Scopri milioni di eBook, audiolibri e tanto altro ancora con una prova gratuita

Solo $11.99/mese al termine del periodo di prova. Cancella quando vuoi.

Lover Boy
Lover Boy
Lover Boy
E-book484 pagine4 ore

Lover Boy

Valutazione: 0 su 5 stelle

()

Leggi anteprima

Info su questo ebook

Si può amare e odiare la stessa persona?

The Storm Series

Dall’autrice dei bestseller The Bad Boy e The Wild Boy

Lyla Summers odia gli uomini. Se può evitarli ne è più che contenta. Suo padre l’ha ignorata per tutta la vita, suo fratello l’ha tradita nel peggiore dei modi e le esperienze successive non sono state delle migliori. Lyla vuole concentrarsi solo sulla sua band, i Vintage, e pare che le cose stiano finalmente andando per il verso giusto: sta per firmare un contratto da capogiro con una major. Tom Carter ama le donne. Gli piace mettersi nei guai con un sacco di ragazze. Ma quando una tragedia si abbatte sulla vita del suo migliore amico, Tom si ritrova a fare una promessa: se la fidanzata del suo amico sopravvivrà, lui cambierà radicalmente atteggiamento. La preghiera di Tom viene accolta e ora sta a lui mantenere la parola data. Che vuol dire darci un taglio con le storie mordi e fuggi. Ma non aveva fatto i conti con un imprevisto: la manager dei Vintage si rompe una gamba sciando e Tom viene spedito in tour a rimpiazzarlo. E così Lyla si ritrova a dover lavorare con il ragazzo che gode della fama peggiore nel mondo del rock. Come potranno convivere un dongiovanni sempre in cerca di nuove avventure e una ragazza che non fa nulla per nascondere il proprio totale disinteresse verso il genere maschile?

Dall’autrice di Nonostante tutto ti amo ancora

Una storia sexy che conquisterà tutti

«Che libro fantastico, il terzo della serie vale quanto gli altri. È così triste che questa storia sia finita. Vale davvero la pena leggerla.»

«Ho amato ogni capitolo di questa serie: questo è divertente, emozionante e con scene di sesso hot. Cinque stelle!»
Samantha Towle
Ha iniziato a scrivere mentre aspettava il primo figlio. La Newton Compton ha pubblicato il suo romanzo d’esordio Nonostante tutto ti amo ancora e la serie bestseller The Storm, con The Bad Boy, The Wild Boy e Lover Boy.
LinguaItaliano
Data di uscita18 lug 2017
ISBN9788822712769
Lover Boy

Correlato a Lover Boy

Titoli di questa serie (100)

Visualizza altri

Ebook correlati

Narrativa romantica contemporanea per voi

Visualizza altri

Articoli correlati

Categorie correlate

Recensioni su Lover Boy

Valutazione: 0 su 5 stelle
0 valutazioni

0 valutazioni0 recensioni

Cosa ne pensi?

Tocca per valutare

La recensione deve contenere almeno 10 parole

    Anteprima del libro

    Lover Boy - Samantha Towle

    1699

    Questo libro è un’opera di fantasia.

    Nomi, personaggi, luoghi e avvenimenti sono frutto dell’immaginazione

    dell’autrice o sono usati in maniera fittizia.

    Qualunque somiglianza con fatti, luoghi o persone,

    reali, viventi o defunte è del tutto casuale.

    Titolo originale: Taming The Storm

    Text copyright © 2014 Samantha Towle

    All rights reserved

    This edition is published by arrangement with Dystel, Goderich & Bourret LLC

    and Donzelli Fietta Agency srls

    Traduzione dall’inglese di Carla De Pascale

    Prima edizione ebook: settembre 2017

    © 2016 Newton Compton editori s.r.l.

    Roma, Casella postale 6214

    ISBN 978-88-227-1276-9

    www.newtoncompton.com

    Realizzazione a cura di Librofficina

    Samantha Towle

    Lover Boy

    The Storm Series

    Indice

    Prologo. Lyla

    Tom

    1. Lyla

    2. Lyla

    3. Lyla

    4. Lyla

    5. Lyla

    6. Lyla

    7. Lyla

    8. Lyla

    9. Lyla

    10. Lyla

    11. Lyla

    12. Lyla

    13. Lyla

    14. Tom

    15. Lyla

    16. Lyla

    17. Lyla

    18. Tom

    19. Tom

    20. Lyla

    21. Lyla

    22. Tom

    23. Lyla

    24. Lyla

    25. Lyla

    26. Lyla

    27. Tom

    28. Lyla

    29. Lyla

    30. Lyla

    31. Lyla

    32. Lyla

    33. Lyla

    Ringraziamenti

    Per Mally Towle.

    Il Cielo ha un piano per te.

