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Andorra: Helena Brandywine, #5
Andorra: Helena Brandywine, #5
Andorra: Helena Brandywine, #5
E-book229 pagine3 ore

Andorra: Helena Brandywine, #5

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Info su questo ebook

Vola per la libertà.

Helena ha sempre pensato all'Europa come a un continente romantico, pieno di storia e di misteri che non aspettano altro che essere svelati. Ciò che invece, trova, le spezza il cuore: un mondo deforestato e soffocato dal fumo.

I Russi perseguitano la Legend ad ogni sua mossa. Riuscirà mai a sfuggire al loro controllo?

Le nazioni del Vecchio Continente si stanno dotando di nuove armi letali alimentate a vapore. Gli esseri umani riusciranno a sopravvivere e a vedere il ventesimo secolo?

Helena accetterà di vivere nel secolo successivo, se si arriverà sani e salvi a vederlo?

LinguaItaliano
EditoreBadPress
Data di uscita15 gen 2021
ISBN9781071584040
Andorra: Helena Brandywine, #5

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    Anteprima del libro

    Andorra - Greg Alldredge

    Capitolo 1:

    Non riuscirai mai a prendere la Legend in tempo se vai nelle Bermuda, saranno andati via da un pezzo. Al massimo potrai trovare una nave veloce per la Francia, una volta che avrai raggiunto New York. Forse Calais o anche Parigi. Manderò un messaggio alla Grande Stazione Centrale se riceverò notizie. Coraggio, fatti forza. Continua a credere che la tua fidanzata è viva e che Helena saprà aiutarti a salvarla. Sigmund parlava appoggiandosi al suo bastone, ripetendo lo stesso consiglio che aveva dato sin dal momento in cui la decisione era stata presa. Il suo impeccabile accento britannico riusciva sempre a far suonare meglio anche le cattive notizie.

    Doyle aveva difficoltà a concentrarsi. La creatura che lo aveva aiutato nel teatro non aveva mai smesso di stargli accanto. Parlava poco, preferiva dormire attaccata alla borsa o al corpo di Doyle.

    Almeno Sigmund era stato abbastanza gentile da comprare un biglietto di prima classe per lui e da dargli una manciata di dollari. Era il minimo che la Brandywine potesse fare, dal momento che era stata Helena a riportare indietro dall’altra parte il Demone che possedeva Tsang Mei. Doyle sperava che Helena potesse condurlo lì per trovare e trarre in salvo la sua fidanzata.

    Carl si avvicinò e abbracciò Doyle. Aveva parlato per tutto il tempo, ma Doyle aveva difficoltà a concentrarsi. Mentre lo avvolgeva in un abbraccio da orso, Carl sussurrò : Stai attento e cerca di tornare a casa sano e salvo. La città ha bisogno di uomini come te.

    Sciolto l’abbraccio, Carl tese la mano, che Doyle prese e strinse con forza. Carl si schiarì la gola e disse, con un tono più profondo, Cerca di stare lontano dai guai.

    Grazie di tutto. Doyle non aveva altre parole da dire ai suoi amici. Si piegò e raccolse la sua piccola valigia beige. Per questo viaggio aveva un bagaglio eccezionalmente leggero: pochi abiti di ricambio, il suo berretto preferito e la pistola ad aria compressa, dono di Mister Wizard. Con un rapido cenno della mano, salutò prima di salire sul treno espresso e di trovare la sua cabina.

    All’interno della cabina, una voce sommessa ruppe il silenzio. Non sono mai stato su un treno.

    Doyle trasalì quasi per lo spavento udendo quel suono. Non riuscì a fare altro che lasciar cadere la sua borsa sulla cuccetta di fronte a lui.

    La creatura simile ad una formica si spostò in un lampo per raggiungere la parte più alta e comoda. Adagiata sulla borsa, incrociò le braccia e poggiò il suo mento irsuto per riposare.

    Doyle fissò la creatura aspettando che proferisse parola. L’istinto di impugnare la pistola divenne quasi insopportabile, ma riuscì a frenare la sua mano. Chi sei e che cosa vuoi?

    La creatura simile ad una formica piegò la testa, come se non avesse afferrato la domanda. Silenziosamente assorta nei suoi pensieri, ci volle un po’ prima che alzasse il suo piccolo dito destro e dicesse. Chi è ciascuno di noi, in realtà? Perché siamo qui? Cosa vuole ciascuno di noi? Queste sono il genere di domande che i filosofi pongono sempre. Tu sei un grande filosofo?

    Doyle era sbalordito. Non pensava che la sua domanda avrebbe potuto dare inizio ad un dibattito esistenziale. Sono uno sbirro, tendo a rimanere sulle domande semplici. Come ti chiami? Doyle non aveva altra scelta oltre allo stare al gioco della sua demenza o allucinazione. Se quella creatura era reale, gli aveva salvato la vita, pertanto doveva esserle riconoscente.

