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Fonti Archivistiche sull'area grecanica: I regesti degli atti di notar Francesco Russo (1719-1757)
Fonti Archivistiche sull'area grecanica: I regesti degli atti di notar Francesco Russo (1719-1757)
Fonti Archivistiche sull'area grecanica: I regesti degli atti di notar Francesco Russo (1719-1757)
E-book401 pagine4 ore

Fonti Archivistiche sull'area grecanica: I regesti degli atti di notar Francesco Russo (1719-1757)

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Questo libro consente al grande pubblico la fruizione di preziose fonti storiche sulla Calabria settecentesca. Si tratta di un mezzo di corredo archivistico, utile al reperimento del materiale e alla sua comprensione, grazie alle numerose citazioni, tratte dagli atti notarili, e a un corposo indice dei nomi, composto da oltre milleduecento voci.
I documenti riguardano persone, proprietà e attività legate ad Amendolea, Bagaladi, Bova, Cardeto, Condofuri, Gallicianò, Melito, Montebello, Motta San Giovanni, Palizzi, Pentidattilo, Reggio, Roccaforte, Roghudi, San Lorenzo e Sant'Agata, ma anche a centri esterni all'area grecanica come Bagnara, Scilla e altri luoghi della Calabria Ulteriore.
LinguaItaliano
Data di uscita20 set 2020
ISBN9788832144727
Fonti Archivistiche sull'area grecanica: I regesti degli atti di notar Francesco Russo (1719-1757)

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    Anteprima del libro

    Fonti Archivistiche sull'area grecanica - Giuseppe Chirico

    1758

    Premessa

    Qu esto lavoro nasce per favorire la fruizione e lo studio di fonti storiche primarie relative all'area grecanica: gli atti del notaio Francesco Russo, rogati nel XVIII secolo e oggi conservati presso l'Archivio di Stato di Reggio Calabria.

    La documentazione, oggetto di rilevanti danneggiamenti e dispersioni nel corso del tempo, appare di difficile lettura, anche a causa delle grafie utilizzate e per non esser stata disposta in rigoroso ordine cronologico. In aggiunta a ciò, il materiale presenta una notevole disomogeneità: non si tratta tanto di un insieme compiuto di atti notarili e con tratti, quanto piuttosto di un misto di carte diverse, prodotte a vario titolo durante l'attività del notaio.

    L'unicità dei documenti regestati deriva dal loro essere tra le pochissime fonti notarili oggi esistenti, relative al versante occidentale dell'area grecanica nell a prima metà del Settecento: per fare un esempio, gli atti rogati dai notai di Cardeto in quel mezzo secolo riguardano solo gli anni 1700-1703, mentre dei notai di San Lorenzo, prima del 1740, si hanno solo rogiti del 1723 e del 1729-1732.

    Il testo vuole dunque presentarsi anche come un mezzo di corredo archivistico; nella fase di regestazione si è perciò scelto di prediligere una stesura che agevoli la comprensione del materiale, mantenendo inoltre l'ordine originario degli atti, in modo da facilitarne il reperimento e la consultazione.

    Cenni biografici su Francesco Russo

    e genealogia della famiglia Russo o Rossi

    Francesco Russo nasce il 12 dicembre 1699 a Cardeto, casale della città di Sant'Agata, dal magnifico Antonino e dalla magnifica Faustina Moro.

    All'atto del battesimo, somministrato dal parroco don Antonio Russo, della parrocchia dei Santi Pietro e Paolo, gli viene imposto anche il nome Giuseppe, in onore del padrino Giuseppe Barreca [¹] .

    La famiglia Russo (dal '700 anche Rossi) è tra le più facoltose del paese, appartiene al secondo ceto civico santagatino, e all'inizio del XVIII secolo annovera fra i suoi membri, oltre a vari sacerdoti, almeno un sindaco (Antonino), due notai (Andrea e Giuseppe) e un giudice a contratti (Paolo Domenico).