    Per sempre nei nostri cuori.

    Prologo

    Lyla

    Dieci mesi fa – Backstage, Madison Square Garden, New York City

    «Dex! Chad! Cale! Sonny! Dove diavolo siete?», urlo mentre vago per il corridoio deserto, la mia voce riecheggia.

    Mi guardo intorno camminando di qua e di là – davvero, dove diavolo sono? Mi trovo da qualche parte nel backstage. Sembra un labirinto qui. Credo di essermi persa.

    Mi stringo nelle spalle, sollevo la bottiglia di champagne mezza vuota, che mi ero già portata alla bocca, e bevo un sorso.

    Credo di essere anche un po’ ubriaca.

    Ma sto festeggiando.

    La mia band, i Vintage, ha appena aperto il concerto dei Mighty Storm al Madison Square Garden! Ecco dove sono adesso, mi sono persa qui dentro.

    La mia band ha vinto un contest alla radio, il premio consisteva nel fare da gruppo spalla al concerto dei Mighty Storm. Davvero una grande opportunità per noi! Non mi vergogno a confessare di essermi quasi fatta la pipì nei pantaloni quando ho scoperto che avevamo vinto la competizione.

    E così, adesso, sto festeggiando – da sola. Non riesco a trovare nessuno dei ragazzi della band, neanche il mio fidanzato. Per via dell’emozione, e della moltitudine di gente, ho finito per perderli di vista appena siamo scesi dal palco. Comunque sia, e dico davvero, credo che il mio ragazzo o mio fratello avrebbero potuto almeno aspettarmi.

    Scommetto che Chad si sta ubriacando con Sonny e Cale, e Dex sta probabilmente dando del suo meglio con qualche ragazzo mentre vi parlo.

    Metto le mani a cono intorno alla bocca. «Dex, immagino che sarai impegnato con uno strafigo, ma andiamo! Abbiamo appena aperto il concerto dei Mighty Storm! I. Mighty. Storm. Cazzo!».

    Scandisco il più possibile ogni parola del nome del gruppo, perché ancora non riesco a crederci.

    Bevo un altro sorso di champagne e inciampo sui tacchi. Mi sorreggo appoggiando una mano contro la parete prima di riprendere a camminare.

    «Dex, voglio festeggiare con il mio fratellone! Non potresti rimandare le tue imprese sessuali a dopo, per favore?».

    Dex è la chitarra solista della band, ed è una gran puttana. Quando dico gran puttana, intendo dire che si fa scopare da tutti gli uomini che incontra.

    Amo mio fratello, più di chiunque altro al mondo. Sono fortunata ad averlo. Si prende cura di me, e io faccio lo stesso con lui. Siamo una squadra, la migliore che ci sia.

    Giro l’angolo e vedo una porta, alla mia destra. Sembra la porta di un ripostiglio usato dai custodi.

    Dex ha la passione per il sesso negli armadi. Che siano all’ingresso, che sia l’armadio delle giacche, il ripostiglio delle scope – qualunque tipo di stanzino è il suo ideale. Non è particolarmente esigente.

    «Scommetto che sei qui dentro!», dico canticchiando. «Be’, tira su la zip dei pantaloni, fratello, perché sto per entrare!». La bottiglia di champagne urta la porta appena afferro la maniglia. «Oops». Ridacchio.

    Apro la porta, ma il ripostiglio è vuoto. Ci sono soltanto scopettoni e secchi. Nessuna traccia di Dex. Sospiro e richiudo la porta.

    Così facendo non troverò proprio nessuno. È da un po’ che non vedo gente qui intorno. La cosa inizia a sembrarmi inquietante, un po’ come quella sensazione che avverte il personaggio di un film horror. Sembra il set dei film con Freddy Krueger. Soltanto corridoi deserti.

    Rassegnata alla mia potenziale morte per mano di un serial killer del cinema, mi incammino per il corridoio e giro in fondo a sinistra, sperando di trovare segni di vita. Mi tappo la bocca con una mano per soffocare una risata appena vedo una coppia che ci dà dentro poco lontano da dove mi trovo. Non c’è molta luce, quindi non riesco a vedere granché. Non che voglia mettermi a guardare, ma da quanto riesco a sentire, mi pare che si stiano divertendo.

    La solita, maledetta, fortuna.

    Sto per voltarmi e andare via, lasciando così la giusta privacy alla coppia fortunata, quando uno dei due parla.

    «Così, piccolo. Prendilo tutto. Sai quanto ti piace il mio gran cazzone».

    Ho un sussulto. Mi manca la terra sotto ai piedi.

    Chad.

    No. Non può essere.

    Mi avvicino ai due prima che possa rendermene conto. Così, lui si gira e…

    Chad.

    Dio, no.

