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Sotto il sole della Provenza: Harmony Jolly
Sotto il sole della Provenza: Harmony Jolly
Sotto il sole della Provenza: Harmony Jolly
E-book146 pagine3 ore

Sotto il sole della Provenza: Harmony Jolly

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Info su questo ebook

Destination Brides 3/4
Il migliore modo per essere donne felici? Spuntare tutte le caselle della propria lista dei desideri!
Jenna Brown è in Provenza e sta partecipando alla vacanza più eccitante della sua vita quando incontra l'affascinante Philippe d'Usay. Philippe è un uomo sicuro di sé e pericoloso, che però rivela nelle profondità dei suoi occhi un dolore che non lo abbandona mai. La chimica che subito si innesca tra loro porta Jenna dritta tra le braccia del carismatico straniero, per una fugace relazione che - lei ne è sicura - terminerà nel momento stesso in cui il sole tramonterà sulla sua vacanza da sogno.

Ma i giorni volgono al termine e Jenna si scopre perdutamente innamorata della Francia e... di Philippe. Lasciarlo si rivela la cosa più difficile che abbia mai fatto. Tuttavia quelle indimenticabili notti di passione hanno lasciato il segno...
LinguaItaliano
Data di uscita20 lug 2020
ISBN9788830517059
Sotto il sole della Provenza: Harmony Jolly

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    Anteprima del libro

    Sotto il sole della Provenza - Barbara Wallace

    successivo.

    1

    Primi di agosto

    Il posto è davvero così bello come appare nelle illustrazioni? Aspetta. Non dirmelo. Non voglio saperlo. Fai finta che sia orribile.

    Seduta al sole, Jenna posò il bicchiere di champagne e lesse il messaggio dell'amica. Subito dopo, pur sapendo che la foto che le inviava non avrebbe reso giustizia a quell'incantevole angolo della Provenza e del mare di lavanda lilla e oro, premette l'invio.

    Ti odio.

    Jenna trattenne una risata. La povera Shirley era a Nantucket con il fuoco di Sant'Antonio, ospite poco piacevole. Non poteva prenderla in giro.

    Ti sentiresti meglio se ti dicessi che tutte qui sembrano delle top model? Io sono la più bianca e la più floscia.

    Non era proprio vero. C'erano delle donne belle e appariscenti, ma c'erano anche numerosi turisti pallidi come lei. Però valeva la pena dire una piccola bugia per risollevare il morale della sua amica.

    Non penso proprio che mi divertirò senza di te.

    Questo invece era vero. Oltre a essere la sua amica più cara, Shirley era la sua guida sia nella casa di riposo in cui entrambe lavoravano, sia nella vita quotidiana.

    Era stata lei che l'aveva invogliata a partecipare a un'asta di beneficenza e a fare un'offerta per quella vacanza in Provenza. Senza la sua spinta, adesso non sarebbe stata seduta sul terrazzo di un castello medievale, bevendo champagne a colazione.

    Mmh... sarà meglio che raddoppi i tuoi sforzi, altrimenti Beatrice tornerà indietro per rimproverarti. Si aspettava che tu ti divertissi moltissimo.

    Non poteva rischiare di incorrere nella rabbia postuma della sua paziente preferita, pensò Jenna. Il rimorso l'avrebbe perseguitata in eterno.

    È ciò che intendo fare, ma non sarà facile fare delle conoscenze interessanti. Purtroppo ho perso la mia traduttrice.

    Shirley era l'unica che parlasse francese. Il suo ex fidanzato le aveva fatto fare un corso intensivo della lingua prima di prometterle una vacanza in Francia.

    Cerca un aitante francese. Immagino già in quali guai ti troverai se ne scoverai uno!

    Jenna scoppiò a ridere. Due persone sedute al tavolo vicino si voltarono a guardarla e lei mostrò il cellulare per far capire che non era matta.

    Non scherzare. Con la mia fortuna m'imbatterei in un millantatore.

    Per te tutti gli uomini lo sono.

    Jenna annuì. Ne era convinta per dei buoni motivi. Nantucket attirava quella specie umana come un magnete. Finti milionari. Uomini che noleggiavano dei panfili pur avendo il conto in banca vuoto e passavano i finesettimana estivi fingendo di far parte del mondo dorato, allo scopo di conquistare più donne possibile.

