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Promessa milionaria: Harmony Destiny
Promessa milionaria: Harmony Destiny
Promessa milionaria: Harmony Destiny
E-book152 pagine1 ora

Promessa milionaria: Harmony Destiny

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Info su questo ebook

Lui desidera un'amante.
Il milionario Adam Roth ha bisogno di un'amante che lo accompagni in società. E Jenna Branson è la donna perfetta. Il debito che lei ha nei confronti della sua famiglia la mette in una posizione di svantaggio. E anche se lei potrebbe ripagarlo con il denaro, lui preferisce possedere il suo corpo.

Lei desidera la fedeltà.
Non appena Jenna incontra Adam, l'attrazione è inarrestabile. Ma diventarne l'ennesima amante è un prezzo troppo alto da pagare, anche se ciò servirà a proteggere la propria famiglia da uno scandalo. A meno che lui non le prometta di esserle fedele, notte dopo notte.
LinguaItaliano
Data di uscita10 lug 2019
ISBN9788830501409
Promessa milionaria: Harmony Destiny
Autore

Maxine Sullivan

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Anteprima del libro

    Promessa milionaria - Maxine Sullivan

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    High-Society Seduction

    Silhouette Desire

    © 2010 Maxine Sullivan

    Traduzione di Eleonora Motta

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2013 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-3050-140-9

    1

    «Lasci che io le presenti la mitica Jenna Branson, una delle più sorprendenti e promettenti designer di gioielli del momento.»

    Jenna assorbì le parole del suo principale, grata di aver avuto almeno il tempo per riprendersi dallo shock.

    Adam Roth era entrato da pochi minuti nella tribuna d’onore dei Conti, all’ippodromo Flemington di Melbourne.

    Trattenne il fiato.

    Davanti a lei c’era uno dei rampolli di Michael e Laura Roth, storici proprietari dei grandi magazzini più famosi d’Australia. Famiglia aristocratica, crème de la crème dell’alta società.

    Non aveva mai desiderato incontrarli.

    Non dopo quello che Liam Roth aveva fatto a suo fratello.

    Con un’espressione di disprezzo dipinta sul viso, Jenna osservò in silenzio Adam che si accomodava con eleganza su una sedia dall’altra parte del tavolo, accavallando le lunghe gambe. Il suo sguardo indifferente vagò finché non si fermò su di lei, come se fosse l’unica persona presente nella sala.

    Lei deglutì a fatica, il cuore mancò qualche battito, ipnotizzata da quegli occhi blu.

    «È un vero piacere conoscerla, Jenna...» mormorò lui, assimilando i suoi lineamenti perfetti, i capelli castani che ricadevano morbidamente sulle spalle e l’abito fantasia che le fasciava ogni singola curva.

    Jenna tentò di sorridere.

    «Piacere mio.»

    Si maledisse per essere lì, per aver accolto le pressioni del suo capo, Roberto, e della sua incantevole moglie, Carmen. Avrebbe di gran lunga preferito trascorrere quel sabato pomeriggio a casa, a rilassarsi.

    «Ha già puntato su qualche cavallo vincente?» Adam s’informò con una voce così profonda da farle fremere ogni cellula del corpo.

    Si schiarì la gola, confusa dalle contrastanti emozioni che si agitavano in lei.

    «Non ancora.»

    A quelle parole lui le sorrise sornione, sicuro di sé e del proprio fascino.

    «La sua fortuna potrebbe cambiare.»

    Se pensava di essere lui a cambiare le sorti del suo destino, si sbagliava di grosso.

    «Chi può dirlo?»

    Giusto in quell’istante il figlio del suo principale tornò al tavolo, prendendo posto accanto a lei, innervosendola ancora di più. Erano mesi che Marco la invitava a uscire sperando, forse, di conquistarla per sfinimento. Povero illuso...

    «Nessuna bella accompagnatrice oggi?» domandò Marco rivolgendosi ad Adam Roth, dopo i consueti convenevoli.

    «Questa volta no.»

