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Vendetta di Natale: Harmony Collezione
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Vendetta di Natale: Harmony Collezione
E-book170 pagine3 ore

Vendetta di Natale: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

Sono passati cinque anni da quando la principessa Luciana di Arunthia ha conosciuto il paradiso tra le braccia di un uomo forte e coraggioso, dal quale però è fuggita senza una parola dopo aver scoperto che si trattava del principe Thane di Galancia, rivale della sua famiglia da generazioni. E, così facendo, è fuggita anche dai suoi sentimenti...

Thane non pensava di poter incontrare ancora la misteriosa fanciulla che gli ha rubato il cuore anni prima, né immagina che sia la figlia del suo più grande nemico. Ma, quando il destino la rimette sulla sua strada, decide di vendicarsi del torto subito senza però sapere il segreto che Luciana nasconde per lui e per il suo popolo.

LinguaItaliano
Data di uscita20 gen 2016
ISBN9788858944332
Vendetta di Natale: Harmony Collezione

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    Anteprima del libro

    Vendetta di Natale - Victoria Parker

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    To Claim His Heir by Christmas

    Harlequin Mills & Boon Modern Romance

    © 2014 Victoria Parker

    Traduzione di Cornelia Scotti

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    Harlequin Mondadori S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2015 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5894-433-2

    www.harlequinmondadori.it

    Questo ebook contiene materiale protetto da copyright e non può essere copiato, riprodotto, trasferito, distribuito, noleggiato, licenziato o trasmesso in pubblico, o utilizzato in alcun altro modo ad eccezione di quanto è stato specificamente autorizzato dall’editore, ai termini e alle condizioni alle quali è stato acquistato o da quanto esplicitamente previsto dalla legge applicabile. Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata di questo testo così come l’alterazione delle informazioni elettroniche sul regime dei diritti costituisce una violazione dei diritti dell’editore e dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla Legge 633/1941 e successive modifiche.

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    1

    Era sul punto di fare la proposta. Sarebbe successo di lì a poco.

    Era come nei sogni di ogni bambina. Un uomo affascinante, uno dei più belli che avesse mai visto, era seduto di fronte a lei a un tavolo appartato. Colui che aveva organizzato quella scenografia superba e che nella tasca dell’elegante abito di sartoria aveva una scatolina di velluto era niente di meno che il visconte Augustus, aristocratico e uomo di mondo.

    La luce fioca e seducente delle candele creava un ambiente romantico nella stanza del ristorante da cinque stelle, dove acclamati chef Michelin creavano capolavori di alta cucina. Nei calici di cristallo scintillanti fluivano le bollicine dorate di champagne da prezzi da capogiro. Nella cornice maestosa delle grandi vetrate si stagliava il panorama mozzafiato della Valle della Tarantasia, in Savoia, con le sue vette innevate inondate della luce rosata del tramonto erano il perfetto paradiso per sciatori amanti del lusso.

    E anche la cornice più adatta per una dichiarazione.

    Mancavano solo le parole, ed era di quelle parole che la principessa Luciana Valentia Thyssen Verbault aveva più paura che mai.

    Mio Dio, fa’ che io riesca a uscire da questa situazione... Non c’è via di scampo, Luce. Non solo hai un dovere da compiere nei confronti della tua gente, hai anche suggellato un patto. Con il diavolo in persona.

    Quanto detestava suo padre in quel momento. «Vai sulle Alpi» le aveva detto. «Prenditi qualche giorno per pensarci, per schiarirti le idee.»

    Luciana aveva accettato il consiglio. Si era fidata dell’espressione seria in quel viso più pallido del solito a causa della salute che continuava a peggiorare. Si era detta che in fondo aveva ragione lui. Che tanto aveva davanti a sé ancora molti anni, prima di prendere il suo posto sul trono. Ancora molto tempo per trovare il modo di rimandare. Invece, non aveva fatto bene i suoi conti. Come si sa, l’uomo propone e Dio dispone.

    Il re Henri di Arunthia stava subendo pressioni dai suoi medici perché abdicasse. Lei, che era arrivata fin lassù con l’idea di respirare un po’ di aria frizzante e di fare chiarezza nella sua mente sulla strategia da adottare per evitare che un matrimonio le facesse perdere l’unica persona per cui valeva la pena vivere, alla fine aveva scoperto che suo padre le aveva sguinzagliato addosso Augustus. Il sogno si era trasformato in incubo.

    Forse avrebbe dovuto accorgersene. Evitare con ogni mezzo possibile il visconte sin dal suo ritorno a casa dal viaggio in Cina non era servito a nulla. Aveva solo rimandato l’inevitabile.

