Florida Gothic
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Info su questo ebook
Un pirata della strada lascia Ernesto Martinez a morire accanto a un canale di Miami. Poi un alligatore arriva a finire il lavoro. Essere morto lascia a Ernesto parecchio tempo per pensare. Pensa a sua moglie, portatagli via troppo presto da una malattia. Pensa a sua figlia, vittima di un automobilista ubriaco. Pensa alla sua morte mentre guarda il suo corpo decomporsi lentamente. Soprattutto, pensa all’ingiustizia. Il tossico ex galeotto che vive nelle Everglades. Il giudice che si gode la pensione sulla Gulf Coast. Il figlio di un signore della droga colombiano che se la spassa a South Beach. A questi uomini non importa nulla del dolore che hanno causato. Ma presto scopriranno come sia provare dolore. Ambientato nell’oppressivo scenario infestato dagli insetti del sud della Florida, Florida Gothic tesse una storia cupa, snervante e viscerale di sesso, droga, crimine e vendetta.
(Libro 1 della serie “Gothic” di Mitzi Szereto)
“L’oscura notte dell’anima di Mitzi Szereto è un viaggio folle che fa esplodere l’anima, con aggiunta di larve, scarafaggi e cocaina. Solido, scivoloso divertimento dagli occhi da insetto.” — Peter Straub, Interior Darkness: Selected Stories
Mitzi Szereto
Mitzi Szereto is an internationally acclaimed author and anthology editor of fiction and nonfiction books spanning multiple genres. She has written numerous novels within her The Best True Crime Stories series. She's also written crime fiction, gothic fiction, horror, cozy mystery, satire, sci-fi/fantasy, and general fiction and nonfiction. Her anthology, Erotic Travel Tales 2, is the first anthology of erotic fiction to feature a Fellow of the Royal Society of Literature. Mitzi's Web TV channel "Mitzi TV" has attracted an international audience. The Web series segments have ranged from chats with Tiff Needell, Jimmy Choo, and her ursine sidekick, Teddy Tedaloo. Other on-screen credits include Mitzi portraying herself in the pseudo-documentary British film, "Lint: The Movie." She maintains a blog of personal essays at "Errant Ramblings: Mitzi Szereto's Weblog." To learn more about Mitzi follow her on Twitter and Instagram @mitziszereto or visit her website at mitziszereto.com.
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Anteprima del libro
Florida Gothic - Mitzi Szereto
Florida
Gothic
(Serie Gothic
)
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Mitzi Szereto
Strange Brew Press
Commenti su Florida Gothic
L’oscura notte dell’anima di Mitzi Szereto è un viaggio folle che fa esplodere l’anima, con aggiunta di larve, scarafaggi e cocaina. Solido, scivoloso divertimento dagli occhi da insetto
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—Peter Straub, autore di Interior Darkness: Selected Stories
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"Dagli alligatori con la predilezione per la carne umana al figlio stordito dalla metanfetamina di un signore della droga alla guida di un Hummer, Florida Gothic di Mitzi Szereto mette a nudo il mondo della parte più squallida del Sud della Florida attraverso lo sguardo di un cadavere animato dalla sete di vendetta. Sconcio, sanguinolento e impossibile da lasciare! Seguite il «Pifferaio Magico delle cucarachas» a vostro rischio e pericolo!"
—Lucy Taylor, autrice di The Safety of Unknown Cities
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"Florida Gothic di Mitzi Szereto è come un alligatore – rapido, potente e primitivo: una volta che ti prende non ti lascia più andare!"
—Mark Onspaugh, autore di Deadlight Jack
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"Attenzione, lettori! Florida Gothic vi shockerà fino alle ossa. Mitzi Szereto ci guida con cura attraverso il cattivissimo ventre del lato più oscuro del lato oscuro di Miami in una storia cruda in cui l’amore scarseggia e la violenza regna ventiquattr’ore su ventiquattro. Serve una scrittrice intelligente e di grande talento, con un controllo impeccabile della propria arte, per tenermi incollata alla pagina, e così è stato. Questo primo libro di una serie ci fa precipitare a capofitto nelle menti sinistre di criminali di alto e basso profilo, e nell’anima del tormentato, minacciato protagonista che ha sete di vendetta. Raccomandato? Assolutamente sì!"
—Nancy Kilpatrick, autrice di Revenge of the Vampir King e Sacrifice of the Hybrid Princess
Florida Gothic edizione digitale, copyright © 2017 Mitzi Szereto
Tutti i diritti riservati.
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Pubblicato da Strange Brew Press
Strange Brew Press è un’etichetta della Midnight Rain Publishing
midnightrainpublishing.com
mitziszereto.com
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Tradotto in italiano da: Carmelo Massimo Tidona
Copertina: Stuart Copley
La data di pubblicazione è registrata presso lo U.S. Copyright Office, Library of Congress, Stati Uniti d’America.
Questo libro è un’opera di fantasia. Nomi, personaggi, luoghi ed eventi sono il prodotto dell’immaginazione dell’autrice o usati in modo fittizio. Qualunque somiglianza con persone, vive o morte, eventi, luoghi o aziende realmente esistenti è puramente accidentale.
