Luuuuuuuu... portamiallospedale
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Info su questo ebook
Luuuuuuuu... portamiallospedale racconta con semplicità e sorprendente genuinità una storia che trasuda “amore” con tutte le sue conseguenze, tristezza, gioia, ironia, malinconia, depressione, euforia, salute e malattia... che leggerete tutta d’un fiato, con un trasporto di sentimenti talmente immediati e profondi che vi rimarranno a lungo nell'anima.
Questo libro era già stato stampato in poche copie nel 2006 a spese dell'autore per farne dono ad amici, colleghi e conoscenti. Visto l’enorme successo riscontrato e le continue richieste di copie attraverso il passaparola, viene ora ristampato e proposto al grande pubblico.
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Anteprima del libro
Luuuuuuuu... portamiallospedale - Giovanni Di Maira
Schema di lettura
SchemaLettura.JPGRINGRAZIAMENTI
Un ringraziamento speciale va ai miei colleghi G. Parodi per essersi prestato a realizzare, dipingendola, la copertina per la prima edizione di questo libro, e A. Orsi per avermi aiutato, pazientemente, nella creazione del file.
Ricordo con gratitudine il mio amico V. Palazzese per avermi incoraggiato, nei momenti difficili, a far sì che riuscissi a portare a termine questo racconto e con simpatia le persone che, per mezzo delle loro capacità e della grande disponibilità sono riuscite a rendere queste mie pagine leggibili: grazie, ancora grazie, alle prime correttrici di bozze, C. Palmero e L. Fenu.
Do not throw anything out on the window
Ne jetez pas aucun object par la fenetre
Questo è il racconto degli ultimi cinque anni della mia vita. Fatti, luoghi e personaggi sono reali. Solo Lucia, mia moglie, per sopportare uno come me per così tanto tempo, deve possedere indubbiamente qualcosa di fantastico.
Se qualcuno desiderasse contattarmi, la mia e-mail è:
giannidimaira@libero.it
Prologo
È ormai luogo comune dire che il raggiungimento del 40° anno di età sia una tappa importante, se non fondamentale, nella vita di un uomo.
Non posso certo rispondere per gli altri, ma per il sottoscritto lo è stato sicuramente.
Sono tifoso della Sampdoria, era il 5 novembre e alle ore 21 allo stadio L. Ferraris di Genova si giocava il derby della lanterna; guarda caso quel giorno compivo 40 anni.
Mi sarei aspettato, come regalo, il biglietto per assistere all’evento, ma mi avrebbe fatto ugualmente piacere poterlo seguire in salotto, davanti alla tv, in compagnia di mio figlio e di qualcosa di commestibile da sgranocchiare e bere, invece non fu così.
Mia moglie ebbe la fantastica idea di farmi una sorpresa, comprò una bellissima torta e invitò tutti i parenti a cena.
Non se ne andarono che intorno alle 23.
Conclusione, non fui festeggiato come avrei voluto, la serata si trasformò in una specie di riunione di famiglia, non vidi la partita e, cosa più grave, la mia squadra perse il derby.
Non potevo certo rendermi conto in quel momento che, se la vita cominciava a 40 anni, la mia cominciò decisamente male.
E ora vi racconterò perché.
1
Il dente
Antonio, mio cognato, nato a Matera 38 anni fa, 165 centimetri di altezza, robusto, sposato con la sorella di mia moglie, Anna, ha due figlie bellissime e lavora come dipendente presso una grande ditta che si occupa di edilizia.
È molto capace e, quando capita, eseguiamo piccoli lavori di ristrutturazione che ci consentono, a fine mese, di poter arrotondare lo stipendio.
A metà novembre un nostro amico, Pasquale, chiese ad Antonio se poteva imbiancare un appartamento che, lui stesso, aveva preso in affitto a Vado Ligure.
Accettò, ma visto che a lui mancava il tempo, chiese a me di fare il lavoro.
Mi chiamo Gianni, lavoro come tecnico di laboratorio in un ospedale di Genova e aiuto Antonio in questi lavori extra da sempre, così accettai senza esitare, in quel periodo, molto più che in altre occasioni, ero sommerso dalle spese.
Dopo circa una settimana, durante la realizzazione del lavoro, venni a sapere che l’appartamento in questione non era stato preso in affitto dal nostro amico Pasquale, bensì da alcune persone, sue conoscenti, provenienti dal sud Italia allo scopo di costituire una società che successivamente avrebbe dovuto gestire alcuni bar nella riviera ligure di ponente.
Anche io sono di origine meridionale, siciliano, ma sarà per il fatto che sono nato e vivo a Genova da sempre, sarà perché quei tizi (molto più probabile) io li ho visti di persona, al contrario di voi che state leggendo, questa notizia non mi lasciò affatto tranquillo.