    Il Sud della Francia non è la White Whale Tavern. Se incontri un bel francese, dimmelo. Nella desolazione che mi circonda, ho bisogno di qualche brivido.

    Non trattenere il fiato.

    Non lo faccio mai.

    Dopo altre due battute, Shirley comunicò che nel New England era l'alba e che lei si rimetteva a dormire. Jenna la salutò e fece cenno al cameriere di portarle un'altra coppa di champagne.

    Oltre la balaustra del terrazzo, la distesa dei campi sembrava un mare screziato di rosa, verde e giallo sul quale il vento giocava, creando delle minuscole onde.

    Lo spettacolo era davvero incredibile.

    Trascorrere dieci giorni in un antico castello francese durante la fioritura della lavanda era un sogno, affermava l'opuscolo pubblicitario del Merchant Hotel. Adesso che era lì, poteva assicurare che la fotografia acclusa al dépliant non rendeva giustizia alla realtà.

    «Grazie d'aver reso possibile questa avventura, Beatrice» mormorò a fior di labbra, sollevando il bicchiere. «Farò di tutto per godermela al massimo.» Bevve un sorso, poi scattò una prima foto al paesaggio da mandare a Shirley e una seconda a se stessa mentre si portava il bicchiere di champagne alle labbra. Purtroppo, l'immagine risultò inguardabile. Sembrava che avesse gli occhi chiusi e il doppio mento.

    Dopo quattro tentativi infruttuosi ci rinunciò e buttò il cellulare sul tavolo proprio nel momento in cui l'ombra di una persona si posava su di lei, oscurando il sole.

    «Excusez-moi de vous déranger» disse una voce profonda. «Gradirebbe un aiuto?»

    Oh. Mio. Dio! Jenna rischiò di mandare di traverso lo champagne. Davanti a lei c'era l'uomo più bello che avesse mai visto. Indossava una giacca a doppio petto simile a quella sfoggiata dai direttori d'albergo e sembrava uscito da un opuscolo pubblicitario.

    Se allo Château de Beauchamp avessero inserito la sua foto, le prenotazioni sarebbero triplicate. Chi sapeva che esistesse una tale perfezione?

    Sebbene lo sconosciuto avesse un fisico atletico, più adatto a dei capi sportivi, indossava il completo con eleganza e i suoi occhi erano del colore violetto della lavanda.

    Sapeva di essere bello. Jenna lo comprese dal modo in cui sorrideva, mostrando una dentatura perfetta e ostentando un'invidiabile fiducia nel proprio fascino.

    «Con la foto» spiegò lui in un inglese accentato. «Non ho potuto fare a meno di notare la sua frustrazione. Sarei lieto di scattarle qualche foto. Stava cercando di scattare un selfie con i campi di lavanda sullo sfondo, vero?»

    Sembrava desiderasse solo aiutarla, pensò lei, avvertendo un tremolio nello stomaco. Doveva tenere a mente che la catena dei Merchant Hotel garantiva un servizio a cinque stelle. Era quindi possibile che i dipendenti facessero di tutto per mettere gli ospiti a loro agio.

    «La ringrazio» rispose. «Temo di non essere molto brava con i selfie.»

    «Meglio così. Significa che ha in mente delle altre cose oltre a se stessa.»

    «Sto cercando di ambientarmi. La mia amica Shirley non è potuta venire con me e io tento di documentarmi per mostrarle tutto quando tornerò a casa.»

    «Capisco. Non troverà uno sfondo migliore di questo in tutta la Provenza. Dovrebbe avvicinarsi alla balaustra. La veduta sarà ancora più bella.»

    Aveva ragione. Non aveva mai visto tanti colori in un posto. Forse era l'effetto dello champagne, ma lì tutto sembrava più vivido. Il viola della lavanda era più intenso e il giallo dei fiori più dorato. Persino le montagne, con i loro crepacci colmi di ombre, sembravano dipinte di azzurro e di verde.