Note sulla licenza per la versione digitale
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Indice
Uno
Dos
Tres
Cuatro
Cinco
Seis
Siete
Ocho
Nueve
Diez
Once
Doce
Trece
Catorce
Quince
Dieciséis
Diecisiete
Dieciocho
Diecinueve
L’autrice
Uno
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Ernesto Calixto Martinez è a suo agio con le routine. Non vede alcun motivo per aprire la porta al caos o ai conflitti. I giorni di un vecchio di rado sono colmi di eccitazione, cosa che a lui sta molto bene. Preferisce essere una barchetta che fluttua su un mare calmo, non ha bisogno del vento o delle onde che lo sospingano. Il suo viaggio giungerà presto al termine.
Ogni mattina, Ernesto fa una tranquilla passeggiata fino allo stesso piccolo cafecito per prendere un café cubano e un pastelito de guayaba. Anche così presto al mattino, il caldo soffocante di Miami si stende come una pesante coperta sul suo piccolo quartiere di Little Havana. Ernesto vede sempre le stesse persone appollaiate sugli sgabelli davanti al bancone o sedute ai tavoli – uomini d’affari in camicie guayabera già chiazzate di sudore che ingollano una veloce dose di caffeina prima di andare in ufficio; cittadini anziani che cercano di riempirsi le mattinate trovandosi qualcosa da fare. Alla fine la folla si dirada, lasciandosi dietro l’odore di colonia da uomo e sudore. Si lascia indietro anche tutti gli altri vecchi cubani che non hanno nessuna fretta di andare da qualche parte – vecchi cubani come Ernesto. Come i suoi anziani concittadini, con le loro tazzine e gli appiccicosi quadratini di guava, ha tutto il tempo di godersi il suo rituale mattutino.
Ogni pomeriggio, Ernesto si imbarca nelle preparazioni per il suo pasto principale della giornata, che tipicamente include qualcosa preparato con arrozblanco, frijoles negros e plátanos maduros (o tostones, a seconda di cosa i supermercados locali hanno a disposizione quel giorno). Un mercato cubano potrebbe avere platani più freschi, mentre un altro fare un prezzo più basso per i fagioli neri. Spesso ne visita parecchi per trovare gli ingredienti che desidera; le fermate aggiuntive rendono le ore solitarie delle sue giornate un po’ meno solitarie. Se si sente stravagante, spreca un po’ di soldi per una torta tresleches, ma solo se gli è avanzato qualcosa del sussidio di quel mese. Ernesto riesce a passare un intero pomeriggio occupandosi del cibo.
Ogni sera, dopo aver cenato e ripulito la cucina, Ernesto si mette comodo per guardare Telemundoor su uno dei canali TV cubani locali, anche se in genere sta russando in poltrona prima che inizi il telegiornale delle dieci. Non che voglia sapere cosa sta succedendo nel mondo. Mariti che uccidono mogli e figli; ufficiali di polizia che vengono assassinati mentre compiono il loro dovere; fanatici musulmani che massacrano gli innocenti... Sembra davvero la fine del mondo. Ernesto può fare a meno di tutti quei giornalisti che gli ricordano le ingiustizie della vita. Dategli un vecchio film Cantinflas ogni giorno, piuttosto.
I fine settimana sono speciali, ed Ernesto li attende così come faceva quando lavorava. Il sabato sera si mette una bella camicia pulita e si dirige alla bettola locale per godersi un Cuba Libre e un po’ di conversazione. Al Manny’s Lounge c’è sempre qualcuno con cui parlare, scambiarsi aneddoti, anche se è solo Xavier, il barista. Manny’s non è niente di che, solo un buco per vecchi solitari e uomini sposati che cercano di stare qualche minuto lontani dalle loro mogli. Le donne non vanno da Manny’s. Si sentirebbero fuori posto, e probabilmente non sarebbero le benvenute. Ernesto ci va da anni, ci andava anche quando sua moglie era ancora viva, anche se non era mai sua intenzione allontanarsi da lei. Di solito era lei a spingere lui fuori della porta per poter avere un po’ di tempo per farsi la manicure alle unghie, o acconciarsi i capelli, o qualunque cosa facciano le mogli quando non ci sono i mariti in giro. Ernesto ordina sempre un Cuba Libre. Il sapore dolce della cola, combinato all’acido del lime e al ricco sapore di melassa del rum, gli fa andare a fuoco la lingua, assieme al cuore. Si sente un patriota quando ne beve uno, un combattente per la libertà che lotta al fianco degli Americanos durante la guerra ispano-americana. I Cuba Libre sanno di vittoria – una vittoria che Ernesto spera rialzerà la splendida testa per rovesciare gli sporchi comunistas che gli hanno rubato l’amata patria.
