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Uomini, bastardi uomini
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Uomini, bastardi uomini
E-book367 pagine4 ore

Uomini, bastardi uomini

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Info su questo ebook

Il tuo uomo è un bastardo?
Scrivigli una lettera, scrivilo sul tuo blog, scrivilo su tutti i muri...
e poi lascialo

Se scopri all’improvviso che il grande amore della tua vita è in realtà un dongiovanni impenitente e buono a nulla, che cosa fai?

A) Gli apri il tuo cuore scrivendo lettere privatissime che lui non leggerà mai. In fondo in fondo pensi che sia una gran perdita di tempo, ma la tua analista dice che è il modo migliore per dar sfogo alla tua rabbia. E chi sei tu per mettere in discussione un parere scientifico?

B) Fai finta di niente. La tensione necessaria a comportarti come se nulla fosse ti uccide, ma andrebbe molto peggio se qualcuno sospettasse che la tua vita è poco meno che perfetta.

C) Crei un blog per raccontare a tutti che cosa ti sta succedendo. Lui forse non vuole ascoltarti, ma il mondo è pieno di persone disposte a condividere i tuoi problemi. Che male c’è? L’importante è agire nell’anonimato assoluto.

Così tre donne molto diverse tra loro scoprono di avere una cosa in comune: un bastardo spezzacuori irresistibile e bugiardo di nome Charlie. E quando i suoi tradimenti vengono alla luce, Molly, Julie e Eve affrontano la questione a modo loro. Ma riusciranno davvero a liberarsi di lui?

«La Greene disegna i suoi personaggi come ciniche caricature, con raffinata ironia.»
Sunday Independent

«Non smetterete di ridere fino all’ultima pagina.»
Irish Times
Niamh Greene
Irlandese, è autrice di numerosi bestseller. La Newton Compton ha pubblicato i suoi romanzi Diario segreto di una casalinga disperata, Uomini: l’importante è farli soffrire, Ti amo ti odio mi manchi, Sarà perché ti amo e Tutte pazze per Chanel.
LinguaItaliano
Data di uscita2 dic 2014
ISBN9788854177994
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    Anteprima del libro

    Uomini, bastardi uomini - Niamh Greene

    MOLLY

    I raggi del sole penetrano dalla finestra. Chiudo forte gli occhi, fingendo che non sia ancora mattina. Non voglio che sia mattina. O che sia anche solo l’inizio della mattina, perché in tal caso dovrei abbandonare questo bel lettuccio caldo e affrontare la realtà. Ho talmente tante cose da fare oggi. Dovrei proprio alzarmi e sbrigarmi. Il punto è che dopo un’incantevole luna di miele di due settimane, trascorsa con i piedi a mollo nell’acqua cristallina di una piscina fronte mare, non facendo altro che sorseggiare cocktail tropicali, sono diventata una pigra irrecuperabile e non riesco più a rimettermi in moto. Tutto quel riposo accanito (interrotto da sporadiche e alquanto indesiderate gite in luoghi di vago interesse culturale) ha finalmente dimostrato ciò che avevo sempre sospettato: il dolce far niente mi va a pennello. Se mai vincerò alla lotteria, ora so con certezza che non farò come quelle persone che continuano ad andare al lavoro per non correre il rischio di annoiarsi volando in jet privato da un grand hotel all’altro… Quel genere di persone che dicono se fossi ricco resterei me stesso, o frasi ancora più esilaranti come il denaro non fa la felicità. Dopo quattordici giorni trascorsi in un resort per sole coppie con pacchetto completo, so che il denaro farebbe la mia felicità, e che se mai diventerò miliardaria, sarò ben contenta di poltrire a bordo piscina per l’eternità, servita e riverita. Mi piazzerei intorno qualche cameriere per farmi sventolare con enormi foglie di palma e, già che ci siamo, gli chiederei di spalmarmi la crema solare sulla schiena.

    Accidenti, non mi sarei dovuta svegliare: stavo facendo un sogno bellissimo sul giorno in cui io e Charlie ci siamo sposati. Forse, se mi rannicchio un altro po’ sotto il piumone e ce la metto tutta, riesco a recuperarlo. Faccio mente locale a occhi chiusi.

