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Il punto di vista di Jake: Serie Carrero Bonus. Vol.1
Il punto di vista di Jake: Serie Carrero Bonus. Vol.1
Il punto di vista di Jake: Serie Carrero Bonus. Vol.1
E-book214 pagine2 ore

Il punto di vista di Jake: Serie Carrero Bonus. Vol.1

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Info su questo ebook

SINOSSI

Primo volume di una raccolta contenente scene bonus della serie Carrero.

Questi libri costituiscono loro stessi una serie di scene extra, narrate dal punto di vista maschile.

I miei fan hanno votato sul mio gruppo Facebook i capitoli preferiti della Trilogia Carrero che volevano vedere riscritti dal punto di vista di Jake. Li ho pubblicati sul mio blog nel corso delle settimane e dopo essere stati revisionati, sono stati raccolti in un breve volume aggiuntivo.

Per favore, tieni presente che questo libro non è la storia completa, ma è costituto solo da capitoli riguardanti vari punti del romanzo, perciò è necessario leggere prima la trilogia Carrero.

Effetto Carrero, Ascendente Carrero e Soluzione Carrero raccontano la storia di Emma Anderson e di Jake Carrero che da colleghi si ritrovano innamorati dopo un percorso travagliato.

LinguaItaliano
EditoreBadPress
Data di uscita21 dic 2022
ISBN9781667413112
Il punto di vista di Jake: Serie Carrero Bonus. Vol.1

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    Anteprima del libro

    Il punto di vista di Jake - L.T. Marshall

    Jake & Emma

    Scene Bonus della Serie Carrero. Vol. 1

    Il punto di vista di Jake

    L.T. Marshall

    Copyright © 2017 L.T. Marshall

    New edition copyright © 2018 L.T. Marshall

    Questo libro è un’opera di fantasia. I nomi, i personaggi, i luoghi e gli eventi descritti sono frutto dell’immaginazione dell’autrice oppure sono usati in modo fittizio. Qualsiasi somiglianza con persone, viventi o defunte, luoghi o fatti reali è puramente casuale.

    Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta o trasmessa tramite alcun procedimento elettronico o meccanico o sotto forma di registrazione fotografica, né può essere immagazzinata in un sistema di reperimento dati senza il permesso dell’autore.

    La serie Carrero

    Jake & Emma

    Effetto Carrero. La Promozione

    Ascendente Carrero. Ridefinizione delle regole

    Soluzione Carrero. Un nuovo inizio

    Arrick & Sophie

    The Carrero Heart ~ Beginning

    The Carrero Heart ~ The Journey

    The Carrero Heart ~ Happy Ever Afters

    Alexi & Camilla

    The Carrero Contract ~ Selling Your Soul

    The Carrero Contract ~ Amending Agreements

    Libri Bonus

    Il punto di vista di Jake

    Arrick’s View

    Altri romanzi di L.T. Marshall

    Just Rose

    Il punto di vista di Jake

    Tutti coloro che hanno adorato la storia di Jake ed Emma ameranno questi capitoli narrati da un punto di vista alternativo.

    Richiesti dai miei fan su Facebook e pubblicati prima sul mio blog sotto forma di una serie di post, in seguito ho deciso di farli editare e di inserirli in un libro dedicato alle scene bonus.

    Questo volume non è la storia completa di Jake ed Emma, ma contiene solo degli estratti narrati dal punto di vista di Jake.

    Effetto Carrero

    Il primo incontro

    La vacanza. Prima parte

    La vacanza. Seconda parte

    Ascendente Carrero

    Scena dell’ascensore

    Il ballo

    (Sono tutti capitoli completi tranne la Scena dell’ascensore)

    Per i miei ammiratori

    Effetto Carrero

    ~ Il primo incontro ~

    Jacob Carrero era in piedi di fronte al grande specchio sopra la toeletta nella sua stanza, riscaldò la cera per capelli tra le dita e sorrise guardando il prodotto col logo familiare nero e oro sulla superficie di legno. Suo padre era ancora contrario alla decisione di creare una linea maschile di cosmetici usando Jake come presta volto per la campagna pubblicitaria. Ma a lui non importava, poiché era abituato a essere sempre sotto i riflettori. Era l’uomo ideale per ogni donna.

