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Amante superbo
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E-book201 pagine2 ore

Amante superbo

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Info su questo ebook

SUPERBIA. Il primo peccato. La sicurezza di essere i migliori con più fascino e potere di chiunque altro. Ma nessuno è invulnerabile nel gioco dell'amore.



Che effetto fa essere l'uomo più ricco e famoso di New York? Nessuno, se ci sei abituato. La filosofia di Dash Black, re dei media e scapolo d'oro, è semplice e un po' sprezzante. Mai abbassarsi a chiedere quando si ha il mondo ai propri piedi. E se si vuole una cosa, basta prendersela. Anche se si tratta di una donna.



Tess Norton ha un debole per gli uomini sbagliati. Tipi belli e impossibili con cui condividere solo qualche ora di sesso. E quando incontra Dash ne ha la riprova. Lui è lontano anni luce dalla vita ordinaria di Tess eppure è attratto da lei. Sembra l'ennesima storia da una sola notte. E invece diventa una relazione. Segreta.
LinguaItaliano
Data di uscita10 mar 2016
ISBN9788858946923
Amante superbo
Autore

Jo Leigh

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Anteprima del libro

    Amante superbo - Jo Leigh

    Tess

    1

    Dash Black terminò l'e-mail e la inviò. Peccato ne avesse altre quindici da scrivere e spedire, quando invece si sarebbe voluto chiudere nella sala musica per sgranchirsi le dita con il pianoforte.

    Kelly, la sua assistente, gestiva la sua vita con maestria impareggiabile, ma non era una maga. Dato il successo crescente di Noir, Dash era fortunato quando riusciva a lavorare a casa una volta ogni tanto. Tra viaggi, apparizioni in pubblico e riunioni che lo avevano tenuto occupato l'anno precedente, si sarebbe dovuto considerare fortunato, ma Dash era fatto così, voleva tutto. Molta gente avrebbe pensato che tutto fosse esattamente quello che aveva, Dash se lo ripeteva spesso. Come il principe curioso di sperimentare la vita del povero, lui aveva sempre vissuto tra i privilegi ed era arrivato a snobbarli, quando invece avrebbe dovuto essere grato al destino. Al diavolo, l'autocommiserazione lo infastidiva quanto l'autocompiacimento. Meglio concentrarsi sul lavoro.

    «... non era nemmeno questo granché a letto, per la miseria!»

    Dash si girò sulla poltrona. L'affascinante voce femminile con un vago accento del Sud veniva dall'esterno del suo studio. Non era quella di Kelly, né della governante. Era... Maledizione, come si chiamava la ragazza delle piante? Teresa? Toni? Tess, si chiamava Tess.

    Alta, curve al posto giusto, labbra alla Angelina Jolie. Dash sapeva che si occupava delle sue piante, ma l'aveva incrociata solo un paio di volte. Davvero un peccato. Si era domandato come sarebbe stato stringere tra le braccia quelle curve e, forse, avrebbe avuto l'opportunità di scoprirlo.

    Si augurò che Tess stesse parlando al telefono e non da sola. A ogni modo dubitava che lei sapesse della sua presenza, altrimenti sarebbe stata più discreta.

    «Erin, questo è il finesettimana più importante della mia vita. Cullen si aspetta che ci sia e se riuscirò a convincerlo, potrò pagare il deposito per il negozio. Non posso restare nel limbo per sempre.»

    Dash non avrebbe dovuto ascoltare quella conversazione personale.

    «Sì, capisco che è un segno di immaturità voler far restare Brad di sasso, ma non m'importa. Ho disperatamente bisogno di trovare qualcuno di spettacolare con cui andare alla festa sabato sera.»

    Dash abbassò le sopracciglia. Cullen? Intendeva Jim Cullen, l'imprenditore? In effetti quel finesettimana Jim si sarebbe recato a una festa negli Hamptons da Rain Nickleby.

    La risata di lei riportò l'attenzione di Dash sulla conversazione telefonica. Avrebbero partecipato alla stessa festa? Possibile, lui aveva scorto Tess ad altre serate mondane, dopotutto lei si occupava delle piante di alcune persone molto influenti.

    «I topolini mi stanno cucendo il vestito e ho già prenotato la zucca. Ora mi serve solo un Principe Azzurro per essere la Cenerentola del ballo.»