    Sto per vomitare.

    Rimango di ghiaccio appena si gira e mi guarda. Il mio viso è una maschera di orrore mentre la mia presenza inaspettata si riverbera sulla sua espressione.

    Rimaniamo in un tempo sospeso, in cui nessuno di noi fa o dice nulla.

    Poi quel momento si rompe, e Chad si muove. Si stacca dalla persona che stava scopando, si tira su i pantaloni e cerca di abbottonarli prima di avvicinarsi a me.

    Soltanto allora vedo con chi stava scopando il mio ragazzo. Quella persona si gira e i nostri sguardi si incontrano.

    È come se mi venisse dato un pugno in faccia. Forte.

    Non riesco a respirare.

    Resto lì, in piedi, il mio mondo cade a pezzi per la seconda volta nella mia vita. Non riesco a fare nulla mentre fisso lo sguardo colpevole di mio fratello.

    Tom

    Due settimane fa – Sala d’attesa dell’ospedale, Cedars-Sinai Medical Center,

    LA

    Veder piangere Jake è una cosa alla quale non avrei mai immaginato di assistere – ancora di più, tenerlo fra le braccia mentre piange.

    Non è crollato davanti a me quando è morto Jonny, e neanche io sono crollato davanti a lui. Nessuno di noi due l’ha mai fatto.

    So perché questa volta non ha retto. Tru, la donna che ha amato per tutta la vita. Il fatto che questa disgrazia lo abbia sconvolto mi spaventa a morte.

    Jake non è forte quanto vuole far credere. Io lo so. In passato aveva fatto ricorso alla cocaina per superare un periodo difficile. Non lo avrei mai biasimato per questo, perché tutti noi avevamo cercato ogni possibile rimedio per affrontare la situazione. Io avevo – ho – trovato la mia via d’uscita, lui aveva trovato la sua.

    Ma adesso è pulito. Tru è il suo mondo. Se lei se ne andasse, temo che potrebbe – «E se morisse?».

    La voce rotta di Jake mi fa voltare verso di lui.

    Lo guardo negli occhi prima di riuscire a dire qualcosa. È allora che lo vedo – quello sguardo.

    No, cazzo.

    Ho visto quello sguardo soltanto una volta prima di adesso – alcuni istanti prima che perdessi tutto ciò che contava per me.

    Adesso quello sguardo è negli occhi di Jake. Uno sguardo di paura, dolore, disperazione e confusione, tutte queste sensazioni mescolate tra loro che creano una tenebra così raccapricciante che chi la prova non riesce a vedere nulla al di là di quell’oscurità. Il dolore è così profondo che la persona vi si abbandona. È quello il momento in cui si arriva a fare cose che non si farebbero mai con una mente lucida.

    Cose che sconvolgono la vita in una maniera irrazionale, disperata, terribile.

    È questo lo sguardo che vedo negli occhi di Jake in questo momento.

    La paura mi colpisce forte allo stomaco. Non avevo più provato una paura così forte da quella notte.

    Non distolgo lo sguardo. Lo osservo con intensità perché ho bisogno che adesso mi ascolti. «Tru è una guerriera, Jake. Mi prende a calci in culo ogni giorno. Non andrà da nessuna parte».

    «E se…».

    No, Jake. Ascolta. Ascoltami bene.

    Scuoto il capo senza distogliere gli occhi dai suoi. Non posso perderlo adesso. «Non farti domande. Non farti questo».

    I suoi occhi si riempiono di lacrime, facendo sgorgare l’oscurità che lo tiene in ostaggio.

    «Non so cosa fare» – la sua voce si rompe nel pianto, «non so cosa pensare, cosa dire». Si copre il viso con le mani.

    Io lo guardo, il suo corpo trema dalla sofferenza, vorrei tanto tirarlo fuori da quel dolore, vorrei tanto mettere tutto a posto.

    Il giorno in cui abbiamo perso Jonny è stato terribile… devastante. Niente potrà mai preparare una persona a perdere qualcuno di cui si ha tanto bisogno. Tru è quel tipo di persona per Jake.

    Alcuni hanno in sé la forza di superare la perdita della persona che amano. Io ho avuto questa forza. Ho trovato una maniera per andare avanti.

    Altri non ce l’hanno. Sono quelle persone che hanno quello sguardo disperato e cupo, lo sguardo che ha Jake in questo momento.

    Ho già perso qualcuno che amavo a causa di quelle tenebre. Non perderò anche Jake.

