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Cuore Carrero 2: Serie Cuore Carrero. Vol. 2, #5
Cuore Carrero 2: Serie Cuore Carrero. Vol. 2, #5
Cuore Carrero 2: Serie Cuore Carrero. Vol. 2, #5
E-book469 pagine7 ore

Cuore Carrero 2: Serie Cuore Carrero. Vol. 2, #5

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Info su questo ebook

Sinossi

Negli ultimi tre mesi, Sophie Huntsberger è andata avanti con la sua vita. Ha trovato la sua strada ed è determinata a sopravvivere in un mondo senza Arrick Carrero.

Ma sfortunatamente per lei, il destino li fa incontrare di nuovo, e scoprono che sono come due magneti attratti da una forza a cui non riescono a sottrarsi.

Il cuore è un organo strano perché può sia odiare che amare, spezzarsi e guarire allo stesso tempo. Inoltre, non è disposto ad aprirsi di nuovo dopo una delusione.

Sophie dovrà decidere se far rientrare nella sua vita Arrick, il ragazzo che non avrebbe mai pensato potesse tradirla.

Questo romanzo è un giro sulle montagne russe da cui non vorrai più scendere.

Linguaggio e contenuti adatti a un pubblico adulto.

LinguaItaliano
Data di uscita26 gen 2023
ISBN9781667447421
Cuore Carrero 2: Serie Cuore Carrero. Vol. 2, #5

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    Anteprima del libro

    Cuore Carrero 2 - L.T. Marshall

    Arrick & Sophie

    Cuore Carrero

    Il viaggio

    di

    L.T. Marshall

    Questa è un’opera di fantasia. Tutti i personaggi e i fatti in questa pubblicazione, diversi chiaramente da quelli di pubblico dominio, sono fittizi e qualsiasi somiglianza a persone reali, vive o morte, è puramente casuale.

    ––––––––

    Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta o trasmessa in qualsiasi forma o con qualsiasi mezzo senza il permesso scritto dell’editore, tranne nel caso di brevi citazioni inserite in recensioni critiche e altri usi non commerciali concessi dalla legge sul copyright.

    La Serie Carrero

    Jake & Emma

    Effetto Carrero ~ La Promozione

    Ascendente Carrero ~ Ridefinizione delle Regole

    Soluzione Carrero ~ Un nuovo inizio

    Arrick & Sophie

    Cuore Carrero ~ L’inizio

    Cuore Carrero~ Il viaggio

    The Carrero Heart ~ Happy Ever Afters

    Alexi & Camilla

    The Carrero Contract ~ Selling Your Soul

    The Carrero Contract ~ Amending Agreements

    The Carrero Contract ~ Finding Freedom

    ––––––––

    Libri Bonus

    Il punto di vista di Jake. Scene bonus della serie Carrero. Vol. 1

    Arrick’s View

    Altri libri di L.T. Marshall

    Just Rose

    Per il Team Carrero.

    Mi avete spronato ad andare avanti quando volevo mollare.

    INDICE

    Titolo

    Diritto d’autore

    Descrizione serie Carrero e altri libri dell’autrice

    Dedica

    Capitolo 1

    Capitolo 2

    Capitolo 3

    Capitolo 4

    Capitolo 5

    Capitolo 6

    Capitolo 7

    Capitolo 8

    Capitolo 9

    Capitolo 10

    Capitolo 11

    Capitolo 12

    Capitolo 13

    Capitolo 14

    Capitolo 15

    Capitolo 16

    Capitolo 17

    Capitolo 18

    Capitolo 19

    Capitolo 20

    Capitolo 21

    Capitolo 22

    Capitolo 23

    Capitolo 24

    Capitolo 25

    Capitolo 26

    Capitolo 27

    Capitolo 28

    Capitolo 29

    Fine secondo libro

    Biografia

    Capitolo 1

    «Eccoli.» Passo a Jenny gli schizzi su cui abbiamo lavorato e la bella mora si sporge sul tavolo per osservarli con i suoi dolci occhi marroni. Alta e snella e un po’ timida nei modi, Jenny è una mia compagna di classe e sta rapidamente diventando una delle mie amiche più care, insieme a Christian; li ho incontrati entrambi il primo giorno di orientamento e tra di noi è scattato subito un feeling. C’è un rapporto reale con loro due e mio malgrado, sono riusciti a farmi abbassare le difese nelle ultime settimane tanto che ho bisogno di averli sempre intorno per stare bene.

    Christian è a un metro e mezzo di distanza e drappeggia un tessuto bohémien su un manichino sartoriale. È alto, e oggi ha curato particolarmente il suo stile da fighetto. Ha i capelli biondi e gli occhi grigi, e un sorriso rivolto alle sue migliori amiche. Siamo nascosti in un angolo dell’affollata stanza del cucito mentre il chiacchiericcio degli altri studenti che ci circondano fluttua insieme alla voce del docente. Questa settimana ci hanno divisi in gruppi da tre per lavorare sui disegni in vista della prossima verifica sulle abilità sartoriali.

    «Penso che se scegliessimo questo, cioè una gonna a ruota e un semplice corpetto, per noi sarebbe più facile gestirli e renderli più sofisticati.» Jenny fa scorrere indietro uno degli schizzi in cui è abbozzato un abito rosa a fiori che ho visto alle sfilate di questa stagione.