    Perché avrebbe dovuto dargli fastidio che le donne gli cadessero ai piedi?

    Applicò abilmente una noce di prodotto tra i capelli, sollevandoli al centro e davanti per ricreare il suo stile caratteristico. Non era un tipo che dedicava troppa cura ai capelli, ma quel prodotto li teneva in ordine, ci voleva un attimo per applicarlo e non c’era bisogno di una seconda applicazione a patto che non si passasse le mani tra i capelli e li scompigliasse di proposito. Se fosse stato per lui, li avrebbe tagliati tutti, ma l’aveva già fatto quando era un adolescente e non solo sembrava un minaccioso delinquente, ma aveva anche ricevuto delle occhiatacce da parte di mamma Carrero. Guardò nello specchio la ragazza che giaceva a letto. Era sdraiata in una posa sexy e si era fatta scivolare le lenzuola lungo il corpo nudo nel tentativo di attirarlo di nuovo a letto. Ma Jake si limitò ad aggrottare la fronte davanti al suo tentativo di seduzione e tornò a prepararsi per andare al lavoro. Si era divertito molto con quella ragazza nelle ultime due settimane, ma gli stava venendo a noia. Quella era la sua ultima compagna di scopate: aveva le gambe lunghe, un po’ troppo magre per i suoi gusti e un viso sorprendentemente semplice dopo essersi tolta tutta quella porcheria dal viso.

    Era l’ennesima top model ossessionata dalle feste, che mangiava solo insalata e gli faceva un pompino a un suo schiocco di dita. Niente di straordinario, una ragazza noiosamente scontata e priva di cervello. Jake non sapeva perché usciva sempre con lo stesso prototipo di donna.

    «Mi sento ancora piena di energie. Che ne dici di un secondo round?» chiese con la voce arrochita che però sortì solo l’effetto di infastidirlo. Jake continuò a prepararsi, si fece scivolare la giacca sopra la camicia pulita e si aggiustò i polsini. Jefferson lo stava già aspettando. Doveva andare, tornare alla realtà, ad amministrare la sua parte dell’impero di famiglia.

    «Vattene dopo che Nora ti avrà dato da mangiare.» Le sorrise sentendosi un po’ in colpa quando vide la delusione sul suo volto. Ma solo un po’. Smise di preoccuparsene nel momento in cui si infilò gli occhiali da sole sopra la testa e uscì dalla camera.

    Nel salone open space fu salutato da Nora che brandiva un’aspirapolvere. Il sorriso grazioso di quella vedova minuta e materna che gli teneva pulito l’appartamento, gli scaldò il cuore. Lui ricambiò il suo sorriso.

    «Puoi assicurarti che... ehm...»

    Accidenti, come si chiamava quella ragazza? Trisha? Tracey? Cazzo, me la scopavo da quasi una settimana e non ricordavo il suo nome. Ero proprio uno stronzo.

    «Tiffany?» Nora lo fissò e lui le sorrise, sentendosi ancora più imbarazzato per la sua dimenticanza. Si era accorto che aveva appena fatto la figura dello stronzo e non voleva che Nora pensasse a lui in quel modo. Quella donna era come una seconda madre e la sua opinione contava.

    «Sì, lei. Puoi prepararle la colazione e assicurarti che venga accompagnata a casa?» Jake sorrise di nuovo, avviandosi in cucina dove afferrò il suo caffè fumante che lo aspettava chiuso in una travel mug. Era in ritardo e Nora ovviamente lo sapeva già.

    La migliore governante della terra. Meritava un altro aumento.

