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Piacevole finzione: Harmony Collezione
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E-book171 pagine2 ore

Piacevole finzione: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

Sotto lo scintillio di lustrini e paillettes, qualcosa brilla con minore intensità...

La travolgente storia d'amore tra Tina Sharma e Dev Arjun li ha resi la coppia più famosa di Bollywood, ma sfarzi e glamour nascondono una realtà diversa: Tina vuole il divorzio! Dev non ha però alcuna intenzione di arrendersi, e le propone un accordo: dovrà recitare la parte delle moglie felice ancora per due mesi, dopodiché sarà libera di andarsene per sempre, se davvero lo desidera.

Tina è furiosa: è chiaro che Dev si è pentito della loro frettolosa unione, allora perché torturarsi oltre rimanendo insieme anche un solo giorno in più? Ma non è del giorno che Tina dovrebbe preoccuparsi...

LinguaItaliano
Data di uscita19 feb 2015
ISBN9788858931172
Piacevole finzione: Harmony Collezione

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    Anteprima del libro

    Piacevole finzione - Susanna Carr

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    Secrets of a Bollywood Marriage

    Harlequin Mills & Boon Modern Romance

    © 2014 Susanna Carr

    Traduzione di Chiara Fasoli

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    Harlequin Mondadori S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2015 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5893-117-2

    www.harlequinmondadori.it

    Questo ebook contiene materiale protetto da copyright e non può essere copiato, riprodotto, trasferito, distribuito, noleggiato, licenziato o trasmesso in pubblico, o utilizzato in alcun altro modo ad eccezione di quanto è stato specificamente autorizzato dall’editore, ai termini e alle condizioni alle quali è stato acquistato o da quanto esplicitamente previsto dalla legge applicabile. Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata di questo testo così come l’alterazione delle informazioni elettroniche sul regime dei diritti costituisce una violazione dei diritti dell’editore e dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla Legge 633/1941 e successive modifiche.

    Questo ebook non potrà in alcun modo essere oggetto di scambio, commercio, prestito, rivendita, acquisto rateale o altrimenti diffuso senza il preventivo consenso scritto dell’editore. In caso di consenso, tale ebook non potrà avere alcuna forma diversa da quella in cui l’opera è stata pubblicata e le condizioni incluse alla presente dovranno essere imposte anche al fruitore successivo.

    1

    Immobile di fronte alla porta di casa, Tina Sharma chiuse gli occhi e inspirò a fondo l’aria profumata che soffiava tiepida sulla sua pelle e sotto il tessuto leggero della maglietta.

    Aveva provato un’immensa nostalgia della calda brezza notturna arricchita dal profumo di innumerevoli fiori, dell’energia, e persino del caos tipico di Mumbai. Pensava che tutto ciò fosse perduto per sempre, ma ora era tornata, e nessuno avrebbe potuto farla allontanare nuovamente. Nemmeno suo marito.

    Lacrime inaspettate le inumidirono gli occhi, mentre un profondo sospiro le stringeva la gola. No, pensò fieramente, non avrebbe pianto, soprattutto non per lui. Ne aveva avuto abbastanza. Dentro di lei un intrico di emozioni lottava per avere il sopravvento, ma sapeva di dover mantenere il controllo se voleva davvero affrontare da sola il leone nella propria tana.

    Tina aveva visto le macchine lussuose parcheggiate nel viale davanti alla casa e sentito il ritmo serrato del bhangra mentre si avvicinava, e quando la porta fu aperta davanti a lei, scorse un nutrito gruppo di uomini e donne muoversi al ritmo della musica nell’ingresso.

    Era forse un party organizzato per festeggiare la sua assenza? Si sarebbe interrotto bruscamente al suo ingresso? Forse sarebbe stato meglio, pensò distogliendo lo sguardo dagli invitati. Anche se avrebbe preferito avere dei testimoni, sapeva che nessuno sarebbe stato dalla sua parte.

    «Memsahib» la accolse il vecchio servitore che le aveva aperto la porta.

    Tina sussultò. Non era abituata a essere chiamata con l’appellativo riservato alle donne sposate, e in fondo era stata una moglie per meno di un anno. Facendo ricorso a tutte le proprie doti di attrice, sorrise ed entrò in casa.

    «Buonasera, Sandeep» disse, compiaciuta del proprio tono controllato e cordiale.

    L’uomo lanciò una breve occhiata alle sue spalle, come a voler nascondere ogni segno della sfarzosa festa in corso nella sua casa. «Sahib non mi ha detto che sarebbe tornata questa sera.»

    «Non lo sa.» Tolse la sciarpa blu con la quale si era coperta il capo, lasciandola ricadere intorno al collo.