    Lui sorrise. Con un corpo come quello Tess non avrebbe dovuto avere alcun problema a trovarsi un uomo, anche se solo per una sera.

    «Se non trovo il dannato principe, sono disposta anche a pagare un accompagnatore. Pensi che si offenderà se non gli propongo di fare sesso dopo la festa?»

    Un accompagnatore? Intrigato, Dash si avvicinò alla porta.

    «Certo, esco tutte le sere con accompagnatori professionisti. Erin, tu non capisci, sono disperata!»

    La situazione poteva avere risvolti interessanti, rifletté Dash. Lui non era un accompagnatore di professione, ma se non era proprio il Principe Azzurro, poco ci mancava. In fondo lei voleva qualcuno di spettacolare, e in quell'espressione Dash si riconosceva pienamente. E se Tess si fosse riferita alla medesima festa... No, non avrebbe funzionato. Lui avrebbe presenziato alla serata per motivi di lavoro, quindi avrebbe avuto bisogno di essere accompagnato da una persona che potesse essergli utile.

    Lei rise di nuovo, un suono ricco, profondo e disinibito. Dash sorrise. Al diavolo, quand'era stata l'ultima volta che aveva avuto un'avventura anonima con una donna che non fosse connessa a Noir? Essere una celebrità era magnifico per ottenere i tavoli migliori, ma le avventure sessuali diventavano così scontate...

    Passò in corridoio, domandandosi se fosse meglio tossire per evitare di spaventarla. Svoltò in salotto e la vide. O, perlomeno, vide una parte di lei. Il suo fantastico fondoschiena.

    Tess stava sistemando della terra in un vaso. Se Dash avesse tossito in quel momento, lei si sarebbe sentita in imbarazzo, ma se si fosse voltata e lo avesse scorto, si sarebbe spaventata. Cosa gli avrebbe dato maggiore vantaggio?

    Mentre decideva la mossa successiva, il suo sguardo non si staccò dai fianchi arrotondati di lei, accarezzati in modo allettante dai jeans. Lui non vedeva abbastanza curve nella sua vita, perfino le modelle che posavano per Noir erano troppo magre per i suoi gusti. Sembrava un'eresia, ma a Dash piacevano le donne formose, gradevoli da abbracciare, morbide.

    «Oh, certo» disse lei.

    Doveva avere l'auricolare, perché aveva entrambe le mani occupate.

    «Sono sicura che non vede l'ora di invitarmi a uscire. Hai visto l'ultimo numero di People? Era con Nicole Kidman!»

    Nicole... Tess stava parlando di lui! Dash aveva accompagnato Nic a un galà di beneficenza. Il discorso diventava sempre più interessante.

    «Come se non lo sapessi. È semplicemente stupendo, solo stare in casa sua è elettrizzante.»

    Lui sorrise, era troppo facile, come rubare le caramelle a un bambino.

    «Erin, sei un vero demonio. È proprio per questo che ti voglio tanto bene.»

    Dash avrebbe voluto sapere cosa aveva detto l'altra, era certo che gli sarebbe piaciuto. Tess prese del nuovo terriccio e lui trattenne il respiro, certo che lo avrebbe scorto. Invece lei si chinò. Meglio andarsene prima che...

    «Oh!» Tess si alzò di scatto, sparpagliando la terra in tutte le direzioni. La sua espressione terrorizzata gli diede un brivido di senso di colpa.

    «Cosa...? Quando...? Oh, mio Dio!»

    «Mi dispiace, non intendevo spaventarti.»

    «Spaventarmi? Sto per avere un infarto, non ci si avvicina in modo tanto furtivo alla gente!»

    Lei si posò una mano sul petto all'altezza del cuore e lo sguardo di Dash seguì quel movimento. Curve. Morbide, carezzevoli curve.

    «Come?»

    Lui alzò lo sguardo, ma capì che Tess stava parlando al telefono, collegato con un cavo all'auricolare.

    «Devo andare» dichiarò lei. «Ti spiego dopo.»

    Si tolse la cuffia. I corti capelli neri erano spettinati e schizzavano in tutte le direzioni. Dash non aveva notato quanto fossero azzurri i suoi occhi, ma ricordava bene le labbra. Gli sarebbe piaciuto vederle chiudersi sul proprio...