    A che punto ero arrivata? Avevo superato la parte in cui avanzavo con leggiadria verso l’altare stringendo il braccio di Alastair. Al aveva accettato la proposta con entusiasmo. Quando gli ho chiesto di prendere il posto di mio padre in quel giorno fatidico, è scoppiato a piangere. Mi ha davvero commossa. Siamo amici da così tanto tempo, non pensavo che si sarebbe stupito all’idea che lo volessi al mio fianco. A volte penso che forse era così contento perché voleva essere certo di apparire in tutte le foto ufficiali: Al adora stare sotto i riflettori.

    Non mi ero soffermata sul trambusto provocato da zia Nora la Pazza, la quale si era messa a blaterare a proposito del mio ex, David, proprio quando io ero quasi giunta all’altare. Meglio sorvolare, anche se stavo solo sognando. Avevo superato anche il punto in cui mia sorella Tanya aveva afferrato maldestramente il bouquet, facendolo quasi cadere, ed ero arrivata al momento magnifico in cui io e Charlie avevamo pronunciato il fatidico .

    Che istante romantico. In quegli attimi, proprio mentre Charlie, guardandomi intensamente negli occhi, prometteva di amarmi e onorarmi per sempre, ho capito che avevo fatto la scelta giusta. Ogni dubbio è svanito. Tutte quelle inutili remore – ci conoscevamo da pochissimo tempo, stavamo andando troppo di fretta, ce ne saremmo pentiti – erano solo un ricordo lontano. In quel momento ho sentito che sarebbe andato tutto bene. Avevo trovato l’uomo giusto. Avremmo vissuto felici e contenti come i protagonisti di un romanzo rosa con la copertina piena di cuoricini e il titolo in arzigogoli argentati. Quando Charlie mi ha infilato la piccola fede di platino al dito, ho capito di aver trovato il principe azzurro. Non sarei morta sola e abbandonata. Non avrei finito i miei giorni come una zitella inacidita e delusa dall’amore, malgrado tutto quello che era successo, nonostante avessi quasi toccato il fondo dopo la morte dei miei genitori e la rottura tra me e David. Tutto andava per il verso giusto.

    Se solo potessi recuperare quel sogno, anche solo per pochi minuti… Forse chiudendo gli occhi più forte che posso riuscirò a sprofondare nel sonno e a riacciuffarlo. Mi giro e mi rigiro sotto il piumone cercando di concentrarmi, invano. Non funziona. La luce del sole è troppo forte, per giunta ora si sente anche il rumore del traffico. Sarò costretta ad alzarmi. Ma forse posso aspettare un po’ e concedermi qualche istante di tenerezza con Charlie. Dopotutto, non è questo uno dei vantaggi della vita coniugale? Amore a volontà, quando ti pare e piace. Non ci siamo scatenati su questo versante durante la luna di miele, ma forse è normale: avevo avuto un gran da fare con i preparativi del matrimonio e dopo la cerimonia eravamo entrambi distrutti… Lui riceveva telefonate dal lavoro ogni cinque minuti, quindi era un po’ assente. Ma ora che siamo tornati a casa, sicuramente resteremo avvinghiati 24 ore su 24. Di certo noi non siamo una di quelle coppie che non riescono a staccarsi neanche per un secondo. Ci conteniamo. Le effusioni sfrenate in pubblico non sono da noi. Charlie dice che il nostro legame è soprattutto cerebrale. Per carità: ben venga la passione, ma prima o poi si esaurisce. All’inizio passi il tempo a sbaciucchiarti fino allo stremo, ma poi di solito l’attrazione svanisce e ti limiti a farti compagnia e a sopportare i difetti dell’altro. La passione non resiste mai, anche se con David non è stato così. La nostra attrazione è rimasta sempre fortissima… Ma non ho voglia di pensarci adesso, sarebbe del tutto fuori luogo.

