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Il Codice della Morte (Un Thriller di Remi Laurent – Volume 1)
Il Codice della Morte (Un Thriller di Remi Laurent – Volume 1)
Il Codice della Morte (Un Thriller di Remi Laurent – Volume 1)
E-book290 pagine3 ore

Il Codice della Morte (Un Thriller di Remi Laurent – Volume 1)

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Info su questo ebook

IL CODICE DELLA MORTE (Un Thriller di Remi Laurent – Volume 1) è il romanzo d’esordio di una nuova serie ricca di mistero e suspense dell’autrice Ava Strong.

Un serial killer prende inspiegabilmente di mira le sue vittime in scenari collegati alla storia: il Cloisters di New York City e il Glencairn di Philadelphia. Qual è il collegamento? C’è un messaggio dietro gli omicidi?

L’agente speciale dell’FBI Daniel Walker, 40 anni, famoso per la sua abilità nel dare la caccia agli assassini, il suo intuito e la sua insofferenza alle regole, viene scelto dall’Unità di Analisi Comportamentale e assegnato alla nuova unità Reperti Antichi dell’FBI. Questa unità, costituita per rintracciare cimeli inestimabili, non ha idea di come entrare nella mente di un assassino.

Remi Laurent, 34 anni, brillante docente di storia alla Georgetown, è la principale esperta mondiale nel campo dei reperti storici di origine sconosciuta. Scioccata quando l’FBI chiede il suo aiuto per scovare l’assassino, Remi si dimostra riluttante a collaborare con questo agente dai modi bruschi. L’agente speciale Walker e Remi Laurent sono un improbabile duo, con l’abilità del primo di entrare nelle menti degli assassini e l’incomparabile cultura della seconda: l’unica cosa che hanno in comune è la determinazione a decodificare gli indizi e catturare il responsabile.

Quella di REMI LAURENT, con questa complicata collaborazione tra un cinico agente dell’FBI e una brillante storica, è un’avvincente serie di thriller mozzafiato basati sulla storia e ricchi di suspense e colpi di scena che vi lasceranno continuamente a bocca aperta, tenendovi incollati alle pagine fino a notte fonda.

I volumi 2 e 3 della serie, IL CODICE DELL’OMICIDIO e IL CODICE DELLA MALVAGITÀ, sono altresì disponibili.
LinguaItaliano
EditoreAva Strong
Data di uscita5 nov 2021
ISBN9781094347905
Il Codice della Morte (Un Thriller di Remi Laurent – Volume 1)

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    Il Codice della Morte (Un Thriller di Remi Laurent – Volume 1) - Ava Strong

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    i l   c o d i ce   d e l l a   m o r t e

    un thriller di remi laurent -- volume 1

    a v a   s t r o n g

    Ava Strong

    La debuttante Ava Strong è autrice della serie di GIALLI DI REMI LAURENT, composta (per il momento) da tre volumi. Ava vorrebbe leggere i vostri pareri, quindi vi preghiamo di visitare il sito  www.avastrongauthor.com per ricevere e-book gratuiti, apprendere le ultime novità e rimanere in contatto.

    Copyright © 2021 di Ava Strong. Tutti i diritti riservati. A eccezione di quanto consentito dall’U.S. Copyright Act del 1976, nessuna parte di questa pubblicazione può essere riprodotta, distribuitao trasmessa in alcuna forma o in alcun modo, o archiviata in un database o in un sistema di raccolta, senza previa autorizzazione dell’autore. Questo ebook è concesso in licenza esclusivamente ad uso ludico personale. Questo ebook non può essere rivenduto né ceduto ad altre persone. Se desidera condividere questo libro con un'altra persona, la preghiamo di acquistare una copia aggiuntiva per ogni beneficiario. Se sta leggendo questo libro e non l’ha acquistato, o non è stato acquistato esclusivamente per il suo personale uso, la preghiamo di restituirlo e di acquistare la sua copia personale. La ringraziamo per il suo rispetto verso il duro lavoro svolto da questo autore. Questa è un’opera di fantasia. Nomi, personaggi, imprese, organizzazioni, luoghi, eventi e incidenti sono il prodotto della fantasia dell’autore o sono usati romanzescamente. Qualsiasi somiglianza con persone reali, vive o morte, è del tutto casuale. Immagine di copertina Copyright Chingfoto, utilizzata sotto licenza da Shutterstock.com.

