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Consigli d'amore: Harmony Collezione
Consigli d'amore: Harmony Collezione
Consigli d'amore: Harmony Collezione
E-book137 pagine1 ora

Consigli d'amore: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

Quando Kerry ritrova casualmente in soffitta il vecchio diario della sua mitica bisnonna Megan, non riesce a resistere alle lacrime e soprattutto alla tentazione di leggerlo. Chi l'avrebbe mai detto che contenesse utilissimi consigli di vita, da seguire soprattutto in amore?
LinguaItaliano
Data di uscita10 feb 2017
ISBN9788858961056
Consigli d'amore: Harmony Collezione
Autore

Barbara McMahon

Originaria della California, adora il panorama della Sierra Nevada che gode dalla sua casa.

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    Anteprima del libro

    Consigli d'amore - Barbara McMahon

    successivo.

    1

    Lascia che l'uomo sia il cacciatore e tu la preda. Preoccupati solo di non correre più veloce di lui.

    Diario di Megan Madacy, Primavera 1923.

    Kerry Kincaid si immise sulla strada principale. Antiche querce fiancheggiavano il viale e i loro alti rami formavano una volta di rigogliosa vegetazione. I raggi del sole penetravano attraverso le folte foglie e il profumo di rose riempiva l'aria. Svoltò lungo il vialetto d'accesso e diresse la macchina verso il retro della casa.

    Sebbene avesse trascorso con zio Philip e zia Peggy ogni estate da quando aveva dieci anni fino all'ultimo anno del college, Kerry si meravigliò della sensazione di gioia che le colmava il cuore. Le sue visite erano coincise con le lunghe vacanze scolastiche mentre i suoi genitori, entrambi antropologi, partecipavano a scavi archeologici in paesi lontani. Erano due anni che non ritornava a West Bend.

    Con le persiane verde scuro e i muri bianchi appena ridipinti, la vecchia casa appariva familiare come sempre. Nell'ampia veranda c'erano ancora le comode sedie a dondolo di vimini nonostante i cuscini fossero stati cambiati. Il giardino, che nessuno aveva curato da quando gli zii erano partiti per una crociera un paio di settimane prima, aveva bisogno di alcuni piccoli lavori, l'erba andava tagliata e le aiuole liberate dalle erbacce.

    Kerry parcheggiò la macchina vicino al piccolo portico sul retro e si abbandonò sul sedile, esausta.

    Un movimento alla sua destra attirò la sua attenzione. Lentamente girò la testa. Il vicino di casa degli zii, Jake Mitchell, stava attraversando il giardino venendo verso di lei.

    Alto e slanciato, era a piedi nudi e indossava soltanto un comodo paio di pantaloni corti. I capelli erano arruffati e nel volto splendevano meravigliosi occhi grigi. Kerry sapeva cosa la aspettava. Il suo cuore cominciò a battere sempre più forte mentre osservava, attraverso il parabrezza, l'uomo che si avvicinava. Da ragazzina aveva preso un'indimenticabile cotta per Jake e lui non l'aveva degnata neppure di uno sguardo.

    Emettendo un sospiro di rassegnazione, estrasse la chiave dal cruscotto e afferrò la borsa. Avrebbe scaricato la macchina la mattina seguente. Uscendo dall'auto si stirò per una seconda volta.

    «Kerry?» chiese Jake quando le fu vicino, «Kerry Kincaid, vero?»

    Lei sentì il cuore batterle forte nel petto, le mani erano umide di sudore e un brivido le percorse il corpo. Possibile che non fosse cambiato nulla dall'ultima volta che l'aveva visto? I vecchi e a lei ben noti sentimenti riaffiorarono all'improvviso e per un istante immaginò che lui la stringesse fra le sue braccia e la baciasse.

    Quante volte si era figurata quella scena, un sogno che mai si era realizzato.