    Diversi dei numerosi rami dei Russo godono del diritto di sepoltura nelle chiese di Cardeto, e nel santuario di Santa Maria Assunta in contrada Mallamace, poco distante dall'abitato, è ancora visibile una raffigurazione dell'arma di famiglia, nella lapide sepolcrale del sacerdote don Antonino (morto nel 1771) fatta realizzare dai suoi nipoti don Andrea, don Francesco Antonio e don Antonino [²] .

    L'attività professionale del notaio

    e la produzione documentale

    La data di inizio dell'attività professionale di Francesco Russo si colloca tra il 1719, anno del più antico documento pervenutoci, e il 1723, anno del primo atto che porta la sua firma. L'ultimo rogito prodotto è datato 12 agosto 1757, dodici giorni prima della sua morte.

    Sin dai primi anni di svolgimento della professione, il notaio sembrerebbe prediligere la clientela dell'area grecanica (in aggiunta a quella del territorio di origine) piuttosto che avventurarsi nel saturo mercato reggino. Anche nella città di Sant'Agata i notai non mancano, ed è probabile che le maggiori possibilità lavorative abbiano spinto Russo in quella direzione, magari su suggerimento di un collega presso cui ha svolto il praticantato, o su indicazione di parenti o amici con interessi in quelle zone: è certo infatti che diversi suoi concittadini, e non solo i suoi parenti, continuino a richiedere le prestazioni professionali di Francesco Russo anche quando questi ormai risiede da tempo a San Lorenzo, a conferma delle costanti relazioni socioeconomiche intercorrenti fra Cardeto e l'Aspromonte grecanico già durante i secoli dell'età moderna.

    La mancanza di dati riguardo l'intera produzione documentale di Francesco Russo non consente una compiuta elaborazione statistica della sua attività professionale; nondimeno, il materiale pervenuto si rivela di fondamentale importanza per la trasversalità delle località interessate e dei soggetti protagonisti degli atti. I diversi luoghi in cui vengono redatti i documenti indicano un raggio d'azione che va dalla regione pedemontana del versante dello Stretto sin quasi al cuore della Bovesia, estendendosi su una porzione di territorio che – esclusa Reggio – è compresa in un ideale cerchio, la cui circonferenza lambisce le città di Sant'Agata e Bova, e include Amendolea, Bagaladi, Cardeto, Condofuri, Gallicianò, Melito, Montebello, Motta San Giovanni, Pentidattilo [⁷] , Roccaforte, Roghudi e San Lorenzo.

    All'interno di quest'area, la prima fase della carriera del notaio si svolge nel territorio santagatino, soprattutto nella natia Cardeto, mentre in seguito Francesco Russo si sposta tra i vari centri grecanici prima di stabilirsi a San Lorenzo: l'ubicazione del suo studio non è nota, ma verosimilmente va collocata presso la sua abitazione nel centro del borgo.

    Gli atti pervenutici sono in tutto 593; è possibile suddividerne le località di produzione come segue:

    441 San Lorenzo

    44 Cardeto

    42 Bagaladi

    31 dal luogo non specificato o non più identificabile

    15 Condofuri

    6 Roccaforte

    5 Motta San Giovanni

    2 Gallicianò

    2 Reggio

    1 Amendolea

    1 Melito

    1 Montebello

    1 Roghudi

    1 Sant'Agata

    Nella terra di San Lorenzo e nel suo casale di Bagaladi sono rogati in tutto ben quattrocentottantrè atti, che corrispondono all’81,45% del totale: un dato che potrebbe trarre in inganno, qualora non si tenesse conto della diversificata provenienza degli attori menzionati nei documenti.

