Dalla manualità alla rivoluzione digitale
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Anteprima del libro
Dalla manualità alla rivoluzione digitale - Raffaele Bonanni
DALLA MANUALITÀ ALLA RIVOLUZIONE DIGITALE
di Raffaele Bonanni
Prima edizione: dicembre 2019
Tutti i diritti riservati 2019 BERTONI EDITORE
Via Giuseppe Di Vittorio 104 - 06073 Chiugiana
Bertoni Editore
www.bertonieditore.com
info@bertonieditore.com
È vietata la riproduzione anche parziale e con qualsiasi
mezzo effettuata, compresa la copia fotostatica se non autorizzata.
Raffaele Bonanni
DALLA
MANUALITÀ
ALLA
RIVOLUZIONE
DIGITALE
A Teresa, la parte migliore di me
PREFAZIONE
Se fosse stata ambientata in America questa storia sarebbe nata in un garage dove il protagonista avrebbe imparato, da bravo self-made man, con le proprie forze, ad accrescere il suo sapere e migliorare le sue competenze. In pieno stile American dream. Quello di Raffaele Bonanni, invece, è un sogno tutto italiano e come tale mantiene alcune caratteristiche proprie della nostra cultura che assolutamente non lo svalutano rispetto al più rinomato sogno a stelle e strisce, ma anzi lo rendono più poetico, più semplice nel senso bello e leggero della parola. A dimostrazione di ciò il lungo percorso, che ha origine nel ’49 e arriva fino alla quarta rivoluzione industriale dei nostri giorni, nasce nel piccolo paese di Bomba, in Abruzzo. In questi piccoli paesini agricoli, dove già da bambini si sviluppa una facilità maggiore nel diventare autonomi grazie ad un mondo esterno per certi versi più facile
da affrontare, si crea e si evolve il rapporto tra Raffaele e la manualità. L’arte di pensare, costruire e utilizzare utensili, a partire dai suoi giocattoli che fabbricava da solo, sarà alla base del suo successo futuro e della sua capacità di adattarsi all’evoluzione del pensiero, per quanto riguarda i concetti di manualità e artigianato, e all’avvento del digitale. Queste pagine, infatti, sono un vero e proprio elogio della manualità in quanto risorsa da recuperare, ma anche in quanto strumento da includere nella rivoluzione digitale che stiamo vivendo per raggiungere risultati ottimali nel progresso e nella crescita del nostro paese.
Da bravo e riconosciuto ex sindacalista, e quindi gran conoscitore del mondo del lavoro, Raffaele Bonanni sa bene quanto la manualità sia alla base di ogni lavoro e il suo grido d’aiuto per questo concetto che si sta perdendo non si ferma soltanto ad un pensiero nostalgico o ad una pura dissertazione teorica. La proposta, infatti, è del tutto concreta e nelle sue nuove vesti di formatore - come preferisce definirsi - presso le Università telematiche Pegaso e Universitas Mercatorum, Bonanni ha elaborato diversi percorsi per un educational volti a far convivere manualità e digitale, riuscendo comunque a tenere le due cose distinte e singolarmente affrancate.
Trovo molto interessante, intelligente e quanto mai attuale il pensiero di Raffaele Bonanni e credo che le sue indicazioni per vincere nell’era del digitale possano essere davvero un buon vademecum per chi vuole orientarsi nel mondo continuamente in evoluzione dell’era della digitalizzazione. Inoltre credo che si possa assolutamente trovare qualcosa da imparare in un uomo che è perfettamente calato nel digitale, tanto da fare del modernissimo e-learning il suo modello di formazione, e che allo stesso tempo vuole recuperare l’arte un po’ dimenticata della manualità. Del resto per fare un grande futuro ci vuole il giusto incontro tra presente e passato. Il tutto è rivolto al gran finale, alla risoluzione della battaglia interna all’umanità che non trova soluzioni alla deriva ambientale e sociale del nostro pianeta. Le soluzioni proposte da Bonanni sono le più giuste e le più condivisibili: incoraggiare il sapere, sviluppare il digitale, spingere il progresso, incentivare l’innovazione. A queste si va ad aggiungere il grande rispetto per la manualità che molte volte è la migliore formazione per sapersi addentrare in molte altre discipline. Per questo Raffaele Bonanni ringrazia di essere nato a Bomba e di aver avuto quel tipo di infanzia… e ne ha ben donde! In conclusione, per giocare un po’, come fa lui, con il nome del suo paese natio, direi che non ci resta altro che tuffarci… a bomba… nelle pagine di questo libro.
Danilo Iervolino
Fondatore e presidente
dell'Università telematica Pegaso
I
UN PAESE CHIAMATO… BOMBA
La nostra bellissima Italia è costellata di località amene dai nomi pittoreschi, originali, talvolta decisamente strani. Pare che ce ne siano alcune decine: da Golasecca nel varesotto a Occhiobello vicino a Rovigo, da Altolà nel modenese a Paperino nei pressi di Prato, da Casa del Diavolo non molto distante da Perugia a Bomba in provincia di Chieti, da Buonvicino nel cosentino a Purgatorio nel trapanese. Io sono nato proprio in uno di questi paesi dai nomi così bizzarri, precisamente a Bomba. Correva l’anno 1949. Alcuni sostengono che il nome del mio luogo di nascita deriverebbe da un termine della lingua latina, a sua volta di origine onomatopeica, che starebbe a indicare ronzio o rombo poiché in epoca romana nelle sue vicinanze ci sarebbe stata una fragorosa cascata la quale produceva in tutta la vallata un tipico rumore rimbombante; secondo altri, invece, il nome Bomba significherebbe bevanda e sarebbe da mettersi in relazione con la parola calabrese mbumba; secondo altri ancora deriverebbe da bumba, anch’essa voce onomatopeica tipicamente infantile. E non finisce qui. Il nome del mio paese d’origine avrebbe, a sua volta, dato vita all’espressione Torniamo a bomba
(che significa, più o meno, Riprendiamo il discorso dal punto dove era stato interrotto
), la quale sarebbe stata usata da Silvio Spaventa, personaggio del nostro Risorgimento anche lui bombese come me: durante un’orazione parlamentare infatti Silvio Spaventa, più volte interrotto dagli altri membri del Parlamento del Regno d’Italia, l’avrebbe pronunciata mentre si stava riferendo proprio al suo (o meglio nostro) paese natio. Pare, comunque, che questo modo di dire esistesse addirittura fin dal Medioevo e indicasse un luogo franco del gioco del nascondino.
Bomba si trova in una bellissima area dell’Abruzzo, in Val di Sangro, la quale si estende lungo il corso del fiume Sangro nella zona meridionale della provincia di Chieti. Seguendo il fiume poi la valle si allarga in una parte della provincia di L’Aquila e anche nel vicino Molise. Si tratta di un territorio decisamente ampio, circondato da colline piuttosto alte e, nelle vicinanze del