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Il percorso del loto
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E-book886 pagine11 ore

Il percorso del loto

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Info su questo ebook

Corpi sottili e Chakra osservati ed illustrati da una chiaroveggente.

Stai vivendo momenti in cui ti senti sola o senti che nella tua vita manca qualcosa? Ci sono situazioni dolorose che si ripetono?

Corpi sottili e Chakra sono stati svelati come parte di te di cui fai concretamente esperienza quotidiana. Parleremo di ogni energia, non solo come prospettiva e qualità, ma entrando nel dettaglio dei più comuni blocchi energetici.

Il testo ti accompagna a conoscerti, prendendoti così come sei e cambiando gli occhi con i quali guardi le cose sospendendo giudizi e pregiudizi. In regalo 100 meditazioni audio guidate.
LinguaItaliano
Data di uscita15 set 2023
ISBN9791221445916
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    Anteprima del libro

    Il percorso del loto - Ambra Guerrucci

    INFORMAZIONI

    Ti ringrazio per aver acquistato il mio libro.

    Al fine di tranquillizzarti, ti informo che la terminologia per ogni argomento, verrà spiegata all’interno dei capitoli relativi. I temi trattati nel mio libro potrebbero risultare particolarmente complessi poiché escono da tutti i preconcetti che fino ad oggi hanno caratterizzato questi argomenti.

    Le meditazioni guidate sono indicate al termine di alcuni capitoli del libro e sono disponibili su:

    www.ilpercorsodelloto.it/audio

    Le password per accedere all’area riservata delle meditazioni guidate e video bonus si trova nell’ultima pagina.

    Ti auguro una buona lettura!

    INTRODUZIONE

    Il libro incarna una mappa del nostro mondo interiore, ma anche delle varie dimensioni in cui ci muoviamo e delle dinamiche che in assenza di consapevolezza subiamo quotidianamente.

    Lo scopo è quello di conoscerci, partire da dove siamo per incamminarci verso l’eterno ed immortale silenzio, la pura essenza che gli innumerevoli meccanismi ci impediscono di vedere, quasi fossero nuvole che offuscano l’eterno cielo interiore.

    Per questo motivo parleremo di ogni energia non solo come prospettiva e qualita, ma entrando nel dettaglio dei piu comuni blocchi energetici, il modo in cui nascono e le dinamiche che ne sono figlie e nutritrici al tempo stesso. Ogni distorsione, infatti, si traduce in un comportamento che ripetiamo automaticamente, senza comprenderne le radici che alimentano la distorsione stessa ponendoci in una condizione di squilibrio, che ci àncora all’illusione ed impedisce alla nostra energia di innalzarsi per sperimentare le alte vette della consapevolezza.

    Queste dinamiche non devono essere viste come pura teoria o concetti mentali, piuttosto cio che faremo in questo libro e seminare della consapevolezza che dovrà poi essere coltivata nel quotidiano per poter cambiare concretamente la nostra vita. L’intento è fornire a chiunque lo voglia gli strumenti per prendere coscienza di ogni sbarra della sua prigione interiore, che si ripercuote inevitabilmente su quella esteriore.

    BIOGRAFIA

    Ambra Guerrucci è Facilitatore in Dinamiche Inconsce, oltre che una giovane scrittrice e ricercatrice, specializzata nel campo delle dinamiche istintive, emozionali, relazionali ed energetiche, nonché divulgatrice delle Visioni Orientali e delle vie che ne sono scaturite.

    Ricercatrice nel campo della spiritualità e dello sviluppo del potenziale umano, in questi anni ha portato avanti un particolare lavoro basato su tecniche di auto-esplorazione e meditazione che mirano a portare maggior consapevolezza in ogni aspetto e momento della nostra vita, in modo da trarne benefici per l’equilibrio psicofisico.

    Nata con la capacità di vedere le energie, fin da piccola si è impegnata nella ricerca della correlazione tra esse e le meccaniche del comportamento umano. Ha iniziato a divulgare i risultati delle sue ricerche attraverso conferenze, seminari e testi, integrando il suo lavoro mediante l’interazione con le persone nelle sessioni individuali, mirate a portare consapevolezza sull’origine delle loro dinamiche e rendere l’individuo libero di cambiare la propria vita.

    La sua formazione professionale spazia dalle Costellazioni Sistemiche Familiari Spirituali alle Cinque Leggi Biologiche, integrando le sue conoscenze con studi approfonditi su istinti, programmi del corpo fisico, emotivo, mentale e della personalità, nonché filosofia e filogenesi.

    PREFAZIONE

    La coscienza è la parte più alta dell’uomo:

    essa lo distingue dagli animali

    e lo assomiglia a Dio.

    C.G.Jung

    Il libro incarna una mappa del nostro mondo interiore, ma anche delle varie dimensioni in cui ci muoviamo e delle dinamiche che in assenza di consapevolezza subiamo quotidianamente. Lo scopo è quello di conoscerci, partire da dove siamo per incamminarci verso l’eterno ed immortale silenzio, la pura essenza che gli innumerevoli meccanismi ci impediscono di vedere, quasi fossero nuvole che offuscano l’eterno cielo interiore.

    Basterebbero le parole di Ambra all’inizio del suo libro per servire da prefazione ma, essendomi stata richiesta, cercherò di tracciare semplicemente alcune parole.

    Ho conosciuto Ambra tramite un carissimo comune amico, Simone Ciriello, che mi accompagnò a trovarla. Devo confessare che andai con molte perplessità, ma mi bastò un poco di conversazione perché Ambra mi divenisse simpatica.

    Credo di dovere anzitutto spiegare perché un Arcivescovo Cristiano Ortodosso ha accettato di scrivere la prefazione di un libro che molti giudicheranno lontanissimo dal Cristianesimo.

    In realtà questo libro non è Cristiano, ma non è nemmeno anticristiano. Così come non si appoggia a nessuna religione ufficiale, allo stesso modo possiamo dire che si appoggia ad ogni religione autentica come portavoce di una autentica esperienza spirituale.

    Ambra è una ragazza semplice, pulita, umile in quanto non si proclama portatrice di un qualsiasi nuovo Verbo, ma mette per iscritto, come un servizio al nostro mondo completamente de-spiritualizzato, la sua esperienza spirituale perché chi vuole possa attingervi come attinge un assetato ad una sorgente di acqua limpida e cristallina. Così come limpida e cristallina è Ambra.

    Il martire Cristiano Giustino il Filosofo scrive che, ovunque c’è una autentica ricerca del divino, là sono seminati i Verba, le parole divine, così come le sento (senza nulla forzare) seminate nel libro di Ambra. Noi abbiamo bisogno di libri come questo. In questo mondo, se quasi nessuno si avvicina a leggere un libro di religione, è molto più probabile che decida di leggere il libro di Ambra che, se non è un libro di religione è, senza alcun dubbio, un libro di spiritualità. Una spiritualità che si coniuga con la coscienza necessaria, indispensabile, attraverso la quale possiamo trovare la dimensione più profonda di ciascun uomo, se solo quell’uomo non è intriso di materialismo, di sete di denaro, di ricerca del sesso senza amore... e potrei continuare assai nell’elencare gli idoli del nostro mondo. Per questo io, Arcivescovo Cristiano Ortodosso, sento questo libro mio : perché so che la religione, quella relegata nei libri senza Amore, quella degli Scribi e dei Farisei, nonché dei sacerdoti del Tempio, è servita soltanto a strappare a Pilato (che era pagano, ma riteneva Gesù un giusto) la condanna di Gesù alla morte di croce.

