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Un amore inaspettato
Un amore inaspettato
Un amore inaspettato
E-book183 pagine2 ore

Un amore inaspettato

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Info su questo ebook

La mia vita è andata in frantumi quando ho incontrato il mio degno avversario.

Mi vanto di avere il controllo su ogni cosa. Sempre. Il mio unico punto debole? Le sfide pericolose.
Dopo aver perso la macchina contro il nuovo pilota della città, Sebastian mi offre la possibilità di riprendermela. Ecco le condizioni: due ore insieme, in cui lui potrà fare tutto quello che vuole. Non saranno consentite parole di sicurezza.
Sebbene sappia benissimo che potrebbe rivelarsi il più grande errore della mia vita, accetto. E quando lui mi bacia, raggiungo tutti i miei cazzo di limiti.

Un unicorno si può incontrare una sola volta nella vita.

Raffael è puro ghiaccio nordico. Controllato. Determinato. E dannatamente bellissimo.
Vincere la sua macchina è stato un colpo di fortuna. Conquistare il suo cuore, con lui che ha così paura della verità, si rivela invece la sfida più difficile che abbia mai affrontato.

ESTRATTO:
Ha le dita ancora attorno ai miei polsi per tenerli fermi, anche se ovviamente non riesco comunque a muoverli. Il suo calore mi penetra fin dentro la pelle. “Qual è la tua parola di sicurezza?” fa con voce roca, fissandomi con un’occhiata profonda.
Merda! Rido. “Non sono affari tuoi. Ora, liberami.”

ATTENZIONE: Questa storia d’amore tra ragazzi è più molto più romantica di quanto ci si possa aspettare, ma non è adatta ai minori di 18 anni. La trama principale è di impronta gay, ma occasionalmente sono presenti anche delle scene di sesso etero.
Perdonatemi per il cliffhanger!

Serie completa:
Un amore inaspettato
Un cuore in pericolo
Una notte per cambiare

LinguaItaliano
Data di uscita20 apr 2023
ISBN9798215451625
Un amore inaspettato
Autore

Anna Katmore

“I’m writing stories because I can’t breathe without.”At six years old, Anna Katmore told everyone she wanted to be an author after she discovered her mother's typewriter on a rainy afternoon. She could just see herself typing away on that magical thing for the rest of her life.In 2012, she finished her first young adult romance “Play With Me” and decided to take the leap into self-publishing. When the book hit #1 on Amazon’s bestseller lists within the first week after publication, Anna knew it was the best decision she could have made.Today, she lives in an enchanted world of her own, where she combines storytelling with teaching, and she never tires of bringing a little bit of magic into the lives of her beloved readers, too.Anna’s favorite quote and something she lives by:If your dreams don't scare you, they aren't big enough.

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    Anteprima del libro

    Un amore inaspettato - Anna Katmore

    Raffael

    Niente mi fa andare più in trip di qualcuno che dice, «Ti sfido».

    La mia scusa? Non ne ho. Ho un debole per le competizioni esaltanti. Un giorno saranno di sicuro la mia rovina. Quella di stasera mi costa solo l’integrità, grazie a Dio. E forse anche qualcosina in più, ma questo resta da vedere.

    Ho il sedere incollato al sedile di questa orribile carretta marrone arrugginita, che mentre guidavo fin qui è quasi morta per un cancro al tubo di scappamento. Per tutta Londra, dal retro della Ford del 1981 si è levato un fumo nero come la pece, come se da quel tubo poroso stesse cercando di fuoriuscire un genio. Purtroppo le esalazioni fanno ben poco per schermarmi dagli sguardi di biasimo della comunità delle corse, quando sfreccio tra la cinquantina di auto serigrafate venute per mettersi in mostra e magari gareggiare per qualche spicciolo. Niente male come venerdì sera.

