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Ancora tua: Harmony Collezione
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E-book155 pagine2 ore

Ancora tua: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

Giovane e innamorata, è diventata sua moglie.



Prudence Boyd ha sposato Jared Dangerfield contro la volontà di suo padre. La stessa notte della cerimonia segreta, però, lo ha scoperto a letto con un'altra donna, così lo ha lasciato.



Adesso lui è tornato.



Prudence deve salvare la società di famiglia, ma l'unico a poterla aiutare è proprio Jared, il marito da cui si è allontanata anni prima. E che ora è in cerca di rivincita.
LinguaItaliano
Data di uscita8 set 2017
ISBN9788858972267
Ancora tua: Harmony Collezione
Autore

Lee Wilkinson

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Anteprima del libro

    Ancora tua - Lee Wilkinson

    1

    Era una piacevole giornata di giugno e una brezza leggera faceva sventolare le bandiere dando l’impressione che Londra fosse una città in festa.

    Malgrado i problemi finanziari che affliggevano la JB Electronics, quel sole tiepido risollevò l’umore di Prudence Boyd mentre camminava lungo Piccadilly.

    Alta e magra, con i chiari occhi turchesi, i capelli color del grano e un’innata eleganza, attirava lo sguardo di ogni uomo che incrociava.

    Persino il non più giovane direttore di banca con cui si era incontrata quella mattina aveva sospirato rimpiangendo la passata gioventù, ma alla fine aveva rifiutato di concedere un prestito alla società.

    Dopo avere lasciato la banca, Prudence cercò di recuperare un po’ di ottimismo e si recò alla clinica dove il padre si stava riprendendo dopo un intervento chirurgico al cuore.

    John Boyd era seduto vicino alla finestra che si affacciava sul giardino. Era un bell’uomo sulla cinquantina, alto e con una massa di capelli biondi e grigi.

    Non appena Prudence attraversò la stanza per baciarlo sulla guancia le disse: «Immagino che non sia andata come speravamo».

    Lei si sedette di fronte al padre e scosse la testa. «Purtroppo, a questo punto, l’unica alternativa possibile è quella di negoziare con la Salingers. Non sarà facile. Sono dei duri e sanno di essere in una posizione di vantaggio.»

    «Lo so, ma anche così non possiamo permettergli di avere la maggioranza. Non dobbiamo cedergli più del quarantacinque per cento delle azioni.»

    «Farò del mio meglio.»

    «Cedi pure fino al cinquanta se è proprio indispensabile. Quando li devi incontrare?»

    «Abbiamo appuntamento domani mattina nei loro uffici di Baker Street.»

    «Ottimo. Non abbiamo tempo da perdere. Con chi hai l’appuntamento?»

    «Dovrei vedere un certo signor Calhoun. Credo che sia uno dei loro top manager.»

    «L’ho già sentito nominare. È un tipo tosto.»

    Desiderando allontanare dal padre quelle preoccupazioni, Prudence cambiò argomento. «A proposito, Sally mi ha detto che se per te va bene più tardi verrebbe a trovarti.»

    «Volentieri.»

    «Mi ha anche riferito qualcosa riguardo a una rivincita.»

    Il padre sorrise. «Ha una scacchiera portatile e l’ultima volta che abbiamo fatto una partita l’ho battuta.» Poi, serio, le chiese: «Si sta occupando bene di te?».

    «Puoi forse dubitarne?»

    «Affatto. A volte mi chiedo come faremmo senza di lei.»

    Quando la loro precedente domestica li aveva lasciati per sposarsi, Sally Eastwood, un’attraente vedova di quarantacinque anni, rientrata dagli Stati Uniti dopo che il marito americano era morto aveva preso il suo posto. Nata e cresciuta nel Lancashire, era diventata molto presto un membro a tutti gli effetti della loro famiglia.

    Un colpetto alla porta annunciò l’arrivo del vassoio del pranzo.

    «Adesso sarà meglio che vada» disse Prudence congedandosi dal padre con un bacio sulla guancia.

    «Un grande in bocca al lupo per domani» le augurò John accarezzandole una mano. E cercando di nascondere l’ansia aggiunse: «Non credo sarà possibile raggiungere subito un accordo... anche se ne abbiamo davvero bisogno».