    «Non è da te, amico mio» lo rimbrottò, lasciando scivolare, con disinvoltura, un braccio sullo schienale della sedia di Jenna, come per vantare il suo possesso.

    Un’ombra d’infastidita accettazione oscurò gli occhi di Adam e lei avvertì un brivido correrle lungo la schiena.

    Non sopportava che si pensasse che fosse lì con Marco, e nemmeno che fosse disponibile a facili flirt.

    Col trascorrere del pomeriggio, Jenna non ebbe più dubbi. Sebbene con aria furtiva, Adam non le staccava gli occhi di dosso. Fece di tutto per non reagire, per restare indifferente, ma il suo interesse era palpabile. La sensazione di disagio iniziò a seccarla. Adam Roth era un sofisticato playboy. Da quando aveva perso la moglie in un incidente stradale anni prima, forse per dimenticare o attutire il dolore era diventato un vero maestro nell’arte della seduzione.

    Un solo fatto la preservava dal cadere vittima di quell’indiscutibile fascino. Suo fratello. Rammentare ciò che Stewart aveva subito le offriva un grande vantaggio. Era consapevole di ciò che i Roth erano capaci e questo le permetteva di porre un’invisibile barriera contro ogni assalto galante.

    Terminato il cocktail, Jenna era pronta a ripiegare nella toilette delle signore, dal momento che Marco era tutto preso a guardare la corsa successiva in compagnia di una bella donna dalla scollatura generosa. Afferrò la borsa e uscì dalla tribuna.

    Notò che Adam la vide sgattaiolare fuori.

    Intanto che percorreva il corridoio ebbe la netta sensazione di essere seguita.

    «Jenna» la chiamò una voce bassa e profonda, non appena lei ebbe impugnato la maniglia della porta.

    Si bloccò, riflettendo con rapidità sul da farsi. Serrò le palpebre e sospirò. Era inutile fuggire. L’avrebbe attesa all’uscita.

    Si voltò e trovò Adam proprio dietro di sé, quasi incollato a lei e la cosa le provocò un lieve tremore alle ginocchia.

    Notando la sua instabilità, lui la sorresse afferrandole le braccia. A quel semplice tocco, il rimbombo della voce dello speaker dall’altoparlante si affievolì in un lontano sussurro e le grida eccitate della folla che incitavano i cavalli si smorzarono, facendole perdere, per un istante, il contatto con la realtà.

    Lo sguardo caldo e il sorriso languido di Adam la resuscitarono.

    «Non credo proprio che troverai ciò che stai cercando là dentro.»

    Jenna sbatté le palpebre, senza quasi notare che era passato a darle del tu.

    «Cosa? Non è...?»

    Lui indicò la scritta sulla porta.

    «È un deposito.»

    «Oh...»

    Per la fretta e la tensione, non aveva prestato attenzione. Si scostò con espressione frustrata dalla sua stretta. Adam però era ancora troppo vicino.

    Jenna si guardò attorno, tentando d’individuare la toilette ed eclissarsi.

    All’improvviso, fu colta da un’idea luminosa. Perché non approfittare di avere un Roth a sua disposizione e affrontare l’argomento che le stava tanto a cuore? Finalmente, le veniva offerta su un piatto d’argento l’opportunità di aiutare Stewart.

    Stava per aprir bocca, quando una giovane donna passò accanto a loro. Un corridoio non era certo il luogo adatto per una conversazione privata.

    Gli indicò, invece, il deposito.

    «Posso parlarti un attimo da sola?»

    Stupito, lui accennò una smorfia divertita.

    «Lì dentro?»

    «Sì, ti prego.»

    Adam non si mosse e la scrutò serio. Come se fosse deluso.

    «Perdonami, dolcezza. Sei stupenda e ammetto di essere molto tentato, ma una cosetta rapida nel ripostiglio delle scope non rientra nel mio stile. Preferisco portare una donna a cena fuori... prima

    Jenna sbarrò gli occhi.

    «Che cosa?»

    Lui scosse la testa. «Senza dubbio molti uomini non se lo farebbero ripetere due volte.» Il tono era di sentito rammarico. «Tuttavia, mi piace pensare di fare ancora parte di coloro che amano un minimo di romanticismo. Stavo per invitarti a uscire, ma...»

