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Le Cronache Di Villa knox
Le Cronache Di Villa knox
Le Cronache Di Villa knox
E-book147 pagine1 ora

Le Cronache Di Villa knox

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Info su questo ebook

Gli appunti di G.A è una storia d'amicizia, d'amore e di calore famigliare che ha inizio a Londra nel dicembre del 1959 e attraversa in dettaglio due decenni. Scandito dai preparativi del Natale e da sentimenti di carità e aiuto, il racconto narrato in prima persona ripercorre la vita di G.A, un giovane sognatore che condivide la sua quotidianità a villa Knox con la sua famiglia, gli amici di sempre - il 'circolo della soffitta' Lislie, Charlotte, e David - e il suo fidanzato Johnny. G.A, testardo e dal cuore generoso e alimentato dalla fede, riesce a realizzare il sogno di diventare infermiere e ostetrico e fonda un ricovero e un ambulatorio per ragazze madri, come Isobel, madre della piccola Carol, deciderà di dedicarsi alle partorienti per tutta la vita e ai lavori di maglia e cucito per i poveri del quartiere East End. G.A dovrà affrontare due gravi lutti, la morte di Johnny e diversi anni dopo quella di sua nonna lady Mary, ma non abbandonerà la sua vita da infermiere ed ostetrico, e grazie all'incontro con un nuovo amore, Gilbert ( che diventerà il suo nuovo fidanzato), troverà la forza di portare a termine sei mesi nella missione di Madre Teresa a Calcutta, di adottare la piccola Kitty e di prendersi cura dei poveri del quartiere East End, incontrando dame di carità, raccogliendo fondi e inaugurando negli anni una casa di cure psichiatriche per tutte quelle persone sole
LinguaItaliano
Data di uscita27 nov 2019
ISBN9788831649094
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    Anteprima del libro

    Le Cronache Di Villa knox - Guido Amedeo Chiara

    633/1941.

    PRIMA PARTE

    LE CRONACHE DI VILLA KNOX

    Capitolo primo Presentazioni

    Incominciò tutto in quel dicembre del 1959, quando con la mia bicicletta stavo andando a fare delle commissioni per nonna Mary, zia Annabelle e per la cuoca Emma; mi chiamo G.A., o meglio tutti mi chiamano così... faccio parte della famiglia Knox... vivo in un villino nel cuore di Londra insieme alle mie nonne, le mie zie, i miei genitori, mia sorella e tre miei amici: Lisle, Charlotte e David... in realtà loro vivono con me perché sono studenti e abbiamo deciso di utilizzare l’ultimo piano della casa come affittacamere per gli studenti.

    Lisle e Charlotte sono dello Yorkshire, sono venute a Londra per studiare scienze infermieristiche e ostetriche; David è di Lake District e studia legge. In casa mia, oltre a loro, vivono anche tata Katy, che è la governante, Susan, Philippa e Jenny, le donne di servizio, ed Emma la nostra cuoca. Tornando a quello che stavo facendo quel giorno: ci stavamo preparando tutti per il giorno dell’Immacolata e stavo correndo come un matto per tornare a casa a preparare il pranzo; (noi siamo una famiglia cattolica, non siamo protestanti). Appena entrai in cucina, mi misi al lavoro e preparai il necessario per il pudding e il pasticcio di carne, accessi la radio per ascoltare i canti di Natale e intanto iniziai a preparare i biscotti glassati. In quell’occasione avevamo a pranzo i genitori degli studenti che avevamo a pensione, si era creato un certo legame tra la nostra famiglia e le loro, così non perdevamo mai occasione per ritrovarci a mangiare insieme o per prendere un tè (la mia famiglia è molto british style).

    Dopo aver sistemato i biscotti nella biscottiera, messo la torta a cuocere e l’anatra in pentola, andai con tata Katy e Susan ad apparecchiare la tavola. Quell’anno le nonne e le zie avevano comprato un servizio con le rose della Royal Albert con il bordino d’oro. Tirammo fuori anche la zuppiera Queen Victoria e le posate punzonate della Sheffield.

    Finito di sistemare tavola e cibo, mi misi ad attendere gli ospiti in salotto ed intanto ci facemmo un drink con Lisle, Charlotte e David. Gli ospiti arrivarono e il pranzo fu un successo come al solito.

    Nel pomeriggio Lisle fu chiamata per un parto difficile in ospedale, mentre io e gli altri ci trattenemmo con gli ospiti che rimasero anche per il tè delle 17. Lisle tornò esausta alle 19 a casa, giusto il tempo per salutare i suoi genitori.