    I rogiti prodotti a San Lorenzo riguardano infatti soggetti di Amendolea, Bagaladi, Bagnara, Bova, Brancaleone, Cardeto, Condofuri, Gallicianò, Melito, Montebello, Motta San Giovanni, Palizzi, Pentidattilo, Reggio, Roccaforte, Roghudi, San Carlo, San Lorenzo, Sant'Agata, Scilla e Valanidi; mentre quelli rogati a Bagaladi sono relativi a persone di Bagaladi, Bova, Montebello, Motta San Giovanni, Pazzano, Pentidattilo, San Lorenzo, Sant'Agata e Scilla.

    Allo stesso modo, gli atti rogati a Cardeto riguardano individui di Bagaladi, Cardeto, Reggio, San Lorenzo e Sant'Agata, e quelli prodotti a Condofuri persone di Bova, Condofuri, Gallicianò e San Lorenzo.

    Laurentini sono protagonisti di atti rogati a Melito, Montebello, Reggio e Roghudi, e cardetesi lo sono in rogiti prodotti a Motta San Giovanni, Roccaforte e Sant'Agata; di scillesi si ha menzione anche a Melito, oltre che a Bagaladi e a San Lorenzo. Si tenga conto, inoltre, che ad esempio un contratto stipulato a San Lorenzo può avere come oggetto un immobile sito in un'altra località.

    Fig. 2 – Cartina del territorio.

    Dalla datazione dei diversi documenti si evidenzia la preponderanza degli atti rogati a partire dalla metà degli anni '40, ovvero quando il notaio vive e lavora stabilmente a San Lorenzo. L'unica eccezione di rilievo è costituita dai trenta atti prodotti nel 1732, dei quali ben ventidue sono stati rogati a Cardeto, sette a San Lorenzo, uno a Roccaforte e uno a Sant'Agata.

    Da questo dato è possibile ricavare due considerazioni sull'attività professionale di Francesco Russo: essa dev e essere alquanto florida già negli anni '30, tenuto conto che i trenta atti in questione rappresentano evidentemente solo una parte della produzione del 1732; all'inizio della sua carriera il notaio suole effettuare spostamenti e rogare in diversi centri, rientrando nella tipologia dei notai girovaghi [⁸] .

    Per quanto riguarda la tipologia degli atti, tra i cinquecentonovantatrè conservati si annoverano:

    223 obblighi

    134 compravendite

    61 atti di affitto (compresa una copia)

    26 capitoli matrimoniali

    25 convenzioni

    21 donazioni (delle qual 10 costituzioni di patrimo- ni sacri)

    20 disposizioni testamentarie

    16 concessioni fondiarie (in enfiteusi, ad melioran- dum)

    10 dichiarazioni e testimonianze

    9 ratifiche e autenticazioni

    9 permute

    7 annullamenti

    7 fondazioni di censi

    7 transazioni

    6 prese di possesso

    4 suppliche

    3 cessioni

    2 surrogazioni

    2 carteggi vari

    1 «esculpazione»

    La documentazione presente in maggior quantità è costituita dai cosiddetti obblighi, che corrispondono al 37,6% del totale, seguiti dalle compravendite (22,59%) e dagli atti di affitto (10,28%).

    Dall'esame delle carte emerge uno spaccato della vita quotidiana dell'epoca, che – grazie anche alle analogie morfologiche dei territori – non risulta essere troppo dissimile tra il casale di una città demaniale (Cardeto) e le terre feudali dell'Aspromonte sud-occidentale.

    Le principali attività produttive del territorio sono imperniate sulla pastorizia e sull'agricoltura, che coinvolgono ogni strato della popolazione. I cittadini più facoltosi, come anche gli enti ecclesiastici e gli stessi feudatari, concedono in affitto greggi, mandrie o anche singoli capi di bestiame di loro proprietà a pastori e allevatori, in cambio di pagamenti in contanti e forniture di prodotti caseari, carni, pellame e lana.