    Coloro che si chiamavano Farisei, Scribi, sacerdoti del Tempio erano solo persone false, assetate di potere. E di quel potere più terribile, più falso, più lurido: il potere sulle coscienze degli uomini e, disgraziatamente, ce ne sono a tutt'oggi.

    E questo potere è lontano mille miglia da quello che Ambra testimonia nel suo libro.

    C’è un insegnamento nel libro di Ambra, un insegnamento che parte dalla coscienza ma che non vuole impadronirsene. Il suo insegnamento è frutto dell'esperienza spirituale di lei stessa che con generosità vuole donarlo agli altri. Un insegnamento non dogmatico e perciò rivolto a tutti coloro che hanno bisogno di recuperare la loro coscienza indirizzandosi nell’avventura di recuperarla mentre giace semimorta sotto l’influenza degli idoli di questo mondo, anche delle religioni che hanno abbandonato la loro essenza profonda (per fortuna c’è ancora qualcosa di buono) per trasformare in orrore quello che ogni religione dovrebbe convertire in Amore . Io non so se Ambra si identifica in una qualche specifica religione, e non lo voglio sapere. Ambra, almeno per ora, sta bene com’è.

    In un punto estremamente importante, almeno a mio parere, Ambra scrive:

    Incamminiamoci verso la libertà, usciamo da questa gabbia invisibile schiava del sistema, della moda, del giudizio e dell’idea di bontà e smettiamola di crederci vittime; tutti vogliono la libertà ma nessuno vuole prendersi la responsabilità nei confronti di se stessi e degli altri, è molto più facile incolpare qualcuno. L’esigenza di essere innocenti è la più grande illusione, tale bisogno è istintivo e serve a preservare la nostra appartenenza al gruppo, senza il quale anticamente non saremmo sopravvissuti; in verità abbiamo paura di essere liberi, perché chi viola le regole e si svincola dagli schemi comuni, va contro corrente, viene espulso e muore, per questo motivo il senso di colpa ci aiuta a variare la nostra direzione ed evitare l’esclusione del branco, l’appartenenza al gruppo e la morte.

    Questo testo potrebbe aver posto anche in una mia omelia, non per nulla Gesù ha tetto la Verità vi farà liberi.

    Ebbene, cara Ambra, lasciami concludere ringraziandoti: anzitutto per la tua bontà, poi per la tua limpidezza, sincerità e per la Coscienza nell’Amore che si trova diffusa in tutto il tuo libro, al di là dei particolari che forse non riesco nemmeno a comprendere nella loro totalità. Ma la Coscienza e l’Amore, o meglio, come ho scritto, la Coscienza d’Amore scorre come un limpido ruscello in ogni pagina, in ogni riga, in ogni parola. Anche Gesù ci ha dato una grande testimonianza: Amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi (Gv. 34,13)

    È di questo che ti ringrazio con un abbraccio fraterno, sperando che la nostra amicizia si rafforzi sempre più. Ringrazio anche Simone, che mi ha fatto conoscere te e mi ha dato la possibilità di scrivere questa prefazione che mi ha amabilmente costretto a non poche riflessioni.

    ☦ Silvano, Arcivescovo Ortodosso di Luni

    Metropolita di Italia

    Pistoia 01 Maggio 2022

    ILLUSIONE E VERITÀ

    Il concetto di illusione è molto antico e presente in molti luoghi ed epoche diverse: filosofi e maestri hanno parlato di una realtà sottile che non può essere vista con gli occhi, contrapposta alle immagini mentali che siamo soliti chiamare realtà, la quale è solo un’immagine mentale, creata dentro di noi, interpretando particelle in vibrazione.

    Molto spesso siamo così catturati dai nostri pensieri che fissiamo il vuoto con sguardo assente, ripercorrendo la lista delle cose da fare, i ricordi, la situazione appena passata in cerca delle risposte che avremmo potuto dare o provando i dialoghi per l'incontro che stiamo attendendo; la nostra mente e sempre piena di molte cose e proietta un film: il film della nostra vita, che non esiste se non dentro di noi. Questa visione limitata e fatta di ombre è filtrata dalle nostre distorsioni, convinzioni e limiti; è puramente soggettiva, viene riconosciuta attraverso il mito della caverna, descritto all’inizio del libro settimo de «La Repubblica» di Platone con il termine greco dal significato di opinione: Doxa, ossia l'interpretazione personale condizionata da convinzioni e pregiudizi.

    La verita e invece qualcosa di oggettivo, indipendente dalle interpretazioni soggettive e sperimentabile se si e disponibili ad andare oltre i nostri limiti, rifiutiamo la verità per istinto di sopravvivenza.

    La visione distorta del mondo porta l’individuo a sentirsi escluso e, poiché ci siamo formati in milioni di anni, in cui l’uomo non aveva possibilità di sopravvivere se non in branco, il nostro inconscio ci preserva dal rischio di essere esclusi facendoci rifiutare tali idee.

    La realtà nella quale viviamo può essere descritta attraverso il gioco illusorio di Lila ed il velo di Maya. Lila, che in sanscrito significa gioco, è un concetto induista che identifica la natura dell’intera realtà con il prodotto del gioco divino; in altre parole, tutto quello che possiamo vedere, sentire o percepire è frutto del gioco cosmico di Brahman, essenza di tutto ciò che esiste.

    Nella mitologia Induista, Dio dà vita al mondo attraverso sé stesso, diventando essenza di tutte le cose, ed alla fine, attraverso l’uomo, riscopre sé stesso com’è nella realtà, al di fuori del gioco cosmico.

    L'universo è la forma fisica assunta dal divino al fine di sperimentare ogni punto di vista, nonché le infinite possibilità che racchiude intrinsecamente. Maya significava originariamente creazione, il mondo fenomenico prodotto da Maya è sostanzialmente impermanente, viene considerato una mera illusione e così anche la Maya stessa viene intesa come illusione del mondo materiale, una realtà puramente soggettiva e dipendente dall’interpretazione dei nostri sensi che, esattamente come un velo frapposto tra noi e la realtà obiettiva, ce ne preclude la corretta percezione.

    Si può considerare ogni individuo nato con un velo sugli occhi, il quale gli impedisce la corretta visione, quella obiettiva, poiché il velo di Maya è un tessuto di dinamiche le quali è necessario riconoscere consapevolmente per liberarci dalle soggettive prospettive.

    Passiamo così la vita vedendo solo i veli di Maya o di Iside, ossia quelle interpretazioni mentali che diamo per scontato essere reali, durature, rimanendone ipnotizzati senza mai cercare di vedere oltre: questo e lo stato di sonno. Il velo di Maya, così come quello della Iside, rappresenta quell’apparenza che copre l'anima o energia vitale, impedendoci di prenderne coscienza oltre i giudizi, le convinzioni, le classificazioni, tutti i pregiudizi e i condizionamenti che rappresentano dei veri e propri filtri alla nostra visione.

    Per risvegliarci è necessario:

    • Comprendere che veramente stiamo vivendo nella caverna platonica, in cui ogni cosa percepita non è che una proiezione: una mera illusione che non esiste per come la intendiamo.

    • Osservare con distacco le opinioni, gli accadimenti della realtà materiale e le interpretazioni umane, rendendoci conto della finzione.

    • Uscire dalla caverna platonica, osservando la verità obiettiva che si trova oltre i punti di vista soggettivi.