    La scuola è cominciata da alcune settimane e sono passati tre mesi da quando ho lasciato l’appartamento di Arrick. All’inizio ho alloggiato in hotel, ma poi Jake è riuscito a trovarmi un grazioso appartamento con due camere da letto e a pochi passi di distanza dalla scuola dopo solo due settimane. Ci ha messo poco, proprio come immaginavo. La scuola è iniziata dopo qualche giorno. Per il momento sono concentrata sui miei studi, vivo in un appartamento che rispecchia i miei gusti e torno a casa ogni quattro settimane per fare visita alla mia famiglia. È dura vivere senza Arrick, molto peggio di quanto avrei immaginato, ma sto andando avanti; giorno dopo giorno continuo a respirare e a combattere senza cadere in un pantano.

    Posso vivere senza di lui.

    La maggior parte delle volte, riesco a reprimere il dolore sordo che provo a causa sua, a concentrarmi sul lavoro e a soffocare il bisogno di cercare il suo nome sul cellulare. Ho cancellato tutte le nostre foto nella galleria del mio telefono per non vedere il suo sorriso, i suoi occhi nocciola o il suo viso stupendo. Per un momento l’ho odiato, ma poi l’ho cancellato dalla mia anima, ed è meglio così.

    Arrick è un pezzo mancante nella mia vita, ma a quanto pare, nessuno dei due ha più chiamato l’altro. Tra noi c’è un muro di silenzio, e persino Jake evita di nominarlo quando pranziamo insieme ogni quindici giorni. Sa come mi sento, che non voglio sapere come sta, e che sono ancora arrabbiata per essere stata buttata via come se non fossi mai stata importante per lui. Ho la sensazione di non averlo mai conosciuto davvero, e dal modo in cui mi ha trattata, si è capito quanto ci tenesse a me. Mi diceva che ero una parte di lui, eppure mi ha lasciato andare come se non significassi nulla.

    Fa molto più male di quanto pensassi. Mi aveva detto che la vita faceva schifo senza di me, eppure eccomi qui: sono tre mesi che non ci vediamo, non ci telefoniamo, non ci scriviamo messaggi né ci incontriamo per caso pur vivendo vicini. Non ho provato a contattarlo. Ma perché dovrei farlo? Quella sera ha messo in chiaro che è Natasha il suo futuro e non io, perciò sto imparando a convivere col mio cuore spezzato e la consapevolezza che prima o poi guarirà.

    A quanto pare, lui torna a casa quando sa che non sono negli Hamptons, quindi immagino che si affidi a Jake per le informazioni, visto che torniamo a casa col suo aereo una volta al mese. Fino a oggi, non l’ho incontrato nemmeno per caso in città. Non che sia sorpresa, dal momento che finora ho tenuto un profilo basso e ho soffocato l’anima festaiola che è in me. Tuttavia, anche prima non è che ci incontrassimo spesso, visto che frequentavamo cerchie diverse. D’altronde, vista la sua carriera di lottatore e il suo lavoro alla Carrero Corp non c’è la possibilità che lui faccia una passeggiata in città o che entri in un negozio di abbigliamento femminile. Per il momento mi sto concentrando sul mio futuro e finalmente sento di avere un maggiore controllo sulla mia vita.

    Ce la sto facendo, me la sto cavando da sola.

    A fine giornata torno a casa e trascorro del tempo con i miei due migliori amici, oppure guardo film o faccio un po’ di pratica nella mia stanza del cucito, un luogo in cui provo tanta gioia. Mangio, respiro e vivo la vita di una studentessa di moda, e nonostante sia solo all’inizio del mio percorso di studi, ho già creato un’impressionante serie di modelli che ho appeso alle barre appendiabiti.

    Sono brava e ho un talento naturale per queste cose. Inoltre, sono così eccitata dall’opportunità di assistere a sfilate, nuove uscite e anticipazioni dei modelli della prossima stagione che riesco a tenere a bada il dolore costante che provo perché Arrick non fa più parte della mia vita. Non voglio che mi tormenti.

    «Fammi vedere.» Christian si sporge sul tavolo per dare uno sguardo al nostro progetto di gruppo. Ci è stato affidato il compito di creare un capo di abbigliamento estivo ampio, fluttuante e a fiori, secondo i dettami delle ultime tendenze, e visto che sono quella che crea ogni giorno una marea di schizzi, mi hanno nominato la designer di questo progetto.

    Christian si avvicina inebriandoci col suo profumo al legno di sandalo. Osservo la sua espressione buffa mentre guarda gli schizzi.

    «Accorcia l’orlo di qualche centimetro e vinceremo,» dice con un sorriso sfacciato. Nonostante sia gay, ha un debole per le gambe femminili in bella mostra. Sono sicura che sia un feticismo totalmente in contrasto col suo amore per gli addominali degli uomini e quello che c’è in mezzo alle loro gambe.

    «Dobbiamo creare un capo di classe ispirato agli anni Cinquanta,» dice Jenny assestandogli una lieve gomitata nelle costole. Jenny è quella tranquilla del nostro trio, una persona timida e pacata, mentre Christian è la sgargiante regina del dramma, colui che alza gli occhi al cielo e sbuffa, proprio come sta facendo in questo momento.