    Ah, ecco la domanda più diretta che si possa mai porre. Dunque, mi piacerebbe dirti il mio vero nome, ma considerando quali incredibili magie possano scatenare i nomi veri, ti dirò piuttosto il nome con il quale mi faccio chiamare. Onesto, non trovi?

    Doyle scoprì con grande rapidità, una volta che la creatura ebbe iniziato a parlare, che sarebbe stato difficile fermarla. Va bene, dimmi il nome con il quale vorresti essere chiamato.

    D’accordo. La maggiorparte delle persone mi chiama Cugino Jack, ma considerando il fatto che saremo amici per un lungo periodo, ritengo che dovremmo essere meno formali. Puoi chiamarmi Jack. Solo un momento, vado a cambiarmi in qualcosa di più comodo. Detto questo, la creatura dalle fattezze di una formica scivolò via dalla valigia, scomparendo alla vista.

    Cosa vuol dire che staremo insieme per un lungo periodo? E’ una sorta di debito a vita? chiese Doyle alla creatura invisibile. Il treno partì sussultando, Doyle gettò un’occhiata fuori dal finestrino e vide Carl e Sigmund che lo salutavano.

    Cosa? No, ovviamente no. E’ solo che ero stanco di scorrazzare nelle fogne ed avevo voglia di uscire. Non c’è alcun debito a vita. Sei la prima persona interessante che ha incrociato il mio cammino, così ho voluto farmi dare un passaggio.

    Jack riapparve da dietro la valigia, con le fattezze di un piccolo essere umano, alto trenta centimetri, con indosso dei jeans, una maglietta bianca e delle bretelle rosse. Se vivi in una fogna per qualche anno, è naturale che scegli la prima persona dall’aspetto normale che incontri come una via d’uscita.

    Sei reale? Doyle si avvicinò per dare un colpetto all’omino nello stomaco. Jack allontanò il dito con uno schiaffo. Non sono dell’altra sponda, tieni le mani a posto.

    Che cosa sei? Doyle aveva dimenticato i suoi amici fuori al vagone, la sua attenzione era ormai tutta assorbita dalla minuscola creatura umana.

    Sei così pieno di domande. Jack balzò giù dalla valigia e camminò fino alla parte posteriore della cabina, dove si trovava un sedile. Sono stato chiamato in molti modi, nessuno dei quali particolarmente lusinghiero. Preferisco Cugino Jack, ma un nome più comune è Knocker o Tommyknocker. Mai sentito niente del genere?

    Doyle scosse il capo, rapito.

    No, non credo. Gli esseri umani sanno sempre tutto degli altri spiriti terrestri, ma non si preoccupano mai delle povere creature che scavano. Quelli della mia specie generalmente vivono nel terreno, nei cunicoli delle miniere. Sto cercando di ampliare un po’ i miei orizzonti. Di vedere il mondo, come si suol dire. Sono stato fortunato ad incontrare te.

    Non è possibile che io sia la prima persona che hai incontrato nelle miniere... borbottò Doyle.

    Al contrario, ho incontrato molte persone meravigliose. In ogni caso non possedevano un’aura adeguata alla quale potessi attaccarmi. Nessuno di loro aveva quella speciale tipologia di follia alla quale preferisco aggrapparmi.

    Tipologia speciale di...

    Posso dire che tu ne hai viste, di cose. Hai risposto al mio colpo. La maggiorparte delle persone non lo farebbe mai. Ne ignorerebbero il suono oppure si farebbero il segno della croce e scapperebbero. Tu non lo hai fatto. Che sia stato per coraggio o per stupidità, tu sei passato attraverso il muro. Non è una cosa che farebbero in molti.

    La parola che stai cercando è disperazione.

    Io riesco ad avere effetto con la disperazione, con qualsiasi emozione forte, in realtà. Ho corso il rischio per dimostrare che crederesti a qualsiasi cosa pur di raggiungere il tuo obiettivo. La maggiorparte delle persone non è così.

    Grazie. Penso... devo chiederti... sono pazzo?

    Se intendi chiedermi se sei pazzo perchè riesci a vedermi, mentre nessun altro ci riesce, la risposta è no. Tendenzialmente sono attratto dalle persone più fantasiose, ma questo non significa pazze.

    Doyle si appoggiò con la schiena, ancora incerto se tutto ciò fosse reale o un frutto della sua vivida immaginazione. Se vivi nelle miniere, come sei finito nelle fogne?

