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Concorsi pubblici. Dietista: Materie di esame
Concorsi pubblici. Dietista: Materie di esame
Concorsi pubblici. Dietista: Materie di esame
E-book303 pagine2 ore

Concorsi pubblici. Dietista: Materie di esame

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Info su questo ebook

Ebook di sintesi dei principali argomenti di dietetica per la preparazione ai concorsi pubblici per dietista, evidence-based e aggiornati alle più recenti linee guida Europee e Nazionali (prima revisione - Agosto 2022). l'Ebook è organizzato in 52 capitoli, ciascuno dei quali riporta alla fine la bibliografia di riferimento. E' corredato di indice degli argomenti con pagina di riferimento e di una premessa con qualche consiglio per prepararsi al meglio in vista dei concorsi. Inoltre, per esercitarsi è possibile acquistare separatamente (o anche singolarmente) un Ebook che raccoglie prove di concorso per dietista (scritte, pratiche e orali) realizzate negli ultimi anni.
LinguaItaliano
Data di uscita16 set 2022
ISBN9791221429329
Concorsi pubblici. Dietista: Materie di esame

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    Anteprima del libro

    Concorsi pubblici. Dietista - Concorsi Dietista

    Figura professionale del dietista – normative di riferimento

    1. D. Lgs 502/92: riordino della disciplina in materia sanitaria. In attuazione di questo decreto, sono stati emanati i profili delle professioni sanitarie (tra cui quella del dietista) tra il 1994 e il 1999

    2. DM 744/94: definisce il profilo professionale del dietista – professionista sanitario competente per tutte le attività finalizzate alla corretta applicazione dell’alimentazione e della nutrizione, ivi compresi gli aspetti educativi e di collaborazione all’attuazione delle politiche alimentari.

    a. Ambiti di competenza:

    i. Organizza e coordina le attività specifiche relative all’alimentazione in generale e alla dietetica in particolare

    ii. Collabora con gli organi preposti alla tutela dell’aspetto igienico sanitario del servizio di alimentazione

    iii. Elabora, formula ed attua le diete prescritte dal medico e ne controlla l’accettabilità da parte del paziente

    iv. Collabora con altre figure al trattamento multidisciplinare dei DCA

    v. Studia ed elabora la composizione di razioni alimentari atte a soddisfare i bisogni nutrizionali di gruppi di popolazione e pianifica l’organizzazione dei servizi di alimentazione di comunità di sani e di malati

    vi. Svolge attività didattico-educativa e di informazione finalizzate alla diffusione di principi di alimentazione corretta tale da consentire il recupero e il mantenimento di un buono stato di salite del singolo, di collettività e di gruppi di popolazione

    1. Svolge la propria attività professionale in ambito pubblico o privato

    3. Legge 26/02/1999, n.42: disposizioni in materia di professioni sanitarie.

    Definisce il campo proprio di attività e di responsabilità delle professioni sanitarie, tra le quali quella del dietista, fondandolo su:

    a. Profilo professionale

    b. Formazione base e post base c. Codice deontologico

    4. Legge 10/08/2000, n 251: Disciplina delle professioni sanitarie infermieristiche, tecniche, ella riabilitazione, della prevenzione nonché della professione ostetrica.

    Sancisce la responsabilità del dietista e la sua autonomia professionale (e di tutte le professioni sanitarie)

    5. DPR 27/03/2001, n 220: consente solo al dietista l’accesso al SSN per l’erogazione di tutte le attività di carattere nutrizionale previste dal profilo

    a. Il biologo può accedere al SSN unicamente ai dipartimenti di prevenzione ed in particolar modo ai SIAN (DPR 483 e 484 del 1997)

    6. Legge 24/2017: Il dietista è responsabile delle prestazioni attuate in piena autonomia e ne risponde civilmente e penalmente oltre che in ambito disciplinare.