    Comunque avere un legame cerebrale con qualcuno non è così noioso come sembra. Può risultare davvero utile. Charlie, per esempio, è un pozzo di scienza per quanto riguarda la politica e la storia (tutte cose a me poco congeniali) e mi aiuta spesso a cavarmi d’impaccio. Durante le cene riesce sempre a suggerirmi la cosa giusta da dire in modo che non sembri una sprovveduta. Alcune situazioni, però, possono essere imbarazzanti, come quando mi ha presa in giro perché non sapevo quanti fossero gli Stati Uniti d’America e tutti sono scoppiati a ridere. Ho provato a ribattere che lo sapevo benissimo: ci mancherebbe altro, ho vissuto a San Francisco per un anno! Ma era troppo tardi. Sembravano tutti molto divertiti, e ho lasciato correre.

    È così piacevole svegliarmi accanto a lui e sapere che è mio marito. Se non fossi mai andata a quella cerimonia di consegna di premi giornalistici, non l’avrei mai conosciuto. Non sarei una donna felicemente sposata. Non saremmo il signor e la signora Adler. E dire che io a quella festa non volevo neanche andarci. Ero lì solo perché mi aveva trascinato la mia caporedattrice, Minty. Essere redattrice e/o tuttofare per la rivista «Donna» non è il peggior lavoro del mondo, ma assistere a noiose premiazioni è ciò che odio di più sulla faccia della terra. Ho ceduto solo perché speravo che mi dessero qualche omaggio, una shopper colorata o dei biglietti per il cinema. Pur di averli ero disposta a restare seduta ad ascoltare interminabili discorsi letali e mandare giù cibo scadente.

    Ho notato Charlie quasi subito. Non avrei potuto fare altrimenti: era seduto proprio di fronte a me e sembrava aver catalizzato l’attenzione di tutti i presenti. Era affascinante, brillante, attraente. Quando, una volta conclusi i terribili discorsi dei premiati, ha iniziato a parlarmi, ero già cotta di lui, sebbene non fosse il mio tipo: al contrario di David, sempre un po’ trasandato, Charlie era tirato a lucido. Ed era così pieno di attenzioni. Pareva divertito oltremisura da qualsiasi cosa dicessi. Ha persino fatto apprezzamenti sui miei capelli ricci. Sembrava una situazione da commediola romantica: io ero Julia Roberts con un abito lungo di satin azzurro, lui Pierce Brosnan in uno smoking d’alta sartoria. Ero lusingata dai suoi discorsi ammiccanti; dopo qualche bicchiere di vino ho iniziato a sentirmi sul serio la più bella creatura che avesse mai visto. Faceva lo sbruffone come i protagonisti dei romanzi Harmony che leggevo a scuola. Ero rintontita. Ripeteva incessantemente le parole creatura, incantevole e divina.

    Mentre stavo per andare via, mi ha pregato di lasciargli il numero di telefono, ma ho rifiutato, così, dopo avermi scritto il suo sul polso, mi ha fatto promettere che l’avrei chiamato. Mi sono messa a ridere, evitando qualsiasi promessa. Non avevo nessuna intenzione di chiamarlo. Ero ufficialmente nel periodo uomini, no grazie. Da quando io e David ci eravamo lasciati non avevo frequentato nessun altro e neanche ne avevo voglia. Stavo bene da sola. Certo, a volte mi sentivo un po’ triste mentre scongelavo la mia cena monoporzione nel forno a microonde, o quando mi rannicchiavo sola soletta sul divano, ma in linea di massima ero abbastanza contenta e ad ogni modo il lavoro mi teneva così impegnata che avevo a malapena il tempo di pensare. Quindi sinceramente non credevo che avrei di nuovo incrociato Charlie. Per me il nostro incontro era stato un evento insolito di cui avrei parlato a Tanya davanti a un bicchiere di vino: ci saremmo fatte grandi risate prendendo in giro quello sbruffone che ammiccava in modo così spudorato!