    LIBRI DI AVA STRONG

    UN THRILLER DI REMI LAURENT

    IL CODICE DELLA MORTE (Libro #1)

    INDICE

    PROLOGO

    CAPITOLO UNO

    CAPITOLO DUE

    CAPITOLO TRE

    CAPITOLO QUATTRO

    CAPITOLO CINQUE

    CAPITOLO SEI

    CAPITOLO SETTE

    CAPITOLO OTTO

    CAPITOLO NOVE

    CAPITOLO DIECI

    CAPITOLO UNDICI

    CAPITOLO DODICI

    CAPITOLO TREDICI

    CAPITOLO QUATTORDICI

    CAPITOLO QUINDICI

    CAPITOLO SEDICI

    CAPITOLO DICIASSETTE

    CAPITOLO DICIOTTO

    CAPITOLO DICIANNOVE

    CAPITOLO VENTI

    CAPITOLO VENTUNO

    CAPITOLO VENTIDUE

    CAPITOLO VENTITRE

    CAPITOLO VENTIQUATTRO

    CAPITOLO VENTICINQUE

    CAPITOLO VENTISEI

    EPILOGO

    PROLOGO

    Museo Glencairn, Bryn Athyn, Pennsylvania

    Mezzanotte

    Ted Peterson attraversò la Sala Grande. Le sue scarpe echeggiavano nell'oscurità mentre puntava la sua torcia in ogni direzione. Vent'anni di lavoro il mese successivo e ancora non riusciva ad abituarsi alla bellezza di quel posto.

    La Sala Grande era ispirata a una sontuosa sala delle feste di epoca medievale situata in Europa. La luce di Ted si fermò su un paio di statue di santi e alcuni mobili secolari in mogano e velluto prima di dirigersi sulla loggia dove, lungo il muro, erano appesi diversi tipi di armi ad asta. Ted conosceva i nomi di ciascuna di loro. Alabarda. Falcione. Speto. La sua luce raggiunse il soffitto: l'oscurità del vasto spazio inghiottiva la trave proiettando l'ombra di archi gotici e assi in legno.

    Poi si abbassò, correndo lungo il bordo affilato di una spada tedesca Zweihander lunga quasi quanto lui, che era alto un metro e settanta, prima di spostarsi verso le graziose finestre tripartite in vetro colorato.

    Ted si fermò prima di raggiungerle ed emise un sospiro. Durante il giorno, con la luce che filtrava, i santi dipinti brillavano di colori mozzafiato e il pavimento della grande sala era tappezzato di un motivo arcobaleno.

    Fece scorrere la sua luce sulle figure, cogliendo il debole barlume della luce che sapeva scorgere nella gloriosa alba di domani, e sorrise. Faceva sempre in modo di essere nella Sala Grande all'alba.

    La guardia di sicurezza uscì dalla stanza continuando la sua ronda. Si fermò davanti a un avorio ottoniano in una teca di vetro. Era la copertina di un libro del decimo secolo il cui volume era scomparso da tempo; solo la gloriosa copertina era stata ritrovata. Una crocifissione finemente intagliata era incorniciata da un bordo di smalto colorato e filigrana d'oro, un capolavoro dell'arte prerinascimentale. Il raggio della sua torcia faceva sembrare quasi traslucido l'avorio secolare e luccicava sullo smalto colorato e sull'oro.

    Era questo il periodo storico che chiamavano i secoli bui?

    Ted sorrise. Degli oltre ottomila oggetti nel museo, quello era uno dei suoi preferiti. C'era una tale finezza di dettagli! Un incredibile lavoro e quanta abilità artistica!

    Avrebbe potuto tenere una lezione di un'ora solo su quel pezzo. A dire il vero, avrebbe potuto fare lo stesso con la maggior parte degli oggetti lì presenti, grazie agli anni di letture appassionate e ai pochi viaggi che era riuscito a pagarsi lesinando e risparmiando sul suo magro stipendio.