    Faccio un respiro profondo e dico: «Non pensare al peggio, Jake. Pensa alle cose belle. Pensa al momento in cui prenderai in braccio tuo figlio. Pensa al momento in cui metterai l’anello al dito di Tru quando sarà tanto stupida da sposare un idiota come te. Pensa a tutte le cose fantastiche che faremo tutti e tre, insieme. Mentre tu penserai a tutte queste belle cose, io pregherò il Signore, lassù. Gli prometterò che adotterò uno stile di vita più sano come pegno per farti realizzare tutto quello che vuoi, affinché tu abbia tutto quello che hai sempre desiderato».

    Non ricordo quando è stata l’ultima volta che sono entrato in una chiesa, non che la cappella dell’ospedale sia una vera e propria chiesa. Mi siedo al primo banco, davanti all’altare. La sala è deserta. Grazie a dio, porca puttana. Non voglio un pubblico mentre sono qui.

    Mi prostro, appoggio gli avambracci sulle cosce e congiungo le mani.

    «Okay», inizio. «Io non prego… mai, lo sai. Non sono una di quelle persone che si definirebbero religiose; sai anche questo. Ma ho fatto una promessa e voglio che dia i suoi frutti; ecco perché sono qui e ti sto parlando». Faccio un respiro profondo. «C’è una ragazza in questo ospedale – Tru Bennett. Devi salvarla. A parte il fatto che è una ragazza fantastica, ma salvando lei salverai anche un’altra persona. Se dovesse morire Tru, Jake non sopravvivrebbe. L’ho visto nei suoi occhi, poco fa… era lo stesso sguardo che aveva…».

    Le emozioni che non mi avevano sopraffatto in tutti questi anni affiorano adesso. Mi strofino il viso con le mani.

    «Guarda, so come funzionano certe cose. Io ti chiedo qualcosa, e in cambio ti offro qualcos’altro, giusto? Sicuramente saprai che razza di stronzo sono. Non sono proprio un brav’uomo. Sono una brutta persona, se devo essere sincero. Tratto gli altri di merda – soprattutto le donne. Le uso come se fossero degli oggetti inanimati, soltanto per ficcarci il cazzo dentro. Non ho mai ucciso nessuno… ma non ti garantisco che non ucciderò qualcuno in futuro. Ho un carattere schifoso. Sono un figlio di puttana. Come vedi, non riesco a fare a meno di dire parolacce, neanche mentre sto parlando con te.

    Un bastardo in meno su questo pianeta sarebbe già una cosa buona per te, no? Metti pure un’altra spunta sulla tua lista. Quello che voglio dirti è che, se acconsentirai a salvare la vita a Tru, ti offrirò in cambio la mia. Davvero. Smetterò di vivere la vita come l’ho sempre vissuta. Niente più rapporti occasionali in luoghi poco opportuni, come quando ho scopato quell’infermiera nel ripostiglio dei medicinali dopo aver fatto visita ai bambini malati. Niente più scappatelle con donne sposate. Niente più cose a tre, a quattro o orge. Smetterò anche di andare negli strip club. Non guarderò più le donne come a possibili prede sessuali. Cazzo, vivrò la vita di un fottuto monaco se salverai Tru. Te lo giuro, farò sesso con una donna soltanto, e se lei significherà qualcosa per me».

    Ho detto davvero tutto questo – ad alta voce?

    Cristo.

    Inizio a sudare freddo al solo pensiero. Mi asciugo la fronte madida e faccio un respiro profondo.

    «Ti prometto tutto questo perché so che Jake non sopravvivrebbe alla perdita di Tru. L’ho visto nei suoi occhi. Aveva lo stesso sguardo di… be’, lo so che hai capito».

    Sospiro e mi appoggio allo schienale della panca.

    «Se Jake dovesse perdere Tru… noi perderemo lui… e io non posso perderlo. Jake e Den sono le uniche persone che mi sono rimaste a questo mondo. E tu hai già abbastanza persone buone su con te. Hai già preso abbastanza da noi. Non hai bisogno di lei. Ne abbiamo più bisogno noi, qui giù… Allora ti faccio questa promessa. Se salverai la vita a Tru, io cambierò il modo di vivere la mia». Sollevo lo sguardo verso il soffitto. «Che ne dici?».

    1

    Lyla

    Oggi – Studio di registrazione,

    TMS

    Records,

    LA

    «Sei fuori tempo».

    Ehm, cosa?

    La voce che risuona nelle mie orecchie interrompe le parole che sto cantando. Mi giro da un lato e vedo l’enorme microfono che mi pende davanti al viso mentre guardo attraverso il vetro.

    Osservo il viso di chi mi ha appena parlato – Zane Fox, vicepresidente della

    TMS

    Records, casa discografica con la quale abbiamo firmato un contratto.

    Molto attraente, se al momento fossi interessata a certe cose, ma non lo sono.

    Non mi piacciono gli uomini. No, non sono lesbica.

    Sono asessuale. Nubile. Lo sono da dieci mesi.

    Le mie relazioni con l’altro sesso non sono state molto fortunate.