    Spengo il motore ed esco dalla macchina, appoggiandomi allo sportello. Sento vibrare nel corpo i beat della musica dubstep che rimbombano a tutto volume da ogni angolo di questo parcheggio sul retro di un supermercato chiuso di Enfield. Qui tutto pulsa, non solo le due signorine che sculettano nella mia direzione. Felix, seduto sul cofano di una fichissima auto color grigio carbone che non gli si addice per nulla, osserva le gemelle in pantaloncini, top a fascia e stivali fino al ginocchio. Mi sorride. So cosa sta pensando. Potrebbero essere loro a salvarmi. Ma dal modo in cui mi guardano dall’alto in basso trattenendo il sorriso, capisco che non si avvicineranno mai a me finché andrò in giro con il cesso di auto che mi è toccato guidare per questa settimana. E che guiderò per parecchio altro tempo ancora, se non rimedio un bacio prima di mezzanotte da una delle tante conigliette qui presenti.

    Non che questo di solito per me rappresenti una grossa difficoltà. Alle ragazze piacciono i miei nordici capelli biondi, rasati ai lati e lunghi sopra. Mi cadono sempre davanti agli occhi quando le scruto con fare dominante, per divorarle con lo sguardo. Ma avvicinarsi a una di queste superbe piccioncine vincolato a un mucchio di rottami di metallo e in un contesto dove l’auto più economica costa pur sempre più di cinquantamila dollari è un’impresa. Impresa che potrei aver sottovalutato. Accidenti a Felix per avermici fatto cascare così facilmente con la promessa di un’aerografia omaggio sulla macchina. Ma in questo lui è un vero artista e il disegno che voglio lo impegnerà per giorni.

    Oltretutto la prospettiva di scoparmi Tanja nella mia stanza dei giochi era troppo allettante per rifiutare l’offerta. Tanja, nella sua mini nera, si abbina alla scintillante Corvette molto meglio di Felix. Doppia scommessa con i miei due migliori amici — che sarà di sicuro la mia morte.

    Mi sono fatto Tanja in più di un’occasione. La sventola magra e dai capelli d’ebano ama il sesso fetish quanto me, e sin da quando l’ho introdotta al mondo della schiavitù e della disciplina, tre anni fa, ho capito subito che nessun’altra sarebbe mai riuscita a soddisfare al meglio i miei bisogni.

    È quasi un peccato che non ci siamo accordati sulla questione del mettersi insieme, quando è uscito fuori l’argomento. Lei ha sempre voluto l’intero pacchetto. Coccole e via dicendo. Non il bondage e le punizioni. Cioè, non solo. Sfortunatamente non sono un tipo da effusioni, né di sicuro il ragazzo giusto per lei. Felix in quel settore farebbe molto meglio. Lui adora trattenerla fino a colazione dopo che hanno dormito insieme, ma non gli piace il sesso spinto. Un vero peccato per Tanja. Ma nel complesso ciò ci rende una combriccola di amici perfetta — con delle scopate occasionali con degli sconosciuti di tanto in tanto.

    «Vuoi che chiami qualcuna delle mie amiche per liberarti del bacio, Björnsson?» mi prende in giro Tanja col suo sorriso da megawatt. Oh, questo le procurerà una sculacciata extra, e non di quelle gentili — perlomeno se riesco a farla mia di diritto per il prossimo fine settimana.

    «Non mi serve la tua pietà, dolcezza» le dico con un sorriso sghembo di rimando. «Nemmeno io l’avrò per te».

    Ride, ma percepisco che è elettrizzata fino al midollo al pensiero di ciò che le farò. Glielo leggo nei luccicanti occhi castani. Felix mi rivolge un’occhiataccia scherzosa e le appende il braccio intorno al collo, con il giacchetto di pelle nera che gli si solleva. «Non farle troppo male. O rifiuterà il mio cazzo per giorni, se sarai troppo rude».

    «Rude è il mio secondo nome» ribatto agitando le sopracciglia. Ed è vero, in più di un senso.