    I proprietari noleggiano a massari e coloni i loro muli e buoi, i primi come versatili mezzi di trasporto e i secondi spesso in cambio di parte del prodotto della terra che contribuiscono ad arare. Anche gli affitti di fondi rustici prevedono sovente, come canone annuale, la consegna tanto di denaro contante quanto di derrate alimentari e altri beni.

    Accanto alla sericoltura, ancora molto diffusa come nel resto delle Calabrie durante il Settecento, l'attività agricola di maggiore importanza nell'area è la cerealicoltura: i frumenti rappresentano una vera e propria moneta parallela, utilizzata per un gran numero di pagamenti in ogni genere di stipulazioni. Spesso i cittadini più abbienti consegnano delle partite di grano, in anticipo, a persone che si impegnano a pagarle nel successivo mese di agosto, al prezzo che viene stabilito sul mercato di Reggio. Agosto è peraltro il periodo di maggior fermento per quanto riguarda ogni tipo di attività, perché quasi sempre vi sono fissate le scadenze annuali di contratti e pagamenti di censi e affitti.

    Per quanto riguarda questi ultimi, non di rado i contratti di affitto vengono registrati a locazione già iniziata, segno evidente che gli accordi fra le parti vengono prima presi a voce, poi resi operativi, e solo in seguito formalizzati mediante atto pubblico. Molti dei rogiti di questo tipo prevedono una durata di quattro anni, in special modo quelli relativi ai capi di bestiame, ma non mancano contratti che si basano su tempistiche diverse, come le concessioni enfiteutiche e quelle ad meliorandum, per loro stessa natura molto più estese nel tempo, o come gli affitti dei beni dei feudatari periodicamente messi all'asta, di durata diversa a seconda che la locazione riguardi animali, immobili, mulini, fondaci, l'assunzione di cariche (bagliva, mastrodattia [⁹] ) o gli appalti per l'esazione delle tasse.

    Le compravendite hanno luogo in seguito alla valutazione dei beni: i terreni agricoli vengono stimati dagli agrimensori, mentre, nel caso di bestiame, fabbricati o merci varie l'apprezzo viene svolto da cittadini pubblicamente ritenuti esperti nella relativa materia di competenza. Nelle compravendite immobiliari viene sovente adottata la regola detta del dieci per cento, come «giusto, e solito rilascio da farsi nelle compre», che consiste nell'applicare una detrazione, dal prezzo di vendita, di una cifra che si aggira intorno al dieci per cento del valore del bene, secondo l'«uso e consuetudine di questo paese, e Regia Prammatica» [¹⁰] .

    Sono solo ventisei, pari al 4,38% del totale, i documenti relativi alle contrattazioni di future nozze. Nei capitoli matrimoniali, stipulati nell'area presa in esame, i dotanti promettono ai futuri sposi case, terreni, gioielli e contanti – a seconda delle proprie possibilità – e beni di vario genere come stoffe, animali, mobili, botti di vino, forniture di grano, pentole e materassi, oltre al celeberrimo corredo nuziale. Il valore della controdote (o dodario), che il futuro marito assicura alla futura moglie, è molto spesso – ma non sempre – pari a un terzo del valore della dote promessa.

    Tre elementi ricorrenti, immancabili anche nelle doti meno cospicue, potrebbero essere evidentemente considerati il minimo per la gestione di un focolare: una «caldara» e una padella in rame più un treppiedi.

    Lo spessore della figura del notaio Francesco Russo è testimoniato dalla clientela istituzionale che si avvale delle sue prestazioni professionali. Tra gli atti pervenutici, sono trenta quelli rogati per le pubbliche amministrazioni delle università e dei casali: la terra di Amendolea nel 1748 e nel 1750, i casali di Bagaladi e Roghudi nel 1756, il casale di Cardeto tre volte nel 1732 e sette volte nel biennio 1751-1752, la terra di San Lorenzo sedici volte tra il 1748 e il 1755.