    Tutti gli uomini importanti della mia vita, a parte alcuni, mi hanno delusa – moltissimo. Per quanto riguarda le relazioni sentimentali – be’, diciamo pure che sono un colossale fallimento.

    Il fidanzato numero uno mi ha tradita con l’unica migliore amica che abbia mai avuto.

    Il fidanzato numero due mi ha rubato dei soldi.

    Il fidanzato numero tre era un aspirante cantante che, dopo un po’, ho scoperto che stava uscendo con me soltanto perché sapeva chi era mio padre. Gliel’ho sentito raccontare ai suoi amici. Una mossa davvero sbagliata, perché io odio mio padre.

    Il fidanzato numero quattro mi ha lasciata quando mi sono rifiutata di fare una cosa a tre con lui e il suo migliore amico. No, non vi sto prendendo in giro.

    Il fidanzato numero cinque ha preso in prestito la mia macchina. Non l’ho ancora rivisto – neanche la mia macchina – finora.

    Il fidanzato numero sei – la relazione più duratura che abbia mai avuto, con un uomo che pensavo che avrei potuto amare – si è scopato mio fratello la notte più importante della mia vita. Dopo averli colti sul fatto ho scoperto, tempo dopo, che stavano insieme da un mese mentre noi eravamo fidanzati da otto mesi.

    Quella è stata l’esperienza più segnante, l’ultimo chiodo che ha chiuso la bara della mia vita sessuale.

    Da allora ho capito di essere attratta soltanto da uomini che hanno problemi. Sono certa che qualunque psicologo direbbe che vengo attratta da questo genere di uomini a causa di mio padre e dei problemi che ho con lui, dato che ho letteralmente un padre di merda.

    Fondamentalmente è stato il donatore di sperma che ha contribuito al mio concepimento.

    Così, ho deciso di stare alla larga dagli uomini. Davvero, il rapporto più ravvicinato che ho con un uomo è quando vado a bere qualcosa con il mio migliore amico, Cale.

    In passato ho sempre avuto un fidanzato – anche se le mie relazioni si sono sempre rivelate fallimentari. Il sesso occasionale non ha mai fatto per me. Sono troppo emozionale per quanto riguarda il sesso, non potrei mai andare a letto con un uomo senza rivederlo in futuro.

    Eliminare le relazioni dal menù ha però significato anche eliminare il dessert dai miei pasti, quindi niente più sesso per Lyla.

    A me sta benissimo – be’, più o meno, per il novantacinque percento del tempo.

    Va bene, se devo essere sincera, mi sta bene per un settantacinque percento, e mi aiuto con un

    AAMB

    .

    AAMB

    – Amico Asessuale Munito di Batterie. Il migliore nel trovare il punto

    G

    e in grado di provocare orgasmi da paura, capace di fare tutto quello che fa un uomo, a eccezione delle coccole e di spezzarmi il cuore: un vibratore.

    AAMB

    è la via elettrica a un orgasmo a me tanto necessario.

    Uso il termine asessuale per il mio vibratore, così evito di richiamare alla mente un uomo. Non voglio pensare assolutamente agli uomini dal punto di vista sessuale – be’, a parte quando cerco di raggiungere l’orgasmo con l’aiuto di

    AAMB

    . Ovviamente ho bisogno di fantasticare, quindi sì, in alcune occasioni, visualizzo uomini senza volto, oppure, magari, il ragazzo tanto sexy che mi serve il caffè da Starbucks. Tuttavia cancello quel viso dalla mia mente non appena io e l’orgasmo abbiamo finito.

    Comunque sia, torniamo al momento presente… e al fatto che sto fissando Zane per un lasso di tempo eccessivo, come se gli fossero spuntate tre teste di alieno.

    «Perdonami. Cosa hai detto?». Spero di aver perso il collegamento audio, e di aver frainteso per questo motivo.

    Zane si sporge per parlare al microfono, scandendo ogni parola: «Ho detto, eri fuori tempo».

    Noto che appare infastidito per aver dovuto ripetere.

    E, no, non avevo sentito male.

    Mi si irrigidisce la schiena.

    Non ero fuori tempo. Proprio per niente. Tutt’altro.

    Conosco le mie canzoni. Conosco questa canzone in ogni minimo dettaglio. Non potevo essere fuori tempo.

    Con un’espressione rabbuiata, abbasso lo sguardo verso le keds che ho ai piedi, cercando di controllare la rabbia.

    Non prendo le critiche in modo positivo. Non reagisco mai bene. E ascoltare certe osservazioni da Zane mi colpisce dritto al cuore perché rispetto la sua opinione.

    Nel mio lavoro ci metto tanta passione. Adoro il mio lavoro. Amo cantare. Vivo per questo. La mia band, quest’album – sono tutto per me. Sono il mio mondo.