    Una Honda bianca dall’assetto basso ci supera e scivola nel posto vacante dietro alla mia attuale macchina, facendomi distogliere lo sguardo dalla ragazza che ho intenzione di legare per poi farmi. È l’unico buco libero rimasto o altrimenti il guidatore avrebbe cercato un parcheggio molto, molto lontano da questo secchio arrugginito, che sfoggia peraltro un annaffiatoio di latta sul tettuccio. Felix è un sadico. In realtà in una stanza dei giochi se la caverebbe alla grande.

    Il tizio che esce dalla Honda sfodera un sorrisino del cazzo e si gira al contrario il cappellino da baseball nero che indossa. La fettuccia tra il tessuto e la fascia regolabile gli cattura alcune ciocche di capelli scuri, facendogliele ricadere sulla fronte. Non ho mai visto né lui né la sua auto in nessuna di queste gare illegali su strada, ma se sa guidare al pari di quanto è fica la sua macchina, è sicuramente arrivato nel posto giusto. Se sai come gestire un’auto sportiva, è facile farci un po’ di soldi in una sola serata. Qui però la maggior parte dei ragazzi si impegna più che altro a truccare le macchine anziché affinare le proprie capacità di guida. In effetti è scioccante quanto spesso si sopravvalutino.

    Io ho un appartamento a Mayfair, centottanta metri quadrati su due livelli, proprio sotto il tetto del nono e ultimo piano. A essere onesti metà dei soldi sono arrivati da un’eredità, dopo la morte della mia nonna islandese. Mi ha lasciato un terreno che avrei potuto vendere una volta cominciati gli studi di architettura. Ma il resto proviene dalle gare illegali che ho tenuto in tutta Londra. Sono bravo in quello che faccio. Sia nella stanza dei giochi che sulla strada.

    Il tizio con il berretto supera il mio cofano, senza degnare me né questo vecchio catorcio di una seconda occhiata. Non che me l’aspettassi, in ogni caso. Punta dritto alla Corvette e le fa un giro intorno con uno scintillio avido negli occhi, lo sguardo fisso sulle rifiniture impeccabili dell’auto, i cerchi da ventuno pollici e la targa con la scritta: RUDE. Finita l’ispezione, l’uomo si ferma di fronte a Felix con le mani in tasca e guarda il mio migliore amico con gli occhi socchiusi. «Sei tu Raffael?» domanda con l’accento cupo della costa meridionale.

    Oh. Ora sì che la cosa si fa interessante. Mi raddrizzo appoggiandomi alla macchina arrugginita e incrocio le braccia sulla maglietta bianca e nera che indosso, ascoltando quanto il tizio ha da dire al vero proprietario della Stingray C7. Tanja mi lancia uno sguardo scettico, ma mi limito a scuotere la testa.

    «Chi è che vuole saperlo?» ribatte Felix, mantenendo la calma.

    «Mi chiamo Sebastian Rhyse». Gli porge la mano accigliato, evidentemente confuso per la chioma rosso vivo di Felix. Qualcuno deve avergli già fornito una mia descrizione, perché ci scommetto la macchina — la mia vera macchina — che si aspettava un biondo platino. «Sono nuovo in città, e mi è stato detto che la Stingray è ottima per le gare».

    Felix toglie il braccio dalle spalle di Tanja e mette la mano in quella di Sebastian per stringergliela. «Felix Tyrone. La C7 non è mia». Sogghigna nella mia direzione, poi continua a parlare con lui. «Ma potrebbe benissimo cambiare proprietario questa stessa sera».

    Rido. «Ti piacerebbe».

    Sebastian mi lancia un’occhiata oltre la spalla. Riesco a vedere come ogni cosa gli quadri quando nota il mio colore di capelli. Inclina la testa e fa vagare lo sguardo su tutto il mio corpo, in un modo carico di sorprendente interesse. Gli occhi impiegano un po’ a fissarsi sui miei, poi l’angolo sinistro della sua bocca si solleva. «Raffael sei tu?!»

