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L'Istigatore: La Vendetta È Un Biglietto Di Sola Andata
L'Istigatore: La Vendetta È Un Biglietto Di Sola Andata
L'Istigatore: La Vendetta È Un Biglietto Di Sola Andata
E-book141 pagine1 ora

L'Istigatore: La Vendetta È Un Biglietto Di Sola Andata

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Info su questo ebook

Una storia dove la vendetta e le sue radici ci danno una bella lezione.

Quando una madre è portata al limite, è capace di qualsiasi cosa.
Abbiamo la storia di Yeri Mariga, un’immigrante che arriva negli Stati Uniti per prendersi cura di suo figlio di 17 anni, che è in un coma letale, a causa di una overdose di cocaina. Yeri, ha abbandonato la sua vita in Kenya, che era tornata a ricostruire dopo la partenza del marito e del figlio verso gli Stati Uniti che hanno perseguito il sogno americano, convinti dalla sua ambiziosa suocera, che ha separato la famiglia con il desiderio di vedere suo figlio in una vita prospera. Yeri, arriva lì a pezzi sapendo che l'errore commesso, di lasciare andare il suo piccolo, era forse una sua responsabilità. La morte di suo figlio, che non riesce a sopportare il coma improvviso e inaspettato, fa scattare l'impiccagione del suo ex marito, Yaro, misteriosamente si toglie la vita lasciandola totalmente confusa, desolata e che odiava con tutto il cuore sua suocera. Ma la scoperta delle conversazioni in chat è l'inizio di una spaventosa ricerca della verità, un essere spregevole che è stato il vero responsabile della morte del suo piccolo. Oltre alle confessioni d'amore di una bellissima ballerina asiatica, questi dati la riempivano di aspettative, panico e, soprattutto, il profondo desiderio di esercitare una vendetta senza scrupoli. Nel corso dei mesi, scopre un sito internet, dove incontra un travolgente uomo che l’avrebbe portata a compiere il suo desiderio di vendetta, o forse avrebbe portato ad un abisso più profondo di ciò che era. Una storia che ti prende per mano con episodi di grandi film in cui la vendetta e l'odio ne fanno parte. Scoprirete come Yeri tiene il suo nemico nel palmo della mano, e come si vendica, come trema una nazione?, forse con la vendetta?, o forse con la giustizia?, cosa ne pensi? “L’estasi, la passione di avere tra le mani la persona che ti ha fatto del male, quella sensazione di trionfo mescolato con l'odio, la malizia, l'ironia, che è il momento di magia per chi esercita vendetta.” Cordiali saluti, Il Guru della vendetta.
LinguaItaliano
EditoreTektime
Data di uscita17 gen 2019
ISBN9788893981811
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    Anteprima del libro

    L'Istigatore - Ruthy Garcia

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    L’istigatore

    La vendetta è un biglietto di sola andata

    RUTHY GARCÍA

    Titolo originale: L’induttore

    ©2018 Ruthy García

    Modificato da KACAREA

    www.kacarea.com

    kacareapromocional@gmail.com

    Copertura Ruth García

    Traduzione a cura di Marina Evangelista

    È proibita la vendita parziale o totale dell’opera senza il consenso dell’autore. È un libro inedito, originale dell’autrice Ruthy García, scrittrice indipendente.

    Ringraziamenti

    Ai miei genitori, mio marito, i miei figli; chi ha contribuito a farmi diventare la persona che sono. Per questo motivo li ringrazio per la pazienza e la disponibilità.

    A una persona che ha creduto in me, incondizionatamente. Non so se merito questa fiducia. Grazie Lusa Guerrero, sei stata fonte di stimolo e formazione per me. Ti auguro il meglio e che la tua vita possa essere piena di successi.

    Se mi tradiscono, la migliore vendetta è amare la persona che odio?

    Pierre Corneille

    Quattro caratteristiche corrispondono al giudice: ascoltare con cortesia, rispondere con saggezza, prudenza, riflettere e decidere in modo imparziale.

    Socrate

    CAPITOLO I

    Sotto processo?

    Le ricordo che la decisione che ha appena preso di autodifendersi, oltre che suicida, è del tutto inutile.

    Lo so, e... me ne assumo la totale responsabilità, sono nel pieno possesso delle mie facoltà mentali per potermi difendere da sola.

    Bene, devo dirglielo solo per cercare di dissuaderla da questa follia, come giudice di questo caso, la mia imparzialità di fronte alla scomparsa del bambino Fondeur, non dovrebbe andare oltre i miei obblighi, è necessario che glielo ricordi, è ancora in tempo per richiedere un avvocato.

    Non ho nulla da temere, mi assumo tutta la responsabilità, conosco i rischi.

    È accusata di rapimento, presunto omicidio nei confronti di un minore? Ne è sicura?, Sa, capisce, si rende conto di ciò a cui va incontro? - La donna deglutì faticosamente prima di rispondere.