    Sì, quel lavoro era pagato piuttosto poco. Se non altro non aveva moglie o dei figli da mantenere. E il suo spirito e i suoi occhi ne giovavano.

    Come avrebbe potuto essere in qualsiasi altro posto?

    Se solo lo avessero assunto come docente. Era più che qualificato per una mansione simile, ma aveva solo un'istruzione superiore. Al consiglio di amministrazione interessava solo il pezzo di carta, non la persona che c'era dietro.

    E, a dire la verità, non era mai stato bravo con le persone. Non trovava mai la cosa giusta da dire, e quando diceva qualcosa, finiva sempre per creare qualche pasticcio. Ted Peterson si sentiva più a suo agio nei musei che nei bar, a leggere piuttosto che a socializzare. Dubitava di poter gestire un pubblico, anche interessato.

    Non sarebbe mai stato altro che un guardiano.

    Ted sospirò. Pazienza. Almeno avrebbe lavorato in un luogo di bellezza e di storia.

    All'improvviso, il rumore di uno schianto in lontananza lo fece voltare, in preda alla preoccupazione. Sembrava che provenisse dalla scala est. Si affrettò da quella parte, mentre l'adrenalina saliva. In tutti i suoi anni in quel luogo, aveva avuto a che fare con degli intrusi solo una volta, quando alcuni ragazzini del liceo locale avevano fatto irruzione per una sfida. Erano così spaventati quando li aveva trovati, che aveva passato la maggior parte dei dieci minuti in attesa della polizia a cercare di calmarli.

    Forse erano altri bambini? O forse un vero ladro questa volta? Provava paura, ma anche senso di protezione. Se fosse stato un ladro, quel tizio avrebbe dovuto fare i conti con Ted Peterson.

    Con il cuore che batteva forte, attraversò la stanza del Rinascimento italiano, proiettando la sua luce sui delicati dipinti della Vergine Maria ed elaborati bronzi di temi classici, fino a quando arrivò alla scala.

    E si fermò.

    Non c'era nessuno.

    Ma in cima alle scale c'era un piedistallo che di solito conteneva un busto in gesso del grande storico Edward Gibbon. Ora il busto giaceva sul pavimento di marmo, frantumato in una dozzina di pezzi.

    Ted rimase in ascolto per un momento. Silenzio.

    Facendo brillare la sua torcia tutt'intorno e non vedendo nessuno, si avvicinò in punta di piedi al busto rotto. C'era qualcosa di strano.

    Si avvicinò, sbattendo le palpebre per la confusione. Il busto era vuoto. Poteva vedere da una parte della sommità della testa e da un grosso pezzo laterale che c'era uno spazio all'interno, delle dimensioni di un taccuino tascabile.

    Ce ne hai messo di tempo. Il sommesso sussurro proveniente dalla Sala del Rinascimento italiano gli spinse il cuore fino alla gola e lo fece voltare di sotto ancora una volta.

    Fece un paio di passi esitanti in avanti e illuminò con la torcia tutta la stanza in cui era appena passato. Nessuno e nessun posto dove nascondersi. Non c'era nessuno quando era passato, solo pochi secondi prima, e non c'era nessuno qui adesso.

    Ma la voce proveniva proprio da lì.

    C'era qualcos'altro di strano in quella voce. Sembrava un bambino, un ragazzino.

    Sentì un passo leggero dietro di lui.

    Prima che potesse voltarsi, un braccio forte bloccò entrambi i suoi arti lungo i fianchi, e sentì la lama fredda e affilata di un coltello contro la gola.

    I suoni possono ingannare, gli gracchiò una voce rauca all'orecchio.

    Ted tremò, più per la voce che per il braccio forte o anche per il coltello. Sentì follia in quella voce.

    P-per favore, balbettò Ted. Non ho visto la tua faccia. Non riesco a identificarti.

    Nessuno l'ha mai vista.

    Vattene. Per favore. Ho una famiglia.

    In realtà, non ce l'aveva. Non aveva moglie. Non aveva figli. Aveva una sorella in un'altra nazione,con cui parlava a malapena. Non aveva nemmeno molti amici. Era sempre stato un po' un recluso. Ecco perché si era offerto volontario per fare il turno di notte. Per essere solo. Tranquillo. Ma forse era stato un errore. Forse avrebbe dovuto sforzarsi di più. Superare le sue paure.