    In più, cinquantadue atti rogati tra il 1739 e il 1757 hanno come attori i funzionari dei feudatari – i cosiddetti erari – che agiscono in qualità di loro rappresentanti: uno nel 1739, uno nel 1748, sette nel 1749, nove nel 1750, otto nel 1751, sei nel 1752, sette nel 1753, nove nel 1754, tre nel 1755, uno nel 1757. Si tratta in totale di ottantadue rogiti, che corrispondono al 13,82% dei documenti oggi conservati.

    Note sul materiale archivistico

    relativo a Francesco Russo

    Il materiale analizzato è oggi conservato presso l'Archivio di Stato di Reggio Calabria [¹¹] , dove è stato versato nel 1909; in precedenza era custodito nello studio del notaio reggino Giovan Battista Putortì.

    Le carte appaiono di difficile lettura, sia per le grafie utilizzate, sia per la loro disomogeneità, e presentano inoltre evidenti segni di danneggiamenti, forse causati da incendi o allagamenti: la documentazione è stata sottoposta a restauro nell'anno 2001.

    Dalle medesime cause dovrebbero dipendere le notevoli dispersioni evidenziate, in quanto il materiale superstite è per gran parte relativo agli anni '40 e '50 del XVIII secolo e non presenta coerenza, né per quanto riguarda l'ordine cronologico, né per quanto riguarda le tipologie dei documenti, che non si compongono dei classici repertori, ma annoverano al loro interno indistintamente frammenti di indici di repertori, frammenti di atti, obblighi, minute, allegati, atti non datati, tracce di formulari e di brogliacci.

    Tra centinaia di rogiti firmati dal notaio Russo, peraltro, ve n'è soltanto uno con il suo se gno di tabellionato (il personale segno di riconoscimento apposto da ogni notaio nella sottoscrizione degli atti).

    L'eterogeneità del materiale, tuttavia, ha il merito di fornire un esempio di come lavorasse un notaio dell'epoca, ovvero di cosa e come scrivesse quotidianamente prima che il suo lavoro approdasse ai protocolli e ai repertori in forma ufficiale.

    La grafia di Francesco Russo è veloce e disordinata, a tratti illeggibile. Più volte il notaio omette alcune lettere all'interno delle parole, così come omette parole e intere parti dell'atto, e in un medesimo documento può abbreviare diversi termini nello stesso modo o scrivere lo stesso termine in modi diversi, cosa che contribuisce ad aumentare la difficoltà di fruizione delle carte. Spesso un atto viene annotato sullo stesso foglio di un altro, non in virtù di un ordine cronologico, ma in base all'identità delle parti o all'analogia della materia; inoltre la carta è talvolta riutilizzata, e non è raro trovare un documento redatto su più fogli di diversa dimensione.

    La stessa cartulazione appare del tutto incoerente, in quanto relativa a più fasi temporali, di certo precedenti alla stesura in forma ufficiale degli atti, ma probabilmente anche postume alla morte del notaio e alla successiva dispersione di parecchio materiale documentale.

    È stata rilevata la presenza di quattro atti non relativi al notaio Russo – come si vedrà meglio in seguito – presenti all'interno dell'unità archivistica.

    Altre fonti notarili di età moderna

    sull'area grecanica occidentale

    Per quanto riguarda il settore occidentale dell'area grecanica, escludendo la città di Sant'Agata, gli unici atti notarili del XVII secolo ancora oggi esistenti sono quelli di Giovan Domenico Foti (1619-1620) e di Giuseppe Foti (1651-1698) di Motta San Giovanni, e i pochi del periodo 1668-1703 di Andrea Russo di Cardeto, parente di Francesco Russo.

    Relativamente al Settecento si conservano i rogiti di Francesco Celia di Pentidattilo (1740-1754), Antonino Plutino di Cardeto (1756-1789) e Domenico Trapani di Roccaforte (1756-1777). Di San Lorenzo, accanto a quelli di Francesco Russo (1719-1757), vi sono poi gli atti di Tommaso Merigliano (1723 e 1729), Antonino Altomonte (1729-1732), Principio Altomonte (1754-1765), Saverio Mandalari (1771) e Francesco Antonio Altomonte (a partire dal 1772).