    «Se dovesse esserci qualche spiraglio dovrai consultarti con Elmer prima di prendere decisioni?»

    «No, mi ha dato carta bianca. Posso fare qualsiasi cosa ritenga necessario per salvare la società. Mi raccomando, non appena avrai finito con Calhoun fammi avere notizie.»

    «Naturalmente.»

    Prudence e suo padre erano sempre stati molto uniti e lei sapeva bene quanto il genitore detestasse essere fuori combattimento in quel momento così cruciale.

    «So che preferiresti che foste tu o Martin a condurre queste trattative, ma...»

    «Ti sbagli, cara» la contraddisse John. «Sono sicuro che hai più probabilità di ottenere dei risultati tu che non io o lui.»

    Martin, che viveva con loro a Londra e si occupava della parte tecnologica della società, era l’unico figlio di Elmer Judson, il socio d’affari americano di John.

    Contenta della fiducia che il padre aveva espresso nei suoi confronti, Prudence si incamminò attraversando il parco lì vicino. Aveva fame, per cui decise di sedersi su una panchina vuota e mangiare i panini che Sally le aveva preparato quella mattina. Il caffè l’avrebbe bevuto in ufficio, prima di affrontare il pomeriggio di lavoro.

    Visto che suo padre era convalescente e Martin si trovava in Giappone per importanti impegni di lavoro era lei che mandava avanti la società. E oltre a dover gestire un’ingente mole di lavoro in più doveva anche ultimare i preparativi per il suo matrimonio con Martin, che avrebbe avuto luogo sei settimane più tardi.

    Lui le aveva regalato un bellissimo solitario per il loro fidanzamento, che era stato annunciato ufficialmente quella primavera.

    La chiesa e il catering erano già stati prenotati, l’abito confezionato da Claude Rodine era pronto e il giorno prima, dopo avere consultato il padre, aveva preso accordi per fare montare un tendone sul prato della loro casa a Mecklen Square.

    Ora, tutto quello che restava da fare...

    Il corso dei suoi pensieri venne bruscamente interrotto dalla vista di un uomo alto, bello e con i capelli scuri appena sceso da un taxi esattamente davanti all’hotel Arundel di Piccadilly.

    Prudence si bloccò di colpo. No, non poteva essere! Si trattava sicuramente di un errore. Ma quando l’uomo pagò l’autista e si voltò verso l’entrata dell’albergo capì che non si trattava di uno sbaglio. Avrebbe riconosciuto quel profilo in mezzo a un milione di uomini.

    «Oh, mio Dio!» le sfuggì senza rendersene conto.

    Jared!

    Jared, che dopo tutto quel tempo aveva ancora il potere di fermarle il cuore.

    Lui stava per entrare nell’hotel quando, come se avesse percepito la sua presenza, si voltò nella sua direzione.

    In passato, ogni volta che Jared entrava in una stanza affollata, sapeva sempre dove trovarla senza bisogno di cercarla.

    In quel momento, mentre i loro occhi si incrociavano, Prudence ebbe la sensazione di avere ricevuto un pugno nello stomaco. Lui le sorrise amaro e quel sorriso le gelò il sangue nelle vene. Il momento che aveva tanto temuto era arrivato.

    Prudence sapeva che Jared non l’avrebbe lasciata andare così facilmente, ciononostante si voltò e iniziò a correre. Mentre lui si muoveva per raggiungerla lei fermò un taxi, aprì la portiera e ci si infilò dentro senza nemmeno prendere fiato, lasciandosi poi cadere sul sedile con il cuore che le batteva impazzito.

    «Indirizzo?» le chiese laconico il taxista immergendosi nel traffico.

    Benché la sua attenzione fosse concentrata sull’uomo alle sue spalle, che li guardava, Prudence decise di essere cauta. «Alla fine di Gower Street, per favore» rispose vaga.

    Il traffico a Piccadilly era intenso e il taxi avanzava lentamente. Per tutto il tragitto lei guardò indietro, anche se non c’era traccia di Jared. A ogni modo passarono alcuni minuti prima che il suo battito cardiaco tornasse normale

    Era salva!