    L’indomani mattina mi ha chiamato per chiedermi di uscire. Non era passato neanche un giorno! Inaudito. Non avendo il mio numero, aveva chiamato il centralino di «Donna». Quanta intraprendenza! Sono rimasta di sasso quando me l’hanno passato e ho sentito la sua voce sensuale e suadente. Stavo quasi per cadere dalla sedia. Ero così allibita che le mie colleghe Samantha e Penny hanno capito subito che c’era sotto qualcosa e hanno deciso di trascorrere il resto della giornata facendomi il terzo grado. Sono passati sei mesi da allora e adesso io e Charlie siamo marito e moglie. Ancora non riesco a credere che siamo sposati. Sposati con tutti i crismi. Uniti nel sacro vincolo del matrimonio, senza ripensamenti possibili, finché morte non ci separi. È stato tutto così travolgente che a volte stento a credere che passeremo il resto della nostra vita insieme.

    Stendo il braccio per accarezzarlo, ma sul suo lato il lenzuolo è freddo. Non c’è nessuno. Sarà andato a fare jogging di mattina presto, ci tiene molto a mantenersi in forma. Non ho nulla da obiettare, purché un giorno non decida di costringere anche me a correre. Certo, saremmo davvero carini insieme, in calzamaglia e felpa di pile abbinata. Riflettendoci, forse potrei sforzarmi di fare attività fisica, di condividere i miei interessi con lui. Sì, ci amiamo, ma magari dovremmo iniziare a fare più cose insieme: è il miglior modo per mantenere viva la passione. Non possiamo rischiare di trasformarci inesorabilmente in una di quelle coppie sposate che non hanno niente in comune. Ma la calzamaglia attillata non perdona. Fra l’altro gli impacchi di alghe marine che ho fatto prima del matrimonio non hanno avuto effetti duraturi, quindi, prima che mi passi per l’anticamera del cervello di praticare uno sport, dovrei seguire una dieta ferrea. E poi fa davvero troppo freddo per andare a correre così presto la mattina.

    Chissà se Charlie ha acceso il bollitore per il caffè prima di uscire. Tiro fuori la testa da sotto la coperta e annuso l’aria. Nessun odore. Magari mi porterà un latte macchiato dal bar all’angolo. E cornetti per tutti e due. Sarebbe grandioso. Non intendo certo mangiare quell’orrendo porridge biologico che a lui piace tanto. È raccapricciante, persino peggiore di quel formaggio pestilenziale per cui va pazzo.

    Aprendo a fatica un occhio, sbircio l’ora. Devo proprio alzarmi. Per rendermi presentabile mi serve più tempo del solito. Dopo essermi crogiolata al sole in vacanza, sono leggermente abbronzata, ma il volo ha avuto effetti devastanti sulla mia carnagione. Sul viso dovrò applicare della crema autoabbronzante, sul corpo il fluido idratante colorato con le particelle fotoriflettenti a cui non ho saputo resistere al duty free. Sarà il tocco finale. Poi penseremo ai capelli. Per via del sole e della salsedine sono diventati così secchi e crespi che sarei perfetta per illustrare, in una pubblicità, cosa succede quando non si usa il balsamo. Se mi sbrigo, forse riesco a farmi una maschera. La mia testa arruffata è leggendaria: a volte mi ci vuole un’ora intera per darle una forma. È la maledizione delle persone con i capelli folti e ricci: tanta fatica per ottenere un aspetto appena accettabile. Per mia fortuna, Charlie adora la mia chioma ribelle quasi quanto io la odio.

    Proprio mentre cerco di ricordare dove ho lasciato la piastra per capelli, noto un foglio sul cuscino di Charlie. Che carino, mi ha lasciato un biglietto d’amore. Non l’aveva mai fatto prima. Le sue premure mi commuovono.

    Allungo il braccio, prendo la lettera e la avvicino al viso per leggerla. Mi avrà scritto che mi adora e che non vede l’ora di tornare a casa per trastullarsi un po’ con me. Mi emoziono al solo pensiero. Appena arriva, gli salto addosso. Certo, prima dovrò chiedergli di farsi una doccia: il sudore sarà anche sexy e virile, ma non ha un buon odore.