    MEDITAZIONE N.1 - TECNICA DEL VELO DI MAYA

    SOCIETÀ MECCANICA E SCHIAVITÙ DELL’INCONSCIO

    La società nella quale viviamo non è a misura d’uomo, le istituzioni lavorano per mantenerci nel sonno, l’intera educazione scolastica, religiosa, sociale e genitoriale è stata strutturata in modo da creare conflitto interiore nelle persone. Fin tanto che nella vita ci sarà il giudizio, ossia il sentimento di condanna verso comportamenti o persone, significa che abbiamo un conflitto interiore.

    La morale, le istituzioni e l’educazione, non fanno altro che creare tensione nell’uomo: ci sembra di non fare mai una cosa giusta, di non riuscire a realizzare ciò che pensiamo giusto e soprattutto deludere continuamente le aspettative degli altri e della società; ogni gruppo di appartenenza ci offre un’idea di cosa è giusto e sbagliato ed installa questi programmi limitanti dentro di noi.

    Tutto questo si traduce in una irrequietezza che non ci abbandona più, ma ci perseguita, facendoci vivere in costante ansia fisica, psichica e mentale; nessuno ci insegna il valore della quiete, della pace interiore, siamo violentati da regole, comandamenti e schemi mentali imposti dall’esterno. Le invisibili sbarre della nostra prigione sono fatte di pura fedeltà inconsapevole, basata sul bisogno di essere buoni ed innocenti per appartenere alla società.

    La nostra essenza giace inconsapevole sepolta sotto un cumulo di programmi, codici comportamentali, mentali ed emozionali, trasmessi dalla famiglia, dagli amici, dalla cultura e dall’intera società, addormentati negli ingranaggi dell’inconscio; solo disidentificandoci da ciò che non siamo possiamo scoprire cosa realmente è nostro e lasciare andare i nostri ideali di perfezione, ci impediamo di esprimere noi stessi ed essere realmente individui unici, pensando con la nostra mente, anziché con quella collettiva: ovvero un campo energetico di tipo magnetico contenente milioni di forme pensiero, ognuna delle quali ha idee diverse su ciò che è giusto e cosa non lo è.

    Esse sono incollate qui grazie al campo stesso e per appartenere ai diversi gruppi quali la famiglia, gli amici, il partito politico, la squadra che tifiamo ecc., diventiamo fedeli a tali idee.

    I meccanismi esistono proprio fino a quando ce un giudizio, una scelta del subconscio di reagire in questo modo piuttosto che nell’altro, incarnando il ruolo che la società ci ha dato per sentirci socialmente accettati. Viviamo la nostra vita totalmente in pilota automatico, senza consapevolezza delle nostre azioni, dei pensieri e delle parole, che sono effettivamente in mano agli automatismi.

    Poiche ad ogni azione corrisponde una reazione, e logico che ad ogni azione automatica corrisponderà un effetto non previsto, che ignorando le dinamiche metafisiche ci sembrerà dettato dal caso, mentre invece ne siamo inconsciamente responsabili.

    Per dirlo in altre parole e il nostro inconscio che, con i suoi modelli, gestisce da quell’oscura posizione la nostra intera vita; tutto cio che conosciamo e parte di questa schiavitù e l’intera nostra percezione delle cose e un’illusione. È necessario smettere di credere ai giudizi, alle emozioni e alle paure, a quelle ricostruzioni mentali frutto dei programmi, permettendoci di accoglierle, guardarle e riconoscerle come frammenti. Molti meccanismi sono di origine genetico/emozionale e affondano le origini nelle esperienze degli antenati, cio che pensavano, il modo in cui si sono approcciati alle cose, ad esempio: denaro, case, relazioni, ecc., i loro traumi irrisolti ed il modo in cui hanno reagito e rimasto dentro di noi. Alcuni li abbiamo presi per appartenere alla famiglia, ai gruppi a cui loro stessi erano fedeli, ad esempio: politica, religione ecc., altri li abbiamo incontrati piu tardi, crescendo; altri ancora sono nati insieme ai legami, in quanto per mantenerli abbiamo inconsciamente assorbito le loro tracce, le loro idee, le loro aspettative, quello che ritenevano giusto e sbagliato.

    Migliaia di voci contrastati tra loro si levano dentro di noi in ogni momento ed e l’Io a gestire questo coro, preferendo alcuni programmi con i quali si e identificato ed opponendosi agli altri creando dunque un conflitto interiore. Nonostante la mente tenti sempre di giustificare il meccanismo utilizzando la logica, la razionalita ed il senso di normalirà, non siamo veramente stati noi a decidere di agire, ne di reagire quando qualcosa ci ha toccato una ferita. Il tutto e avvenuto automaticamente, ma spesso siamo così identificati con le ferite ed i condizionamenti da credere che sia stata una nostra volonrà. Continuiamo ad affidarci alla mente ed alle sue interpretazioni illusorie, convinti di sapere già tutto quello che c’è da conoscere, abbiamo percezione di una minuscola porzione della realtà, ossia quella visibile dall’inconscio e dal subconscio, con tutti i suoi limiti meccanici.

    Per svegliarci dobbiamo partire da una constatazione: So di non sapere!, infatti non sappiamo nulla della realta obiettiva, tutto cio che abbiamo conosciuto nell’illusione appartiene a questo sogno collettivo e tutto quello che e normale e il frutto di una società meccanica, di persone distorte che perpetuano le proprie distorsioni, in quanto si può dare agli altri solo ciò che abbiamo per noi stessi.

    La soluzione non è quella di continuare il nostro conflitto interiore, sforzandoci di essere una brava pedina bianca, piuttosto è necessario osservare qualunque stimolo interiore senza assecondarlo, rimanendo immobili ed attenti, senza giudicare, aperti alla comprensione delle radici della scissione interiore. Solo quando si abbraccia ogni lato di se, senza identificarci in nessuno, senza attaccarci o reprimere alcunche, a quel punto avviene una cosa che ha dell’incredibile: l’integrazione!

    La tecnica di meditazione che segue e tanto semplice ed essenziale da essere utilizzata in molte culture orientali allo scopo di osservare la propria meccanicita, toccando con mano la forza degli automatismi. Non esercitiamo quasi mai una volonta attiva, molto spesso ci lasciamo semplicemente travolgere dagli automatismi, finendo anche per giustificarli senza comprendere il vero motivo delle nostre reazioni. Il principio della meditazione che propongo e quello di portare avanti una volonta non automatica, osservare il proprio respiro senza pensare a niente, se insorgono pensieri osservali senza lasciarsi travolgere, evitando di attaccarsi a qualunque cosa passi per la mente o di respingerlo: siate solo lì, testimone di quei pensieri meccanici e non vostri.

    In questo modo sara indirettamente possibile osservare l’azione dei meccanismi mentali, che tenteranno di distoglierci dall’obiettivo di mantenere la concentrazione fissa sull’aria che entra nei nostri polmoni, per poi scendere dentro di noi curvando e risalendo; i pensieri sono spesso inconsci, continuano automaticamente anche mentre stiamo materialmente svolgendo altre azioni meccaniche, ma non ci accorgiamo mai di essere assorti e assorbiti, proprio a causa del potere ipnotico che hanno.