    «Cosa c’è? È troppo borghese se me lo chiedi!» Imbronciato, torna a cercare di avvolgere il tessuto attorno al manichino mentre noi ridacchiamo quando lo vediamo pestare i piedi e gettarci delle occhiatacce. Gli piace pensare di essere quello che sa le cose meglio di tutti, ma in realtà i suoi punti di forza sono il design spigoloso e audace, grintoso e attento ai particolari. Jenny è più elegante e alla moda, mentre io ho un mix di tutte queste caratteristiche e un occhio attento alle tendenze.

    «Verrete a pranzo oggi?» Guardo Jenny dall’altra parte del tavolo, ricordando ai miei amici dei festeggiamenti. Ho sistemato il mio appartamento, qualcosa per cui vale la penna festeggiare. Esso rappresenta il primo passo verso la mia vita da adulta. Niente più scatole o stanze semiarredate e in disordine, niente più pareti spoglie e la sensazione di essere in una casa temporanea. È finito, arredato e abbellito dai miei piccoli tocchi. Mi ci sono voluti due mesi e mezzo per costringere i miei due migliori amici ad aiutarmi affinché venisse in quel modo.

    I miei genitori sono venuti a trovarmi la settimana scorsa e mi hanno fatto sentire come se avessi finalmente trovato il mio posto nella vita. Abbiamo fatto passi avanti in così poco tempo, e ho riguadagnato la loro fiducia, il loro amore, e le cose stanno migliorando. Leila odia che mi sia trasferita qui in modo permanente, ma si sta abituando all’idea, ed è disposta a perdonarmi visto che torno a casa spesso. Si rifiuta di venire in città per vedermi, perché da quando ha sposato Daniel e si è gettata la vecchia vita alle spalle, non vuole più lasciare casa sua.

    «Oh, merda, Sophs, è oggi? Non posso, è il compleanno di Mark e gli ho promesso che lo avrei incontrato a pranzo.» Gli occhioni e il labbro tremolante di Jenny soffocano ogni mio desiderio di arrabbiarmi con lei. Il suo ragazzo ha dei turni folli e lei lo vede poco. So che ultimamente stanno passando dei momenti difficili insieme, beh, a dire il vero, non sembra mai davvero felice quando è con lui. Non posso essere arrabbiata con lei perché vuole vederlo il giorno del suo compleanno, mentre non c’è un’occasione particolare per il mio pranzo.

    «Va tutto bene, a patto che non mi dia buca anche Chris.» Inarco le sopracciglia quando lo vedo ondeggiare il suo sedere sodo e muscoloso, e rido a causa della sua stramberia.

    «Non darei mai buca alla mia regina.» Christian mi soffia un bacio e non posso fare a meno di pensare, non per la prima volta, a quanto sia ingiusto che un ragazzo bello e attraente come lui sia gay. Quando non è eccessivamente melodrammatico, sembra un ragazzo etero ed è sempre vestito in modo impeccabile. Sospiro per quanto sia ingiusta la vita visto che ho trovato un uomo con cui vado d’accordo quasi come come andavo con quello che non voglio nominare, ma è off-limits.

    «Beh, mi piacerebbe un posto più esclusivo.» Gli sorrido e lui risponde con un’alzata di spalle. Oggi non ho voglia di andare al fast food o alla solita tavola calda. Voglio indossare il vestito che ho portato con me, sciogliermi i capelli che ho tinto di nuovo di biondo e fare un pranzo sofisticato col mio nuovo ragazzo preferito.

    Secondo fidanzato preferito, anche se il primo non merita più il titolo.

    «Penso di conoscere il posto perfetto, ha aperto solo da un mese e non c’è bisogno di prenotare.» Christian mi fa un sorriso abbagliante. I suoi denti sono bianchissimi e sembra un piccolo modello di Calvin Klein quando si avvicina a me.

    «Certo. Mi fido di te. Sempre che non si tratti di sushi! Non mi piace il pesce crudo.» Aggrotto le sopracciglia e faccio finta di vomitare mettendomi due dita in gola. Jenny ridacchia e mi guarda con un’espressione adorante che la fa sembrare ancora più giovane.

    «Oh no, preferisco la carne al pesce! Posso ingoiarla tutto il giorno, stronze.» Christian ammicca in modo malizioso e sia io che Jenny alziamo gli occhi e facciamo una smorfia alla sua battuta sconcia. A volte è un tipo sfacciato che ama scioccare.

    Il mio amico perfetto.

    ***

    Sto scrollando i miei messaggi telefonici dopo aver finito di mangiare: mia sorella mi ricorda la sua festa di anniversario il prossimo mese. Leila è sposata da soli tre anni, ma questo è un evento annuale a cui nessuno manca se vuole rimanere fisicamente illeso. Una sorta di momento clou per tutti e l’occasione per fare una festa glam. Le rispondo, informandola che verrò con due amici. Jenny e Christian mi hanno promesso che mi affiancheranno per supportarmi visto che al party ci sarà anche Arrick. I Carrero non mancano mai alle feste di Leila, visto che le nostre famiglie sono molto unite, perciò l’ultima cosa di cui ho bisogno è di andare lì da sola e trovarmi faccia a faccia con la coppia dei sogni che si comporta come se non mi conoscesse affatto.