    «È a casa» disse lei attonita.

    «Così pare. Non era mia intenzione spaventarti.»

    «Ma lei non è mai a casa.»

    Era così sconvolta che lui non poté trattenere un sorriso. «Ogni tanto passo da queste parti.»

    «Oh.»

    «Perché non andiamo in cucina? Potrai darti una ripulita» propose lui.

    Lei si guardò le mani, le unghie corte segnate dal terriccio, poi lo sguardo le cadde sul tappeto. «Oops!»

    «Non preoccuparti» la rassicurò indicando la cucina. «Andiamo.»

    Lei deglutì, sbatté le palpebre, poi espirò lentamente. «Sono nei guai?»

    «Da quanto ho potuto sentire, direi di sì.»

    «Mi ha sentita?» chiese lei, il panico evidente nella sua espressione.

    Dash annuì. «Dobbiamo parlare» le disse mentre si dirigeva in cucina. La sentì imprecare sottovoce.

    Si sarebbe dovuto vergognare di se stesso, ma non ci riusciva. Cominciò a preparare il caffè. Avrebbe aperto volentieri una bottiglia di vino, ma era un po' presto per gli alcolici. Posò due tazze sul tavolo, poi si sedette ad aspettare Tess.

    Lei arrivò alcuni momenti dopo, preoccupata e imbarazzata allo stesso tempo.

    «Come lo vuoi il caffè?»

    Lei lo studiò sospettosa. «Offre sempre il caffè alla gente prima di licenziarla?»

    «Chi ti ha detto che intendo licenziarti?»

    Il suo sollievo durò solo un attimo, poi riprese a guardarlo, dubbiosa. «Allora perché ha detto che sono nei guai?»

    «La festa è questo finesettimana e tu non hai un cavaliere.»

    «Come ha detto, prego?»

    «Lavati le mani mentre ti verso il caffè.»

    Lei si avvicinò al lavandino, ma continuò a guardare Dash, perplessa, mentre si spazzolava dita e unghie.

    Lui posò sul tavolo panna, zucchero e due cucchiaini, poi si sedette. Un momento dopo Tess gli si sedette di fronte, l'espressione confusa.

    «Avrei una proposta da farti» annunciò Dash, studiando divertito le emozioni trasparenti sul viso di lei. Tess era un libro aperto, una cosa pericolosa se vivevi a Manhattan.

    «Che genere di proposta?»

    «Se non ho capito male, questo finesettimana andrai alla festa di Rain Nickleby, giusto?»

    Lei annuì.

    «Anch'io» la informò lui versandole il caffè. Lei non toccò la tazza, le dita serrate sul cucchiaino come se fosse stato una cima di salvataggio.

    «E allora?»

    «Non ho nessuno con cui andare e speravo che fossi tanto gentile da accettare di accompagnarmi.»

    Un suono strozzato uscì dalla gola di Tess e Dash trattenne un sorriso.

    «Sta scherzando?»

    «Per niente. Mi faresti un grosso favore.»

    «Io farei un favore a lei

    «Eccome. Fino a un'ora fa non avevo nessuna voglia di andare a quella festa. Invece adesso sì.»

    Lei sbatté ancora le palpebre e le ciglia lunghe e scure si abbassarono sulla pelle chiara. Pelle morbida. «Pensavo uscisse con Nicole Kidman.»

    «Usciamo insieme unicamente per lavoro.»

    «Accidenti, dev'essere una faticaccia» commentò Tess sedendosi. La maglietta le metteva gradevolmente in evidenza i seni abbondanti. Tutto in lei era morbido e sinuoso e Dash sentì una tensione familiare all'altezza dell'inguine. Non vedeva l'ora di andare alla festa.

    «Perché?» gli domandò Tess.

    «Perché cosa

    «Perché dovrebbe voler portare me?»

    «Perché no?»

    «Annaffio le sue piante.»

    «Sì.»

    «E non sono Nicole Kidman.»

    «No, sei Tess e vorrei che venissi alla festa con me. Passerò a prenderti sabato alle cinque, ci vorrà un po' per arrivare da Rain.»

    Lei si prese il labbro inferiore tra i denti, meditabonda.