    Bibliografia:

    https://www.tsrm.org/wp-content/uploads/2021/06/Parere-competenze-professionali-del-Dietista.pdf

    Definizione e terminologia nutrizione clinica

    1. Nutrizione clinica

    a. Malnutrizione (nutrizione per difetto): mancanza di introito o assorbimento alimentare che comporta alterazione della composizione corporea (< massa magra) e massa cellulare, che a loro volta comportano compromissione della funzionalità fisica e mentale e prognosi clinica alterata. Aumenta il rischio di complicanze, di ospedalizzazione, durata della degenza e riduce la qualità di vita.

    i. Correlata a patologia

    1. Con stato infiammatorio: la riposta infiammatoria alla patologia comporta riduzione dell’introito alimentare, perdita di peso e catabolismo muscolare

    a. Acuta – TI, trauma grave, ustioni, chirurgia maggiore: in questi pazienti si deve iniziare il trattamento nutrizionale indipendentemente dallo stato nutrizionale il prima possibile, perché sono soggetti a una rapida deplezione delle riserve energetiche dovuta a risposta infiammatoria elevata (citochine), aumento catecolamine e corticosteroidi, resistenza insulinica, allettamento, ridotto introito alimentare.

    b. Cronica (cachessia) – cancro, BPCO, MICI, IRC: sindrome metabolica complessa correlata a risposta infiammatoria moderata (PCR > 40 mg/L). È caratterizzata da perdita di peso, dovuta a perdita di massa e funzionalità muscolare con o senza perdita di massa grassa. La cachessia può evolvere in vari stadi (pre-cachessia, cachessia, cachessia refrattaria → vedi cancro): i pazienti con pre-cachessia sono a rischio di malnutrizione.

    2. senza stato infiammatorio: la malnutrizione può essere dovuta a disfagia (patologie neurologiche), patologie psichiatriche (anoressia nervosa, depressione) o a malassorbimento (resezione intestinale).

    ii. Non correlata a patologia: dovuta a fattori economici e sociali, sciopero della fame…

    b. Sarcopenia: perdita progressiva e generalizzata della forza, massa e funzionalità muscolare. Può essere dovuta all’invecchiamento, alla fragilità oppure a patologia, sedentarietà o deficit proteico (vedi capitolo su sarcopenia).

    i. Obesità sarcopenica: può presentarsi in soggetti obesi anziani, diabetici, oncologici o con BPCO. Può essere dovuta a processi infiammatori e/o inattività. Per valutare la composizione corporea è indicato l’utilizzo della DXA.

    c. Fragilità: stato generale di vulnerabilità allo stress (traumi, patologie) e decadimento generale dell’organismo che comporta disabilità e dipendenza dagli altri. È correlata principalmente all’invecchiamento (oltre che a sarcopenia, anoressia, cause economiche, psicologiche e sociali) ma modificabile con interventi sullo stile di vita.

    d. Alimentazione per eccesso

    i. Sovrappeso e obesità: accumulo eccessivo di grasso con conseguenze negative sulla salute. (vedi capitolo obesità)

    1. Obesità sarcopenica (vedi sopra)

    2. Obesità centrale: l’accumulo di grasso viscerale è associato ad aumentato rischio metabolico e cardiovascolare (resistenza insulinica, diabete 2, dislipidemia, ipertensione). Viene definito in base alla circonferenza addominale:

    a. Medio rischio: CAA 94 cm (uomini), 80 cm (donne)

    b. Alto rischio: CAA 102 cm (uomini), 88 cm (donne)

    e. Squilibri di micronutrienti:

    i. Deficit: si verifica quando non si coprono i fabbisogni (riduzione introito alimentare, malassorbimento, aumento di perdite e/o fabbisogni)

    ii. Eccesso: può risultare da prescrizione medica (integratori, farmaci) non corretta

    f. Sindrome da refeeding: Vedi il capitolo su nutrizione artificiale e integrazione - complicanze per dettagli su prevenzione.

    2. Nutrition Care Process: vedi capitolo dedicato per dettagli

    a. Screening malnutrizione: con test validati, entro le 24-48h dall’ammissione e poi una volta a settimana (NRS, MUST, MNA, MST). Vedi allegati

    i. Pre-cachessia: perdita di peso <5%, anoressia e squilibri metabolici (PCR)

    ii. Sarcopenia: dai 65 anni. Vedi EWGSOP

    b. Valutazione nutrizionale: informazioni su peso, altezza, BMI, composizione corporea, analisi biochimiche e fisiche, storia nutrizionale/medica/sociale/psicologica

    c. Diagnosi nutrizionale: deve poter essere risolta con l’intervento dietetico.