    Sarebbe assolutamente imbarazzante e doloroso!

    «Hai finito, gattina?» Christian sorride, gettando il tovagliolo sul tavolo. Ha insistito per pagare il conto nonostante gli avessi detto che volevo farlo io. Me l’ha fatta sotto al naso, comportandosi da cavaliere proprio come un ragazzo che amavo tanto. Tuttavia, sono infastidita.

    «Ehi, ho detto che volevo pagare io!» protesto gettando un’occhiata al conto sul piatto, ma lui mi fa un sorriso diabolico. La famiglia di Christian è molto simile alla mia: benestante e generosa fino all’eccesso; entrambi proveniamo da famiglie ricche per cui abbiamo di che vivere.

    «Pago per le mie ragazze.» Sorride di nuovo, ma alzo gli occhi solo al cielo. A lui piace insinuare costantemente che Jenny e io siamo le sue donne, anche se sappiamo tutti che esce segretamente con uno studente di moda senior più grande di noi di qualche anno. Tuttavia, James, il suo ragazzo dagli occhi azzurri, non è ancora uscito allo scoperto per paura.

    Christian mi porge la mano mentre scivola fuori dal tavolo, vestito in modo impeccabile con jeans e una camicia button-down che enfatizzano il suo corpo tonico. Non è eccessivamente alto per essere un ragazzo, è circa un metro e ottanta, ma è perfettamente proporzionato. La afferro piano e lascio che mi tiri al suo fianco e intrecci le nostre dita. È molto affettuoso, ama il contatto fisico con me e Jenny, e gli piace camminare a braccetto o mano nella mano, di solito con una di noi per lato. In tal senso mi ricorda Arrick, ma cerco di non pensarci.

    «La mia principessa è pronta ad andare?» Guarda la mia sedia, controllando che io non abbia dimenticato niente. Annuisco e gli faccio un sorriso enorme. Christian mi fa sempre venire voglia di sorridere, è uno di quegli amici che illumina le tue giornate solo con la sua presenza. Si comporta sempre da gentiluomo ed è adorabile, tranne quando non si comporta come la regina del melodramma, ovviamente.

    «Sono pronta.» Gli sorrido mentre a braccetto ci avviamo verso l’uscita.

    «Sophie?» Una voce maschile risuona alle mie spalle facendomi fermare. Il mio corpo è in allerta per la sua familiarità, il tono rauco e sexy fa sprofondare immediatamente il mio stomaco e mi rendono nervosa. Riesco a malapena a nascondere la mia reazione, stringendo il braccio di Christian mentre sussulto per qualcosa di simile al dolore. Mi giro di scatto in direzione della voce col cuore che mi batte forte, anche se ogni parte di me mi dice di scappare via.

    Mi giro lentamente, tesa e spaventata per vedere la persona che è causa della mia sofferenza. Sono mesi che penso a Arrick, e proprio nel momento in cui sono riuscita a dimenticarlo per pochi attimi, lui appare in carne e ossa, a pochi metri di distanza da noi.

    È appena arrivato, e alle sue spalle ci sono due uomini vestiti in modo casual. Uno di loro è un tipo con cui esce regolarmente. Il volto familiare mi scocca un sorriso che io ricambio prima di riportare la mia attenzione su Arry. Non so come reagire, perciò stringo forte le dita di Christian per pregarlo di aiutarmi. Lui ricambia la stretta per farmi capire che mi sosterrà.

    «Ciao,» mormoro piano, incapace di distogliere lo sguardo dai suoi perfetti occhi nocciola, dal suo viso cesellato e ben rasato. Non è cambiato affatto, e mi devasta ancora l’anima. Assomiglia al ragazzo che mi manca in ogni piccolo aspetto, e mi fa stare male il fatto che si comporti normalmente e non sia affatto agitato in mia presenza. C’è un’atmosfera strana, non so come reagire, e ho la sensazione di non conoscerlo più. Il mio cuore suona la rumba e le mie gambe sono molli mentre il sangue affluisce al cuore. Fisicamente sto morendo, anche se all’esterno sembro calma e fredda quanto lui.

    Christian disintreccia le nostre dita, molla la presa sul mio braccio e mi cinge le spalle. Sa chi è Arrick Carrero; lo sa chiunque sia un ammiratore degli splendidi ragazzi di New York. Conosce fin troppo bene quello che c’è stato tra noi, avendoglielo raccontato un sabato sera tra un bicchiere di vino e un film. A un certo punto sono scoppiata a piangere e ho confessato tutto ai miei due amici che dopo aver saputo ogni singolo dettaglio, l’hanno definito l’uomo più stupido del mondo per avermi lasciato andare.

    Arrick socchiude gli occhi per un attimo, e noto una leggera tensione nella mascella mentre cerca di non far accorgermi che sta fissando il modo in cui Christian mi stringe. Noto dei piccoli segnali, anche se non so come intenderli né se devo preoccuparmi che possa essere infastidito, visto che non gli devo un bel niente.

    Ti ha ferita, te lo ricordi? Ti ha mollato come se non significassi niente per lui.