    "Ho detto di solito....Devi ascoltare, altrimenti questo diventerà un rapporto noioso. Alla fine mi ero attaccato ad un marinaio. Billy era un brav’uomo, per quanto non particolarmente brillante. Era stato licenziato dall’ultima nave per aver nascosto del rum a bordo e perchè era quasi sempre ubriaco. Dopo il suo congedo, fu preso dalla mania per il teatro ed iniziò a lavorare dietro le quinte di sopra, nel teatro nel quale mi hai trovato. Avrebbe dovuto smettere di bere prima di salire di sopra... E’ caduto e si è rotto l’osso del collo sul palco, di fronte ad una sala piena. Ha avuto una standing ovation fin quando i committenti non hanno scoperto che non era parte dello spettacolo. Il teatro ha chiuso poco tempo dopo. Mi sono trasferito nelle fogne. Fin quando non sei arrivato tu e non ti sei quasi ucciso sbattendo la testa contro i mattoni."

    Ehm... Doyle aveva altre domande, ma non voleva passare per stupido nella sua ingenuità.

    Vuoi sapere come ha fatto uno spirito terrestre ad accalappiare un marinaio? E’ una lunga storia. Sono vecchio, anche per essere un Knocker. Se ti raccontassi tutta la mia vita, ci vorrebbe tantissimo tempo. Jack tirò fuori una minuscola pipa e la riempì di tabacco. La cosa che devi tenere a mente, proprio adesso, è come farmi felice e tenermi fuori dai guai: dammi un po’ di torta... o un qualsiasi dolcetto, veramente. Ho un tremendo debole per i dolci.

    Vedrò cosa posso fare. Doyle si sedette, pronto per il viaggio di quattro giorni verso New York e per le storie che avrebbe ascoltato dal compagno di viaggio che non aveva invitato. Jack. Che nome banale per una creatura così incredibile!

    <=OO=>

    Sigmund guardava il treno mentre partiva. Carl stava accanto a lui, in silenzio. Completamente imperturbabile, Sigmund non aveva idea dei pensieri di Carl.

    Devo inviare un telegramma alle mie sorelle. Faith si assicurerà che lui si imbarchi su una buona nave. Carl si diresse verso l’ufficio del telegrafo.

    Il bastone di Sigmund ticchettò sulla banchina della stazione, mentre l’ingessatura lo faceva zoppicare dietro Carl. Non sapevo che avevi dei parenti a New York.

    Sono a nord della città, ma abbastanza vicini da poter dare una mano.

    Carl si fermò ed aspettò Sigmund. Puoi contribuire alle spese? La mia famiglia potrebbe trovarsi in ristrettezze economiche.

    Ho informato Doyle che la Brandywine finanzierà la sua ricerca. Tutto ciò che deve fare è inviare un telegramma ed io gli trasferirò il denaro. Per cominciare ha un migliaio di dollari. Sorpassò Carl con un rapido passo claudicante. "Una volta che avremmo contattato Doyle e la Legend, coordineremo il tutto affinché si trovino a vicenda."

    Carl fissava il punto in cui prima si trovava il treno. Pensi che li rivedremo mai?

    Qualche passo più avanti, Sigmund si fermò ed aspettò il giornalista. Posso parlare unicamente per me. Sono pienamente intenzionato a rivedere Helena e quando ciò accadrà, spero che ci siano Doyle e tutti i nostri amici ad accompagnarla. Tuttavia sono realista. Capisco che l’impresa che stanno tentando è piena di pericoli. Anche il viaggio più ordinario in un paese straniero è intriso di rischi. Possiamo solo sperare che loro siano abbastanza forti da uscire vittoriosi da tutte le sfide che si troveranno ad affrontare.

    Non è molto rassicurante.

    "Non intendeva affatto esserlo. Adesso vogliamo contattare la tua famiglia? Ho ancora il desiderio di avere un tete-à-tete con il tuo capo."

    Sai bene che non posso avere contatti diretti con Mister Beast. Perderei il lavoro.

    Carl fece pochi passi per trovarsi di nuovo accanto a Sigmund.

    Lo capisco, ma adesso sto abbastanza bene da poter discutere il suo attacco alla nostra proprietà e, qualora fosse necessario, da fargli rivelare la verità con la forza. Sigmund sbattè con forza il bastone sulla banchina.

    Non sono sicuro che un confronto diretto possa essere la soluzione più efficace. La cosa che Beast capisce meglio di ogni altra è il denaro.

    Sono ben consapevole del modo in cui operano i ricchi, sto lavorando ad un sotterfugio più astuto, ma devo tenere la sua attenzione focalizzata sull’attacco frontale.

    Ti dispiacerebbe condividere con me ciò che sai?

    L’ho imparato tanto tempo fa, un segreto rimane tale soltanto se è uno solo a possedere l’informazione. Temo che anche in questo caso sarà così, fin quando non sarà tutto pronto. Una volta che la trappola sarà stata preparata, per me sarà un enorme piacere farla piombare addosso a quell’arrogante di nome Beast.

