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In viaggio con lo chef (eLit)
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In viaggio con lo chef (eLit)
E-book178 pagine2 ore

In viaggio con lo chef (eLit)

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Info su questo ebook

Lindsay, conduttrice televisiva, non immaginava che una semplice intervista potesse scatenare in lei un'attrazione così forte e dirompente per il suo interlocutore. Eppure è quello che le succede con Carlos Montigo, chef di fama internazionale con un debole per le belle donne. L'alchimia tra loro è così potente che il produttore della trasmissione propone ai due di lavorare insieme per un programma di cucina itinerante. Così Carlos e Lindsay cominciano un viaggio alla scoperta delle prelibatezze del Vecchio Continente, che in breve si rivela un viaggio alla scoperta dei loro reciproci sentimenti. Obiettivo finale, la ricetta perfetta dell'amore.

LinguaItaliano
Data di uscita30 dic 2014
ISBN9788858933053
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    Anteprima del libro

    In viaggio con lo chef (eLit) - Nancy Robards Thompson

    Copertina. «In viaggio con lo chef (eLit)» di Thompson Nancy robards

    Immagine di copertina:

    cienpies / iStock / Getty Images Plus

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    Accidental Cinderella

    Silhouette Special Edition

    © 2009 Nancy Robards Thompson

    Traduzione di Anna Sibilia

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    © 2011 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5893-305-3

    Questo ebook contiene materiale protetto da copyright e non può essere copiato, riprodotto, trasferito, distribuito, noleggiato, licenziato o trasmesso in pubblico, o utilizzato in alcun altro modo ad eccezione di quanto è stato specificamente autorizzato dall’editore, ai termini e alle condizioni alle quali è stato acquistato o da quanto esplicitamente previsto dalla legge applicabile. Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata di questo testo così come l’alterazione delle informazioni elettroniche sul regime dei diritti costituisce una violazione dei diritti dell’editore e dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla Legge 633/1941 e successive modifiche.

    Questo ebook non potrà in alcun modo essere oggetto di scambio, commercio, prestito, rivendita, acquisto rateale o altrimenti diffuso senza il preventivo consenso scritto dell’editore. In caso di consenso, tale ebook non potrà avere alcuna forma diversa da quella in cui l’opera è stata pubblicata e le condizioni incluse alla presente dovranno essere imposte anche al fruitore successivo.

    Frontespizio. «In viaggio con lo chef (eLit)» di Thompson Nancy robards

    1

    «Mi fai quasi credere alle favole.»

    In quel raro momento di intimità nel caos dei festeggiamenti, Lindsay Bingham allungò la mano e sistemò sotto il velo una ciocca di capelli dell’amica, Sophie Baldwin.

    Sophie sembrava davvero la principessa che era. Letteralmente. Una vera principessa.

    Il matrimonio era magico e il ricevimento era l’evento dell’anno, pensò Lindsay, piena di meraviglia. Le era ancora difficile credere che la pratica e semplice Sophie Baldwin di Trevard, North Carolina, fosse di stirpe reale.

    L’anno prima aveva scoperto i suoi nobili natali - o forse sarebbe stato più appropriato dire che i nobili natali l’avevano finalmente trovata - e in un turbinio di lusso e sfarzo era stata portata via, nell’isola di St. Michel. Come se quello non fosse abbastanza, aveva appena sposato il suo bel principe in una fiabesca cerimonia di dicembre.

    All’altro capo della sala, l’alto e affascinante Luc Lejardin piroettava sulla pista da ballo con una donna tra le braccia. Ma quando incrociò lo sguardo della moglie, apparve evidente che aveva occhi solo per lei.

    Lindsay sospirò. Avrebbe rinunciato volentieri ai diritti su un intero regno per avere un uomo che la guardava in quel modo.

    «Se continuo a canticchiare When you wish upon a star avrò anch’io il mio turno da Cenerentola?»

    Sophie sorrise. «Forse, ma visto che quella è una canzone di Pinocchio potresti ritrovarti con un cattivo ragazzo anziché con un principe.»

    Un cattivo ragazzo. La storia della sua vita. «Giusto» concesse. «Il cavallo di battaglia di Cenerentola era I sogni son desideri chiusi in fondo al cuor...»

    Il sorriso dell’amica si allargò. «Be’, sognare non ha mai fatto male a nessuno.»

    «Già, ma per il futuro, mi impegnerò a fare molto di più che sognare. Voglio rimettere insieme i pezzi della mia vita. L’ho definito il progetto la nuova Lindsay

    Sì, il progetto nuova Lindsay piuttosto che il progetto autodistruzione, che includeva chiedersi quanti anni ancora avrebbe passato a fare la segretaria alla Trevard Social Services e quanti Mister Sbagliato si potevano accumulare nel corso di un’esistenza.