    Sia fatta la tua volontà, intonò la voce con un roco gracidio.

    Ted Peterson sentì il coltello tagliargli la gola mentre il dolore lo pervadeva. Sangue caldo sgorgò dalla ferita aperta. Si sentì soffocare, mentre ansimava cercando di respirare. La sua inspirazione disperata emise un suono nauseabondo di risucchio nella gola aperta. I suoi polmoni si riempirono di sangue. Ted stava perdendo conoscenza.

    Le sue gambe cedettero. L'uomo lo lasciò andare e Ted cadde a terra. In quel momento, non sentiva altro che dolore e rimpianto.

    La penultima cosa che Ted Peterson vide alla luce della sua torcia mentre cadeva accanto a lui, furono un paio di stivali neri incrostati di fango rosso vivo. Cos'era quello scintillio nella macchia di fango? Qualcosa di luminoso, come foglia d'oro.

    Poi i suoi occhi indeboliti si abbassarono, e l'ultima cosa che vide fu la pozza sempre più vasta del suo stesso sangue.

    CAPITOLO UNO

    Quantico, Virginia

    La mattina successiva

    L'agente Daniel Walker si affrettò a salire i gradini dell'edificio amministrativo del quartier generale dell'FBI, ignorando la bella giornata di primavera e il saluto di un collega che scendeva. Era di nuovo nei guai; lo sapeva e basta. Maltrattare quel testimone era stata una cattiva idea.

    Ma come diavolo avrebbe fatto a catturare Finger Man se la gente non collaborava?

    E poi, quel tipo era uno spacciatore di ketamina. Si meritava comunque una buona lezione.

    Walker sarebbe stato esaminato. Era l'unica spiegazione per essere stato chiamato a un incontro a sorpresa con il vicedirettore.

    E come se non bastasse, era in ritardo.

    Guardando l'orologio, superò il metal detector e si identificò all'addetto alla sicurezza della reception. Vedendo fila davanti all'ascensore, salì tre gradini alla volta per quattro piani fino all'ufficio del vicedirettore. Si fermò abbastanza a lungo nel corridoio per sistemarsi la cravatta e rassettarsi la giacca. Non poteva presentarsi ansimando. Aveva solo 40 anni, ma il gusto per la birra e il fast food e il disgusto per la palestra stavano mostrando i loro frutti.

    Tirando indietro le spalle, attraversò la porta contrassegnata dalla targa Vicedirettore Burton.

    Lei è in ritardo, ovviamente, disse l'assistente personale del vicedirettore. Flora Whitaker era una donna fresca e professionale che si avvicinava all'età della pensione e aveva visto susseguirsi molte amministrazioni. Aveva un viso cadente, si truccava troppo, eppure aveva uno sguardo acuto che comprendeva tutto. Invulnerabile nella sua posizione, aveva l'abitudine di dire tutte le cose che gli altri erano troppo educati o troppo diplomatici per dire.

    Scusi, ho trovato un nuovo indizio per il caso.

    Per Daniel, il front office del vicedirettore Burton, con il suo agglomerato di Ficus, la foto del presidente e l'abbagliante assistente personale dietro un'ampia scrivania, sembrava il fiume Stige. E Flora Whitaker era Caronte.

    Socchiuse gli occhi con la classica espressione non ci provi con me che aveva fatto cedere molti agenti e fece un cenno con la testa verso la porta di una sala riunioni. Entri pure. Probabilmente si sono addormentati ormai.

    Si sono addormentati?

    Lanciando un'occhiata alla porta dell'ufficio di Burton e chiedendosi perché non stesse entrando come avrebbe dovuto fare, si diresse alla porta della sala riunioni, bussò e fu invitato ad entrare.

    Aprì la porta e si bloccò.

    Il vicedirettore Burton sedeva a capo di un lungo tavolo nero, davanti a un paio di cartelle. Era un uomo eretto e robusto sulla settantina, che conservava ancora il taglio militare che aveva sfoggiato per la prima volta in Vietnam. Accanto a lui c'erano il direttore del personale, gobbo e panciuto, il capo diretto di Daniel Walker, il vicedirettore dell'Unità di Analisi Comportamentale che sembrava una versione più giovane di Burton e... un'altra persona.

