giardino, così che potesse avere luce e ombra in maniera adeguata; Margaret era talmente affezionata a quel roseto che si era comprata un libro Sogni e segreti per un roseto profumato, era un libro di 100 pagine che spiegava come e quanto dargli da bere, come tagliare bene le foglie, quanta terra doveva avere, insomma tutto quello che c’era da fare, lei lo faceva, alla perfezione.

    Era in vita da diciassette anni, due anni prima che nascesse la sua prima figlia Matilde. Matilde era la classica bella ragazza: alta, magra e rigorosamente e scandalosamente bionda, con due occhi blu oltre mare, bellissima, era l’esatto opposto di Agnese, lei era bassa, rossa e con due occhi grandissimi nero corvino, silenziosa e grande ascoltatrice: litigavano sempre.

    La giornata a Bloomington non passava poi così rapidamente, essendo una città molto tranquilla, facevano sempre le stesse cose: ore 7.03 la sveglia suonava, Matilde e Agnese si lavavano, si vestivano e correvano giù in cucina, facevano tre rampe di scale, la casa era a quattro piani; andavano da Margaret che le aspettava con un vestito rosa a fiori gialli e un grembiule ben stirato con i laccetti rossi e la toppa rossa chiara.

    Che profumo di biscotti esclamò Matilde.

    Li ho appena fatti sono con la cannella, occhio però che sono ancora caldi rispose Margaret sorridendole.

    Già me ne sono accorta disse Agnese, che non aveva aspettato e impazientemente ne aveva subito addentato uno: si misero tutte e tre a ridere. Nel frattempo stava scendendo anche Leopold che aveva un’aria molto pensierosa, aveva un completo marrone chiaro e la cravatta blu.

    Ciao papà

    Buon giorno caro. disse Margaret dandogli un bacio

    Buon giorno ragazze. disse lui e si sedette, era silenzioso, non era da lui. Mangiarono.

    Si sentiva un rumore strano, musica, erano le giostre.

    Sì, come tutti gli anni a Bloomington verso la metà di novembre veniva una compagnia di divertimenti, si chiamava La Lune, aveva qualsiasi tipo di leccornia e di giochi, era un sogno andare là, stavano per un mese intero per poi riprendere il loro giro, giravano tutto lo stato.

    Appena sentirono la musica, Matilde esclamò:

    Possiamo andarci? Ti prego!

    Margaret cambiò lo sguardo, si fece cupa e rispose;

    Assolutamente no, non siete state educate per distrarvi con queste cose, dovete andare a scuola e poi venire a casa, come fanno tutte le brave bambine!.

    Mah… disse piano Agnese, con una faccia un po’ rattristata

    Ok. disse Matilde.

    Ebbene sì il parco dei divertimenti per Margaret era assolutamente vietato, era come dare dello zucchero ai diabetici, dannoso e mortale. Lei non lo accettava.

    Era sempre stata cresciuta con una mentalità molto ristretta e un’educazione rigida, fin da piccola non le era mai stato permesso nulla di diverso dell’andare in chiesa e quindi lei faceva lo stesso con le sue figlie, Leopold, seppur oggi non sembrasse avere un’ottima giornata, era molto più libertino rispetto a lei, infatti, aspettò che Margaret andasse al corso di cucito che si teneva ogni mercoledì alle 16.30, per portare Matilde e Agnese al parco dei divertimenti che aveva appena aperto.

    E così il mercoledì seguente alle 16.30 Margaret si recò dalle sue amiche Adelaide e Rosemarie per andare al corso di cucito, che si teneva poco lontano da lì.

    Agnese aspettò che la porta d’ingresso si chiudesse e poi urlò Papà muoviti che la mamma è appena andata via e voglio arrivare presto alle giostre! gli disse mentre lui era in bagno a lavarsi i denti.

    Sì un attimo! le rispose con la bocca piena di dentifricio alla menta forte.

    Io sono pronta! esclamò dalla camera Matilde, che si era messo un bellissimo vestitino color cipria e delle scarpette blu come i suoi occhi, aveva tra i capelli una molletta color pesca, con disegnati dei fiorellini gialli.

    Wow… che bella che sei con quel vestito Matilde disse Agnese mentre si pettinavano i capelli.

    Grazie rispose lei con un sorriso,

    -Ok pronto- disse tra sé e sé Leopold, mentre si metteva il cappello verde muschio.

    Allora siete pronte? urlò poco dopo a Matilde e ad Agnese Sìì! dissero in coro scendendo di corsa le scale.

    Eccoci disse Agnese al padre e gli diede un bacio.

    Grazie che ci porti papà disse invece Matilde con un sorriso gigantesco, Leopold sorrise, le abbracciò e andarono.

    La lune

    La lune era un parco giochi meraviglioso, grande, immenso, il sogno appunto di ogni bambino, c’erano milioni di cose da fare e da mangiare,

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