    Lei lo afferrò per una manica, mentre stava per allontanarsi. «Non penserai davvero che io ti voglia offrire del sesso di basso ordine...» sibilò, indignata. «Ti assicuro che è l’ultimo dei miei pensieri.»

    Adam aggrottò la fronte, fissando la mano che gli attanagliava il braccio.

    Deglutì a fatica e tentò il tutto per tutto.

    «Devo davvero parlare con te in privato. Tuttavia, se preferisci, posso anche farlo davanti a tutti.»

    Lui la fulminò con uno sguardo. «Dato che ci conosciamo solo da poche ore, non riesco a immaginare cosa tu abbia di così importante da dirmi.»

    Jenna non mollò la presa.

    «Potresti sbagliarti.»

    «Hai organizzato quest’incontro?»

    «No, ma questo non significa che non abbia un valido motivo per protestare contro la tua famiglia.»

    Lui s’irrigidì.

    «La mia famiglia?»

    «Meglio che ti spieghi, in privato.»

    «Come vuoi» annuì lui, serio.

    Di fronte alla sua riluttante resa, Jenna lasciò la presa, felice di essere riuscita a compiere un primo passo. Adam aprì la porta, indicandole di precederlo. La sua espressione non era più quella del playboy incallito, ma quella dell’uomo d’affari.

    «Avanti, parla» la invitò, una volta che ebbe chiuso la porta alle loro spalle.

    Che errore entrare per prima. Adesso era intrappolata. L’unica via di fuga era rappresentata da un’ampia finestra alle sue spalle. Ma, di certo, non si sarebbe mai sognata di gettarsi da lì.

    Dannazione...

    Decise di concentrarsi sulle preoccupazioni che angosciavano suo fratello e trovò il coraggio di sfidarlo.

    Raddrizzò le spalle.

    «Vorrei che tu rendessi a mio fratello il denaro che tuo fratello Liam gli ha sottratto, truffandolo.»

    Lui rimase gelato da quelle parole.

    «Riavvolgi il nastro e ripeti, per favore. Lentamente, questa volta.»

    Prendeva tempo. Molto furbo da parte sua, convenne lei. Chissà quante altre volte aveva dovuto mentire alle persone che Liam Roth aveva raggirato.

    «Mi aspettavo che tu negassi. I Roth rimangono uniti anche nella menzogna.» Stewart glielo aveva ripetuto spesso e lei non aveva motivo per non credergli. Anche il suo ex, Lewis, era un tipo del genere. Pensava che il denaro che possedeva lo autorizzasse a comportarsi come credeva, persino a tradirla.

    «Non posso negare qualcosa di cui non so nulla...» borbottò Adam, brusco. «E chi sarebbe tuo fratello, poi?»

    «Stewart Branson.»

    La sua espressione non tradì alcuna emozione.

    «Dovrei conoscerlo? Temo che tu stia parlando con la persona sbagliata, mia cara. La mia famiglia non ha nulla a che fare con questa storia.»

    «Io so quello che mio fratello mi ha raccontato» tuonò lei.

    «Okay, mi hai incuriosito.»

    Jenna sospirò.

    «Sei settimane fa il telegiornale ha diffuso la notizia che i tuoi genitori avevano partecipato alla cena per l’Australia Day, la festa nazionale, il ventisei gennaio. Hanno mostrato anche degli spezzoni del funerale di Liam.»

    Il fratello di Adam era morto per una grave malattia all’inizio di dicembre. Il solo ricordo strinse il cuore di Adam.

    «Vai avanti.»

    «Stewart è passato da me. Aveva un aspetto terribile. Stavo per domandargli cosa fosse accaduto, quando lui ha posato gli occhi sullo schermo. Alla vista della processione per il funerale, è crollato. Mi ha detto che tuo fratello lo aveva raggirato, chiedendogli un’ingente somma di denaro.»

    «Tutto ciò non ha alcun senso. Liam possedeva un notevole patrimonio» le fece notare

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