    Di Roghudi addirittura esistono due soli atti del notaio Andrea Minniti – un rogito del 1739 e un frammento non datato ma successivo al 17 aprile 1756 – e per il resto la documentazione inizia da fine '700, così come per quanto riguarda Melito e Montebello.

    Non esiste oggi alcun atto rogato da notai di Amendolea e Bagaladi in età moderna: pur volendo ipotizzare che in quei secoli Bagaladi non fosse sede di notai (gli atti oggi conservati sono relativi al XIX secolo), ciò sarebbe più difficile per quanto riguarda Amendolea, importante centro feudale con giurisdizione sui casali di Condofuri, Gallicianò, Roccaforte e Roghudi e confinante col territorio della contea di Bova.

    Notevoli sono quindi le dispersioni che nei secoli hanno interessato la documentazione prodotta dai notai dell'area – così come di tutto il Reggino – e notevoli sono anche le dispersioni rilevate nelle carte del notaio Francesco Russo.

    Avvertenze

    Nell'intento di facilitare la fruizione delle fonti archivistiche regestate, si è optato per una stesura dal tono discorsivo con citazioni virgolettate dei documenti originali, e sono stati utilizzati alcuni accorgimenti, al fine di rendere più agevole la comprensione degli atti e l'identificazione dei soggetti coinvolti.

    Per quanto riguarda i cognomi riportati, quelli originariamente scritti in forme scorrette – a causa della pronuncia dialettale o di errori grammaticali – sono stati modificati secondo la loro grafia corretta; quelli invece con diverse varianti tutt'oggi valide, coesistenti indistintamente e simultaneamente anche riguardo alle stesse persone e talora anche all'interno di uno stesso documento (ad esempio Candido e Candito, Legato e Ligato, Russo e Rossi), sono stati mantenuti nelle grafie originarie.

    Fra le parti sono stati evidenziati anche i soggetti passivi, come quelli nei cui confronti si impegna l'attore di un obbligo, o i donatari in caso di donazioni, o le future spose non intervenienti in prima persona in caso di capitoli matrimoniali, così come anche i procuratori che agiscono per conto di altre persone fisiche o giuridiche.

    Di tutti, ove indicato, è stato riportato fra parentesi il luogo di provenienza.

    Nella regestazione non è stata alterata la successione degli atti – sebbene originariamente non disposti in ordine cronologico – per rispettare il posizionamento dei documenti e la moderna cartulazione posteriore al restauro.

    I rogiti di Francesco Russo sono cinquecentonovantatrè; sono stati regestati due ulteriori atti (il n. 297 e il n. 583) non relativi a questo notaio, poiché rogati posteriormente alla sua morte, ma aggregati erroneamente a queste carte in fase di versamento e tutt'oggi rilegati con esse. Nell'unità archivistica sono inoltre presenti due fogli sciolti, non appartenenti al notaio Russo e non regestati: una scrittura privata del 1766 relativa ai capitoli matrimoniali fra Domenico Siviglia e Mariana Pancallo, e un frammento datato 15 aprile 1762 relativo ai capitoli matrimoniali fra Vincenzo Candito e Anna Brundo.

    Regesti degli atti

    Atto n. 1

    Segnatura: fasc. 3279, f. 16r (ex f. 94r)

    Data: -

    Luogo: San Lorenzo

    Tipologia: affitto

    Attori: Antonio Cordova (San Lorenzo), Lorenzo Curatola (San Lorenzo), Ascanio Pannuti (San Lorenzo), università di San Lorenzo.