    MEDITAZIONE N.2 - TRATAKA ALLO SPECCHIO

    LA VIA VERSO LA LIBERTÀ

    La via da intraprendere è quella di vivere il presente centrati e consapevoli, non voltandosi in direzione del passato e soprattutto prendendoci la responsabilità di agire ed osservarne gli effetti, seppur dolorosi. Solo così scopriremo le meccaniche in prima persona e riusciremo ad integrare l’osservazione nella nostra coscienza, smettiamola di sostenere e stare al servizio dei processi meccanici; quando ce ne rendiamo conto diventiamo spettatori, la sensazione di rimanere testimoni in noi stessi diventerà sempre più forte, fino a trasformarsi in un vero e proprio stato di coscienza. Osservando, ci accorgeremo dunque di non essere padroni di noi stessi, perché emozioni e pensieri passati e futuri non ci permettono di vivere ciò che accade in questo istante e l’unico modo per trovare la libertà è lavorare su noi stessi, uscire dagli schemi con cui le nostre menti sono state programmate, nonché sradicare i dogmi che governano la nostra vita, i quali ci impediscono di scendere nelle profondità del nostro essere e di vivere secondo questa consapevolezza.

    Incamminiamoci verso la libertà, usciamo da questa gabbia invisibile schiava del sistema, della moda, del giudizio e dell’idea di bontà e smettiamola di crederci vittime; tutti vogliono la libertà ma nessuno vuole prendersi la responsabilità nei confronti di sé stessi e degli altri, è molto più facile incolpare qualcuno. L’esigenza di essere innocenti è la più grande illusione, tale bisogno è istintivo e serve a preservare la nostra appartenenza al gruppo, senza il quale anticamente non saremmo sopravvissuti; in verità abbiamo paura di essere liberi, perché chi viola le regole e si svincola dagli schemi comuni, va contro corrente, viene espulso e muore, per questo motivo il senso di colpa ci aiuta a variare la nostra direzione ed evitare l’esclusione del branco, l’appartenenza al gruppo e la morte.

    MEDITAZIONE N.3 - VIVERE INTENSAMENTE OGNI COSA

    UNIVERSO FRATTALE, MIORQ E MACROCOSMO

    Una delle piu grandi realtà che viene ignorate da chi vive nei meccanismi e la meraviglia dell’esistenza di ogni cosa, che se osservata veramente, oltre i filtri delle convinzioni e l’automatismo del dare tutto per scontato, puo portarci all’intuizione di cio che si trova oltre ogni forma. Da quando abbiamo imparato, da piccoli, a dare un nome ad ogni oggetto e sentimento, siamo stati catturati dalla tendenza a bloccarci lì e non farne piu esperienza diretta.

    Oltre il corpo mentale schematico si assapora il come in alto, così in basso, sentendo che in ogni cosa esiste il tutto, poiche tutte le forme sono manifestazione prospettica della stessa cosa. Il frattale e una forma geometrica che prevede il ripetersi dello stesso, questa particolare geometria e presente ovunque nella natura, in quanto le piante, le conchiglie, i fiocchi di neve e persino le montagne sono l’insieme di una moltitudine di parti aventi la stessa forma.

    Continuamente siamo di fronte a questa scelta: rimanere o uscire dal guscio?

    Vedere la realta o fermarsi a cio che sappiamo di quello che stiamo sperimentando in questo momento? Per paura dell’ignoto, di lasciar andare la mente, scegliamo sempre il passato, questo e un meccanismo inconscio, che da adesso in poi potrai osservare nella tua vita; da sempre l’individuo ha cercato le risposte con la ragione, ma come la geometria euclidea si e dimostrata insufficiente alla produzione di frattali e si e dovuti ricorrere alla dimensione frattale, allo stesso tempo per comprendere la super coscienza non c’e altro modo che aprire i propri occhi super coscienti.

    Ogni cosa che viviamo, guardiamo, tocchiamo e crediamo esterna non lo e affatto, non esiste né dentro ne fuori dalla prospettiva obiettiva e reale: tutto e parte dell'illimitata super coscienza.

    Il corpo fisico ha la stessa forma dell'universo materiale, l’esistenza ci offre continuamente il modo di comprenderlo.

    Noi siamo l’universo e per sperimentarlo nella sua essenza reale e indispensabile quindi innalzare la propria energia vitale sopra le mutevoli frequenze intermedie, purificando ognuna di esse fino a raggiungere la super coscienza maschile, lo spirito cosmico e privo di identificazione; le frequenze dell’universo ed i rispettivi corpi sottili sono molteplici, ma rispondono ad una legge generale: più densi sono e maggiori sono i limiti della loro prospettiva.

    Le vibrazioni nel macro e nel microcosmo sono le stesse, il nostro essere è composto dagli stessi elementi che formano l’esistenza e questo è vero anche per quanto riguarda il corpo fisico, formato da atomi composti da protoni, neutroni, elettroni e vuoto. Le forme sono pura illusione, una conformazione passeggera di minuscoli puntini che non riusciamo a vedere e per altro composti degli stessi elementi che costituiscono ogni cosa materiale, ma come facciamo a sederci sul vuoto e non cadere?

    Perche due elettroni alla stessa densita non possono occupare la stessa orbita e superato un certo limite di vicinanza iniziano a respingersi.

    Grazie al principio di esclusione di Pauli, possiamo sederci sul divano senza cadere, sorretti da questa invisibile forza di repulsione che gli elettroni, i protoni ed i neutroni degli atomi della sedia esercitano a contatto con gli stessi elementi del nostro corpo fisico.

    Indubbiamente il numero di protoni, elettroni e neutroni cambia da un atomo del nostro corpo fisico a quello di un muro, ma gli elementi sono i medesimi, come simile è la sua vibrazione e per questo possiamo percepirlo come solido.

    Quella che normalmente chiamiamo vita non e altro che un sogno lucido, una proiezione olografica del cammino che compie Kuṇḍalinī attraverso le varie vibrazioni, i vari Chakra, ognuno con i suoi blocchi energetici, le distorsioni ed i meccanismi.

    FREQUENZE, OORPI SOTTILI E CENTRI ENERGETIOI

    L’energia gioca a nascondersi nelle varie forme, ad identificarsi per vedere le cose da tutti i punti di vista, mentre nel quadro completo dell’apice della super coscienza tutto è trasceso e sublimato in uno stato simile ai dati compressi, ossia non razionalizzabili.

    L’energia cosmica è scesa, arrivando fino ad addormentarsi nella densità delle forme illusorie in forma di Kuṇḍalinī ed il nostro compito è quello di risalire le varie frequenze in noi stessi, fino a tornare all’infinita origine di tutte le cose: questa è la realizzazione; per poter spiegare meglio questi difficili concetti, dividiamo le frequenze in tre gruppi o stati di coscienza: inconscio, conscio e super conscio.

    Questa divisione, seppur illusoria, è indispensabile per parlare delle radicali differenze esistenti da uno stato all’altro, per ogni frequenza/stato di coscienza esistono un corpo sottile ed un Chakra, il quale contiene le tracce di tutto quello che esiste nel corpo sottile stesso a lui associato.

    INCONSCIO

    I corpi sottili nella fascia vibrazionale dell’inconscio sono tre ed ognuno è connesso con un Chakra o centro energetico.

    Questi centri energetici sono degli organi appartenenti ai corpi metafisici.

    II metaforico triangolo inconscio è costituito dal primo, dal secondo e dal terzo Chakra; connessi rispettivamente al corpo fisico, corpo emotivo e corpo mentale schematico, o subconscio.