    Ricorda che si crede al di sopra della legge, il suo denaro lo proteggerà da qualsiasi accusa. Arrivati all’ufficio del telegrafo, Carl aprì la porta per Sigmund.

    Sigmund sfiorò la tesa del suo cappello in segno di ringraziamento. Capisco la sensazione di potere che il denaro può dare ai ricchi. Però capisco anche l’arte di utilizzare una sensazione di vantaggio e di trasformarla in uno svantaggio. Dammi il tempo di preparare la trappola, ma per ora teniamolo concentrato su ciò che ci conviene, ovvero, su di me.

    Potrebbe rivelarsi pericoloso, perfino fatale per te. Carl osservava il compagno più anziano.

    Potrebbe, certo. Ma che senso ha la vita se non viene impiegata saggiamente? In questo momento sono infuriato. Bisogna fare qualcosa per colpire colui che ha cacciato via Helena dalla città. Farò tutto ciò che è in mio potere per raggiungere il mio obiettivo.

    Sigmund riuscì a scorgere la preoccupazione che si celava tra le rughe sulla fronte corrucciata di Carl, ma adesso non era il momento di stare tranquillamente seduti a guardare. Il suo corpo, finalmente, era guarito quanto bastava per agire!

    Capitolo 2:

    Dopo che la nave ebbe lasciato Saint Augustine, Helena si ritirò nella sua cabina. Lesse con attenzione il diario di suo padre, cercando una qualsiasi indicazione circa la sua ultima ricerca. Sfortunatamente c’erano pochi indizi anche riguardo alla sua destinazione.

    Il diario conteneva i progetti e le idee per una gigantesca macchina alimentata ad etere. Il pensiero di un tale macchinario le gelò il sangue. Il tempo.....

    Aveva bisogno di una pausa, i confini segnati dalle pareti della sua cabina la gettavano in uno sconforto che non riusciva più a sopportare. L’aria fresca era miracolosa nell’ alleviare la sua malinconia, era il momento giusto per una passeggiata sul ponte superiore della Legend. Sul ponte trovò subito Rosa appollaiata sull’argano. Con il coltello in mano, tagliava grosse fette da una mela e se le lasciava scivolare in bocca. A quella vista le tornò in mente il suo defunto autista Lane e la sua abitudine di mangiare la frutta nello stesso modo. La sua vita era ormai diventata un campo minato di ricordi, pronti a travolgerla senza preavviso.

    Molti aspetti di Rosa richiamavano Lane alla mente di Helena, ma in quel preciso momento aveva bisogno di compagnia, non di ricordi, così ricacciò indietro quei pensieri e andò avanti per salutare Rosa. Buongiorno gridò avvicinandosi.

    Rosa rispose allegramente con la sua lenta pronuncia strascicata del Texas, Buenos dias. Offrì uno spicchio della mela rossa ad Helena. Helena lo accettò, incapace di ricordare quando era stata l’ultima volta che aveva mangiato. La mela era molto più dolce di quanto si aspettasse.

    Rosa proseguì, Hai trovato qualcosa nella tua ricerca?

    Helena aveva difficoltà nel dissimulare il suo stupore. Come faceva Rosa a sapere ciò che aveva fatto fino a poco prima? L’aria sbalordita sul suo viso tradì il suo stupore.

    Rosa ridacchiò prima di continuare, Non preoccuparti, non sono una spia. Phoebe mi aveva detto che ti saresti chiusa in camera per ore per leggere libri e fare ricerche e quant’altro.

    Mentre parlava affettò un altro pezzo di mela.

    Nel disperato tentativo di alleggerire il suo umore, Helena tese la mano per prendere un altro spicchio. Stavo leggendo un libro, un libro di mio padre, cercando di scoprire dove dovremmo dirigerci dopo. Ma è stato inutile. Ho la sensazione di averlo deluso, sto deludendo entrambi i miei genitori mentre cerco di trovarli. Helena si infilò la fettina di mela in bocca.

    Rosa la guardò, ed Helena percepì che lei aveva meditato con grande attenzione le parole che pronunciò subito dopo. Ti conosco solo da pochi giorni, ma sono giunta ad una conclusione. Ti sei caricata sulle spalle molte responsabilità, responsabilità che forse non sono necessarie.

    Helena si irrigidì a quelle parole. Mai nessuno le aveva rivolto un’osservazione tanto pungente prima di allora. Cosa vuoi dire? chiese, cercando di parlare con un tono misurato.

    Ho imparato tanto tempo fa che nella vita puoi controllare poco, ad eccezione di te stesso. Comprendo la tua necessità di scoprire che cosa sia accaduto ai tuoi genitori, ma tu non sei responsabile delle loro azioni. Rosa si mise in bocca un pezzo di mela.

    Non avevo capito che stavo.. Helena affievolì il suo tono di voce.

    "Lo so, sono partita alla ricerca

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