    La situazione sembrava più grave di quanto immaginasse.

    L'altra persona, una donna attraente sulla quarantina,che sembrava giapponese ma parlava con un accento texano piuttosto stridente, disse: Agente Walker, grazie per essersi unito a noi. Si accomodi.

    Accidenti. Probabilmente non è nemmeno dell'FBI. Probabilmente è un avvocato o qualcosa del genere che mi accusa di aggressione. E il direttore del personale? È qui per licenziarmi.

    Daniel si sedette cautamente all'estremità del tavolo, guardando, attraverso i tre metri buoni di spazio libero, le figure importanti raggruppate all'altra estremità. Quella configurazione era ciò che gli psicologi chiamavano un segnale non verbale di dominio. Era certamente il preludio di un grosso guaio.

    Il vicedirettore Burton indicò la donna nippo-americana. Lei è Keiko Ochiai, vicedirettore della Divisione Antichità.

    Daniel annuì alla donna, confuso. Piacere di conoscerla, professoressa Ochiai. In quale università insegna?

    La donna sorrise. Non sono una professoressa, sono un’agente dell'FBI proprio come lei. Capisco la sua confusione. La Divisione Antichità è una nuova branca dell'FBI, istituita proprio la scorsa settimana.

    Oh.

    L'Ufficio ha deciso di aprire la Divisione Antichità a causa del forte aumento del contrabbando illegale di beni antichi. Come sicuramente saprà, molti gruppi terroristici come l’ISIS e Al Qaeda saccheggiano siti archeologici e vendono gli oggetti che trovano nel mercato illegale delle antichità. Usano il denaro per comprare armi. Sebbene molte altre agenzie si occupino già di quest'area, l'Ufficio ha ritenuto che sarebbe stato utile avere un proprio dipartimento, perché non c'è abbastanza attenzione, a livello nazionale, su questo problema. È visto come un problema internazionale, ma molti degli acquirenti e dei rivenditori sono proprio qui negli Stati Uniti. Purtroppo, lo sono anche alcune cellule terroristiche.

    Sembra che sia necessario, disse Daniel, ancora in dubbio sul reale motivo per cui era stato chiamato. Vi auguro di avere successo nelle vostre operazioni.

    Il vicedirettore Ochiai sorrise. Non avrò bisogno di fortuna con un agente qualificato come te ad aiutarmi.

    Daniel sbatté le palpebre. Non capisco.

    Il vicedirettore Burton fece scorrere una cartella di file lungo il tavolo. Era uno dei suoi trucchi preferiti. La tavola era liscia, cerata di fresco ogni mattina, e Burton non permetteva che fosse ingombra di brocche d'acqua e tazze di caffè come in tante altre sale riunioni. Sul suo tavolo erano ammessi solo materiali relativi al lavoro. Questo gli dava più spazio per far scorrere i documenti.

    La cartella sibilò infallibilmente nelle mani in attesa di Daniel. Era tenuta chiusa da una graffetta. Il piccolo trucco di Burton non sarebbe risultato così impressionante se la cartella si fosse aperte e le carte avessero iniziato a volare per la stanza come coriandoli.

    Ogni volta che Burton faceva scivolare una cartella sul tavolo durante una riunione, a tutte le riunioni, Daniel aveva voglia di gridare ARRIVA!!! per vedere se il vicedirettore avrebbe avuto un flashback del Vietnam.

    Non aveva mai osato. Nonostante avesse trent'anni in più di lui, Burton avrebbe potuto tranquillamente prenderlo a calci in culo.

    Un guardiano notturno al Glencairn Museum in Pennsylvania è stato assassinato la scorsa notte da uno sconosciuto, disse il vicedirettore. Anche se un oggetto è stato rotto, non è stato rubato nulla.

    Daniel aprì la cartella e vide la foto di un distintivo da dipendente che portava il nome di Ted Peterson. La foto mostrava un uomo sorridente e anonimo tra i quaranta e i cinquanta anni.