    «Arrick?» Si girò a guardarla con un sopracciglio inarcato, ma lasciò cadere la domanda quando suo fratello uscì con calma da una delle camere degli ospiti. «Datti una mossa, amico. Sono già in ritardo. Margo mi farà il culo oggi. Inoltre, è in fermento per l’arrivo della mia nuova assistente.» Arrick sbadigliò e si fece scorrere casualmente una mano tra i capelli biondo scuro.

    Suo fratello aveva i capelli più chiari, gli occhi scuri e la carnagione pallida di suo padre, invece Jake aveva ereditato i capelli scuri e gli occhi verdi da sua madre, così come il bell’aspetto che l’aveva fatto eleggere lo scapolo più sexy di New York per il secondo anno di fila. Non aveva mai fatto caso alla loro somiglianza, ma la gente sì.

    «Chiudi il becco. Ho i postumi della sbornia. È già una fortuna che io sia riuscito ad alzarmi. Come diavolo fai ad avere un aspetto normale?» Arrick era di cattivo umore. Il giorno prima aveva partecipato a una festa e aveva bevuto parecchio.

    Jake era quasi immune ai postumi della sbornia, poiché anni passati a ubriacarsi lo avevano reso più forte del suo fratellino. Arrick avrebbe dovuto lavorarci su, visto che aveva quasi raggiunto l’età legale per bere. Aveva una reputazione da difendere e se voleva tenere il passo con gli amici di Jake, avrebbe dovuto migliorare la sua tolleranza all’alcol.

    «Datti una mossa.» Jake colpì suo fratello sulla spalla per farlo muovere passandogli accanto. Era già agitato per essere stato via dal lavoro un paio di settimane. Non sapeva cosa si era perso e quanto avrebbe dovuto recuperare quel giorno. Non era più sicuro che fare snowboard, base jumping e saltare da un party e all’altro fosse stata una buona idea, dal momento che aveva così tanto lavoro da recuperare. Da quando era partito con suo fratello e il suo migliore amico non aveva riposato, perciò avrebbe dovuto rinunciare a un po’ di divertimento se avesse voluto farlo. Il giorno prima aveva bevuto e fatto tanto sesso, la sveglia era suonata troppo presto e nemmeno la doccia era stata capace di rimetterlo in sesto.

    Jake si riscosse mentalmente e seguì Arrick in corridoio dove lo stava aspettando con la sua borsa il capo della sicurezza. Mathews era un mix tra George Clooney e Jason Statham, ed era spaventosamente efficiente. Jake prese la borsa che lui gli stava porgendo. Non era il tipo di uomo da ventiquattrore, ma più da borsa di pelle a tracolla.

    «Ecco qui, signore. Tutti i documenti sono arrivati la notte scorsa come da sua richiesta.» Jake fece un sorriso all’uomo maturo e gli accarezzò la spalla prima di bere un sorso di caffè. Sentì un’ondata di nausea montare nel suo stomaco quando assaggiò la prima bevanda non alcolica dopo quarantotto ore.

    Non era affatto una buona idea.

    Arrick si reggeva a malapena in piedi mentre si teneva la testa. Jake si tolse gli occhiali da sole e li mise a suo fratello, visto che a breve il povero ragazzo sarebbe stato colpito dalla luce del sole di New York. Inoltre, Jake si sentiva colpevole della sua sofferenza, visto che lo aveva sfidato a bere, sapendo fin troppo bene che l’avrebbe battuto a mani basse. Il ragazzino avrebbe dovuto imparare a tirare fuori le palle se avesse voluto sopravvivere alla sua cerchia di amici.

    «Grazie,» riuscì a biascicare dopo aver ingurgitato quella robaccia. Il caffè di Nora avrebbe fatto crescere i peli sul petto a un uomo.

    Gesù!

    Entrando in ascensore, tirò fuori dalla borsa a tracolla il primo documento.

