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L'amore di una notte
L'amore di una notte
L'amore di una notte
E-book118 pagine1 ora

L'amore di una notte

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Info su questo ebook

Bestseller del New York Times e di USA Today

Dall'autrice di Io ti appartengo

The Indebted Series 6.5 - L'epilogo

La vita dopo la morte. L'amore dopo i debiti. È possibile dopo così tanto dolore?

Nila e Jethro hanno provato a cancellare tutti i ricordi dolorosi dei debiti. La loro casa è calda e accogliente, a Hawksridge, e simboleggia un nuovo inizio. I cambiamenti nella loro vita sono la prova che ce l'hanno messa tutta per chiudere le ferite che continuano a bruciare, ma che solo grazie al sentimento autentico che provano si sono finalmente cicatrizzate. Tutto quello che è successo con la fratellanza e i diamanti, tutte le loro passate relazioni, è tutto chiuso dietro una porta. I fantasmi del loro passato riecheggiano, ma sono tenuti a bada dalle persone che amano, al loro fianco. Rimane solo un'ultima cosa da fare...
Pepper Winters
È un’autrice bestseller del «New York Times» e di «USA Today». Ama leggere e viaggiare e i suoi libri sono ormai tradotti in numerose lingue. La Newton Compton ha pubblicato Io ti appartengo, Io ti pretendo e Nessuna scelta.
LinguaItaliano
Data di uscita13 lug 2017
ISBN9788822708717
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    Anteprima del libro

    L'amore di una notte - Pepper Winters

    1584

    Titolo originale: Indebted Epilogue

    © 2015 Pepper Winters

    Traduzione dall’inglese di Silvia Russo

    Prima edizione ebook: ottobre 2017

    © 2017 Newton Compton editori s.r.l.

    Roma, Casella postale 6214

    ISBN 978-88-227-08717-

    www.newtoncompton.com

    Realizzazione a cura di Librofficina

    Pepper Winters

    L’amore di una notte

    Indice

    Nila

    Jethro

    Nila

    Vaughn

    Jethro

    Nila

    Jethro

    Nila

    Jethro

    Ringraziamenti

    Nila

    Kite007: Vieni a letto.

    Needle&Thread: Sto lavorando. Ho quasi finito con questo vestito.

    Kite007: Non mi importa. Vieni a letto. Il mio uccello è duro. Le mie braccia sono vuote. Voglio scoparti.

    Needle&Thread: Sei così prepotente.

    Kite007: E tu sei tornata a essere una che se la tira, col tuo abbigliamento da suorina birichina.

    Needle&Thread: Non sono né una che se la tira né una suora. Per tua informazione, mi sto occupando di un abito molto importante stasera.

    Kite007: Te la tiri di nuovo. Dovrò venire giù e sculacciarti.

    Needle&Thread: Puoi sculacciarmi, ma non qui. Non ti è permesso vedere.

    Kite007: Adesso sono duro e incazzato. Che cosa mi stai nascondendo?

    Needle&Thread: Il mio abito da sposa, oh, mio impaziente futuro maritino. O ti sei dimenticato che il nostro matrimonio è la prossima settimana?

    Kite007: Cazzo. Dillo di nuovo.

    Needle&Thread: Cosa? Matrimonio? Abito da sposa? Futuro maritino? Presto sarò tua moglie: devi smetterla di essere così esigente per messaggio, altrimenti, non dovrò fare altro che cancellare il tuo numero.

    Kite007: Questo tuo tirartela mi sta facendo diventare pazzo. Mi sto toccando, Needle. Voglio le tue labbra dov’è la mia mano e la mia lingua tra le tue gambe.

    Needle&Thread: Anch’io lo voglio.

    Kite007: Vieni a letto.

    Needle&Thread: Ho un’idea migliore. Vieni a cercarmi. Vieni a reclamarmi. Vieni a scopare la tua suorina birichina prima che diventi tua moglie.

    Kite007: Il tuo desiderio è un ordine… è meglio che cominci a correre, piccola Weaver. Non sarò gentile quando ti scoverò.

    Jethro

    Tre mesi prima…

    Hawksridge Hall era rimasta suppergiù la stessa, ma si evolveva lentamente a ogni minuto che passava. Mobili che avevano accompagnato diverse generazioni legate da contratti non erano più avvolti da un alone di debiti o desideri malati. Tendaggi e arazzi testimoni di tanti giorni di tristezza si ritrovavano improvvisamente a contemplare la libertà. I Weaver vivevano con gli Hawk e non si riscuotevano né debiti né urla.

    Le stanze erano state trasformate, il salotto di Bonnie rinnovato e quella squallida aura tetra dissipata.

    Bonnie aveva commesso molti sbagli, ma educare Jasmine non era stato uno di quelli. I consigli di mia sorella erano fondamentali e insieme portavamo avanti l’immane compito di guidare la tenuta.

    L’erede ero io, ma avevo deciso di dividere quel ruolo. La primogenitura e le antiche regole non gravavano più su di noi.

    Insieme avevamo rimesso in piedi la tenuta e ci eravamo buttati il passato alle spalle. Ci fu una cosa che dovetti fare da solo. Le ultime volontà che Cut aveva scritto frettolosamente e il video con le sue dichiarazioni avevano dissipato ogni dubbio sui sospetti sulla sua morte. Di mia iniziativa andai in uno studio di avvocati. Non da quelli che avevano seguito gli interessi della mia famiglia e la lista dei debiti per generazioni: avevo altri progetti per loro. Me ne sarei occupato molto presto.