    d. Piano nutrizionale: definire fabbisogni, obiettivi, via di somministrazione, durata terapia, monitoraggio e dimissione.

    e. Tipologia di intervento nutrizionale: counselling, educazione alimentare, prevenzione ….

    f. Intervento nutrizionale: descrizione di come si intende trattare la diagnosi nutrizionale (dieta, alimenti fortificati, ONS…)

    g. Monitoraggio

    i. Introito alimentare: diario, valutazione scarti….

    ii. Composizione corporea e peso: BIA, DXA, tomografia, risonanza magnetica…

    iii. Indici biochimici:

    1. Albumina e prealbumina: le variazioni di albumina e pre-albumina riflettono i livelli infiammatori e di catabolismo piuttosto che lo stato nutrizionale. Perciò, l’intervento nutrizionale va deciso in base all’evidenza di beneficio piuttosto che sulla base di marker nutrizionali (es: nel paziente oncologico la malnutrizione aumenta la tossicità ai trattamenti).

    2. PCR: suggerita per monitoraggio stato infiammatorio.Normale: 5-6 mg/dl; Elevata: 500-1000 mg/dl

    iv. Funzionalità fisica: dinamometro, velocità di marcia, test alzata dalla sedia, SPPB

    v. Qualità di vita: test validato EQ-5D

    h. Documentazione: cartelle cliniche

    3. Forme di trattamento nutrizionale

    a. Ambiente di consumo pasti: deve mettere a proprio agio il paziente ed essere confortevole per promuovere il consumo di alimenti

    i. Pasti assistiti: vedi DCA

    b. Diete

    i. Dietetico ospedaliero: vedi capitolo dedicato

    ii. Dieta per patologia

    1. Alimenti specificatamente formulati per patologia: celiachia, IRC…

    2. Alimenti fortificati: alimenti con aggiunta di macro e/o micronutrienti

    a. Alimenti funzionali: alimenti fortificati che hanno l’intento di apportare effetti benefici specifici.

    3. Integratori alimentari: fonti concentrate di nutrienti o altre sostanze con effetto nutrizionale. Possono essere in varie formule (capsule, polveri, liquidi…) studiati per essere presi in piccole quantità.

    4. Alimenti e bevande a consistenza modificata: dieta morbida o cremosa

    c. Terapia medico-nutrizionale e prodotti per la terapia medico-nutrizionale: vedi capitolo NE.

    Bibliografia

    Cederholm, Tommy, et al. ESPEN guidelines on definitions and terminology of clinical nutrition. Clinical nutrition 36.1 (2017): 49-64.

    Slides SINPE SIFO: http://www.sifoweb.it/images/pdf/attivita/attivitascientifica/aree_scientifiche/nutrizione_clinica/nutrizione_artificiale_SINPE.pdf

    Nutritional Care Process and Model

    1. Nutrition Care Model (NCM): Rappresentazione grafica degli step del Nutrition Care Process (NCP) e dei fattori interni ed esterni che hanno un impatto sull’applicazione dell’NCP. Si applica sia a singoli pazienti che a gruppi di popolazione.

    a. Rapporto paziente/dietista componente centrale del NCM

    b. Fattori esterni:

    i. Test di screening, esami clinici

    ii. Relativi al dietista: Abilità e capacità, applicazione dell’evidenza scientifica, eticità, conoscenza.

    iii. Ambientali: sistema sanitario, fattori socioeconomici e ambientali che hanno un impatto sul beneficio per i pazienti dei servizi nutrizionali.

    c. Nutrition Care Process (NCP): approccio sistematico e standardizzato pensato per guidare il dietista nel fornire un trattamento nutrizionale di alto livello ed efficiente. Esso consta di 4 step distinti ma correlati tra loro, come rappresentato nel Nutrition Care Model (vedi figura in allegato):

    i. Valutazione nutrizionale: raccolta, classificazione e sintesi di dati rilevanti per identificare i problemi nutrizionali e le loro cause. Questo step include anche le rivalutazioni nutrizionali

    1. Storia nutrizionale: introiti alimentari, somministrazione di nutrienti, medicine, credenze alimentari, disponibilità alimentare, attività fisica, qualità di vita