    «Bene, bene. La piccola Kerry Kincaid è tornata ed è diventata una donna» commentò lui incrociando le braccia sul petto muscoloso. Appoggiandosi al cofano della macchina, percorse con lo sguardo il corpo di Kerry e dal luccichio che gli comparve negli occhi, lei intuì che Jake apprezzava ciò che vedeva.

    Quella sfacciataggine la infastidiva, ma non era nello stato d'animo giusto per affrontarla. Gli lanciò uno sguardo di sfida concentrandosi affinché i suoi occhi non finissero sul petto abbronzato e muscoloso. Era cresciuta e non aveva intenzione di farsi prendere in giro da quell'uomo per una seconda volta.

    «Antipatico come sempre, John Charles Mitchell» replicò, rifiutando di lasciarsi intimidire. Il tempo l'aveva resa più scaltra, non era più la semplice e timida ragazzina incapace di difendersi; era venuto il momento che quell'impertinente vicino di casa degli zii lo capisse.

    Trentaquattro anni, più bello che mai e dotato di un fascino particolare lo conosceva da quando era una bambina. Aveva tentato, anni prima, di conquistarlo con ogni mezzo a sua disposizione, aveva cercato di apparire una donna attraente e disinibita ma aveva miseramente fallito. La differenza di età aveva certamente giocato a suo sfavore. Una dolorosa delusione d'amore vissuta ai tempi del liceo e il cattivo esempio datogli dalla madre avevano reso Jake estremamente diffidente verso le donne al punto da preferire brevi storie senza futuro a relazioni più impegnate. Un eterno playboy, insomma, il cui motto preferito era amale e lasciale, ricordava Kerry ed era certa che nulla fosse cambiato.

    Jake non era invecchiato: le sue forti spalle e il suo torace liscio e abbronzato brillavano al sole in quel tardo pomeriggio.

    Sospirò, troppo stanca persino per sorridergli. Ma qual era il problema? Era in grado di riconoscere le cause perse, o perlomeno aveva recentemente imparato a farlo. Lui l'aveva sempre ignorata e lei aveva rinunciato alla speranza che tra loro potesse nascere una relazione.

    Lui era l'irraggiungibile Jake.

    «Qui in vacanza?» le chiese.

    «Sì.»

    «Guardandoti si direbbe proprio che ne hai bisogno!»

    «Oh, grazie Jake. Non mi ricordavo fossi così gentile» sbottò e, incamminandosi verso la casa, aggiunse: «ciò di cui ho bisogno ora è una bella dormita, ci vediamo».

    «Ti fermerai molto?» le chiese Jake ma lei, alzando le spalle, continuò a camminare senza voltarsi. Era troppo stanca per dargli retta e per fare qualsiasi cosa che non fosse andare a letto e addormentarsi.

    L'interno della casa era accogliente come sempre e l'aria era fresca. Kerry gironzolò un po' al piano terra e si diresse poi verso l'ampia scala che portava alla zona notte. Salì rapidamente le scale, raggiunse la stanza che era sempre stata la sua e si mise immediatamente a letto, felice che qualcuno lo avesse preparato con fresche lenzuola, ma troppo assonnata per pensare a chi le avesse fatto un tale favore.

    Il lavoro logora.

    Kerry aveva sempre riso nell'udire quella frase. La realtà, però, le aveva dimostrato quanto fosse vera. Se avesse avuto più cervello se ne sarebbe accorta prima. Invece era stata troppo impegnata a mostrare al mondo intero la sua bravura. E aveva perso la battaglia.

    Il giorno seguente avrebbe iniziato a fare progetti per il futuro. Non quella sera. Il viaggio era stato faticoso, noioso e infinitamente lungo. Dopo un secondo si addormentò pesantemente.

    «Buongiorno dormigliona!» La mattina seguente una voce familiare svegliò Kerry. Socchiudendo gli occhi vide sua cugina appoggiata allo stipite della porta. Sally era sempre di buon umore la mattina, una qualità che a lei mancava.