    Alla base del metaforico triangolo inconscio che compone il nostro essere si ha il primo centro energetico ed il corpo sottile, attraverso il quale sperimentiamo la dimensione materiale ordinaria: ovvero il fulcro dell’illusione e dell’individualità.

    I confini tra noi ed il mondo sono qui estremamente netti, definiti, dando adito al senso di separazione che permane anche alle altre frequenze inconsce. La nostra forma fisica e le altre che costituiscono il mondo fenomenico non sono eterne, né esistono per il modo in cui siamo abituati a considerarle, ossia dense, stabili e materiali. Ogni forma è in realtà energia condensata, congelata, che vibra ad una così bassa frequenza da risultare solida ed il nostro modo di vedere le cose è altamente condizionato dalla prospettiva.

    Per cui quando percepiamo qualcosa è perché si trova già dentro di noi ed i connotati che gli diamo dipendono dai nostri programmi, sono solo una nostra interpretazione, quindi essa è lo specchio di quanto abbiamo dentro.

    Nella dimensione materiale sperimentiamo continuamente il nostro inconscio e tutto quello che ci accade è il frutto di meccaniche cosmiche che ci portano ad affrontare quei blocchi energetici che esistono nella nostra anatomia sottile, al fine di guarirli. I corpi sottili che si trovano nella sfera dell’inconscio ed i rispettivi Chakra sono interconnessi, poiché raramente queste frequenze vengono sperimentate singolarmente a causa di una realtà metafisica: i corpi sottili si compenetrano, mentre i Chakra sono uniti dal flusso energetico interiore, ossia Kundalmi.

    Il primo Chakra è connesso al corpo fisico, al contatto con la terra, all’istinto, al programma genetico, ma anche a capacità innate ed istintive che abbiamo perduto, quali la conoscenza innata delle erbe e dei cibi utili al corpo fisico.

    Il secondo Chakra è connesso al corpo emotivo, rappresenta l’energia che sperimentiamo attraverso il sentire, che fino a quando rimane inconscio e compenetrato dal corpo mentale schematico è vestito dalle forme, dai giudizi, prigioniero quindi degli schemi stessi. È proprio per mezzo della forma in cui esso è racchiuso che il sentire di questo corpo sottile diviene emozione ed è per sua natura senza tempo, a livello inconscio tutte le emozioni che abbiamo vissuto nella nostra vita sono state registrate, tanto che una ferita in questa energia, se toccata dalle condizioni esteriori, può essere risvegliata e sfogata anche dopo decenni con la stessa intensità della sua origine.

    Le emozioni, rinchiuse nelle forme che si risvegliano quando vengono sollecitate, raramente arrivano alla coscienza perché il corpo mentale schematico le blocca giudicandole, giustificandole, vestendole con quei ricordi che ci addormentano, difatti tutte le emozioni che si hanno quando ricordiamo un particolare momento gioioso della nostra vita, sono atemporali, il subconscio non fa altro che ripescare l’emozione gioiosa chiusa all’interno del meccanismo del ricordo.

    Per concludere, le emozioni fino a quando rimangono nell’inconscio, sono al servizio dei programmi ed hanno la capacità di farci sentire bene di fronte ad azioni corrispondenti agli stessi, male se risultano in violazione con alcuni di essi.

    Il terzo Chakra è connesso al corpo mentale schematico o subconscio, rappresenta la volontà, il desiderio, la razionalità, contiene in sé la personalità, ossia quei meccanismi e giudizi con i quali ci identifichiamo, buono o cattivo, bene o male, giusto o sbagliato, le nostre idee, convinzioni ed i ruoli che costituiscono il nostro Io. L’Ego è il subconscio, perché ci fa credere di essere liberi, crediamo di decidere e scegliere, ma in realtà questa falsa libertà di scelta è illusoria, deriva dalle nostre esperienze passate, da quelle dei nostri antenati e dalle persone alle quali ci siamo legati. Esattamente come un solco raccoglie in se l’acqua piovana, i meccanismi deviano il corso naturale della nostra energia, che viene quindi attratta all’interno di quel circuito alternativo. In questo modo continuiamo a nutrire i meccanismi stessi, fornendogli il sostentamento necessario alla loro sopravvivenza ogni volta che la nostra energia cade automaticamente in quelle forme, quelle piste scavate nel nostro essere e che sempre di piu si approfondiscono.

    L’inconscio segue tre leggi:

    • Assenza di dolore, per cui se il corpo percepisce dolore fisico, adatta continuamente la postura pur di non percepire tale sofferenza. Percependo invece dolore emozionale viene semplicemente cambiata una parte di personalità, ad esempio: se ci siamo sentiti abbandonati o traditi, compensiamo con una strategia il bisogno di non percepire il dolore dell'abbandono.

    • Ricerca di equilibrio, per cui se una situazione genera squilibrio, si crea una struttura adattiva attraverso una strategia che compensa il contesto sperimentato, nell'esempio precedente è il bisogno di riempire il vuoto provocato dell'abbandono.

    • Economia, la quale cessa le compensazioni precedenti, individuando come dispendio di energia le strategie non più funzionali con le quali abbiamo imparato ad agire.

    COSCIENZA

    In mezzo ai due metaforici triangoli che compongono il nostro essere è presente la coscienza, che rappresenta il punto d’equilibrio centrale che purifica l’inconscio sublimandolo in un insieme armonico. Il corpo sottile nello stato conscio è il corpo mentale neutrale, chiamato così perché puro, non intaccato dai meccanismi, dalle identificazioni e dagli schemi, nemmeno quello del giudizio.

    Il Chakra a cui è connesso è il quarto, per giungere qui Kuṇḍalinī attraversa i centri energetici inferiori privi di blocchi energetici; il Chakra del cuore spirituale, nel momento dell’apertura, diviene una fontana di luce ed abbraccia ogni cosa sublimandola in sé.

    Tale luce interiore è un lampo che irrompe nella nostra mente, facendoci sperimentare una sensazione di fermezza, di estremo equilibrio, che percepiamo assieme ad un senso di chiarezza e sentimenti indescrivibili, si tratta di uno spazio di pura accoglienza, in cui ogni lato di noi e degli altri viene visto, senza catalogazioni, con pura e neutrale osservazione.

    Il corpo mentale neutrale, sebbene presente in potenza, non è del tutto formato fino al momento in cui ogni parte inconscia viene qui integrata; nel quarto Chakra, il cuore spirituale, avviene l’integrità quando programmi ed emozioni non vengono più sostenuti, ma semplicemente osservati ed accolti.

    MEDITAZIONE N.4 - SPERIMENTARE LA COSCIENZA

    SUPER COSCIENZA

    Sopra la coscienza si trova l’ultima fascia di vibrazioni racchiuse nel metaforico triangolo della super coscienza che compone il nostro essere, sono talmente sottili ed estremamente elevate da essere qualcosa di incomprensibile per la mente umana, in quanto trascendono il tempo, lo spazio e l’individualità.

    Il corpo mentale schematico con cui siamo abituati a guardare il mondo, ha dei limiti intrinsechi per cui non può comprendere l’illimitato e tentare di razionalizzare, è come credere di poter vedere l’oggettività dalla prospettiva soggettiva: paradossale; tali energie primordiali sono sempre esistite e proprio loro hanno dato vita al gioco cosmico, ma dalla loro prospettiva tutto quello che avviene nelle dimensioni inferiori non è altro che illusione.