    2. Misure antropometriche: altezza, peso, BMI, velocità di crescita, storia del peso

    3. Dati biochimici, test clinici e procedure: dati di laboratorio (es. elettroliti, glicemia…) e test (metabolismo basale, DXA, BIA…)

    4. Dati fisici nutrizionali: aspetto della massa muscolare e grassa, appetito ecc

    5. Storia del paziente: storia clinica del paziente e familiare, trattamenti medici passati ecc

    ii. Diagnosi nutrizionale: identificazione e denominazione dei problemi nutrizionali. È diverso dalla diagnosi medica e deve essere risolto con l’intervento nutrizionale (es: eccessivo introito di carboidrati i diabete gestazionale). Si comunica tramite la PES:

    1. Problema: descrizione dell’alterazione dello stato nutrizionale

    2. Eziologia: cause e fattori di rischio che contribuiscono al problema. Si collega al problema con la dicitura relativo a

    3. Segni e sintomi: dati o indicatori usati per determinare la diagnosi nutrizionale. Si collega all’eziologia con la dicitura come evidenziato da

    a. Esempio: Malnutrizione moderata relativa ad introiti alimentari <50% dei fabbisogni e a stato infiammatorio/catabolico in atto come evidenziato da BMI < 20, perdita di peso >5% negli ultimi 6 mesi, PCR elevata.

    iii. Intervento nutrizionale: azioni pianificate con l’obiettivo di risolvere o migliorare la diagnosi nutrizionale identificata o di cambiare un comportamento, fattore di rischio, condizione ambientale o aspetto dello stato di salute. L’intervento nutrizionale è selezionato e personalizzato sulla base dei bisogni del paziente, può essere di diverse tipologie (anche più di una contemporaneamente): educazione alimentare, counseling alimentare, azione nutrizionale per popolazione, tipologia di somministrazione di alimenti/nutrienti (es. ONS, NA), coordinamento del trattamento nutrizionale con altri professionisti sanitari.

    iv. Monitoraggio nutrizionale: valutare se l’intervento nutrizionale è stato efficace nel risolvere la diagnosi nutrizionale. Si valuta in base a:

    1. Storia dei risultati nutrizionali: introiti alimentari, somministrazione di nutrienti, medicine, credenze alimentari, disponibilità alimentare, attività fisica, qualità di vita

    2. Variazioni dei dati antropometrici: altezza, peso, BMI, velocità di crescita, storia del peso

    3. Variazioni dei dati biochimici, test clinici e procedure: dati di laboratorio (es. elettroliti, glicemia…) e test (metabolismo basale, DXA, BIA…)

    4. Variazioni dei dati fisici nutrizionali: aspetto della massa muscolare e grassa, appetito ecc

    2. eNCPT (Terminologia elettronica del nutrition care process): lista di terminologie specifiche organizzate per ciascuno step dell’NCP da utilizzare durante tutto il processo di trattamento nutrizionale. Disponibile per gli iscritti, a pagamento, sul sito ncpro.org.

    Bibliografia:

    https://www.andeal.org/ncp

    https://www.ncpro.org/nutrition-care-process

    https://www.eatrightpro.org/practice/quality-management/nutrition-care-process

    GLIM – Consensus globale sui criteri diagnostici per la malnutrizione negli adulti in setting clinici

    1. Screening malnutrizione: usare test di screening validati. Se a rischio di malnutrizione

    2. Valutazione diagnostica

    a. Valori limite per definire < massa muscolare:

    Qualora non sia possibile valutare la massa muscolare tramite DXA, BIA, tomografia o risonanza magnetica, si possono usare le circonferenze muscolari (braccio o polpaccio). È possibile aggiungere il dinamometro come misura di supporto (forza muscolare).

    3. Diagnosi di malnutrizione: è necessaria la presenza di almeno 1 criterio fenotipico e di 1 eziologico.

    4. Grado di severità di malnutrizione: per definire il grado di severità di malnutrizione, deve essere presente 1 criterio di stadio 1 o 2.

    Bibliografia

    Cederholm, Tommy, et al. GLIM criteria for the diagnosis of malnutrition–a consensus report from the global clinical nutrition community. Journal of cachexia, sarcopenia and muscle 10.1 (2019): 207-217.

    Test di screening

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