    Ho passato anni e anni a cantare in locali e pub di merda, a inseguire il mio sogno. Finalmente l’ho raggiunto; ho passato mesi e mesi a lavorare su quest’album – sette giorni la settimana, giorno e notte, dormendo a malapena. Avevo così tanta voglia di renderlo qualcosa di perfetto da temere di avere un esaurimento nervoso per l’eccessivo lavoro.

    Adesso, sentirmi dire che non sto facendo bene – che me lo dica Zane, soprattutto – non mi fa stare affatto bene. Non aveva mai rilevato problemi per quanto riguardava le altre tracce. E oggi, soprattutto, avrei fatto volentieri a meno del suo commento.

    Mi sento come se avessi preso un’insufficienza in un compito assegnato dal mio insegnante preferito e, come una bambina, vorrei tanto iniziare a sbraitare senza ritegno.

    Non sarebbe una reazione da persona matura, ma non mi importa.

    Fai un respiro profondo, Lyla.

    Stiamo parlando di Zane Fox. Non prenderà affatto positivamente una lamentela da parte di una cantante che ha appena firmato un contratto con la sua casa discografica.

    Faccio un respiro profondo per calmarmi e cerco di regolare il tono della voce per apparire cordiale. «Okay, forse un po’, poco poco» – invece no, per niente – «ma».

    «Non eri un po’ fuori tempo», ribatte interrompendomi. «Eri parecchio fuori tempo, così fuori tempo che non mi è piaciuta per niente. Niente andava bene. Dico davvero, sembravi l’addetto alle pulizie quando canticchia con le cuffie alle orecchie».

    Ma che diavolo? E va bene, forse si è svegliato con il culo girato stamattina?

    Apro la bocca per parlare, ma lui mi batte sul tempo.

    Per fortuna, il suo tono di voce si fa un po’ meno acido. «La tua solita voce strabiliante non c’è oggi, Lyla. Quel tono di voce che ti rende tanto riconoscibile, unica, sembra essere scomparso. Mi domando, che diavolo succede? Dimmi, c’è qualcosa che devo sapere prima che andiamo avanti?».

    Mi guarda perplesso.

    «Ehm… qualcosa che devi sapere, in merito a che?»

    «Non saprei, ecco perché lo sto chiedendo a te».

    «Io non ho niente».

    «Sei nervosa».

    «Non sono nervosa».

    Va bene, forse sono nervosa.

    Ho ricevuto una telefonata da mia zia Steph, poco prima di entrare in sala di registrazione, che mi ha un po’ destabilizzata. Mi ha chiamata per farmi sapere che Dex ha firmato un contratto con un’altra band. E che quella band risiede a Los Angeles. Si è trasferito qui qualche giorno fa.

    Dire che sono nervosa è un eufemismo.

    Dex a New York e io a Los Angeles mi andava bene. Parecchie miglia di distanza, senza quindi avere la possibilità di incontrarlo, mi aiutava a evitare il mal di stomaco e la tachicardia che mi ha scatenato da quando l’ho trovato con Chad nel backstage.

    Quindi mi rendo conto che Dex, che si trova qui a

    LA,

    ha scatenato di nuovo tutte quelle sensazioni dentro di me, e alla massima potenza.

    Sono felice che zia Steph me l’abbia riferito. Voglio dire, se lo avessi incontrato, senza essere preparata, sarebbe stata un’esperienza devastante. Soltanto, vorrei che non fosse così vicino.

    Ho cercato di non crollare mentre zia Steph me lo riferiva. Lei non conosce i motivi per cui io e Dex non ci parliamo.

    Dex non gliel’ha detto, e io non ne ho la forza. Lei rispetta le mie decisioni e non insiste, ma so che soffre al pensiero che io e Dex non parliamo più; sa anche che lui farebbe di tutto per rimettere a posto le cose.

    Immagino che sia convinta del fatto che se sapesse qual è il problema sarebbe in grado di risolverlo. In realtà non può.

    Non è possibile sistemare le cose tra me e Dex. La situazione è diventata irreparabile da quando l’ho scoperto a fare sesso con il mio ragazzo.

    Sento quel bruciore familiare nel petto. Sollevo una mano e cerco di alleviarlo con un massaggio.

    «Sei nervosa, Lyla», commenta Zane, poco persuaso. «Se si tratta di un problema personale, di cui non vuoi parlare, va bene. Capisco. Ma il tempo passato a lavorare in uno studio di registrazione è prezioso, dunque devi lasciare la tua vita personale fuori da quella porta prima di oltrepassarla». Indica la porta. «Poi, cerca di rivivere le emozioni che descrivi nel brano, e vedrai che canterai benissimo, come sai fare tu».