    «I suoi capelli!» esclamò Sandeep spalancando gli occhi, poi, accorgendosi dell’avventatezza di quell’esclamazione, chinò subito la testa.

    «Sì, lo so» sospirò Tina.

    Non era offesa. Aveva la stessa reazione ogni volta che coglieva il proprio riflesso nello specchio. Si passò pensierosa una mano tra le corte ciocche. Una volta aveva lunghi boccoli del colore dell’ebano che le ricadevano sulle spalle, mentre ora i capelli arrivavano a malapena a coprirle le orecchie. «È stato un errore.»

    Sandeep alzò cautamente lo sguardo. «E... com’è stata la sua vacanza?»

    Tina si irrigidì. Vacanza? Era questo che Dev aveva detto? Si sentì trafiggere da una profonda rabbia. La sua vacanza le era sembrata più che altro una prigione. Un inferno.

    Il ricordo di infiniti muri bianchi, l’odore acre di disinfettante e l’opprimente senso di disperazione minacciarono ancora una volta di sopraffarla.

    Strinse i denti e si costrinse a calmarsi e a rispondere: «Sono contenta di essere tornata».

    Il maggiordomo fece qualche incerto passo indietro. «Andrò a cercare sahib

    «Non ce n’è bisogno.» Tina alzò una mano per fermarlo. Aveva a proprio vantaggio l’elemento sorpresa, e non aveva intenzione di sprecarlo. Era il momento di iniziare a comportarsi come la padrona di casa, invece che come un’intrusa. Doveva mantenere quel ruolo solo per un momento, poi lo avrebbe felicemente abbandonato per sempre. «Lo cercherò io. Dove lo hai visto l’ultima volta?»

    Sandeep assunse un’espressione colpevole e abbassò lo sguardo sui propri piedi nudi.

    «È difficile a dirsi...» mormorò.

    Era forse tra le braccia di una donna? Le sue labbra si strinsero in una smorfia di disappunto. O era ancor peggio di quanto potesse immaginare? Avrebbe voluto un indizio su ciò che avrebbe potuto vedere, ma non aveva alcuna intenzione di fare domande. Quella era casa di Dev, e il personale era con lui da anni. Erano tutti fedeli a lui, era lei l’intrusa. «Non preoccuparti. Lo troverò.»

    Il maggiordomo lanciò uno sguardo oltre la porta d’ingresso. «Farò venire qualcuno per portare le sue cose in camera. Dove sono i suoi bagagli?»

    «Non ne ho.» Non aveva alcuna intenzione di fermarsi a lungo.

    Sandeep si accigliò, ma non diede voce alle domande che si erano formate nella sua mente. «Posso prendere la sua borsa?»

    Istintivamente, Tina la strinse a sé. «No, grazie.» Sorrise e si allontanò in fretta.

    Sandeep non era un nemico, ma non voleva perdere di vista il passaporto e i soldi. Erano essenziali per ottenere la libertà. Quella sera non avrebbe staccato gli occhi nemmeno dal giornale arrotolato sul fondo della sua borsa. Il giornale con la foto di suo marito in copertina. Quella foto e la storia che l’accompagnava avevano acceso in lei un fuoco che bruciava ancora.

    Raggiunse il centro dell’immenso ingresso e si guardò intorno. L’aria della stanza era densa di fumo e sudore, ma Tina riuscì comunque a riconoscere alcuni degli ospiti. Erano attori, celebrità che comparivano spesso su copertine e poster di film, e riuscivano a mantenere un aspetto invidiabile nonostante i capelli scompigliati e i vestiti incollati al corpo, mentre si muovevano freneticamente al ritmo della musica.

    Si chiese quale fosse l’occasione di quella festa. Doveva avere a che fare con il lavoro. Fin dalla nascita, Dev era stato destinato a regnare su quel mondo, ma per lui nulla era mai abbastanza. Era sempre spinto verso nuovi successi, nuovi territori da conquistare, nuovo potere da ottenere. I soldi erano una questione di secondaria importanza per quell’uomo, eppure ogni secondo di ogni sua giornata era occupato dal lavoro.

    Be’, quasi ogni secondo. Lei era stata l’eccezione. Una volta pensava che questo significasse che l’amava profondamente, ma ora sapeva che non era così.

    Si chiese se le avrebbe detto che quel party era per lei, per festeggiare il suo ritorno. Era abbastanza impudente da provarci. E perché no? Poteva mentire e rompere qualsiasi promessa senza paura delle conseguenze. Dev era intoccabile.

    Ma il suo ritorno era stato un gesto impulsivo, aveva deciso di tornare solo il giorno precedente. E ora si chiedeva se quella fosse stata la scelta giusta. Il suo scopo era dimostrare che non era più vulnerabile, che era più forte di quanto suo marito credesse.