    «Ti sei messo già al lavoro? Hai dei problemi,» borbottò Arrick dall’angolo in cui si era rintanato, ma Jake si limitò a scuotere la testa e a fare un sorriso.

    Quello era il suo futuro rivale nella compagnia di famiglia? Jake avrebbe dovuto essere più rigoroso con Arrick.

    «No, me l’ha mandato Margo. È il curriculum vitae della mia nuova assistente. Vuole che io abbia delle informazioni su di lei prima di incontrarla. A quanto pare, lei crede che questa ragazza sia la persona che stavo cercando.»

    ***

    Sessantacinquesimo piano della Carrero corporation—Executive house. Lexington Avenue, Mid-town Manhattan.

    Quando entrò nell’edificio insieme a suo fratello decisamente pallido per la nausea e al suo onnipresente bodyguard, una gentile concessione di suo padre, Jake riprovò una sensazione familiare. Quella di essere tornato nel suo edificio e di avere riacquistato il controllo. Quello era il posto in cui eccelleva: un edificio staccato da quello di suo padre. Il suo regno. Tutti gli affari di cui si occupava in quel luogo non avevano niente a che fare con Giovanni Carrero, ma si svolgevano nel modo che piaceva a lui. Jake si occupava della parte marketing della compagnia mentre Giovanni degli hotel. La linea di cosmetici era legata a Jake visto che la sua faccia campeggiava su di essa e aveva un milione di piccole attività collaterali alla Carrero House.

    Suo padre aveva dei legami poco chiari e al limite della legalità con la Mafia, ma Jake non voleva avere niente a che fare con quei vecchi rapporti. Lui aveva convinto Arrick ad avvicinarsi al suo settore, e desiderava che suo fratello lavorasse al suo fianco piuttosto che nella Carrero Tower col loro vecchio. Se fosse riuscito a tenere lontano Arrick dalla gente che conosceva suo padre, sarebbe stato un bene. Inoltre, suo fratello aveva una mente brillante per gli affari, simile a quella di Jake, e sarebbe tornato utile in futuro per un paio di fusioni e acquisizioni.

    Jake ignorò il flusso costante di donne che gemette e sorrise al loro passaggio. Non era così presuntuoso da non notare che anche Arrick attirava la loro attenzione ora che era cresciuto, ma non gli importava perché ben presto anche lui si sarebbe stufato dell’attenzione femminile.

    Quel ragazzo era bellissimo. Dopotutto condividevano lo stesso DNA, no?

    Soffocò uno sbadiglio in ascensore e diede un pugno sulla spalla a Arrick per svegliarlo un po’. L’evidente stanchezza di suo fratello lo infastidiva, poiché Jake amava tenere tutto sotto controllo. Arrick era ancora assonnato quando Jake si sporse e gli sfilò gli occhiali posandoglieli sulla testa.

    «Vaffanculo!» mormorò tra i denti suo fratello, e il bodyguard gettò un’occhiata a Jake, il quale lo fulminò immediatamente con lo sguardo per rimetterlo al suo posto. Nessuna persona pagata da suo padre avrebbe potuto interferire nella sua relazione col fratellino, e Jake era sicuro che avrebbe potuto mettere al tappeto quel tizio persino lì dentro. L’uomo era alto un metro e ottanta e riusciva a fare solo la metà delle flessioni di Jake che, avendo alle spalle anni di boxe e arti marziali miste, lo avrebbe steso anche se fosse stato un ex militare. Inoltre, col temperamento impetuoso dei Carrero, Jake non avrebbe resistito a lungo se l’uomo gli avesse gettato un’altra occhiataccia.

    «Muoviti, stronzo. Siamo arrivati,» disse in modo troppo brusco a suo fratello subito prima di pentirsi e rivolgergli uno sguardo di scuse. Anche Jake si stava riprendendo da una sbornia, e anche se non era di proporzioni epiche come quella di Arrick, lo faceva essere più rude del solito. Forse avrebbe dovuto avere il buonsenso di rinunciare ai programmi della serata precedente, e in quel momento si pentì di non averlo fatto.