    «Lei è americana, presumo» seguitò lo sconosciuto. «È la prima volta che alloggia allo Château de Beauchamp

    «Sì.» Era la prima volta che stava in quell'albergo, che veniva in Francia e che usciva dagli Stati Uniti, a parte lo spring break, la breve vacanza di primavera che aveva fatto al college. «L'idea di soggiornare in un castello antico di almeno mille anni è stata irresistibile.»

    «Mi scusi se la correggo, ma questo castello è molto meno antico di quanto lei creda.»

    «Si spieghi meglio.»

    Mentre lui si avvicinava alla balaustra, Jenna notò che si muoveva con una grazia innata.

    «Questo non è il castello originale.»

    «Ma l'opuscolo dice che svetta sulla valle dall'undicesimo secolo. Se lo sono inventato?» protestò lei, pronta a indignarsi.

    «È esistito uno Château de Beauchamp, baluardo eretto a guardia della vallata» replicò lui. «Ma non era questo. L'originale cadde in rovina nel sedicesimo secolo. Se guarda verso quel gruppo di alberi sulla destra, vedrà i resti di una torre.»

    Jenna seguì l'indicazione e vide un cumulo di pietre tra i tronchi.

    «La famiglia d'Usay fece costruire questo maniero per sostituirlo. Lo chiamarono Château Neuf

    «Dunque mi trovo in un castello di cinquecento anni, anziché di mille?»

    «Spero non sia troppo delusa.»

    «Sopravvivrò.»

    «Me lo auguro. Sarebbe davvero un peccato se restasse insoddisfatta.»

    Quel doppio senso le diede un brivido. Ma la sua frase aveva davvero un significato nascosto, o era lo stordimento dovuto al cambio del fuso orario a farglielo sospettare?

    «Ha già fatto il giro completo?»

    «Non ancora.» Il dépliant informativo suggeriva il giro del castello, ma non lo aveva letto tutto, perché prima della partenza aveva avuto troppe cose da fare, aveva spiegato a Shirley. «Ho preferito prendermi un giorno per immergermi nell'atmosfera.»

    «Mi sembra giusto» approvò lui. «Sa che durante il Terrore Bianco, la cantina servì come luogo di riunione per le Compagnies du Soleil

    «Il Terrore Bianco?»

    «Quando certi membri della regione si vendicarono di coloro che avevano appoggiato la rivoluzione. Cioè noi» spiegò lui con una risatina.

    «Sarebbe a dire che i suoi antenati si ribellarono contro i ribelli?»

    «Noi preferiamo pensare che tentarono di preservare le tradizioni e forse anche le loro teste.»

    «Sì, presumo che non volessero perderle.» Jenna si domandò quante donne avessero perso la testa per lui. Aveva conosciuto altri uomini affascinanti, incantatori, ma non altrettanto insinuanti e altrettanto belli.

    Quegli uomini erano pericolosi, perché ingannavano. Molti millantatori erano così scoperti che li smascheravi subito e non li prendevi seriamente. Quel tipo d'uomo invece... ti ammaliava con la sua delicatezza e ti faceva credere di nutrire per te un interesse che andava oltre il sesso.

    A quel punto diventavi una marionetta che si metteva a ballare ogni volta che lui toccava le tue corde, e il suo fotografo sembrava in grado di toccarne molte.

    «Parli per lei, mademoiselle. Talvolta perdere la testa può essere molto piacevole» replicò lui, appoggiandosi alla balaustra e guardandola negli occhi.

    «Non mi è mai successo.»

    «Forse non ha fatto le giuste esperienze.»

    Se fossero stati a Nantucket, a quel punto gli avrebbe detto di togliersi di torno. Invece, che fosse colpa del fuso orario, dello champagne, o dell'atmosfera, Jenna non riuscì a staccare lo sguardo dal suo. Le sue iridi avevano delle sfumature azzurre e viola che le rendevano uniche e ammalianti.

    «Come finì la battaglia? I rivoltosi conservarono le loro teste

    «Dovrà fare il tour per scoprirlo.» Le fossette ai lati della bocca riapparvero. «A meno che non preferisca un giro più personale. Sono appassionato di storia francese, in particolare della famiglia d'Usay.»

    Le stava offrendo di guidarla

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