    «Come stai?» Si schiarisce la voce mentre i suoi due compagni si dirigono verso il loro tavolo lasciandoci soli. È una situazione imbarazzante e cerco di non agitarmi. Il mio cuore e la mia anima tremano solo perché lui è davanti a me, e capisco che in tre mesi non è cambiato niente tra di noi. Vado in pezzi quando lo vedo, mi fa male il cuore e sono improvvisamente triste perché sono consapevole di amarlo ancora. Non importa quante volte mi sono detta che non ho bisogno di lui, che non lo voglio. Invece, eccomi qui al punto di partenza.

    Lui non è cambiato affatto: è perfettamente composto, distaccato e stupendo come sempre. Ha i capelli più chiari e a spazzola in cima alla testa; li ha appena tagliati ed è ben rasato mentre i suoi occhi nocciola oggi sembrano un po’ più verdi, forse perché è stressato all’idea di vedermi, dal momento che aveva giurato a Natasha che non sarebbe più successo. Arrick non viene meno alla parola data.

    O forse l’ha fatto solo con me. Le promesse che mi ha fatto non contano nulla quando si tratta di lei.

    «Sto bene, sto andando avanti. Vado a scuola,» rispondo incerta. Sono a corto di parole e la mia voce sembra notevolmente giovane. Percependo il mio disagio, Christian si sporge in avanti e gli tende una mano. Avevo dimenticato che mi stesse cingendo la spalla. Vedere Arrick ha fatto sparire tutto il resto.

    «Ciao, sono Christian, Sophie mi ha detto che siete amici sin da ragazzi. Ti ammiro come lottatore e ho visto che due settimane fa hai ottenuto un’altra vittoria contro Tiger Marse.» Christian si comporta da etero e io rabbrividisco. Odio quando fa la parte del macho, non gli si addice.

    Arrick guarda la sua mano tesa e per un momento penso che la ignorerà, poiché sembra stranamente combattuto, ma poi gliela stringe, forse un po’ troppo, visto il modo in cui si irrigidisce Christian. Le loro voci sono diventate più roche e i modi più bruschi, come se fosse una gara tra uomini o roba del genere. Non capisco quello che sta succedendo, ma vedo che Christian riporta la mano al suo fianco.

    «Grazie. Piacere di conoscerti, Christian.» Arrick sta per aggiungere qualcos’altro, ma uno dei suoi amici lo chiama attirando la sua attenzione. Quando si gira di nuovo, ha un’espressione indecifrabile. C’è un’altra pausa imbarazzante tra noi tre mentre mi penetra brevemente con lo sguardo. I suoi occhi vagano sul mio corpo ed è come se fossero le sue mani a sfiorarmi, accendendo ogni parte di me. Sono in piedi, con il mio vestito a fiori e le mie scarpe basse, completamente esposta al suo sguardo. Sono diversa dall’ultima volta che ci siamo visti. Ora ho uno stile più giovane, indosso abiti corti e fluttuanti, dalle linee più morbide rispetto a quelli che aveva scelto Camilla. I miei capelli sono più lunghi e biondi e il mio trucco è naturale.

    «Stai bene, Sophs. Sei sempre stata più bella bionda. Mi piace. Con questo look da ragazza dolce, sembri più tu.» I suoi occhi si posano sui miei capelli, uno sguardo fermo che dice così tanto, eppure così poco, e fa precipitare ancora di più il mio cuore.

    «Grazie. Anche tu. Voglio dire... stai bene.» Arrossisco e abbasso lo sguardo sulle mie mani mentre il groppo che ho in gola cresce fino a soffocarmi. L’uomo che era accanto a lui, quello che non conosco, lo chiama di nuovo, e stavolta Arry gli fa segno di aspettare altri due minuti con un gesto della mano. Si gira verso di me, quasi ignorando la presenza di Christian che è stranamente silenzioso, visto che di solito non sta mai zitto.

    «Devo andare, Sophs. Verrai alla festa di Leila?» Arrick sembra radicato sul posto, come se non avesse intenzione di muoversi, ma Christian agisce rapidamente, perché ha capito che se rimarrò qui, non starò bene. Sono diventata silenziosa e nervosa, non riesco a parlargli perché mi si chiude la gola. Il mio corpo inizia a tremare leggermente e sono abbastanza sicura di aver perso l’uso delle gambe. Solo Arrick è in grado di provocarmi questa reazione fisica estrema, e detesto che abbia ancora questo effetto su di me.

    «Verremo sicuramente, vero tesoro? Non vedo l’ora di conoscere Daniel e, naturalmente, Leila. I suoi genitori mi hanno detto che è la scheggia impazzita della famiglia.» Christian rafforza la presa sulle mie spalle e io lo guardo con un lieve cipiglio. So cosa sta facendo e non sono sicura che mi piaccia. Arrick distoglie lo sguardo e la sua espressione torna a essere fredda e indecifrabile. Ma quando vedo un muscolo della mascella guizzare in modo impercettibile, capisco che non è così indifferente come vuole apparire. Il maestro dell’imperturbabilità è tornato, tuttavia, anche se lo sento così distante, riesco ancora a capire alcuni suoi atteggiamenti.

    «Allora, ci vedremo lì.» Arrick mi fa un sorriso tirato e mi getta una rapida occhiata che fulmina il mio cuore. Il suo sorriso sghembo, capace di distruggere l’anima col minimo accenno delle fossette, non raggiunge gli occhi. Sembra disperato, e mi chiedo se il rapporto con Natasha sia tornato quello di una volta, visto che lui era sempre così quando stava con lei. Immagino che il fatto che io non ci sia più io, significhi che sia tornato tutto sotto controllo e alla noiosa normalità.