    Oggetto: Il magnifico don Antonio Cordova prende in affitto, dai sindaci Lorenzo Curatola e Ascanio Pannuti, l'appalto per l'esazione della tassa universale di San Lorenzo. Suoi fideiussori sono i magnifici Gabriele e Bruno Cordova (zio e nipote), Antonino Sfaraone e Filippo Scordo.

    Testimoni: Sacerdote Giuseppe Rossi, Gerolamo Pipari.

    Note: Il fascicolo 3279 contiene nove indici (tra integri e frammenti), solo il quinto dei quali (al f. 11r) è datato: l'anno indicato è il 1785, pertanto non appartiene al notaio Francesco Russo. Oltre agli indici, nel fascicolo sono presenti tre atti non datati.

    Atto n. 2

    Segnatura: fasc. 3279, f. 18r

    Data: -

    Luogo: -

    Tipologia: donazione

    Attori: Gabriele Cordova, Vincenzo Cordova.

    Oggetto: Donazione fatta da Gabriele Cordova in favore del magnifico Vincenzo Cordova. È presente il segno di croce dell'agrimensore Zumbo, gli altri firmatari non sono identificabili.

    Testimoni: Sacerdote Antonino Strati, sacerdote Giuseppe Tripodi, sacerdote don Giacomo Merigliano, chierico Nunziato Guerino, Giuseppe Sfaraone, Saverio Mandalari, Antonino Mandalari.

    Note: Si tratta di un frammento, il foglio è danneggiato e non sono identificabili altri dati.

    Atto n. 3

    Segnatura: fasc. 3279, f. 19r

    Data: -

    Luogo: -

    Tipologia: capitoli matrimoniali

    Attori: Domenico Maisano, Marco Maisano (Roccaforte), Potenziana Maisano, Tommaso Maisano, Caternella Romeo (Roccaforte), Giuseppe Russo.

    Oggetto: Scrittura privata di capitoli matrimoniali fra mastro Giuseppe Russo, figlio di Antonino e Porzia Greco, e Potenziana Maisano, figlia di Marco e Caternella Romeo. La futura sposa viene dotata dai genitori e dai fratelli Tommaso e Domenico Maisano; i quattro promettono in dote i seguenti beni: una «casa solarata» da edificarsi «cioè la edificatione dei quattro mura solarta, e l'altro comestibile si dovesse fare da detto sposo», «due letti forniti ad uso del paese», «un paro di bovi domiti», «una vacca pregna o figliata», due porzioni di una vigna, una «pirara», «le rogoli, che possedono in contrata Laguno», due terreni, «metà capre, e pecore che possedono quando sortirà il sponzalizio », «la castagnara in contrata Cissudi», «una olivara in contrata Scilo», «il celso di serico in contrata Clofende», un a botte di vino, vasellame, due casse nuove, «caldara e padella» di rame; un treppiedi, e il corredo per la tavola. Al termine del documento è specificato: «Si da tempo per li sopradetti capitoli al sucennato sposo legerli, e considerarli per lo spazio di giorni sei, e passando detto termine vagliano come se fossero stipulato per mano di reggio, e publico notara».

    Testimoni: Fortunato Tripepi, Agostino Palamara, Salvatore Sgrò.

    Atto n. 4

    Segnatura: fasc. 3279/1, f. 4r (ex f. 33r)

    Data: 5 febbraio 1719

    Luogo: San Lorenzo

    Tipologia: donazione

    Attori: Anna Maria Abenavoli, Francesco Abenavoli, Sabba Squillace.

    Oggetto: Il minore Francesco Abenavoli, figlio dei furono Santoro e Mariana Trapani, per mezzo della magnifica Anna Maria Abenavoli, sua zia e tutrice, dona al reverendo don Sa bba Squillace alcuni beni siti in San Lorenzo avuti in eredità dai genitori: un giardino con frutteto, vigna e case in contrada Arizama, un giar dino con casa di nutricato in contrada San Teodoro, e «un corpo di case in

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