    Sì, signor giudice, me ne rendo conto, lo so e... intendo andare avanti. - Il giudice la guardò dritto negli occhi, sistemò i suoi occhiali e sospirò in maniera sconsolata.

    Beh, non aggiunga altro, più tempo passa e meno ne abbiamo, è il momento di chiarire le sue motivazioni e il movente per cui agisce deliberatamente contro questo bambino; tutti nella comunità concordano sul fatto che avesse un buon rapporto con il ragazzino negli ultimi anni, periodo in cui era la compagna del padre, il qui presente, signor... Frank Fournier, padre di Mac.

    Bastò sentir pronunciare il nome del ragazzo per far perdere il controllo alla madre biologica di Mac, che era seduta in un’altra zona dell’aula, e da qualche anno aveva divorziato da Frank. La donna era stata giudicata incapace di accudire il bambino, aveva problemi mentali, e considerando che Mac era non vedente, la madre non aveva potuto ottenere la custodia del minore.

    Pazza maledetta! Dimmi, dove sta mio figlio. – pianse disperata.

    Un sorriso inquietante dell’accusata fu sufficiente per far scattare Frank.

    Dì una volta per tutte dove sta mio figlio, sono state due settimane piene di dolore – Pianse disperato.

    Piangi? è la prima volta che ti vedo piangere davvero, io… sono anni che piango, che verso fiumi di lacrime di nascosto.

    L’uomo si chiese, che cosa avesse a che fare questo con lui?

    Sei impazzita, Yeri, sei stata la mia compagna in questi anni, pensavo di conoscerti, ma mi rendo conto di non averti mai conosciuta davvero, mai. Non ho mai capito chi fossi veramente, ho paura, molta, ho vissuto con una donna malata, matta da legare, ed ho dormito con lei ogni notte, sono amareggiato e distrutto, divento pazzo se non mi dici cosa ti ha portato a fare del male a mio figlio.

    E lo saprai, certo che lo saprai, ma come e quando lo dirò io, non sei nella posizione di negoziare e dettare condizioni, sei, sei un... incapace e soprattutto un accusatore ambiguo.

    Chiudi la bocca, stronzetta incosciente - Frank era pieno di rabbia.

    Bene, d’accordo, a bocca chiusa, dirò poco rispetto a dove si trova tuo figlio, o meglio, di ciò che resta di lui.

    Quelle parole riempirono l’aula di paura, il padre impallidì, il suo avvocato gli si avvicinò toccandogli la spalla, ammutolito dinanzi quelle parole e con i pugni serrati, si accasciò sulla sedia; ascoltava vagamente il suono dello sbigottimento di tutti i presenti, la sua mente tornò indietro, a poche ore prima, quando era giunto in tribunale, facendosi largo tra i suoi vicini ammassati sulla porta, con cartelli che dicevano: pagherai per questo, pagherai per questo... Per un momento si sentì sollevato, ma la confessione racchiusa in quella frase, ciò che resta di lui, quello fu atroce, orribile e decisivo.

    - Si sente bene, signor Fondeur? - L’uomo reagì solo dopo la terza domanda dell’avvocato.

    In mezzo a quel chiacchiericcio, una guardia si avvicinò alla giudice e le consegnò una busta sigillata. La giudice lesse quanto scritto sulla parte anteriore: Prove. La aprì. L’accusata la guardò. La discussione tra i presenti diede a entrambe le donne l’opportunità di guardarsi fisso negli occhi. La giudice lesse e l’accusata rimase in silenzio. La magistrata trovò foto, alcune lettere, una di esse sigillata con più di trentacinque firme. Quello che vide fu sorprendente. Rimase senza parole, ma non poté che rimanere in silenzio, rimettere tutta la pratica nella busta e aspettare che ci fosse ordine in aula.

    Silenzio in aula. – il martelletto della giudice batté in modo imponente e fece tornare in sé l’uomo. - Una pausa di venti minuti. Speriamo sia tutto chiarito, la Corte si aggiorna. Spero, Sig.ra Yesi Polman, che abbia risposte precise per tutti noi. Quest’udienza è stata rinviata diverse volte per alcune sue assurde esigenze. Spero ne sia valsa la pena.

    La varrà, lo vedrà.

    I secondini Sander e Fátima si avvicinarono all’accusata che fu riportata in cella durante la pausa. Questa si alzò. La sua carnagione bruna si confondeva con il colore mogano della mobilia di quel tribunale.

    I capelli raccolti e le occhiaie evidenziarono la sua stanchezza.

    Qualcuno tra i presenti la fissava. Era seduto nella parte posteriore. Lei camminava lentamente. Il suo corpo esile era facile da spostare per i secondini. Le manette che aveva ai polsi brillavano,

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