    Lindsay sospirò di nuovo. Francamente il nuovo progetto era più facile in teoria che in pratica. Il lavoro da segretaria era privo di difficoltà. Era così semplice che lo poteva fare in automatico. Anche se il suo capo era una colossale spina nel fianco, non si trovava male. O almeno era quello che continuava a dirsi.

    Ma quel lavoro non l’avrebbe portata da nessuna parte.

    Come gli uomini con cui usciva di tanto in tanto.

    Per come la vedeva lei, il percorso verso l’amore vero era come una camminata su una corda tesa sopra un abisso scuro e minaccioso. Aveva già camminato su quella corda, tenendo la mano di un uomo che amava e di cui si fidava, un uomo che le aveva detto di voler passare con lei il resto dei suoi giorni. Be’, quell’uomo non solo le aveva lasciato la mano, ma l’aveva gettata nell’abisso.

    Era quasi annegata nel suo dolore.

    Ancora adesso, a distanza di sette anni, quando pensava all’uomo che le aveva spezzato il cuore quel dolore riemergeva.

    Per ottenebrare la mente, usciva con altri uomini. Aveva anche avuto qualche relazione, se le si poteva definire tali. Gli uomini avevano tutti una cosa in comune: non erano fatti per il matrimonio.

    Ma le andava bene così. Uscendo con dei cattivi ragazzi, era sicura che non sarebbe durata. Era padrona del proprio cuore. Per cui non sarebbe accaduto che si spezzasse di nuovo.

    Sophie le strinse la mano. «Penso che focalizzarti su te stessa sia un’ottima idea e voglio aiutarti in questo senso. Ho una sorpresa per te.»

    Sophie aveva in viso un’espressione che le aveva già visto prima. Un’espressione che indicava che probabilmente avrebbe fatto meglio a darsela a gambe, e in fretta.

    La sua amica era animata dalle migliori intenzioni ed era straordinariamente generosa. Nell’ultimo mese l’aveva subissata di meravigliose sorprese che spaziavano da giornate di coccole nelle Spa, a vestiti, scarpe e borse firmati, alla collana di diamanti di Cartier con orecchini abbinati da portare sull’abito da damigella.

    «Cos’hai architettato?» chiese Lindsay, restringendo gli occhi a due fessure.

    «Te lo dirò tra un minuto. Prima devo salutare una persona.»

    Lindsay seguì lo sguardo di Sophie, rivolto verso un uomo basso ed esile che stava venendo verso di loro.

    «Altezza, che cerimonia incantevole» disse l’uomo con un lieve accento italiano. Poi si chinò a farle il baciamano. «È un onore poter presenziare a un simile evento.»

    Ci sarebbe voluto un po’, pensò Lindsay. Ma in fondo, si disse, aveva monopolizzato abbastanza l’amica. Era ora che si ritirasse e la lasciasse ad altri. Sarebbe andata a prendersi qualcosa da bere. Gli invitati non avevano voglia di parlare con lei e non le importava. Davvero. Non le andava per niente di starsene lì come un palo mentre quell’uomo faceva ciò che ogni invitato di quel matrimonio aveva a cuore di fare: ingraziarsi la futura regina di St. Michel.

    «Vuoi scusarmi un momento?» disse dunque a Sophie.

    «Tutto bene?» le sorrise l’amica.

    Lei annuì. «Benissimo. Ho bisogno di bere qualcosa. Gradite qualcosa anche voi?»

    «Per me nulla» ribatté l’italiano. «Ma, la prego, lasci che vada io.»

    «No, grazie. Resti qui a chiacchierare. Torno subito.»

    «Non è il caso che tu te ne vada» bisbigliò Sophie.

    Era stata fantastica nel fare in modo che lei non si sentisse fuori posto durante il suo soggiorno a palazzo. La poveretta doveva essere esausta.

    «Sto bene» la rassicurò. «Ci vediamo più tardi.»

    «Va bene. E non dimenticarti la sorpresa.»

    L’aveva già sommersa di regali di ogni genere e Lindsay non aveva proprio idea di cosa ancora avesse in serbo. Specie quella sera. La sua serata. Non le pareva giusto che sottraesse tempo alla festa nuziale per darle qualcos’altro. Se c’era qualcuna che doveva essere viziata quella sera, era la sposa.

    Lindsay individuò un cameriere con un vassoio di coppe di champagne. Lo raggiunse, si servì e si volse a osservare la folla degli invitati. La lista includeva diverse personalità, facilmente riconoscibili, ma fece attenzione a non fissare nessuno, sarebbe stato scortese e di cattivo gusto.

    Anche se poco lontano da lei c’era Johnny Deep. Era seduto a tavolino per due, col braccio attorno alle spalle di una bella donna.

    Johnny Deep.