    Prima però voglio leggere la sua lettera, mi metterà nello stato d’animo giusto. Aprire le palpebre è un’impresa, ma ho troppa voglia di assaporare le sue dolci parole, quindi mi sfrego gli occhi assonnati e cerco di concentrarmi sulla pagina.

    Cara Molly,

    perdonami, non ce la faccio. Ti prego, non odiarmi.

    Charlie

    P.s. La spazzatura va lasciata fuori il giovedì. Ricordati di sciacquare i vasetti di yogurt prima di riciclarli.

    IL BLOG DI JULIE

    23:03

    Ok. Ci siamo. Mister X sta per tornare. Devo escogitare un piano. Non posso portare avanti questa folle relazione passionale. Barricarmi nell’ufficio del capo e ripassarmelo alla grande è sbagliato. Soprattutto ora che è appena tornato dalla luna di miele.

    23:04

    Se solo riuscissi a non pensare alle sue mani forti e virili che mi tengono il viso mentre ci baciamo. È così bravo.

    23:05

    Le sue carezze sul collo… Il modo in cui me lo sfiora, lentamente, con desiderio… Un’altra cosa a cui è quasi impossibile resistere.

    23:06

    Mi solletica i polsi in modo così… È fantastico.

    23:07

    Così non ne esco. Devo distrarmi… Trovato! Farò una lista. Funzionerà per forza.

    Motivi per portare avanti la relazione* con Mister X:

    è meraviglioso

    ha delle dita dei piedi super sexy, distanziate in modo uniforme e non troppo lunghe

    ha pochissimi peli (sospetto fortemente che si faccia la depilazione integrale con regolarità: una volta mi è cascato l’occhio sull’estratto conto della sua carta di credito – era sulla sua scrivania − e ho visto che era stato al centro estetico)

    Motivi per mettere fine alla relazione* con Mister X:

    si è appena sposato

    è il mio capo

    si è appena sposato

    *Si intende per relazione: solo sesso, nessun legame di alcun genere. Assolutamente nessun coinvolgimento.

    23:10

    Ok. Ora ho le idee chiare. Tra me e Mister X è finita. In realtà non è mai iniziata. È stato solo sesso. Sesso fantastico. Sesso da urlo. Ma non possiamo continuare, ormai è sposato. Sarebbe sbagliato. Moralmente, eticamente, terribilmente sbagliato. Quindi basta. Ho deciso.

    23:12

    E se non riusciamo a contenerci? E se l’attrazione bestiale che c’è fra noi è troppo forte? E se, appena lo vedo, mi viene voglia di strappargli i vestiti di dosso, spingerlo nello sgabuzzino e fare mille porcherie insieme a lui? E se mi guarda in quel modo inequivocabile, come se mi stesse dicendo ti voglio, e io mi squaglio?

    23:19

    Forse devo riflettere sulla questione la mattina a testa sgombra. Ora è troppo tardi per pensare a questa storia. Durante le prime ore del giorno sembra sempre tutto più facile. Domattina saprò cosa fare.

    Forum aperto

    Diabolica:

    Ehi, ma questo blog si basa sulla vita reale?

    Focosa:

    Penso di sì. Chissà che farà…

    CuoreInfranto:

    Julie, ascolta il mio consiglio e tiratene fuori. Mantenere una relazione con un uomo sposato ti distruggerà. Gli uomini con la fede al dito portano solo un mucchio di guai.

    Focosa:

    Per me è così romantico! Julie e Mister X sembrano due amanti maledetti contro cui il destino di accanisce. Come Cathy e Heathcliff.

    Angioletta:

    Non farmi ridere, non sono amanti maledetti. E non c’entrano un bel niente con Cathy e Heathcliff: ma l’hai mai letto Cime tempestose? Mister X è solo uno squallido cornificatore: immagina come si sentirà sua moglie se mai scoprirà la verità!

    Focosa:

    Ok, non ho mai letto il libro, ma ho visto la serie Tv. Roba forte!

    Diabolica:

    La moglie di Mister X non dev’essere un genio, se non ha intuito che qualcosa andava storto anche prima del matrimonio. Come fai a non accorgerti che il tuo fidanzato ha un’amante? Ci saranno state montagne di indizi!

