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La miniera di Mark
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E-book34 pagine26 minuti

La miniera di Mark

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Info su questo ebook

Tra il 1906 e il 1910 partirono per l’estero migliaia di abitanti del Frignano, parte del territorio dell’Appennino modenese, che costituivano da soli la maggior parte degli emigrati di tutta la provincia di Modena. Gli Stati Uniti in tale periodo accolsero circa settemila emigranti modenesi. Le mete preferite erano le zone dei Grandi Laghi, nell’Illinois o in Pennsylvania, verso le quali gli emigranti si dirigevano per un effetto di catena migratoria che portava a seguire la strada dei propri compaesani.
La miniera di Mark racconta la storia di due fratelli, Luigi e Piero, originari di Pavullo che decidono di emigrare negli Stati Uniti per trovare un lavoro e fare fortuna. Si uniscono a un giovane delle loro zone, Leonardo, e si stabiliscono a Mark in Illinois, dove trovano lavoro nella miniera locale. Vi trascorrono tre anni, ma in seguito a un incidente minerario decidono di tornare in Italia, in montagna presso il casale dello zio. Qui, sboccia una tenera storia d’amore tra Luigi e Elisabetta, appartenenti a due famiglie da tempo rivali tra loro. Nonostante il legame sia ostacolato, i due innamorati non demordono.
La storia si ispira a eventi realmente accaduti.
Tanti modenesi si trasferirono nella zona dei Grandi Laghi, dove una comunità della montagna è presente ancora oggi.
LinguaItaliano
Data di uscita1 nov 2019
ISBN9788832926026
La miniera di Mark

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    Anteprima del libro

    La miniera di Mark - Marisa Piccioli

    Bibliografia

    La miniera di Mark

    1.

    Luigi, appoggiato a un vecchio tronco d’albero in mezzo al prato, limava col suo coltellino un piccolo ramo. I vecchi pantaloni lisi, che non ne aveva di nuovi e portava sempre e solo quelli, si erano coperti di trucioli.

    Guardò Rosina che pascolava, calma e paziente. La conosceva da quando era venuta al mondo e allora lui aveva otto anni. Per la prima volta si trovò ad assistere a una nascita. Era piccola e sporca e non si reggeva in piedi. La mamma la leccava tranquilla per pulirla. Era una bella mucca bianca con alcune chiazze marroni sul dorso.

    Guardò i monti intorno illuminati dal sole. L’aria era frizzante agli inizi di primavera e si stava bene all’aperto.

    Continuò a limare il legno ormai privo della corteccia e pensava.

    Meditava sulla decisione che aveva preso da un po’ di tempo con suo fratello Piero di andare in America. Aveva pensato di vendere Rosina e di chiedere un prestito. Aveva bisogno di soldi e al momento non ne aveva. A diciotto anni non aveva niente se non la mucca lasciatagli dalla madre.

    Se ne era andata in un giorno d’inverno e lui e suo fratello erano rimasti con lo zio Damiano che li aveva accolti nel suo casale sull’Appennino modenese, vicino a Pavullo. C’erano una stalla e l’ovile, dove erano tenuti gli animali e gli orti coltivati pazientemente dalle donne. Vicino crescevano alberi di mele e castagni.

    Dopo cena, ogni sera si incontravano nella stalla con gli zii e le donne.

    Sere e sere di chiacchiere e di sogni nei filò, in cui lui e suo fratello si erano costruiti una nuova idea. Piero aveva sentito raccontare da un amico che in America molti avevano fatto fortuna e si erano arricchiti. Si erano rifatti una vita.

    Oreste è dei Lambertini, quelli hanno sempre raccontato un sacco di storie.

    Lo zio cercava di demolire quei sogni che stavano prendendo corpo.

    Cosa vi mettete in testa! L’America è lontana…

    Vero è che tra i Marcolini, la famiglia dello zio, e i Lambertini non era mai corso buon sangue. Oggetto della discordia era un appezzamento di terreno, sui pascoli, che i

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