    Rimase lì a guardare affascinata mentre l’attore si portava la sigaretta alle labbra per una lunga boccata di fumo. Non pensò nemmeno di intavolare una qualche conversazione con lui perché, nervosa com’era, avrebbe finito col balbettare qualcosa di stupido.

    Coi nervi a fior di pelle nel vestito di Oscar de la Renta - un altro regalo di Sophie alle testimoni - trasse un profondo sospiro e distolse lo sguardo.

    Mentre perlustrava la folla, si bloccò improvvisamente, attratta da un volto familiare. Un bell’uomo atletico dai capelli scuri sedeva da solo a un tavolino sul fondo della sala da ballo.

    Era il famoso chef. Oh, qual era il suo nome...?

    Mentre studiava il suo viso perfetto, la pelle olivastra e l’ombra della barba, fece passare nella mente una serie di nomi, ma non riuscì a individuare quello giusto.

    Un paio di anni prima era stato l’uomo copertina di una notissima rivista. Diavolo, come si chiamava...? Teneva un programma di cucina... ma era successo qualcosa. Lindsay, però, non riusciva a ricordare cosa. In effetti, non rammentava l’ultima volta che lo aveva visto in televisione. Non che fosse stata una sua assidua spettatrice ma era ancora più bello di persona e le foto sui giornali non gli rendevano giustizia.

    Montigo.

    Carlos Montigo.

    Sì! Ecco come si chiamava!

    Lindsay schioccò le dita. Come se l’avesse udita, il che era impossibile visto il clamore delle conversazioni e della musica, il suo sguardo tenebroso si spostò su di lei e vi rimase.

    Uno strano sfarfallio le frullò nello stomaco.

    Buon Dio, quell’uomo era davvero uno schianto. Ma sulla base degli standard, non era un Principe Azzurro. Per niente.

    Tuttavia, Lindsay non riusciva a distogliere lo sguardo.

    Eccola lì di nuovo, quella sorta di attrazione magnetica che la costringeva ad andare in una direzione che il buon senso sconsigliava caldamente.

    Continuò a guardarla e lei continuò a guardare lui, oltre il bordo del calice di champagne.

    Aveva già conosciuto dei cattivi ragazzi con una reputazione come la sua. Era esattamente il tipo d’uomo da cui era attratta.

    Se c’era una cosa che le aveva insegnato l’esperienza era l’impossibilità di riabilitare uomini del genere.

    Da lì la breve durata dei rapporti.

    Il lento, seducente sorriso che incurvò le labbra di Montigo prometteva guai. Quegli occhi che la fissavano erano senza ombra di dubbio occhi da cattivo ragazzo.

    Occhi scuri, sexy che la percorrevano tutta sfacciatamente.

    Non era così che Luc guardava Sophie. No, questo sguardo era completamente diverso. La sua mente le propose immagini di lenzuola sfatte, spalle nude e molta più pelle scoperta di quanta non si vedesse lì...

    Immagini che per un attimo le tolsero il respiro.

    Era l’ultima notte che passava a St. Michel...

    Anche se Montigo non poteva rientrare nel suo progetto nuova Lindsay, non lo avrebbe più rivisto.

    Ma in quell’attimo successe una cosa stranissima. La ragione ebbe la meglio. Che senso aveva una notte di sesso, anche se di sesso infuocato?

    A casa, la sua amica Ida May Higgins, la donna che la conosceva da quando era nata ed era diventata la sua mamma surrogato quando la sua era morta, le ripeteva di continuo che l’unico modo che aveva per sistemare ciò che il suo ex fidanzato aveva rovinato era prendersi del tempo in cui stare da sola, per poter arrivare a conoscersi meglio.

    Sola.

    E poi Sophie doveva ancora tagliare la torta e lanciare il bouquet. Come damigella d’onore, Lindsay doveva restare nei paraggi, a disposizione, non pianificare di defilarsi con Mister Sesso.

    Costringendosi a distogliere lo sguardo, terminò lo champagne, posò la flûte su un vassoio e si avviò verso la terrazza, con l’idea di prendere una boccata d’aria fresca.

    Sperava che l’avrebbe aiutata a schiarirsi le idee.

    Se fosse stata a casa, avrebbe tirato fuori il libro di ricette scritte da sua madre - un libricino rosso pieno di appunti sulle preparazioni di molti piatti cucinati dalla sua mamma - e si sarebbe messa ai fornelli.

    La cucina era il suo santuario; cucinare la aiutava a pensare.

    Anche se era piccola quando sua madre era morta e aveva pochi ricordi di lei, le erano rimaste le sue ricette. E riportarle in vita la faceva quasi sentire in connessione con quella donna che non aveva mai realmente conosciuto.

    Aveva portato con sé il libricino, ma nel mese in cui era stata lì non si era mai nemmeno avvicinata

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