    Ha ragione. Lavoro e vita personale non dovrebbero mai interferire.

    Sono più forte di così.

    Certo, ho un boccone amaro più grande del Texas in gola, e sto lottando contro il dolore e il fastidio di sapere Dex così vicino.

    Ma sono una persona forte. Non piango neanche più. Non piango da dieci mesi.

    Credo che i miei dotti lacrimali si siano ormai seccati di tutte le lacrime versate su Dex e Chad.

    Guardo Zane con espressione determinata, e con voce altrettanto determinata dico: «Hai ragione. Ora ci riprovo e sarò perfetta».

    Rimane a guardarmi per un po’, poi la sua espressione si ammansisce. «Hai bisogno di fare una pausa prima di continuare?».

    La sua gentilezza mi fa traballare per un istante.

    Sollevo il mento e mando giù tutto. «No, adesso sto bene».

    «Okay». Batte le mani. «Registriamo questo brano, forza!». Zane si allontana dal microfono e dà un colpetto sulla spalla di Gray, l’ingegnere del suono.

    Guardo Cale, Sonny e Van per un istante, seduti nello studio insieme a Zane. Ieri hanno registrato le tracce musicali. Per questo brano, Zane ha voluto che la musica e la traccia vocale venissero registrate separatamente – e così, eccomi qui, da sola.

    Cale è il nostro bassista, lo conosco da sempre. Cale, Dex e io siamo cresciuti insieme. Insieme abbiamo fondato i Vintage. Cale è il mio migliore amico, l’unico uomo di cui mi fido, e so che sarà sempre pronto a proteggermi, come ha già fatto in più di un’occasione.

    Sonny è il nostro batterista. È entrato a far parte della band fin dall’inizio. Avevamo affisso alcuni annunci per le audizioni, e lui è stato l’unico a farsi vivo. Fortunatamente per noi, ha un gran talento. È un dio alla batteria. Non ho mai sentito nessuno suonare meglio di lui.

    Van non sta con noi da molto. È entrato nella band come chitarra solista da quando Dex è andato via – be’, da quando io gli ho chiesto di andarsene…

    «Se resta Dex, vado via io», dissi con espressione fiera e guardando ognuno di loro, eccetto Dex.

    Non sono mai stata capace di guardarlo negli occhi. Se lo avessi guardato, avrei temuto che tutta la mia determinazione sarebbe svanita. Perdere lui significava uno stravolgimento della mia vita, stavo per cadere a pezzi.

    Dex era come il sole, non potevo guardare direttamente quella luce tanto potente.

    Cale si alzò e si avvicinò. Si mise vicino a me e mi prese per mano. Dovetti trattenere le lacrime che mi bruciavano in gola. Pochi istanti dopo si avvicinò anche Sonny e mi posò un braccio su una spalla.

    Dex si alzò in piedi. «Prendetevi cura di lei, ragazzi. E, Ly…».

    Sapevo che mi stava guardando. Sentivo il suo sguardo che mi lacerava e mi lasciava un buco.

    «So che mi sono comportato di merda, e non posso neanche dirti quanto mi dispiace».

    Sentii la sua voce che si faceva roca, mi morsi il labbro.

    «Ti amo, Ly. Ti ho sempre amato e ti amerò sempre. E poi sarò sempre il tuo fratellone – che tu lo voglia o no».

    Da allora, non l’ho più rivisto.

    Cale si gira e, muovendo soltanto le labbra, mi domanda: Stai bene?

    Bene, mimo in risposta, prima di sorridergli nel modo migliore possibile.

    Riduce gli occhi a due fessure. Non sembra convinto. Io distolgo lo sguardo.

    Cale mi conosce più di chiunque altro, capisce quando non sto bene. È solo che non muoio dalla voglia di raccontargli che Dex si trova qui a

    LA

    . Non la prenderà bene.

    Sono felice che tra una settimana partiremo per il tour.

    Questa volta è la voce di Gray che mi risuona nell’orecchio. «Quando sei pronta, iniziamo pure».

    Mi risistemo le cuffie, faccio un respiro profondo e muovo velocemente le mani. «Sono pronta».

    Mi avvicino al microfono, ho le labbra che quasi sfiorano la gommapiuma. Chiudo gli occhi e faccio quello che mi ha detto Zane. Raccolgo tutte le emozioni, quelle che mi hanno turbato durante tutto il giorno, e le incanalo nella canzone.

    Cantare è l’unica cosa che ha un senso per me. È il mio porto sicuro. Niente e nessuno potrà mai ferirmi quando sono impegnata con tutto il cuore a interpretare un brano.

    Quella musica tanto familiare raggiunge le mie orecchie, quel suono delizioso le cui vibrazioni mi attraversano il corpo e mi invadono la mente.