    Quella sera a villa Knox nessuno cenò e io e i miei amici ci ritirammo ai piani alti nella torretta. Mettemmo il bollitore a scaldare sulla stufetta della mansarda per farci una camomilla e accendemmo il giradischi per ascoltare un po’ di musica rilassante di sottofondo scegliendo Ella Fitzgerald. Io tirai fuori il mio ricamo, mentre ascoltavo il racconto del parto che aveva fatto Lisle quel giorno; Charlotte nel frattempo si arricciava i capelli con l’arricciacapelli e David si faceva una maschera per il viso con uno dei suoi intrugli... Quella notte facemmo le 2 ma solo perché fummo interrotti da zia Laura che irruppe sgridandoci perché facevamo troppo baccano con le risate e lei non riusciva a dormire... così ci ritirammo nelle nostre stanze. Il giorno dopo sarebbe stato venerdì, e il venerdì di solito andavamo al dancing.

    Capitolo secondo Il venerdì al dancing

    La mattina dopo mi svegliai di buon’ora e mi misi a preparare la colazione per i pensionanti e tutto il resto della famiglia, insieme a tata Katy ed Emma. La mattina di solito preparavamo sempre un dolce, ogni giorno della settimana ce n’era uno diverso, il venerdì di solito toccava alla cheesecake. Ogni mattina preparavamo due thermos di latte caldo e due thermos di tè english breakfast o Earl Gray imperiale. La colazione spesso e volentieri era divisa in due turni: il primo turno era per me e i ragazzi, il secondo per il resto della famiglia e il personale di servizio. Io, dopo le colazioni, prendevo la mia bicicletta a tre ruote e sfrecciavo come una rondine per le vie di Londra per svolgere commissioni e fare la spesa. I ragazzi spesso e volentieri non tornavano a casa. David tornava quasi tutti i giorni per pranzo, perché aveva l’università vicino, mentre Charlotte e Lisle rimanevano in ospedale oppure andavano a pranzo dalle suore per il servizio a domicilio per partorienti, e di solito quello lo avevano il martedì e il giovedì. Quel venerdì, stranamente, avevano finito tutto per l’ora di pranzo e pranzammo tutti insieme; avemmo il pomeriggio libero per preparare tutti e quattro insieme a mia sorella l’albero di Natale, anche se il più lo avevo fatto io, visto che gli altri si erano dileguati nelle loro stanze dopo un po’ per studiare.

    Quell’anno avevamo deciso di passare il Natale tutti insieme con le famiglie. Poi, per l’ultimo dell’anno, sarei andato da Lislie e Charlotte nello Yorkshire. Arrivò la sera ed era l’ora di andare al dancing. Tutti ci sistemammo per la serata; David ci avrebbe portato in auto tutti e quattro al dancing nella sua 500 rossa. Per l’occasione Charlotte si era messa un vestito di taffetà grigio con gonna a ruota e un filo di perle; si era arricciata i capelli e messa una passata con sopra bijoux azzurro ed una borsa di Dior rosa cipria. Lislie aveva un vestito rosso di velluto con gonna a ruota; anche lei si era arricciata i capelli e aveva la sua borsa Chanel nera. David aveva uno smoking blu e io uno azzurro. Arrivammo al dancing nella piccola auto rossa. La città era già addobbata a festa. Nonna Mary mi aveva dato venti sterline per offrire da bere a i miei amici e dopo due bicchierini eravamo tutti a ballare. Quella sera erano stati invitati anche i fidanzati di Charlotte e di Lislie. Charlotte era fidanzata con un poliziotto, Jimmy, e Lislie era fidanzata con Victor, uno studente di medicina.

    David era come al solito nei momenti critici dei suoi amori impossibili e il fidanzato di turno del momento gli aveva dato buca, ma trovammo comunque il modo per divertirci. Tornammo a casa non più tardi dell’una di notte, ci augurammo la buonanotte e io mi rinchiusi in camera mia, tirando da sotto il letto lo scatolone delle lane; dovevo cominciare a inventarmi qualcosa per Natale per i ragazzi & co. Si sarebbero prospettate nottate interminabili di lavoro: durante il giorno non potevo confezionare i regali se non nei momenti morti in cui i diretti interessati non erano in casa.

    Capitolo terzo Commissioni di Natale

    Erano passati i giorni e i maglioni per i ragazzi erano quasi ultimati; mi mancavano solo i regali per le zie, le nonne, la mamma e il papà. Per le nonne e le zie sarei andato in un negozio di porcellane: loro adoravano i piatti della Royal Albert e avrei trovato sicuramente qualcosa. Per la mamma sarei andato a comprare qualche braccialetto in gioielleria e per papà avrei preso una pipa (lui collezionava le pipe). Tornai a casa nel primo pomeriggio e mi misi a preparare per il tè delle 17 con Emma. Seppi da Emma che David era tornato a casa in lacrime senza dire cosa era successo, così colsi l’occasione per portarle su in casa una tazza di tè e un muffin al cioccolato. Appena entrato in camera, mi

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