    RagazzaSexy:

    Forse se n’è accorta, ma ha voluto sposarlo lo stesso.

    Angioletta:

    Quale donna sana di mente farebbe mai una cosa simile? Dovrebbe essere pazza! Sicuramente non si è accorta di nulla. Lui non è altro che un traditore e un bugiardo, come Julie.

    Diabolica:

    Io so solo che Mister X sembra bellissimo. Julie, facci sapere come si evolve la situazione!

    OcchiCuriosi:

    Secondo voi prima o poi descriverà scene di sesso sfrenato?

    EVE

    Caro Charlie,

    prima di iniziare, vorrei chiarire che scriverti non è stata un’iniziativa mia. So che non leggerai questa lettera, fondamentalmente perché non la spedirò mai, ma non è questo il punto. Ci tengo solo a precisare fin da subito che quest’idea della lettera non è farina del mio sacco, bensì della mia psicologa. Ebbene sì, vado dalla psicologa. Si chiama Mary. Secondo lei, sebbene fossi convinta di essermi liberata di te, la nostra separazione ha lasciato parecchie questioni irrisolte. Stando al suo parere di esperta, riuscirò a superarle mettendo nero su bianco i miei pensieri e sentimenti più intimi. Inizialmente non ero propensa ad accettare il suo consiglio – mi ripugnava l’idea che tu potessi leggere quello che avrei scritto − ma ho cambiato idea quando Mary mi ha spiegato che non ero tenuta a spedirti le mie lettere: potevo semplicemente conservarle e farne un gigantesco falò alla fine, una volta recuperata del tutto la mia salute mentale. Secondo Mary il processo potrebbe durare un po’, ad ogni modo sto cercando di conservare il mio ottimismo.

    Sono cambiate molte cose in questi due anni, da quando te ne sei andato. Ora lavoro da casa, per fortuna: non devo spostarmi con i mezzi e se mi va posso restare in pigiama per tutto il giorno. Le cose vanno molto bene e mi tengo parecchio occupata. A volte ho così tanto da fare con tutti gli articoli che mi chiedono di scrivere che il lavoro riesce a tenermi a galla. Anna invece pensa che non sia normale passare così tanto tempo chiusa in casa davanti al computer e che dovrei uscire più spesso. Da qualche tempo mi prende in giro chiamandomi l’eremita. Ma il fatto che non abbia una vita sociale non significa che non sia felice. Io e Tom siamo contenti di bighellonare insieme. Be’, in realtà Tom si limita a starsene sul davanzale con la sua aria sprezzante e a leccare briciole qua e là. Non girovaga più come un tempo e ha persino smesso di raccattare topolini e di lasciarli morti stecchiti proprio al centro della tavola. Mia madre sostiene che da quando sei andato via ha perso la voglia di vivere, ma secondo me è semplicemente invecchiato e diventato meno giocherellone: perché mai dovrebbe affannarsi rincorrendo topi, quando può starsene sdraiato e abbrustolirsi al sole? Ovviamente è una mezza verità: gli mancavi eccome all’inizio. Per settimane mi ha ignorato completamente: si girava dall’altra parte ogni volta che cercavo di coccolarlo per fargli passare il muso. Sembrava che ce l’avesse con me perché te n’eri andato. Ma alla fine si è abituato allo stato delle cose e credo che ormai ti abbia dimenticato del tutto.

    Anche io ti avevo dimenticato. O meglio, quasi. Avevo praticamente smesso di pensare a te ogni giorno. Mi ero sforzata di tenerti tra i miei pensieri a giorni alterni, un grande passo in avanti. A volte, nei miei momenti fortunati e con mio grande stupore, riuscivo a cancellarti completamente per tre giorni di fila.

    Come vedi, la mia vita era a posto, anche se poco movimentata. Poi ho visto la foto del tuo matrimonio e il mondo mi è crollato addosso.