La domenica mattina, dopo la messa, Ernesto raggiunge i suoi amici al Máximo Gómez Park per un’animata partita a domino e un sigaro cubano. Mentre accoppiano le tessere, gli uomini ricordano la vita a Cuba prima di Fidel Castro. Dato che hanno quasi la stessa età, le loro storie portano con loro un senso di familiarità, come se avessero vissuto le stesse vite. Come Ernesto, quegli uomini hanno sposato le loro ragazze della gioventù, solo per poi fuggire con mogli e figli verso l’America dopo l’invasione della Baia dei Porci. La loro amata isola non c’era più, e nemmeno il bel presidente Kennedy aveva potuto salvarla. Non tutti erano riusciti ad andarsene. Mogli, genitori, nonni e perfino figli... tutti i giocatori di domino hanno subito delle perdite, anche se ciò non impedisce loro di avere una visione romantica della patria perduta. Come uomini che tentano di infilare i piedi in un paio di scarpe che non gli vanno più, continuano a fantasticare su un ritorno a Cuba. Anche se Ernesto non è diverso, sa nel profondo del cuore che lui e gli altri sono troppo radicati nelle loro vite americane per andarsene davvero. Lui non rinuncerebbe mai ai suoi pomeriggi domenicali nel parco, anche se gli fanno riaffiorare ricordi amari.
A Ernesto piacciono le sue piccole routine, i suoi rituali. Danno un senso ai suoi giorni, gli forniscono uno scopo. Ma la morte mette fine a tutto ciò.
Anche se non mette fine a Ernesto.
Dopo che Ernesto è morto, iniziano a piacergli altre cose. Cose oscure. Il ticchettio delle tessere del domino viene sostituito da quello delle ali degli scarafaggi quando gli insetti corrono avanti e indietro nell’eterno crepuscolo dentro casa sua. Quel suono diventa stranamente di conforto, come una rassicurante musica di sottofondo suonata nella sala di attesa di un dottore. Prima Ernesto li odiava e faceva tutto il possibile per liberarsi di creature di cui nulla riusciva a liberarsi. Armato di insetticida comprato al supermercato, spostava il vecchio frigorifero per spruzzarvelo dietro. Si metteva carponi su mani e ginocchia per spruzzarlo dietro lavandini, armadi e mobili. Lo spruzzava attorno alle finestre e alle porte. Si sentiva come un soldato in battaglia, cosa che, in un certo senso, era. Ogni volta che vedeva una delle luride cucarachas volanti appostata in cucina o nel bagno, le lanciava uno spruzzo di veleno dritto addosso, orgoglioso del suo ethos fai da te mentre guardava l’insetto ribaltarsi sul dorso, le zampette che scalciavano l’aria finché non moriva. Non era una morte piacevole.
Ma, d’altra parte, neppure quella di Ernesto.
In un pomeriggio di domenica umido e afoso, Ernesto Calixto Martinez viene investito da un costoso Hummer nero con la targa personalizzata KNGPDRO. Non c’è nessuna chiamata al 9-1-1, nessun tentativo di impedirgli di andare in shock, nessuno che offra aiuto. Non c’è nulla a parte il guidatore del SUV che sfreccia via, lasciando un vecchio uomo a pezzi a morire nella sua stessa urina e merda su una strada scura di Miami accanto a un canale puzzolente.
Ernesto non è ancora del tutto morto quando l’alligatore lo trova. Dopo essersi occupato in un niente del suo braccio sinistro, gli stacca un bel morso della già gracile gamba destra. Mentre ascolta il rumore di aguzzi denti preistorici che masticano vecchie ossa stanche, Ernesto entra ed esce dall’incoscienza, convinto di star sognando... sperando di star sognando. Il cervello gli sembra un batuffolo di cotone inzuppato d’acqua, solo che non è acqua, ma sangue, a offuscargli i pensieri. Solo dopo essere morto, Ernesto riesce a valutare il danno fatto al suo corpo. Il braccio sinistro gli è stato strappato all’altezza della spalla, lasciandosi dietro uno squarcio sanguinante adornato da striscioni di carne viva e tendini, quando l’alligatore se ne è tornato nel canale putrido ad assaporare il suo gustoso premio. In quanto alla gamba, carne e muscoli sono stati ridotti a una poltiglia grumosa da quella creatura tanto efficiente a uccidere quanto a restare immobile in attesa di una vittima. Ernesto quasi si mette a vomitare quando la vede.
Solo che i morti non possono vomitare.
Un’argentea falce di luna sopra la sua testa scompare dietro fitte nuvole nere. Il terreno zuppo di sangue trema per un tuono mentre Ernesto barcolla in cerchi confusi prima che l’istinto lo spinga a cercare riparo. La gamba martoriata si lascia dietro una scia di sangue mentre zoppica prima lungo una strada e poi lungo un’altra, cercando di vedere le familiari luci della sua via. Non sa se stia andando nella direzione giusta, o come faccia a muoversi. Di tanto in tanto passa un’auto, ma nessuno si ferma ad aiutarlo. Quando i guidatori riescono a vederlo, schizzano via, lasciandosi dietro una nube di gas di scarico che lo farebbe tossire se solo avesse ancora dei polmoni funzionanti. «¡Bastardos!» urla debolmente. Cerca di scuotere il pugno, ma, dato che è mancino, il pugno che usa di solito non c’è più.
La collera di un uomo