    Queste energie non hanno né razionalità né personalità, ma solamente diverse caratteristiche. Il metaforico triangolo della super coscienza include il quinto, il sesto ed il settimo Chakra, rispettivamente connessi al corpo animico, corpo spirituale e l’Assoluto.

    Il quinto e sesto Chakra, rappresentano il primo passo verso la virtualità, incarnando le due parti della prima scissione, sono le energie più prossime alla verità obiettiva e divina, nonché progenitori di tutti i piani di esistenza sotto di loro, compresa la dimensione materiale. I corpi sottili associati a questi Chakra si trovano oltre la sfera individuale, non hanno limiti di spazio e di conseguenza non hanno un confine che definisca interno ed esterno, permeano e racchiudono in loro ogni cosa.

    L’energia del settimo Chakra aperto discende dall’area della corona ed armonizza tutti gli altri centri energetici, in modo simile al movimento della coscienza che include in sé l’inconscio e lo illumina.

    In questo senso, riprendendo la classificazione di Georges Ivanovic Gurdjieff in ottave, possiamo dire che il settimo Chakra è l’ottava alta del quarto Chakra, in quanto unisce e sublima in sé tutte le frequenze che compongono l’essere umano.

    La parte della super coscienza, definita femminile, corrispondente al quinto Chakra, e il corpo animico, ossia l’energia che sperimenta le infinite possibilità. È la Sakti nella forma originale, la madre cosmica e non individualizzata. Questa super energia, madre di tutte le cose, si divise dalla super coscienza maschile senza un motivo razionale ed assunse così un’individualita, è stato un movimento interiore e non qualcosa di manifesto, solo una presa di consapevolezza di esistere come energia osservata e separata dalla coscienza osservatrice.

    In origine le due parti erano fuse insieme ed esisteva solo una illimitata energia cosciente, non esisteva alcun senso di separatezza, solamente questo quadro completo di potenzialita compresse, sovrapposte, esistenti tutte contemporaneamente e prive di forma individuale. Poi, in un tempo fuori dal tempo, ecco che questa energia cosciente, osservandosi, capì di essere composta di due parti, che gia esistevano, ma che solo adesso acquisiscono una propria vibrazione; la parte femminile della super coscienza, a questo punto, inizio ad allontanarsi sempre di piu dalla parte maschile, la vibrazione primordiale, sognando una ad una le infinite potenzialita .

    L’energia super cosciente maschile, corpo spirituale o super spirito, e connesso al sesto Chakra e rappresenta la parte maschile, ossia quella vibrazione primordiale che in origine era unita alla super energia e che, dentro di noi, possiamo reintegrare. In questo senso, l’evoluzione dell’uomo e il percorso inverso a quello fatto da tale energia per discendere ed addormentarsi nella forma, ossia risvegliarsi ed attraversare tutti gli stati intermedi fino a raggiungere di nuovo la vibrazione spirituale.

    È la qualità di questa frequenza ad essere maschile, ossia penetrante e ferma, e il silenzio che contiene tutte le frequenze in potenza.

    La super coscienza maschile e parte della nostra realta, ma dal sonno in cui ci troviamo ne siamo del tutto insensibili, poiche la sua vibrazione e un canto sottile che viene continuamente offuscato dal rumore dei programmi. In questo senso l’uomo ha gia tutto dentro di se, deve solo esserne sensibile, sentirlo, andando oltre il film mentale comunemente chiamato realta, ossia quell’ipnosi collettiva che ci porta a proiettare il nostro inconscio sulla realta per conoscerlo.

    Tutti i programmi dell’inconscio parlano continuamente dentro di noi, avendo voci opposte e generalmente ne sosteniamo alcune, negando le altre, ma così ci perdiamo il vuoto che le contiene.

    ELEMENTI DELL’ANATOMÌA SQTTILE

    Ogni cosa che viviamo, sentiamo, percepiamo o parte del programma genetico, esiste in realtà nell’enorme circuito dell’anatomia sottile in forma di traccia, la quale ostacola, blocca o devia il passaggio di energia. Ogni problema fisico, psicologico o spirituale può trovare la sua spiegazione e risoluzione nell’anatomia sottile, in quanto tutto ciò che viviamo è manifestazione di quanto abbiamo dentro.

    Ogni cosa che ci accade nella vita è rapportabile ai centri energetici e comprenderli può fornire una nuova ed importante chiave di lettura della realtà.

    La nostra anatomia sottile è nel suo complesso qualcosa di immenso e solamente alcune sue parti sono individuali: quelle appartenenti alla fascia vibrazionale dell’inconscio e la coscienza.

    Il corpo yogico è la monade (dal greco monas, traducibile come uno) che unisce in sé tutti i vari corpi: Chakra (centri energetici) - Nadi (canali energetici) - Bindu (punti) - Energie vitali che alimentano l’intero circuito.

    CHAKRA

    Il termine Chakra significa ruota/vortice che gira e vibra alla frequenza con cui è connessa al corpo sottile corrispondente, è un centro energetico utilizzato per indicare gli organi invisibili che collegano il corpo fisico con i metafisici, i corpi sottili.

    Ogni Chakra è localizzato in un plesso e viene quindi associato ad esso, sono spesso raffigurati simbolicamente con colori o fiori di loto; nelle raffigurazioni tradizionali, all’interno di ogni petalo di loto è racchiusa una lettera dell’alfabeto sanscrito ed al centro del loto è presente il Bija mantra, il quale rappresenta il suono di quella particolare vibrazione; all’interno di ogni Chakra viene rappresentato anche il simbolo Yantra dell’elemento cosmico relativo ed anche particolari simboli contenenti riferimenti alle sue caratteristiche, al processo di emanazione cosmica ed al riassorbimento divino, ma anche ai due organi sessuali, archetipi rappresentanti la polarità energetica. Tutti i Chakra, tranne il primo ed il settimo, sono composti da due spirali, una anteriore ed una posteriore, le quali hanno diversi strati in cui l’intensità della vibrazione è maggiore o minore.

    Questi strati, chiamati anelli, sono connessi agli altri Chakra ed in ognuno di essi si depositano particolari blocchi energetici riguardanti determinate tematiche o ferite. Ad ogni blocco energetico si associa un meccanismo che calamita e rende schiava la nostra energia addormentandoci nella prospettiva soggettiva. Una doverosa precisazione è che i Chakra non si trovano sul piano fisico e che, quindi, sebbene abbiano una locazione identica a quella di alcuni organi fisici, non sono la stessa cosa.

    I nostri sensi captano la realtà, assorbono degli impulsi energetici che sollecitano i Chakra e le tracce che in essi si trovano ed è per questo motivo che la nostra visione delle cose viene condizionata e distorta, in quanto continuamente ci troviamo a fare i conti con il nostro passato che si ripropone sotto nuove vesti. È il nostro inconscio che non permette di abbandonare quegli schemi perché attraverso gli istinti, le emozioni e la mente ci siamo auto conservati, congelando, non permettendo l’incontro con noi stessi poiché non avevamo gli strumenti per viverli; solo scongelando le tracce che ci sono all’interno dei Chakra è possibile modificare/trasformare il meccanismo.

    II sistema dei Chakra è un circuito perfetto, creato per garantire il pieno utilizzo dell’anatomia sottile e del suo potenziale. Nella tabella sottostante puoi osservare le corrispondenze fra i vari Chakra e le aree in cui sono localizzati, i mantra, le ghiandole, le pietre e gli elementi a cui sono associati.