    Ero al supermercato quando è successo. Mentre facevo la fila alla cassa per pagare la spesa, mi sono messa a sfogliare l’ultima copia di «Ehilà!»: non intendevo comprarla, la stavo solo leggendo per ingannare il tempo. Avevo capito che avrei aspettato un’eternità: la cassiera aveva provato per ben quattro volte a passare sul lettore del codice a barre la lattina di fagioli del cliente di fronte a me, invano. Comunque non mi importava. A essere sincera, mi divertiva guardare le foto di tutte quelle celebrità lampadate, con i loro microvestitini, i denti ultrabianchi e i sorrisi di plastica. Mi attiravano in particolare le inquadrature ravvicinate sulle chiazze di crema autoabbronzante spalmata in modo non uniforme o sulle unghie malconce con lo smalto scrostato.

    Proprio in quel momento, mentre osservavo divertita l’evidente segno degli slip sotto i vestiti dell’abbronzata di turno, mi sei apparso tu, a pagina 47: stringevi tra le braccia una bionda mozzafiato fasciata in un abito da sposa haute couture. Ho provato subito una strana sensazione. Vedevo brevi lampi di luce, mi girava la testa, mi sembrava di stare per svenire. Non so cosa mi avesse stravolta di più: vedere te e un’altra donna raggianti, felici e innamorati, o vedere te in smoking (non stavi neanche particolarmente bene vestito così. Sembravi un maggiordomo da ricevimento a casa dell’ambasciatore). Quale che fosse la causa, mi sono sentita davvero scombussolata. Non ricordo molto di quanto è accaduto in seguito: pare che abbia gettato in terra l’espositore delle riviste, abbia iniziato a saltare a piè pari sulla tua faccia e mi sia messa a brandire in aria il cestino, colpendo la cassiera sulla guancia (inavvertitamente, voglio sperare). Ricordo vagamente un agente della sicurezza che cercava di calmarmi (in realtà mi ha stretto il collo in una morsa, minacciandomi di ammanettarmi al banco dei dolciumi), ma il resto è avvolto nella nebbia. Comunque sia, hanno registrato tutto con le telecamere a circuito chiuso e, a quanto dice il mio avvocato, avrò presto modo di rivedere la scena.

    L’unica cosa che so con certezza è che in un istante tutti i progressi che avevo fatto dopo la nostra rottura sono andati in fumo e io mi sono ritrovata al punto di partenza. Non riuscivo a non pensare a quanto tu e la tua neomoglie sembraste felici nella foto, a quanto male le cose fossero andate tra di noi… C’è voluto un attimo perché ricominciassi a grattare via l’intonaco tra le mattonelle del bagno e a ordinare i miei prodotti cosmetici in ordine alfabetico. Queste cose le faccio solo quando sono molto stressata, come ricorderai.

    È stata Anna a suggerirmi di andare in terapia. Secondo lei, anche se in teoria avrei già dovuto superare tutto, l’incidente al supermercato dimostra ciò che sospettava da sempre, e cioè che non ne sono ancora fuori. La terapia ha fatto miracoli per lei e Derek. Grazie alle sedute di coppia sono riusciti a capire perché Derek ha provato il bisogno improvviso di indossare tanga femminili sotto la sua tuta da lavoro impataccata. So che per te Anna è un’invadente ficcanaso (non l’hai forse chiamata così durante quella cena di tanto tempo fa?), ma ha un intuito fenomenale ed è la mia migliore amica, per cui il suo parere mi sta a cuore. Mi è stata parecchio accanto, lei, da quando te ne sei andato. È stata grandiosa subito dopo la nostra rottura. Ha ritagliato il tuo viso da una fotografia e l’ha incollato su un bersaglio per freccette: nonostante avessi toccato il fondo mi ha fatto ridere, inaspettatamente. In realtà non ti ho mai tirato neanche una freccetta, ma il bersaglio si è rivelato utile: è perfetto per attaccarci i promemoria dei lavori che mi commissionano.

    Confesso che, sebbene inizialmente nutrissi una certa diffidenza nei suoi confronti, Mary (la psicologa) si è dimostrata davvero perspicace. Ad esempio, ritiene che la mia smania igienista denoti un desiderio di controllo sull’ambiente che mi circonda. Considera la mia fissazione

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