    Almeno per il momento. E se Jared, alla fine, fosse riuscito a rintracciarla? Si spaventò al solo pensiero. Ma anche se fosse stato così, che cosa avrebbe potuto farle? Ricordando il suo sorriso si sentì percorrere da un brivido lungo la spina dorsale. Jared, l’uomo di cui si era perdutamente innamorata, era passionale, attento, con un profondo senso della giustizia e della correttezza. Era anche però capace di andare contro le convenzioni sociali e a volte sapeva persino essere spietato.

    Quell’ultima considerazione le procurò una nuova ondata di panico. No, non doveva perdere la testa. Lui non necessariamente si trovava a Londra per lei. Poteva essere in Inghilterra per lavoro, o magari per una vacanza. Sua madre era nata a Chelsea e aveva sempre avuto una predilezione per Londra.

    Comunque, nessuna di quelle opzioni sembrava logica. L’Arundel era un hotel frequentato da gente ricca e Jared, stando a quello che aveva saputo, era senza soldi. Magari non alloggiava lì, ma ci stava andando soltanto a pranzare.

    Prudence respirò a fondo; era anche possibile che quell’incontro fosse stato semplicemente una sfortunata coincidenza. Se non fosse passata davanti a quell’albergo in quel preciso istante probabilmente non sarebbe mai venuta a conoscenza della presenza di Jared in città. Ma, cosa ancora più importante, lui non avrebbe scoperto che viveva lì.

    Tre anni prima, quando lei e il padre erano tornati a Londra dalla California, John aveva preso tutte le precauzioni necessarie perché non venissero rintracciati. Aveva cambiato il nome e l’indirizzo della società, aveva comprato una nuova casa e fatto in modo che il loro numero di telefono non comparisse sull’elenco. Insomma, aveva fatto tutto il possibile perché Jared non riuscisse a trovarli.

    «Qui va bene?» le chiese il taxista interrompendo il corso dei suoi pensieri.

    «Oh, sì... grazie.» Prudence pagò la corsa e scese dal taxi. Era a circa un quarto di miglio dagli uffici di Calder Street, ma aveva avuto paura a farsi accompagnare più vicino in caso Jared fosse riuscito a scrivere il numero del taxi.

    In quell’istante avrebbe voluto che Martin fosse lì invece che in Giappone. Mentre lottava disperatamente per dimenticare Jared e il dolore che le aveva causato, lui si era dimostrato un’ancora di salvezza, un porto sicuro in cui rifugiarsi... Sentì la mancanza della sua presenza rassicurante.

    Il fidanzato era un uomo attraente, alto, biondo e con gli occhi chiari, e lei era sicura che sarebbe stato un buon marito e un ottimo padre. A ogni modo, c’erano voluti tre anni di paziente devozione da parte sua prima di farla capitolare e accettare la sua proposta di matrimonio. Adesso Prudence non vedeva l’ora che fossero celebrate le nozze e che diventassero marito e moglie perché si sarebbe sentita più sicura e forse, finalmente, sarebbe riuscita a lasciarsi il passato alle spalle.

    Anche se Martin le aveva confessato di essersi innamorato di lei quando aveva diciassette anni, Prudence sapeva che non avrebbe mai più provato l’amore passionale che aveva sentito per Jared.

    La verità era che non voleva più sperimentare niente di simile; era stato troppo traumatico e le aveva causato soltanto delusione e tormento. Ormai non aveva più nulla da dare, e al posto del cuore era rimasto un vuoto incolmabile.

    Ciò che sentiva per Martin era gratitudine per il suo costante sostegno e un affetto più da sorella che da amante. Ma anche così lui la voleva lo stesso e lei era contenta di poterlo fare felice in quel modo.

    Quando avevano comunicato la notizia del fidanzamento a John e a Elmer i due uomini avevano espresso tutta la loro contentezza.

    «Ho sempre saputo quello che provava per te» le aveva detto Elmer. «Per questo non mi ha sorpreso il fatto che ti abbia seguita in Inghilterra. Sono felice che alla fine la sua tenacia sia stata ripagata.»

    «Non puoi immaginare quanto mi rassereni il fatto che tu abbia compreso che Martin è l’uomo giusto per te» aveva commentato invece suo padre raggiante. «Dangerfield è una persona inaffidabile. Iniziavo a pensare che non l’avresti mai dimenticato.»

    Solo Prudence sapeva che in fondo Jared era ancora nel

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