    Scrollo le spalle, con un sorrisetto cinico sulle labbra. «Esatto. Sembro giovane per i miei ventitré anni, ma ho già preso la patente, giuro». Mi allontano dal bidone arrugginito, portandomi purtroppo dietro la maniglia dello sportello. Cade a terra e la fisso per un momento con le mani infilate nelle tasche dei miei pantaloni neri da skater. Dai, si tratta solo di... merda! Sospirando, lascio perdere e mi rivolgo allo sconosciuto. «Cosa vuoi dalla mia macchina?»

    Il sarcasmo gli fa brillare gli occhi. «Nella migliore delle ipotesi, i documenti di proprietà». Dalla manica arrotolata della maglietta nera gli spuntano dei tatuaggi Maori che si estendono per tutto l’avambraccio destro. Trovo il motivo curiosamente rilassante. È tutto strutturato all’interno delle linee. La regolarità mi ha sempre colpito. Lo osservo più da vicino e vedo che sul polso sinistro sfoggia un bel braccialetto semplice di pelle, che si armonizza bene con i tatuaggi in stile neozelandese. Il fatto che indossi l’orologio nero al polso destro mi irrita un po’, però. Non è quello il posto giusto.

    «Vuoi gareggiare con me?» gli chiedo.

    «Tu hai una reputazione. E a me piacciono le sfide interessanti».

    Beh, anche a me. Ho vinto numerose macchine in passato, vendendone in seguito la maggior parte per un bel gruzzolo. In rare occasioni le ho perse di nuovo in altre corse, ma è raro che abbia scommesso sulla mia Corvette. La piccolina per me è sacra. Ma in questo momento ho da offrire solo il ferro vecchio che è alle mie spalle. E Sebastian non ha l’aria di uno che accetterebbe articoli del genere. «Mi spiace deluderti. Ora come ora non sono proprio nella posizione di prendere decisioni sulla mia macchina».

    Non sono neppure autorizzato a guidarla. E dato che la gara di stasera comincerà tra pochi minuti, è improbabile che una bella coniglietta mi salverà con un bacio prima che tutti i piloti si spostino verso la linea di partenza. Soprattutto perché ancora non ho neppure cominciato a flirtare per avvicinarne qualcuna. Le sopracciglia dritte e scure di Sebastian si incurvano verso il ponte del naso.

    «Una stupida scommessa. Storia lunga» spiego senza che lui formuli la domanda ad alta voce.

    Felix si trascina Tanja in mezzo alle gambe e allaccia le braccia attorno ai suoi seni. Con il mento sulla spalla di lei, ridacchia. «Un bacio volontario da chiunque si trovi qui prima che la gara finisca, mentre è appoggiato a» — fa un cenno in direzione della Ford — «quella roba lì».

    «Ah, beh…» Sebastian si strofina il collo lanciando un’occhiata tutt’intorno al posto, che brulica di persone fichissime con auto ancora più fichissime. «Sarà dura».

    Dura, ma non impossibile. Anche se dovrei smettere di chiacchierare con gli sconosciuti e darmi da fare.

    «Quali sono le regole?» chiede il tipo rivolgendosi di nuovo a Felix. «Solo ragazze?»

    Che razza di stupida domanda è questa? I miei due amici sghignazzano come matti e Felix sventola disinvolto la mano. «Se Raff crede di poter invogliare dei ragazzi a pomiciare con lui, può farlo eccome». Getta indietro la testa e ride. «Diavolo, adesso vorrei averla messa come regola sin dall’inizio».

    La risolutezza che Sebastian ha negli occhi mentre il suo sguardo vaga ancora una volta su di me mi provoca una strana sensazione nelle viscere. Fa un sorrisetto a Felix. «No, che non lo vorresti». Un secondo dopo, elimina la distanza che c’è tra noi con due passi decisi. La cosa successiva che sento è lo sportello della Ford arrugginita contro la schiena e un fisico maschile premuto forte sul davanti. Mi

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