    Proprio come voleva, no?

    «Ci vediamo lì.» Gli faccio un sorriso veloce e abbasso lo sguardo a terra, perché Arrick è ancora capace di suscitarmi forti emozioni.

    «Devo andare prima che inizino a mangiare le tovaglie.» Fa un cenno verso i suoi due amici a un tavolo vicino e io annuisco, mentre il mio stomaco si contorce. Detesto il fatto che mi faccia sentire ancora così. Da un lato non vorrei averlo visto, e dall’altro vorrei che fosse successo mentre ero da sola in modo da non fraintendere la mia relazione con Christian. Forse mi avrebbe dato un bell’abbraccio dei suoi come ai vecchi tempi. Non posso negare che vederlo mi ha fatto capire che mi manca, che vorrei averlo di nuovo come amico perché la distanza che c’è tra noi è peggio dell’inferno, e mi ha solo ricordato che ho ancora bisogno di lui. Sono combattuta, so che dovremmo andarcene, ma i miei piedi non vogliono muoversi. È come se il mio cervello volesse disperatamente aggrapparsi a lui in ogni modo possibile, anche se mi ha spezzato il cuore.

    Dio, sono così patetica.

    «Ciao, allora,» rispondo sommessamente, sull’orlo delle lacrime. Poi lascio che Christian mi trascini via, visto che non riesco a farlo da sola. Faccio un breve saluto e un sorriso ad Arrick, comportandomi come se appartenessi a Christian, mentre lui mi guarda andare via. Mi lancia un’ultima occhiata e quando i nostri sguardi si incorociano per un breve attimo, giuro che mi sembra di cogliere un accenno di rimpianto prima di fare un piccolo sospiro. Arrick sembra ferito. Distoglie lo sguardo da me, aggrotta la fronte e si acciglia. Per un momento sembra perdere la sua facciata composta e accascia le spalle prima di dirigersi al suo tavolo. Christian mi scorta fuori dal ristorante, e usciamo alla luce del sole pomeridiano, inspirando aria fresca.

    «È molto più sexy di persona. Accidenti, darei una palpatina a quel culetto se giocasse nella mia squadra.» Christian interrompe i miei pensieri su Arrick. Gli poso una mano sul cuore in modo plateale.

    «Faresti meglio a smetterla di comportarti così se vuoi che pensi che sono la tua fidanzata, Chris. Sembri proprio una ragazza in questo momento.» Inarco un sopracciglio e lui mi sorride sfacciato. Non so come mi sento per il fatto che Arry pensi che Christian sia il mio ragazzo. Sono ancora sotto shock per averlo visto e ho bisogno di allontanarmi dal ristorante per schiarirmi i pensieri.

    «Sei arrabbiata con me, principessa?» Mi tira contro il suo petto e mi cinge le spalle con un braccio prima di posarmi un bacio sulla testa. Cerco di divincolarmi dalla sua presa perché sto soffocando e non riesco a vedere cosa succede. Siamo ancora davanti alle enormi finestre del ristorante, e Arrick potrebbe vederci, perciò affinché non si accorga che mi sto divincolando dalla presa di Christian e che lo sto respingendo, inspiro il suo odore e mi accoccolo contro il suo petto.

    «Perché gli hai fatto credere che io e te stiamo insieme?» Faccio il broncio, ovviamente irritata, e mi strofino il ponte del naso mentre lui si avvicina e mi pianta un bacio di scusa sulla punta. Mi fa un sorriso e l’occhiolino.

    «Perché, amore mio, se quel ragazzo ha un po’ di buonsenso, allora la dea dagli occhi verdi che chiamiamo gelosia farà leva sul suo splendido orgoglio. Ho percepito il profumo del rimpianto che si diffondeva a frotte da lui quando ha visto la mia ragazza sexy.» Christian mi prende per mano e mi fa roteare sotto il suo braccio, portandomi quasi a scontrarmi con le persone sul marciapiede che passeggiano per i fatti propri e facendomi perdere l’equilibrio. Ridacchio e lo spingo via giocosamente contro il petto quando mi prende tra le sue braccia per mettermi di nuovo dritta.

    «Sei proprio un ragazzaccio!» lo rimprovero con un sorriso genuino, dissipando i miei dubbi e cedendo al suo costante buon umore. È sempre un giocherellone, peccaminosamente malandrino e in un modo o nell’altro riesce sempre a farla franca.

    «Oooh, dillo di nuovo, mi piace quando mi chiami così in tono sexy e fai finta di essere arrabbiata. Se mi piacessero le ragazze, ti scoperei ogni volta che lo fai.» Christian si avvicina e mi pianta un bacio sulla guancia, mi arruffa i capelli e mi dà una pacca sul culo prima di tornare a scuola. È a soli due isolati di distanza e il clima mite fa sì che sia una piacevole passeggiata. Non c’è bisogno di prendere un taxi quando la giornata è perfetta come questo pomeriggio. Christian mi prende sottobraccio, la sua espressione si fa seria e mi guarda pensoso.

    «Com’è stato rivederlo dopo tanto tempo?» Mi stringe il braccio in modo rassicurante.