    Dash distolse lo sguardo, bevendo finalmente un sorso di caffè. Era passato molto tempo da quando aveva reagito in quel modo nei confronti di una donna. Non era immune al fascino considerevole delle donne che incontrava grazie a Noir, ma Tess era una sorpresa. Era impaziente di scoprire cosa sarebbe successo il sabato successivo.

    «Non capisco» disse Tess, quasi riflettendo ad alta voce. «Ma sarei pazza se rifiutassi.»

    Lui sorrise. «Bene, allora è deciso.»

    «Ha sentito perché voglio andarci?»

    «Conosco Cullen e so che prende la maggior parte delle decisioni in base alla sua reazione alle persone, più che alle loro proposte. Tu non dovresti avere problemi, ma dovrai parlarmi della tua idea mentre andiamo alla festa, sfortunatamente ora devo tornare al lavoro.»

    Lei si alzò rapidamente, le guance tinte di rosa. «Lo apprezzo molto, signor Black.»

    «Dash.» Lui si alzò, le prese la mano nella sua e la sentì tremare. Il suo profumo, una fresca fragranza di agrumi, lo indusse a desiderare di poter toccare ben altro. «Anch'io lo apprezzo, credimi.»

    Lei si guardò i piedi, poi alzò di nuovo lo sguardo sul suo.

    «A sabato alle cinque, Tess.»

    «Sai dove abito?»

    «Ti troverò.»

    Lei deglutì e sbatté le palpebre nel suo modo caratteristico. «Sarò pronta.»

    Dash le baciò il dorso della mano, notando immediatamente di non essersi sbagliato riguardo alla morbidezza della sua pelle. Non avrebbe voluto lasciarla andare, ma non aveva scelta. Tess gli parve turbata. «Tutto bene?»

    «Oh, certo. Niente di che, ho un appuntamento con Dash Black, ma l'idea mi annoia già un po'.»

    Lui rise. «Ci divertiremo, Tess.»

    «Comincio a temere che tu sia pazzo.»

    «Solo un pochino.»

    «Mitico.»

    Lui mosse un passo verso lo studio, poi si voltò e le baciò la guancia, più che altro per sentire ancora il suo profumo. Si era aspettato che Tess profumasse di fiori e lei lo aveva stupito. Anche la sua capacità di arrossire era stata una sorpresa, per non parlare della scintilla intrigante che ardeva nei suoi occhi in quel momento.

    «Dash?»

    «Sì?»

    «L'idea non mi annoia per niente.»

    «Mitico» replicò lui, il suono di quella parola gli piacque quasi quanto la reazione compiaciuta di lei. No, non si sarebbero annoiati insieme.

    Tess non avrebbe saputo dire per quanto fosse rimasta in cucina dopo che lui se ne fu andato. Doveva pulire in salotto e finire di occuparsi delle piante, ma tutto il suo essere era trasfigurato da un pensiero.

    Aveva un appuntamento con Dashiell Black.

    L'uomo più affascinante che lei avesse mai visto, di persona, su una rivista o in televisione. Sapeva anche troppo di lui, che era alto un metro e ottantasette e amava la musica. L'altezza l'aveva constata di persona, della musica aveva solo letto su Enquirer. Ma in nessuna rivista avrebbe potuto cogliere il suo profumo caldo e leggermente speziato, o vedere i suoi occhi nocciola socchiudersi quando rideva.

    E Dash Black stava per portare lei, Tess Norton di Tulip, Texas, a una festa negli Hamptons. Monumentale! Cosa avrebbe indossato? Non aveva le scarpe adatte! E i capelli! Sembrava che qualcuno li avesse tagliati con un coltello per il pane.

    Oh, Dio, Dash Black! Le ci erano voluti mesi solo per riprendersi dalla sorpresa di lavorare per lui. Ogni volta che lo vedeva si sentiva mancare.

    Dash era... Perfetto.

    E lei era... Tess.

    2

    Tess si stava provando un abito vintage di Chanel nel suo negozio di seconda mano preferito quando il pensiero la colpì di nuovo. Di là a due giorni sarebbe uscita con Dash Black.

    Dash Black, che le trasformava le ginocchia in gelatina e le dava le palpitazioni. Non

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