    Esitò, addentrandosi sempre più nella grande casa. C’era stato un tempo in cui si era sentita felice e al sicuro, in cui l’aveva considerata casa propria. Ora sapeva che era stata solo un’illusione. Invece di essere protetta, era stata spogliata di ogni potere decisionale e libertà. Strinse nervosamente le dita intorno alla borsa mentre si guardava intorno, cercando di ricordare dove fosse l’uscita più vicina.

    Sentì un gruppo di persone cantare battendo le mani a tempo di musica e si avviò verso la stanza da cui proveniva la confusione, certa di trovarvi suo marito. Con il suo aspetto e le sue doti artistiche, Dev era sempre al centro dell’attenzione.

    Alzò gli occhi al soffitto riconoscendo la canzone cantata in quel momento. Veniva dal primo film di Dev, che lei aveva visto decine di volte, anche se sapeva che suo marito non era contento di quell’interpretazione. Non avrebbe mai cantato quella canzone a meno che non gli venisse richiesta da un ospite molto importante.

    A un tratto, Tina ricordò che quella scena includeva anche un’attrice. Avrebbe danzato con una partner? Una persona in particolare? A quel pensiero avvertì una fitta allo stomaco, ma si costrinse a proseguire. Doveva vedere con i suoi occhi, non poteva limitarsi a credere a fonti esterne. Doveva sapere.

    Entrò non vista nella stanza, invisibile in mezzo a quella folla di ricchi e famosi. L’élite del cinema hindi sembrava accorgersi di lei solo quando si trovava al braccio di suo marito.

    Si immobilizzò sentendo la risata spavalda di Dev. Quel suono le trafisse il cuore. Sembrava spensierato. Felice. Come poteva sentirsi così dopo tutto ciò che era accaduto? Non provava nulla? O forse per lui era solo un sollievo?

    Forse non era stata una buona idea tornare per un ultimo confronto. Aveva sempre sospettato di essere solo un peso per Dev. Un tempo pensava che l’amasse con tutta l’anima, ma aveva presto capito che lui si era sentito obbligato a sposarla. Non era stato d’aiuto il fatto che la sua famiglia disapprovasse quell’unione. Disapprovasse lei. E come dargli torto? Non era degna di lui. I suoi genitori erano star di Bollywood, mentre lei veniva dai bassifondi. Dev aveva sfidato la propria famiglia, sposandola, ma alla fine si era stancato di lei.

    Tutti sapevano che sarebbe successo, ed erano convinti che lei l’avesse ingannato per farsi sposare. L’avevano sempre confusa con la cattiva ragazza che interpretava in quei filmetti a basso costo, e forse l’aveva fatto anche Dev. Era divenuto subito ovvio che lei non era la donna sfacciata e sensuale che lui sognava. Era pronto a tornare alla sua vita da playboy, e non avrebbe permesso a una moglie di fermarlo.

    Da parte sua, Tina non gli avrebbe più concesso di esercitare alcun potere su di lei. Determinata a porre fine alla questione, fece un passo avanti e si unì alla folla. Il suo cuore si fermò quando lo vide, da solo nel centro del circolo formato dagli ospiti che lo osservavano ammirati eseguire la complicata danza senza alcuno sforzo apparente. Dev Arjun. Il suo primo amore. Il suo più grande errore. Guardò senza fiato suo marito, incapace di distogliere lo sguardo. Dev era slanciato e muscoloso grazie ad anni di allenamento per i suoi famosi film d’azione. Rabbrividì, ricordando la sensazione di quel corpo forte e atletico sotto le sue dita. La sua pelle dorata era calda e liscia e lei amava guardare i suoi pettorali scolpiti contrarsi mentre la stringeva a sé.

    Mentre allargava le braccia in un gesto trionfale, Dev sembrava più grande di quanto lei ricordasse. Immenso come la vita. La camicia aderente riusciva appena a contenere il suo petto possente, e i jeans scuri evidenziavano i fianchi muscolosi. Tina desiderò non essere così consapevole del suo fascino. In passato desiderava solo essere stretta da quelle forti braccia, ora sapeva di dover mantenere le distanze.

    Il pubblico applaudì con entusiasmo e solo allora, spostando lo sguardo sul suo viso, Tina notò le ombre scure sotto gli occhi, la durezza più marcata dei suoi lineamenti squadrati.

    Dev si inchinò e accettò il bicchiere che uno dei suoi amici gli porgeva, poi inclinò la testa all’indietro e i suoi occhi incontrarono quelli di lei.

    Si immobilizzò, il bicchiere sollevato a mezz’aria, gli occhi spalancati per l’incredulità.

    «Tina?»

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