    La verità era che aveva vissuto per molto tempo cullandosi in un’illusione. Aveva sperato con tutte le sue forze che il tempo si fermasse ma ciò non era possibile. Ora era arrivato il momento, fin troppo presto, di mantenere la parola data al padre cinque anni prima. Cinque anni durante i quali aveva vissuto normalmente, ben nascosta nel suo paradiso vicino a Hong Kong. Cinque anni di respiro e libertà in cambio della sua totale osservanza delle regole. A partire da... ora.

    «Luciana? Non ti piace il filetto, querida

    Lei sbatté le ciglia, per nascondere l’irresistibile tentazione di chiudere gli occhi e di immaginare di essere altrove. Tranne lì. Querida... Dio, come avrebbe voluto che non la chiamasse così! Che fosse possibile spegnere quella luce troppo calda che gli brillava nello sguardo ogni volta che la guardava. Non aveva già avuto abbastanza rapporti carnali per un pomeriggio? Fu sul punto di domandarglielo. Se gli era piaciuta la morettina con cui era stato nella sua suite. Quella che aveva aperto la porta mezza nuda, con la pelle arrossata. Però la verità era che non le importava affatto. Erano i vezzeggiativi che detestava. Facevano pensare ad affetto e amore, quando non ce ne sarebbe stato in quel matrimonio. Da nessuna delle due le parti.

    Lui però stava recitando una parte e Luciana si domandò se l’avrebbe portata fino in fondo. Fino a mettersi in ginocchio davanti a lei. Era quasi certa di sì, perché sapeva che gli piaceva fare uscite del genere davanti alla stampa.

    Ah, certo! Sarebbe sembrata la storia d’amore del secolo. Un sogno che si realizzava. Mentre in realtà altro non era che uno dei tanti incubi che popolavano le sue notti.

    «È ottimo, grazie.» Il filetto avrebbe potuto essere il migliore del mondo, ma sembrava gomma sotto ai denti. Luciana però non lasciò che la sgradevole sensazione trapelasse sul suo viso. Era stata addestrata a essere una signora perfetta, educata e graziosa sino all’impossibile.

    «Bene. Voglio che questa serata sia perfetta» disse lui in un sussurro. Con voce suadente, e ben modulata.

    Luciana si cancellò dal viso il sorriso sereno che aveva perfezionato sin dalla culla. Né troppo eccessivo o appariscente, ma nemmeno troppo piatto. Semplicemente perfetto, avrebbe detto sua madre senza però aggiungere che ti distruggeva i muscoli della gola ogni volta che lo appiccicavi sul viso.

    Voleva una serata perfetta. Luciana fu colta dal senso di colpa. Lui ci stava provando dopotutto, no?

    Certo, vuole un trono tutto per sé. Ovvio che stia mettendo in atto tutte le strategie che conosce.

    Eppure non era colpa di Augustus se a lei non era mai andata a genio quella parte dell’educazione relativa ai matrimoni combinati. Non era colpa sua se lei sognava un altro uomo. Se preferiva ciò che era scuro e pericoloso.

    Già, e guarda in che guaio ti ha ficcata. Avrai bene imparato la lezione, no?

    Augustus in fondo era di bell’aspetto. Anzi, era proprio bello con capelli biondi tagliati corti ma non troppo e gli occhi azzurro scuro. Le donne gli ronzavano intorno a frotte. Per lei invece, era solo un dovere, niente di più. Era l’uomo che le era stato ordinato di sposare. Con cui avrebbe dovuto andare a letto.

    Una lama invisibile le penetrò nella carne e Luciana d’istinto si piegò per attenuare il dolore lancinante... Poi si sforzò di ritrovare la compostezza che ci si aspettava da lei. Afferrò il bicchiere e mandò giù il liquido color paglierino. Forse se si ubriacava almeno un po’ sarebbe riuscita a dirgli di sì senza andare in mille pezzi.

    Dopo aver rimesso il bicchiere sul tavolo, afferrò di nuovo la forchetta e iniziò a giocherellare con il manzo, per evitare che Augustus le afferrasse ancora la mano. Una volta per quella sera era più che sufficiente.

    Si sarebbe mai abituata al suo tocco? Non era per niente come quando lui l’aveva toccata. Quando le sue dita avevano acceso in lei la fiamma che le aveva fatto ribollire il sangue.

    Basta! Per l’amor del cielo, Luciana, smettila!

    Il problema era che, una volta aperta la diga dei ricordi, lei non riusciva più a fermarli. Non era in grado di controllare il pensiero dell’uomo che le aveva dato il dono più importante della sua vita.