    L'intruso era un professionista, continuò Burton. Ha disabilitato un sofisticato sistema di allarme e forzato la serratura dell'ingresso di servizio. Una volta dentro, ha disattivato le telecamere di sicurezza. Pensiamo che il guardiano lo abbia colto sul fatto o sia stato allertato dal rumore di un busto di gesso rotto, l'unico oggetto che è stato compromesso.

    Daniel sfogliava le pagine, incuriosito com'era ogni volta che sentiva parlare di un nuovo caso. Anche l'omicidio più semplice aveva sempre qualche svolta, qualche elemento insolito. Non sembrava esserci limite alla capacità della mente umana di arrivare a conseguenze mortali.

    Sfogliò diverse immagini del filmato di sicurezza, ingrandite e migliorate digitalmente. Erano in ordine sequenziale e mostravano un uomo mascherato con stivali pesanti e vestito tutto di nero che si affacciava sul lato dell'edificio, dove una breve scalinata conduceva alla porta metallica dell'ingresso di servizio. Alcuni primi piani lo mostravano mentre armeggiava con i dispositivi elettronici del sistema di allarme prima di forzare la serratura. Un'ultima inquadratura lo identificava appena dentro l'ingresso di servizio mentre lavorava alla scatola di controllo per le telecamere di sicurezza.

    Maschio di pelle chiara, corporatura robusta, alto un metro e ottanta, destrimano, disse Daniel.

    Un buon occhio come sempre, agente Walker, disse il vicedirettore Burton.

    Sentendosi più sicuro di sé a causa di quel complimento, Daniel sfogliò altre pagine della cartella, leggermente incuriosito.

    Sia i sistemi di allarme che quelli di videosorveglianza sono al top, continuò Daniel. I cartellini orari rivelano che li ha disabilitati e ha sbloccato la porta in meno di cinque minuti. Il vostro uomo non è certo uno sprovveduto.

    Il suo uomo, agente Walker, disse il vicedirettore.

    Daniel lo guardò. Il mio uomo? Io sono specializzato in serial killer.

    Quindi non sono nei guai per aver messo la testa di uno spacciatore nel water e tirato lo sciacquone?

    Questo potrebbe essere uno di loro. Burton fece scivolare un'altra cartella lungo il tavolo. Daniel la fermò, rimosse la graffetta ed esaminò i fogli all'interno.

    L'altro ieri, una guardia di sicurezza è stata uccisa ai Chiostri a New York City. È un edificio religioso medievale importato dalla Francia.

    In realtà, quattro edifici diversi, disse Daniel distrattamente mentre sfogliava i documenti, che includevano le foto delle telecamere di sicurezza e un rapporto del NYPD. Stesso modus operandi di quello che sembrava il medesimo criminale. Aveva disattivato l'allarme e le telecamere, aveva forzato la serratura di una porta sul retro ed era entrato. La guardia era stata trovata morta con la gola tagliata accanto a una statuetta d'avorio rotta.

    Daniel tamburellava distrattamente con il pollice sul tavolo. Interessante. Un killer altamente motivato e abile che aveva obiettivi molto specifici. Non avrebbe dovuto essere troppo difficile da rintracciare. Sarebbe stato affascinante interrogarlo, però. Prese mentalmente nota di rivedere la registrazione una volta che la squadra della Ochiai avesse beccato il ragazzo.

    Pensiamo che sia lo stesso uomo, disse la Ochiai.

    Lo è, disse Daniel con un cenno del capo. Ma non è un serial killer. C'è troppa decisione e nessun trofeo. Qui dice che non è stato rubato nulla e che non ha mutilato i corpi. Inoltre, i serial killer di solito cercano persone vulnerabili. A loro non piace irrompere ed entrare in edifici sicuri. Ci vuole troppa pianificazione per la loro disordinata ricerca di emozioni. E non sembra esserci alcun aspetto rituale, come per Finger Man.

    Finger Man? chiese il vicedirettore Ochiai.

    È così che io e il mio collega, l'agente Nomellini, chiamiamo il serial killer che stiamo seguendo. Uccide giovani atleti biondi mentre escono dalle palestre, di notte. Rimuove sempre il dito medio della mano destra. Quindi lo chiamiamo Finger Man.

    Daniel studiò il capo della nuova Divisione Antichità mentre

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