    Chi voleva prendere in giro? Una serata folle piena di alcol, un pompino nella sua auto fatto da una rossa focosa e una notte di sesso bollente a casa con Tisha... Trudy o come cazzo si chiamava. Accidenti, non ci avrebbe mai rinunciato.

    Non appena le porte dell’ascensore si aprirono, Margo sbucò nel foyer avvolta in una pesante nuvola di Chanel numero 9. Quella donna era una boccata d’aria fresca, aveva sempre un sorriso professionale e il suo corpo attraente era fasciato in un abito Christian Dior. Lavorava con lui da anni ed era l’immagine dell’assistente bella ed efficiente che Jake stava cercando. Avrebbe dovuto trovare una nuova Margo o altrimenti la persona non sarebbe durata a lungo al suo fianco. Le assistenti temporanee che si erano susseguite erano incompetenti o avevano fatto di tutto per scoparselo, ma Jake non amava mischiare lavoro e piacere. Sapeva cosa stava cercando e sperava che Margo non si sbagliasse riguardo la ragazza che gli aveva proposto, poiché non avrebbe sopportato una replica di Gloria.

    Quella donna si era spogliata nel suo ufficio e aveva provato a fargli un pompino prima che le venisse restituito il suo curriculum e fosse buttata fuori dalla porta. Jake poteva anche essere un playboy che amava fare sesso fuori da quelle quattro mura, ma al loro interno era un’altra storia. In ufficio aveva un atteggiamento professionale e non avrebbe mai superato il limite.

    Sorrise a Margo che lo prese affettuosamente sottobraccio. Arrick li seguì insieme a quel coglione del bodyguard. Alle sue spalle Jake udì borbottii e mugugni e pensò di spedirlo a casa.

    «Sembri particolarmente affabile anche se un po’ stanco oggi.» Margo gli sorrise nel solito modo materno che usava nei momenti privati, gli sistemò il colletto della camicia e si lamentò per l’assenza della cravatta. Lui roteò gli occhi quando lei scosse la testa.

    «Sai che mi sembra di soffocare con la cravatta.» Jake la spostò accanto a sé rimuovendo la mano della donna dal risvolto. Quella mattina sembrava un po’ troppo ossessiva circa il suo aspetto, e lui si chiese se non apparisse sciatto, cosa alquanto insolita da parte sua.

    «È una ragazza deliziosa. La adorerai. Vuoi un resoconto mentre entriamo?» Margo gli sorrise adorante, e Jake annuì, nonostante sentisse il bisogno di sdraiarsi sul pavimento e schiacciare un pisolino di cinque minuti.

    Quella merda stava cominciando seriamente ad affliggerlo. Forse era troppo vecchio per comportarsi come una rockstar. Aveva solo ventotto anni, ma quel giorno se ne sentiva dieci di più. Dio, aveva bisogno di dormire.

    Notò una testa bionda oltre la spalla di Margo. La donna era seduta mentre passavano accanto alla scrivania esterna, e Jake gettò solo un’occhiata fugace alla sostituta visto che Margo era nel mezzo. Fu colpito dall’interessante color miele dei suoi capelli, niente a che vedere con quel merdoso color platino delle dipendenti di suo padre. Il colore di capelli di quella ragazza sembrava naturale, cosa rara in quell’edificio. A dire il vero, era raro persino nella sua cerchia. Molte ragazze optavano per l’artificiosità e non appena diventavano un po’ grandicelle, possedevano già dei trucchi e indossavano un reggiseno imbottito.

    Non aveva idea del motivo per cui quel particolare lo avesse colpito mentre si dirigeva nel suo ufficio passando attraverso quello a pianta aperta di Margo. Fino a quel momento non si era mai soffermato a riflettere sugli orpelli delle donne. Era sempre bastato che fossero scopabili e che gli

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