    Apro le labbra, vi passo sopra la lingua e canto il primo verso della canzone. Canto finché la voce non raggiunge i picchi massimi di intensità, quindi declamo i miei versi, dal primo all’ultimo.

    Finita la canzone, apro gli occhi.

    Zane non può lamentarsi di questa incisione. È perfetta.

    Tolgo le cuffie e supero il microfono, immaginando di vedere la cabina piena di gente, invece trovo soltanto Gray.

    Dove sono tutti?

    Premo il pulsante dell’interfono. «Dove sono tutti?».

    Gray si sporge verso il microfono. «In sala conferenze. Zane ha detto che devi raggiungerlo appena finito con il brano».

    Mi brontola lo stomaco.

    Non gli è piaciuta proprio per niente? Dio, odio la sensazione di ansia generata dalla voglia di compiacere il direttivo della casa discografica.

    «Ti ha detto perché?»

    «Ha ricevuto una telefonata che mi pare lo abbia fatto arrabbiare. Poi ha detto ai ragazzi di andare con lui in sala conferenze, e che tu saresti dovuta andare non appena avessi finito».

    Con una sensazione di confusione, rispondo: «Okay».

    «Sei andata benissimo, comunque», commenta Gray. «Mi occuperò io di mixare le tracce, nessun problema. Torna, più tardi, la troverai pronta, così potrai ascoltarla».

    «Grazie, Gray. Ci vediamo dopo». Esco dalla cabina di registrazione, attraverso lo studio ed esco dalla porta.

    Percorro il breve tratto di corridoio verso la sala conferenze. Si sollevano tre teste appena apro la porta. Non hanno un’espressione felice, così immagino che, di qualunque cosa si tratti, sappiano già tutto.

    Zane è in piedi, davanti alla finestra. Ha un’espressione dalla quale non traspaiono emozioni, come al solito, e ha le braccia incrociate sul petto.

    L’aspetto teso mi fa preoccupare immediatamente.

    «Tutto bene?». Cerco di non far trasparire l’ansia dal tono di voce. Scosto la sedia accanto a quella di Sonny e mi siedo.

    «Dina si è rotta una gamba, stamattina, mentre sciava». Zane si tira su con le spalle e si avvicina al tavolo al quale siamo tutti seduti. «Voglio dire, sul serio, chi è che ancora scia oggigiorno?», mormora mentre scosta una sedia e si accomoda.

    Sarei potuta scoppiare a ridere a quel commento, se solo non mi fosse crollato il mondo addosso.

    Dina è la nostra manager. Sarebbe dovuta venire in tour con noi.

    Lo sogno da quando ho imbracciato la mia prima chitarra.

    Conosco le regole della casa discografica

    TMS

    Records – niente manager, niente tour.

    Non permettono ai loro artisti di andare in giro senza supporto, ed è una politica alquanto sensata.

    Mandare in giro una band emergente, senza qualcuno che si occupi di loro, non è una buona idea con tutti gli squali che ci sono in questa industria.

    Inghiotto il magone che mi si è formato in gola. Una domanda stupida, ma devo farla: «E così, Dina non ci accompagnerà in tour?».

    Zane tamburella con le dita sul tavolo. «No. Si è rotta il legamento crociato anteriore. Dovrà subire un intervento nei prossimi giorni».

    «E noi non possiamo andare in tour senza un road manager», aggiunge Cale, guardandomi.

    Lui conosce le regole della casa discografica quanto me. È importante per lui, quanto lo è per me. È importante per tutti noi.

    Deglutisco. «Va bene, e quindi, cosa succederà adesso?». Cerco di mantenere un tono risoluto, ma la voce mi esce leggermente tremula.

    Non rimandate il tour. Vi prego, non rimandate il tour.

    «Il tour si farà. Jake sta cercando un sostituto che vi accompagnerà».

    Jake Wethers, proprietario della

    TMS

    Records e voce solista della band più famosa al mondo, The Mighty Storm.

    Sollevata, lascio andare quel respiro che stavo trattenendo.

    Ma il fiato mi viene di nuovo mozzato appena Van domanda: «Sì, ma riuscirete a trovare qualcuno in così poco tempo?».

    Merda. Non ci avevo neanche pensato. Dobbiamo partire tra una settimana.

    Una settimana per trovare un buon manager. Non sono molto ottimista. Molti tour manager, soprattutto i migliori, saranno già impegnati.

    Zane rivolge immediatamente lo sguardo a Van, e riduce gli occhi a due fessure. «Lo troveremo». Ha un tono di voce aspro. «Mi farò sentire a breve». Poi, a passo svelto, esce dalla sala.

    2

    Lyla

    Qualche

    Ti è piaciuta l'anteprima?
    Pagina 1 di 1