    «Vattene» disse affondando la testa nel soffice cuscino e tentando di non ascoltare i leggeri passi che si avvicinavano al letto.

    Sentì il tintinnio della porcellana e un profumo di caffè appena fatto riempì la stanza. Scostò lentamente il cuscino di qualche centimetro e guardò borbottando: «Ti posso perdonare solo se hai una tazza di caffè...».

    Sally si sedette in un angolo del letto e sorrise.

    «Quando sei arrivata? Pensavo mi chiamassi, se non fossi passata di qui ieri sera non avrei saputo che eri già a casa.»

    «Ieri sera ero troppo stanca per chiamarti. Non trovi che sia terribilmente presto per una visita?» Kerry rinunciò definitivamente all'idea di tornare a dormire e appoggiandosi alla sponda del letto prese delicatamente la tazza di porcellana offertale dalla cugina. Zia Peggy aveva un ottimo gusto e quella tazza ne era una dimostrazione.

    «Ho aspettato fino alle dieci prima di svegliarti» si giustificò Sally.

    «Sono le dieci?» Scosse la testa per svegliarsi e sorseggiò il caffè. «Uhm, è delizioso. Ti perdono.»

    «Come stai?» si informò Sally inclinando la testa come per studiarla.

    «Male, grazie. È un'ingiustizia. Ogni volta che ti vedo sei sempre più bella mentre io inizio ad accusare il tempo che passa.» Sally rise di cuore. Era un vecchio gioco tra loro due.

    «Kerry tu sei bella, se solo ti truccassi un po'...»

    «Sì lo so, me l'hai già detto mille volte e uno di questi giorni ti darò retta. Ma cosa ci fai qui? Non dovresti essere al lavoro?»

    «Ho preso un giorno di permesso; quando sono passata di qui ieri sera Jake mi ha detto di averti vista e così sono venuta in camera, ma stavi già dormendo. È stato stancante il viaggio?»

    «Sì, non è certo una passeggiata da New York a West Bend.»

    «Avresti dovuto fermarti per una notte a metà strada, non ti saresti stancata tanto.»

    «Avevo voglia di arrivare» spiegò Kerry sorseggiando il suo caffè.

    «Lo immagino, come ti vanno le cose? So che non deve essere stato facile rinunciare al tuo lavoro.»

    «Non ho rinunciato al mio lavoro, quando la compagnia è stata venduta la maggior parte di noi ha dovuto presentare le dimissioni.»

    «Ma tu hai sempre lavorato con tanto impegno, come è stata possibile una cosa del genere?»

    «I nuovi azionisti hanno riorganizzato la compagnia perseguendo solo i loro interessi. Ho deciso di accettare l'invito di tua madre e passare un po' di tempo a West Bend, qui certamente potrò riposare, riordinare le idee e pensare al futuro. Magari potrei trovare un lavoro a Charlotte o ritornare a New York dove ho molti amici.»

    Kerry in realtà non aveva la minima idea di cosa fare del suo futuro. Si sentiva sola e abbandonata come mai in vita sua.

    «Hai buoni amici qui e anche una famiglia» le ricordò affettuosamente la cugina.

    «Lo so.»

    «A proposito della famiglia, ti faccio vedere una cosa che ho trovato. Aspetta solo un minuto.» Sally si alzò di scatto e uscì velocemente dalla stanza.

    Sua cugina era dotata di un'incredibile energia e Kerry la invidiava più per questo che per la sua indiscutibile bellezza, soprattutto adesso che si sentiva pervasa dallo scoramento e dall'apatia.

    Terminò di bere il caffè e si riavvolse nelle coperte. Si sarebbe presto ripresa, aveva soltanto bisogno di un po' di tempo.

    «Guarda cosa ho trovato mentre mettevo ordine nella soffitta con la mamma» disse Sally mostrandole un vecchio libro con una consunta copertina di pelle scura. «Ne ho letto soltanto alcuni passi ma ti assicuro che è divertentissimo.» Kerry prese il

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