    «Difficile. Terribile.» Ingoio lo strano groppo che si è formato non appena ho sentito la sua voce ed è cresciuto quando l’ho visto, accendendomi le viscere a livelli folli. «Molto più difficile di quanto pensassi. Lo amo ancora.» Sospiro mesta, tornando a fingere di essere indifferente, e quasi riuscendo nel mio intento. Christian mi guarda accigliato, mi lascia andare il braccio e mi cinge le spalle dandomi il migliore abbraccio che un amico possa dare.

    «Lo so, piccola. Ci ha perso lui. Avrebbe dovuto vedere cosa aveva davanti agli occhi e afferrarlo con entrambe le mani, Sophie. Troverai qualcuno che bacerà il terreno su cui cammini e un giorno riuscirai a dimenticarlo, ne sono sicuro.» Christian mi sfiora la spalla con la sua e mi fa un mezzo sorriso comprensivo. Conosce abbastanza bene questa storia da sapere che non mi piace parlarne, e che voglio apparire sempre controllata e distaccata.

    Indosso una maschera facendo finta di essere forte.

    «Mi aggrapperò a te.» Faccio un sospiro abbattuto e continuo a camminare, guardando avanti per non permettergli di osservare la mia espressione. Il mio battito si sta calmando, anche se non riesco a togliermi dalla mente la bellezza di Arrick, il suono della sua voce o il suo profumo. Non è cambiato affatto, e ha sempre un certo effetto su di me.

    «Quindi, continuerò a essere io il tuo uomo sexy?» Christian mi guarda ma io sospiro e scuoto la testa sconfitta.

    «I miei genitori sarebbero solo confusi; ti hanno già incontrato e sanno che non abbiamo una relazione amorosa. Inoltre, non mi va di mentire a Arrick, anche se non ci frequentiamo più.» Distolgo lo sguardo quando fa ondeggiare le sopracciglia e mi fa un bel sorriso.

    «Stai ancora male. Avresti potuto divertirti e torturarlo un po’.» Christian ridacchia, ma io sospiro.

    «Ha scelto Natasha; forse è con lui dentro il ristorante, perciò non vedo come il fatto che tu finga di essere il mio ragazzo possa fare la differenza.» Abbasso il mento per non fargli vedere che ho gli occhi lucidi a causa di questo argomento. Detesto il fatto che persino dopo tre mesi, Arrick riesca ancora a rendermi nervosa e che il nome di Natasha sia per me una pugnalata al petto.

    «Beh, forse dovresti chiedere a Joey di venire con noi. Quel ragazzo ti sta corteggiando da settimane e non sei uscita con lui nemmeno a bere un caffè.» Christian si ferma bruscamente di fronte a me sul marciapiede, attirando la mia attenzione col suo tono diabolico. Joey è il ragazzo che vive a due porte di distanza lungo il mio corridoio, e mi ha chiesto di uscire una dozzina di volte, ma ho sempre trovato una scusa. È abbastanza carino, alto, con i capelli scuri e gli occhi grigio-azzurri. Non avrei avuto problemi a uscire con lui mesi fa, ma non è Arrick, e il mio cuore non riesce ad accettarlo.

    «Non sono pronta.» Sospiro, guardandomi i piedi e ammirando le mie ballerine rosa con graziosi dettagli di paillettes nel tentativo di distrarre il mio cuore affranto e la mente da uno dei bellissimi uomini Carrero.

    «Credo che non lo sarai mai. Devi solo dargli una possibilità. Vai a prendere un caffè con lui, senza impegno. Non hai nulla da perdere.» Christian ha un atteggiamento dispotico, e dal suo sguardo capisco che non ammette repliche. Ha un’idea in testa e, come un cane con un osso, non ha intenzione di mollare la presa.

    «Non lo so, Chris.» Lo spingo in avanti mentre un gruppo di ragazzi turbolenti cerca di salire sul marciapiede; uno di loro guarda due volte Christian e arrossisce mentre continua a camminare.

    «Non hai niente da perdere, a parte il tuo cuore.» Mi fa l’occhiolino, inconsapevole del figo che è passato, e io alzo gli occhi al cielo, perché so che è improbabile che accada nell’immediato. Per perdere il cuore e donarlo a qualcun altro, dovrei prima recuperarlo dalle mani salde di un Carrero rubacuori dai capelli color sabbia e gli occhi nocciola.

    Capitolo 2

    «No Christian.» Tiro fuori il vestito sexy dalla mia valigia per la terza volta e lo ributto sul letto. L’ha preso in prestito da uno studente dell’ultimo anno, dopo una sfilata di pochi giorni fa. Non sono affatto sorpresa che Christian abbia scelto l’abito da farmi indossare alla festa di mia sorella.

    «Gli usciranno gli occhi dalle orbite se indosserai questo vestito.» Sorride compiaciuto, sollevando il pezzo di stoffa e appoggiandoselo al corpo mentre gira per la mia camera da letto come una star del cinema.

    «Sarà la mia pelle a uscire fuori da quel vestito. Mi ha già visto in abiti succinti, e fidati se ti dico che non hanno mai avuto alcun effetto su di lui. Lo conosco, Chris, e sono sicura che se indossassi questo vestito, lui penserebbe che sto uscendo di nuovo con degli uomini viscidi e sto frequentando locali di basso livello. Non voglio fare colpo su di lui, perciò non è necessario.» Gli tolgo di mano il vestito e lo butto sul letto gettandogli un’occhiataccia affinchè si faccia i fatti suoi.