    KUNDALINI

    Kuṇḍalinī deriva da Kundall e detiene il significato di ricurva o attorcigliata, esattamente la forma assunta da questa energia nel suo stato inattivo, sopito ed inconscio, è un termine sanscrito che indica quell’aspetto della Sakti o Shakti, energia divina presente nell’essere umano, sopita e non cosciente.

    Viene descritta simbolicamente avvolta intorno al punto luminoso centrale del primo Chakra, dove giace dormiente in forma di serpente attorcigliato, arrotolato su sé stesso in un modo circolare, simbolicamente simile alla forma dei meccanismi, fintanto che non viene sollecitato. Questa analogia rispecchia perfettamente ciò che avviene nel momento in cui la nostra coscienza è ubriacata dagli istinti, che prevalgono e ci portano a reagire alle situazioni esterne in modo meccanico, seguendo schemi di cui non abbiamo consapevolezza. Kuṇḍalinī è l’energia vitale che scorre dentro di noi, facendo esperienza della dimensione fisica, emotiva e mentale, fino a fondersi con quello che i praticanti dello Shivaismo chiamano Shiva, ossia l’osservatore cosmico o super coscienza maschile; fluisce costantemente nei primi tre centri energetici, ma è assopita nel primo Chakra, schiava nel circolo vizioso dei meccanismi e dell’istinto, in quanto tutti i blocchi energetici, programmi, schemi e meccanismi inconsci si basano sull’istinto di sopravvivenza, per cui viviamo le esperienze come fossero un sogno, fermandoci all’apparenza e scambiandola per realtà.

    Il risveglio di Kuṇḍalinī è il modo in cui le tradizioni tantriche ricercano l’unione con il divino, quindi la libertà dalla ruota del Karma, ossia la legge di causa ed effetto di cui siamo schiavi a causa della schiavitù dei programmi. Per questo motivo è necessario scongelare la nostra energia vitale intrappolata nell’inconscio, prendendo coscienza dei programmi; questo significa guarire le ferite, ripulire le energie represse che sono rimaste congestionate dentro di noi ed oltrepassare ogni forma di condizionamento e pregiudizi.

    CORPI SOTTILI

    Attorno al nostro corpo ci sono molte energie e campi, alcuni osservabili attraverso apparecchiature molto sensibili e camere multispettrali. La difficoltà dei ricercatori è quella di comprendere come tutto questo si rispecchi nell’esperienza del soggetto, ossia, ad esempio, in quale vissuto si traduca una piccola alterazione nel Campo Magnetico. Nel mio piccolo ho cercato queste risposte, provando a collegare ciò che osservavo con la vista con ciò che percepivo attraverso l’empatia nei confronti degli altri o l’ascolto delle mie stesse percezioni.

    Ogni Corpo Sottile è una dimensione del nostro Essere, in cui avvengono fenomeni e dinamiche di cui è importante prendere coscienza, anche per capire come portare armonia.

    Vediamo insieme i nomi di questi Corpi e la dimensione a cui sono collegati:

    Corpo Fisico: Dimensione Materiale, istinti, percezioni e reazioni istintive, memorie biologiche e arcaiche.

    Corpo Emotivo: Dimensione Emotiva, sentimenti, fusione e separazione dagli altri, blocchi emotivi, emozioni rifiutate, congelate ed evitate per mezzo dei meccanismi di difesa.

    Corpo Mentale Schematico o Subconscio: Dimensione Magnetica, pensieri, idee, memorie delle interpretazioni degli eventi, condizionamenti, meccanismi di potere e identificazioni.

    Corpo Mente Neutra: Dimensione della Coscienza, comprensione e trasformazione di tutto ciò che dei corpi più densi viene osservato e accolto semplicemente com’è, senza volerlo cambiare.

    Corpo Animico: Dimensione della Vita in tutte le sue forme e immersa nelle infinite esperienze possibili. Corpo Super-Spirituale: Dimensione della consapevolezza disidentificata e oggettiva di tutte le esperienze possibili.

    Corpo della Super-Coscienza: Dimensione delle infinite possibilità vissute da tutte le prospettive e Oltre.

    NADI

    Le Nadi sono canali energetici, incarnano le metafisiche vene attraverso cui scorre il Prana, l’energia vitale alla base della nostra esistenza, permeano ogni corpo sottile individuale e lo collegano al Chakra della stessa frequenza, creando uno scambio efficiente di energia. Sono di natura immateriale e risultano invisibili alla vista, ma poiché il corpo fisico è manifestazione della realtà sottile, la maggior parte di essi corrispondono a fasci nervosi, condotti arteriosi, venosi e linfatici.

    I canali energetici principali sono composti da tre strati concentrici: quello più interno è chiamato Sira, la quale passa l’energia nel canale centrale e, attraverso il respiro, all’interno delle Nadi laterali e secondarie, mentre l’intermedio Damani e l’esterno Nadi, da cui prende il nome il canale nel suo insieme. Hanno nel loro insieme la forma del bastone di Hermes, il canale centrale si chiama Sushumna ed i canali laterali Ida e Pingala.

    Shushumna è situato nell’asse cerebrospinale, permette all’energia vitale di muoversi e attraversare le varie frequenze, ossia consente a Kuṇḍalinī di attraversare i Chakra. Proporzionalmente misura il doppio

    dei canali laterali, questo canale è la rappresentazione microcosmica dell’universo multidimensionale, che racchiude in sé ogni potenziale aspetto della vita, vissuto nel momento in cui Kuṇḍalinī lo incontra nel suo fluire. Unisce materia e spirito. Ida e Pingala si muovono in entrambi i sensi e trasportano l’energia del respiro, fonte di nutrimento fino a quando si permane nello stato inconscio, questi due canali si trovano ai lati del canale centrale e lo risalgono intrecciandosi in prossimità dei Chakra, alimentando quest’ultimi ed i corfi sottili. Nella parte frontale della persona convergono nel Chakra, in quella posteriore si incrociano tra un centro ed il successivo, in quanto sul retro di ognuno di essi si trovano altre Nadi minori che trasportano l’energia adattata fino alla sua destinazione: nel corpo sottile della stessa densità. Le Nadi laterali Ida e Pingala trasportano l’energia, ossia il Prana attraverso la respirazione, fino a farla risucchiare dal vortice del Chakra che la incanala e la trasporta verso il nucleo del centro energetico. Tale energia viene incanalata nello strato più interno della Nadi centrale Shushumna, dove da risvegliata passa Kuṇḍalinī.

    MEDITAZIONE N.5 - RESPIRAZIONE TRAMITE NADI

    PRANA, APANA, SAMANA, UDANA, VYANA

    Il Prana è composto da cinque frequenze della stessa energia, chiamati in India Sub-Prana. Esattamente come lo siamo noi, anche il respiro è multidimensionale e contiene in sé questi cinque Prana, relativi alle vibrazioni dei cinque Chakra inferiori e dei corpi sottili corrispondenti.

    Queste frequenze del respiro non sono da intendersi come cose separate, bensì parti diverse dello stesso Prana, nutrire i corpi sottili nella fascia dell’inconscio è indispensabile fino a quando non sperimentiamo le energie più elevate.