    Dolore e segreti palpitavano nel suo corpo. Perché nessuno poteva sapere. Mai, mai nessuno.

    Le principesse ereditarie non avrebbero dovuto permettersi di spezzare le catene del protocollo. Non avrebbero dovuto alterare il proprio aspetto al punto da rendersi irriconoscibili per evitare i paparazzi e andare ad ascoltare un caotico concerto di musica rock a Zurigo, vestite come una hippy e usando nomi falsi. Non avrebbero dovuto innamorarsi, anzi, cedere alla lussuria al primo sguardo e passare una notte di folle e intensa passione con... il peggior nemico di Arunthia! Anche se, a dire la verità, lei non sapeva chi lui fosse, quando si erano incontrati.

    L’ironia del destino! Quella notte avrebbe potuto ridursi a una specie di sogno, se non fosse stato per la prova evidente della sua pazzia. Una prova che respirava, camminava, sorrideva e la baciava ogni giorno. Una prova di cui non si era mai pentita, nonostante la consapevolezza di aver compiuto un’azione folle, di aver donato la propria innocenza a un uomo pericoloso. Quella prova era suo figlio.

    Con un’occhiata discreta Luce controllò sul visore del cellulare che teneva in grembo se Natanael le avesse già mandato il messaggio della buonanotte. Nulla. Fu afferrata da un’ondata di nostalgia al pensiero che stesse giocando con sua sorella Claudia e con la cuginetta Isabelle, sotto lo sguardo protettivo di Lucas.

    A volte, guardarli la faceva soffrire. La famiglia perfetta dove l’amore regnava sovrano. Il matrimonio meraviglioso di sua sorella col marito era per lei una sorta di miraggio. Così diverso da tutti i matrimoni che aveva visto, che le avevano fatto credere che l’amore vero non esistesse. Cosa avrebbe dato per viverne uno così anche lei. Avrebbe pagato qualsiasi prezzo.

    Luce si detestava, quando provava quei sentimenti. Odiava desiderare ciò che non poteva avere. L’invidia era intensa, e le causava una forte depressione che era difficile da scacciare. Come sempre, provò il bisogno di lasciare uscire il grido che era imprigionato nel suo petto. Come sempre, si costrinse a ricacciarlo in gola.

    Dai, Luce, sai bene che la felicità non è per l’erede al trono. Solo il dovere.

    Di nuovo Luciana cercò di convincersi che il matrimonio con Augustus fosse la cosa giusta da fare. Era l’unico modo per non impazzire al pensiero del prezzo che avrebbe dovuto pagare.

    Il suo cuore era il prezzo! L’aria stessa che respirava! Il suo splendido figlio.

    Claudia le aveva promesso che lo avrebbe salvato dalle mura opprimenti del palazzo di Arunthia. Che lo avrebbe amato come se fosse suo, fino a quando Luciana non fosse riuscita a trovare un modo per riunirsi a lui. Una volta regina avrebbe avuto più potere. Sarebbe riuscita a trovare una soluzione. Doveva trovarla.

    Nel frattempo, gli sarebbe stata sempre vicina però... non avrebbe più potuto fargli il bagnetto della sera o raccontargli le fiabe; metterlo a letto e rimboccargli le coperte. Non avrebbe più potuto rispondere ai suoi pianti notturni, e alla richiesta di carezze e bacini. Il solo pensiero la riempiva di autentica disperazione.

    Doveva dirlo ad Augustus, pensò con angoscia. Forse avrebbe capito... l’avrebbe aiutata...

    Quell’uomo? No. No, non si fidava di lui. Di certo l’avrebbe tradita. Lei non si fidava di nessuno.

    Hai fatto un patto, Luce. Ora devi assolutamente pagare il prezzo.

    Già, un patto stretto quando era una giovane ingenua e fiduciosa. Quando era disperata per una situazione a cui non sapeva far fronte. Un patto che assomigliava più a una condanna a morte. Un tremito le attraversò il corpo mentre i ricordi la perseguitavano come fantasmi irrequieti...

    «Per favore, padre, non posso farlo! Non posso sbarazzarmi di lui.» Sapeva che era piccolo, tanto piccolo dentro di lei, però non poteva già più farne a meno. Non poteva.

    «Luciana, non sei sposata. Getterai fango su tutti noi. Sei la principessa ereditaria, e il padre del bambino che porti in grembo è un nemico della nazione. Ti dimentichi i suoi tentativi di assassinarmi! È un traditore della corona.»

    «Sì, però... non sapevo chi fosse quando...»

    «Se mai quell’uomo scoprirà dell’esistenza del tuo

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