    Da quando ha incontrato Arrick, non smette di spingermi a pensare a delle strategie per farlo ingelosire, poiché è convinto che lui abbia il cuore spezzato. Ma se fosse davvero così, mi avrebbe contattato negli ultimi giorni. Invece, non l’ha fatto.

    Non l’ha fatto nemmeno negli ultimi tre mesi, a dire il vero.

    «Come no, hai passato gli ultimi due giorni a provare ossessivamente abiti e a truccarti per una festa di famiglia apparentemente innocente.» Quando mi sorride guardandomi con un sopracciglio inarcato e un luccichio malizioso negli occhi, scatto.

    «Vaffanculo.» Lo spingo via quando si avvicina per curiosare di nuovo nella mia valigia. Perdo la pazienza. «In questo momento non dovresti andare a salutare il tuo ragazzo con un bacio prima di partire? Jake ci farà venire a prendere tra un’ora con la macchina che ci porterà all’areodromo.» Lo allontano di nuovo quando inizia ad armeggiare con la mia biancheria di pizzo che fa capolino dalla mia valigia aperta. Sospira e si getta sul letto in modo drammatico, adottando la posa hollywoodiana dell’eroina sconvolta: si mette una mano sulla fronte ed emette dei versi forti e strani per far capire che è addolorato.

    «L’ho già baciato e scopato. Stasera incontrerà suo padre in città e farà finta di essere etero.» La doppia vita del suo ragazzo è un grosso tasto dolente nella relazione tra lui e James. Christian pensa che tutti i genitori accettino serenamente la sessualità dei propri figli, e non ammette il contrario.

    «Vai a prendere Jenny, sarebbe già dovuta essere arrivata, così potremo bere un drink per rilassarci prima che io metta pieda sull’aereo e veda chi sai tu.» Jake mi ha detto meno di un’ora fa che Arrick e Nathan si sarebbero uniti a noi sull’aereo che ci porterà negli Hamptons. Arrick ha sempre preso raramente l’aereo, perciò non so come sentirmi al riguardo. Jake è andato in ufficio per risolvere alcuni problemi, nonostante si sia preso una pausa per aiutare Emma con la loro bambina appena nata, ed è stato perentorio sul fatto che stasera saremmo tornati a casa tutti insieme come un’unica famiglia felice.

    È proprio un illuso e non riesce a vedere oltre il suo naso.

    La festa è domani sera, e questo significa che passerò un po’ di tempo con la mia famiglia e cha avrò l’occasione di presentare come si deve i miei due migliori amici. Christian ha già conosciuto i miei genitori quando sono venuti in città per cenare con me e mia madre lo ha subito adorato. Non aveva capito che fosse gay finché lui non gli ha raccontato dei problemi che aveva col suo ragazzo, spezzandole il cuore e mandando in fumo qualsiasi piano di matrimonio avesse in mente.

    «L’abito a trapezio.» Indica l’oggetto ben piegato sul mobile, quello che non indosso da quando Natasha vi ha tolto le macchie di vino rosso. È qui da settimane, mi ricorda troppo entrambi e non so cosa farne. Non si butta via un abito Louis Vuitton anche se il pensiero di indossarlo di nuovo mi fa venire voglia di cavarmi il cuore con un cucchiaio.

    «Metti quello sull’aereo.» Mi fa l’occhiolino, e mi rivolge uno sguardo che mi infastidisce e che sta diventando la cosa che più detesto di lui.

    «Sarai super sexy in modo discreto con un abito a trapezio, specialmente se abbinato a un paio di tacchi con un cinturino alla caviglia.» Guardo i jeans attillati e la canotta che stavo pensando di mettere per comodità, ma mi rendo conto che ha ragione. Dovrò sopportare Arrick come minimo un’ora, e forse non è una cattiva idea quella di mettermi in ghingheri e fargli credere di averlo dimenticato. Di certo non mi è sembrato così disperato per avermi persa quando lo abbiamo incontrato l’altro giorno al ristorante.

    Mi mordo il labbro pensierosa, scaccio via il suo ricordo come ho fatto decine di migliaia di volte da quel giorno e ignoro la tempesta emotiva che sta montando dentro di me.

    Non farti turbare. Lui non merita il tuo dolore.

    «Sai che ho ragione. Va’ a truccarti e arriccia i capelli, mentre io vado a prendere la nostra amica. Non ti ci vorrà molto per essere sexy.» Christian mi da’ una pacca sul sedere quando passa lasciando al suo passaggio una scia del suo dopobarba firmato. Ha un odore incredibilmente seducente; devo chiedergli il nome, perché è davvero intrigante, e lascia una piccola scia ovunque vada. Mi ricorda il profumo di Arrick, ma non voglio pensarci, perciò scaccio via quella connessione.

    Osservo l’abito sulla toeletta e mi acciglio, poiché so che non devo farmi carina per lui. Tuttavia, una parte di me vuole farlo, affinché capisca che sono andata avanti con la mia vita, che ho risolto i miei problemi e che sto bene anche

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