Passavo in quell’appartamento più di dieci ore al giorno e una mattina, mentre cercavo di costruire una prolunga elettrica, non riuscendo a trovare le forbici per spellare i fili, decisi di farlo con i denti.
Risultato, persi un canino, non feci la prolunga e non ebbi il coraggio di guardarmi allo specchio fino a sera.
Beh già, gli invidiosi dicono che non sono bello come Brad Pitt, ma senza un dente davanti mi resi conto
immediatamente di assomigliare più a quell’attore comico, quello degli anni Settanta, quello che prendeva sempre gli schiaffi, sì proprio quello dei Brutos.
Nei giorni successivi, ogni qualvolta in famiglia nasceva una discussione, per farla cessare immediatamente, spalancavo la bocca e nessuno riusciva più a trattenere le risate, facevo veramente schifo.
Più o meno una settimana dopo il lavoro era terminato. non era un’opera d’arte sicuramente, ma tutto era bianco, pulito, come avevano richiesto i nuovi inquilini, i quali, contrariamente alle mie aspettative, appena lo videro non furono altrettanto entusiasti, lamentandosi che avrei dovuto verniciare anche le finestre, che le porte le avrebbero volute di un altro colore, ecc...
Insomma, non volevano pagarmi, e dei mille euro che avrei dovuto guadagnare, presi
l’acconto, trecento euro e un appuntamento dal dentista che, grazie all’amicizia che ci legava da tempo, con solo
duecentocinquanta euro mi riattaccò il dente ma... se avessi insistito avrei potuto prendere anche una scarica di botte, da quei signori napoletani i quali si erano rivelati proprio dei veri gentiluomini, né più né meno di come mi fossi aspettato.
Circa un paio di mesi dopo, era forse un giorno di gennaio, non mi sentivo fisicamente al massimo della forma e man mano che passavano le ore la situazione non migliorava affatto, anzi la febbre cominciava a salire con tremori freddi e con successiva sudorazione, insomma tutto faceva pensare a una bella influenza e invece...
Mia figlia, Althea, mi aveva fatto un bel regalo che lei stessa aveva ricevuto qualche giorno prima da sua cugina.
Mi regalò la rosolia, ma non in forma lieve, anzi, 40 di febbre pieno di pustole, 10 giorni di antibiotici e, cosa più grave, rimasi afono per più di un mese.
Quest’ultima cosa sembrerà una sciocchezza, ma l’unico hobby che pratico è il canto e a sentire la gente sono molto bravo e canto sempre, a casa, in macchina, sotto la doccia, insomma, ovunque capita.
Ho partecipato anche a molti concorsi piazzandomi benissimo, ma senza mai grandi ambizioni, anche se ancora oggi, con alcuni colleghi di lavoro organizziamo spettacoli che hanno il solo scopo di raccogliere fondi che poi vengono donati in beneficenza ad associazioni ONLUS.
Arrivai a pensare di non poter cantare mai più.
Per molto tempo assomigliai più a Raffaello Tonon, il vincitore di un’edizione della Fattoria, uno dei mille reality che periodicamente vengono trasmessi dalle televisioni, che non a quel fior fior di ugola d’oro che sono sempre stato e invece, dopo quasi un mese e una pesante cura a base di cortisone, come per miracolo, tutto tornò alla normalità.
Mia madre mi aveva sempre detto che le malattie esantematiche le avevo fatte tutte, quindi non avrei mai pensato che si potesse sbagliare.
Un po’ di tempo dopo però, mi ricordai che all’età di 23 anni, quando presi la varicella, disse la stessa identica cosa: Giuvannù
che era un vezzeggiativo siciliano, non può essere la varicella, l’hai già fatta
.
Da quel preciso momento iniziai a insospettirmi e decisi che appena ne avessi avuto l’occasione, mi sarei recato a effettuare le analisi per capire se fossi immune almeno dalla parotite, prima di infettarmi e rischiare di rimanere sterile, anche se ho già dato, a 40 anni.
2
Shultz
Con l’arrivo della primavera si avverte un aumento esponenziale di persone che hanno bisogno di dare una sistemata al proprio appartamento e così successe che mi trovai di nuovo, questa volta insieme ad Antonio, a tinteggiare completamente l’appartamento di una villa a Sori.
In quell’occasione però, i proprietari erano persone serie e oneste, e avevamo stabilito molto dettagliatamente a priori il preventivo che stabiliva come dovevano essere eseguiti i lavori.
L’appartamento in questione era abitato e questo non facilitava la ristrutturazione, inoltre era molto grande, più di 160 metri quadri e alto più di 4 metri, sembrava una villa dentro una villa.
Avremmo dovuto, oltre a ciò, carteggiare