    Nel frattempo, avevo bisogno di nuovi contatti, che fossero legali e in regola.

    Dopo aver presentato in modo oscuro la situazione e descritto a grandi linee i desideri di mio padre, depositai la versione aggiornata del suo testamento, e fui rassicurato che Hawksridge e il mio futuro non sarebbero stati danneggiati.

    Una voce in meno sulla mia lista di cose da sistemare, ma ne rimanevano ancora molte.

    Rafforzai anche la nostra alleanza con le autorità locali affinché non vi fossero più malintesi sgradevoli, e li rassicurai che non si sarebbero ripetuti episodi fastidiosi come la soffiata di Vaughn sui social media o problemi di disturbo della quiete pubblica.

    Quando ritornavo a palazzo, cercavo Nila per avere un po’ di conforto.

    Sentivo la sua mancanza ogni momento in cui eravamo separati, alle prese con le nostre vite e difficoltà. Senza neanche rendermene conto, lei era diventata il mio mondo, la mia salvezza, e il mio cuore non smetteva di battere all’impazzata quando le ero vicino.

    Le mie stanze erano vuote senza di lei. Le mie braccia erano inutili se non potevano stringerla.

    Durante gli ultimi due mesi, mi ero abituato ad averla nel mio letto, sotto la mia doccia, e a trovare in giro nelle varie camere le tracce delle sue creazioni lasciate a metà.

    Le sue stranezze mi sembravano tenere. Adoravo le sue abitudini.

    La amavo follemente.

    Amavo tutto di lei.

    Ma non era diventato più semplice sopportare la mia condizione. La vera difficoltà era lasciare la tenuta e avere a che fare con gli estranei. Ascoltare emozioni che non avevo alcun diritto di ascoltare. Sentire ragionamenti e preoccupazioni di gente che non conoscevo mi toglieva le forze, lasciandomi la sola certezza che avrei prosciugato Nila una volta che l’avrei riavuta tra le mie braccia.

    Non riuscivo a guardare la

    TV

    o a rilassarmi con un film. A malapena tolleravo la musica.

    Ma Nila tollerava me.

    Per qualche ragione, non le importava se le dicevo di tacere e lasciare soltanto che la stringessi. Non discuteva quando la portavo a letto in silenzio e la stuzzicavo senza pietà così da potermi sintonizzare sul desiderio lussurioso che lei provava per me.

    Nila mi dava tutto senza esclusioni.

    Mi rendeva più intero ed equilibrato di quanto non fossi mai stato.

    Mi rendeva… migliore.

    Nila

    Erano trascorsi tre mesi da quando tutto era finito.

    Tre mesi dalla morte di Kestrel. Da quando Jethro aveva rinunciato al suo diritto di nascita e fermato l’eredità del debito.

    Jethro era impegnato con gli avvocati e altri affari. Jasmine portava avanti la casa. Mio padre aveva dato una mano per eliminare le prove dello spargimento di sangue nella sala da ballo e aveva pagato i mercenari che l’avevano aiutato a salvare la mia vita.

    Ci davamo tutti da fare per trascinarci avanti, per vivere…

    Hawksridge non era più un mausoleo che ospitava contrabbandieri e psicopatici – i suoi saloni adesso erano luminosi e ariosi, le stanze colme di timide risate e di amore.

    Sorrisi, mentre mi rigiravo sul dito l’anello di fidanzamento di diamanti. Non avevamo ancora fissato una data, ma le cose stavano andando per il verso giusto. Tex aveva rinnovato i suoi sforzi per trovare Jacqueline, e Vaughn veniva regolarmente per far visita a Jasmine. Avevamo trovato tutti un posto in quel nuovo mondo.

    Dei colpi delicati alla porta della serra ottagonale mi fecero alzare di scatto la testa.

    Jethro era fuori da un’ora, per occuparsi delle ennesime scartoffie. Le disposizioni per mandare avanti una tenuta così grande non avevano mai fine.

    Dire che mettere piede nel tepore afoso di quella stanza era stato facile sarebbe stata una bugia. Avevo sentito una fitta alle cicatrici sulla schiena. Lo schiocco della frusta di Jethro che mi colpiva per il primo debito era ancora sospeso nell’aria stagnante.

    Ora l’essenza delle orchidee e del gelsomino bianco garantiva la pace dove prima c’era stata solo sofferenza. Non ero più tornata nella serra da quel giorno, ma il ricordo non era un incubo che mi perseguitava.

    Avevo provato sollievo facendo scivolare le dita attorno al palo al quale Jethro mi aveva legata. Sorrisi appena mentre intessevo i vecchi ricordi con i nuovi – con la consapevolezza che il mio piano di farlo legare a me aveva funzionato.

    Avevamo cominciato tutto ciò come nemici, combattendoci l’un l’altra.

    Ma avevamo concluso da partner, avevamo fermato la guerra fianco a fianco.

    Sentii di nuovo i colpi alla porta, coperti dal rumore del fogliame al di fuori dell’ottagono.

    Mi alzai in piedi proprio mentre Jethro entrava, i suoi occhi dorati erano come miele ambrato ai riflessi del sole nella serra.

    «Ti ho cercata nella tua ala». Lo sguardo

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