    Il Prana ha lo stesso nome con cui viene indicato l’insieme, ma e una parte specifica che si espande nella zona tra la laringe ed il diaframma, esso e tradizionalmente associato al funzionamento di cuore e polmoni, così come delle altre attivita esistenti in quest’area del corpo sottile: respirazione, deglutizione e circolazione del sangue. Questa parte del respiro e connessa al Chakra del cuore ed il suo aspetto e quello di particelle luminose che si muovono verso l’alto, quando il respiro entra dalle Nadi laterali, scorrendo verso il basso, tale dimensione viene prelevata dalla spirale anteriore del quarto Chakra, che la affina e la rilascia nella spirale posteriore. Da qui, questo nutrimento fluisce nel cordone che collega Chakra e corpo mentale neutrale, in cui i canali lo trasportano distribuendolo equamente.

    Apana scende invece nella zona tra ombelico e perineo, controllando la funzione di reni, vescica, intestini, organi escretori, riproduttivi e nutrendo il primo ed il secondo Chakra. A questa dimensione del Prana sono associate funzioni come l’espulsione dei gas, di feci ed urine, ma anche del feto al momento della nascita; questo nutre prevalentemente il secondo Chakra, in quanto il primo Chakra e nutrito dalla parte piu densa del respiro: l’ossigeno. L’Apana si presenta come particelle luminose che si muovono elegantemente verso il basso e quando il respiro scorre nelle Nadi laterali, scendendo fino ad arrivare a quest’area, la spirale anteriore del secondo Chakra lo preleva per affinarlo al centro ed espellerlo dalla spirale posteriore, in cui viene incanalata prima dal cordone e poi dai canali minori, che la trasportano in tutto il corpo emotivo.

    Samana è invece la dimensione del respiro affine al terzo Chakra, localizzata infatti nella zona tra ombelico e diaframma. Il nome di questa energia deriva dal termine saman dal significato di equilibrato, in quanto si trova tra il Prana e l’Apana, portando equilibrio tra quelle due forze opposte. Tradizionalmente vengono attribuite a questa forza le responsabilita delle funzioni digestive e di assimilazione, mentre la sua apparenza e quella di una luce che si muove lateralmente, oscillando nell’area associata. Questo Sub-Prana viene prelevato dalla spirale anteriore del terzo Chakra, che la risucchia dalle Nadi e la trasporta al centro, equalizzandola, per poi farla uscire dalla spirale posteriore che la incanala nel suo cordone e successivamente nelle molte Nadi minori, che la trasportano capillarmente al corpo mentale schematico, che contiene la personalita.

    Udana viene individuato nelle estremita, ossia testa, braccia e gambe, e ad esso viene attribuito il controllo degli organi sensoriali, di azione ed anche del sistema nervoso simpatico e parasimpatico. Il sistema nervoso autonomo ricopre la funzione di integrare e collegare tutto l’organismo e le sue funzioni si dividono nei due sistemi complementari: simpatico, che e istintivo e maschile, e parasimpatico che e femminile, permette il rilassamento e induce il sonno; quando si sperimenta questa energia e facile percepirla come flusso di luce circolare che si muove verso il basso per quanto riguarda braccia e gambe, mentre verso l’alto nella testa. Questo Prana non nutre un centro energetico in particolare, ma e piuttosto quello che gestisce il funzionamento delle Nadi, che sono infatti associate ai sistemi nervosi prima citati.

    Vyana permea invece tutti gli strati del corpo yogico ed e tra tutte le dimensioni del respiro la piu sottile, che agisce come potenziamento degli altri Prana, i quali vengono da questo regolati. Secondo la tradizione un’altra funzione di questa energia e quella di riserva e sostegno alle altre parti, ma anche di coordinamento dei muscoli e dei loro movimenti. Vyana entra durante l’inspirazione insieme alle altre frequenze del respiro, così mentre l’energia scende attraverso i canali energetici, la spirale anteriore del quinto Chakra la preleva, ma non per nutrire il corpo sottile, che essendo parte della super coscienza non e nemmeno individuale, piuttosto per supportare ed aumentare il nutrimento di tutti gli altri. Come ogni spirale puo essere divisa in diversi segmenti risuonanti con altri centri, il quinto Chakra contiene in se gli strati di tutti quelli inferiori, che vengono in questo modo permeati e nutriti indirettamente.

    ENERGÌA SCHIAVA DELLA FORMA

    Noi siamo energia, energia vitale che impiega l’involucro di un corpo fisico per uscire dalla schiavitù dell'inconscio e ricongiungersi alla super coscienza: il Padre della realtà.

    Essere schiavi per conoscere la libertà potrà sembrare paradossale, ma per trascendere qualunque cosa è necessario viverla intensamente; il nostro corpo fisico e gli altri corpi inconsci non sono involucri separati dall'essenza, bensì incarnano la parte più densa di essa, forme provvisorie di esperienza, se partendo da uno di quei punti, da una di quelle forme, ci spostiamo nelle sue profondità, verso il centro essenziale, troveremmo qualcosa di sempre meno solido e limitato.

    La superficie, essendo paragonabile al ghiaccio, mostra fratture, divisioni, frammentazioni, e tutto questo ci abbaglia, ma più si è disposti a guardare oltre il conosciuto e ci si sposta verso l'essenza, più si incontrano stati sottili ad alta frequenza, fino ad arrivare al nucleo di pura energia. Essere in questa condizione di congelamento è sia una schiavitù che un'opportunità: da una parte la forma ci preclude di vedere ciò che si trova nel suo profondo, dall'altra qui si trova manifesto tutto ciò che l'infinito contiene allo stato compresso. In questa massima densità abbiamo quindi la possibilità di sperimentare noi stessi e portare consapevolezza nelle dinamiche con cui continuiamo a nutrire il congelamento, così da trascenderle e sciogliere i nostri frammenti, raggiungendo lo stato oltre gli stati.

    Tutti respiriamo la stessa aria e la terra che ci nutre e sempre la stessa, come uno e il sole che con la sua luce illumina le nostre giornate; eppure non appena l'aria riempie i nostri polmoni entra a far parte di quello che chiamiamo io e che in realta non e che una forma destinata a trasformarsi.

    Nel Tantra si parla dell'origine divina come un insieme indistinto di energia e coscienza, che si sono ad un tratto virtualmente divisi, nonostante nell'essenza siano indivisibili.

    Le due parti che compongono il divino vengono chiamate dalla visione tantrica Shiva e Sakti, dove il primo rappresenta l'aspetto maschile della super coscienza, mentre la seconda rappresenta l'aspetto femminile, ossia l'energia vitale. L'energia vitale, la Sakti o anima, ha abbassato le sue frequenze fino a divenire materia ed in quella forma densa ha virtualmente perso il contatto con la super coscienza, la frequenza a cui vibrava in origine; ad ogni passaggio in cui l’energia si è addensata, ha creato un limite, ma questo non significa che essa non continui ad esistere come in origine al di fuori di quel limite. L'illimitato è in noi, non è finito quando è cominciato il gioco, ma per assaporarlo dobbiamo concederci di andare oltre i limiti, l'esperienza della densità avviene all'interno di una prospettiva limitata e del tutto irreale, che offusca la realtà, ma non la annulla, è tutta una questione di punti di vista, in cui possiamo paragonare le due parti della super coscienza ad un immenso quadro, completo ed organico, che originariamente vedevamo nel suo insieme.

    In questo senso possiamo dire che il quadro era lo Shiva del tantrismo, mentre la prospettiva era la Sakti, ciò che è avvenuto con l'addensamento è paragonabile ad un restringimento di quel focus, che progressivamente si è ristretto, sempre di più, fino a concentrarsi su un dettaglio, l'Ego, che calamita così tanto la nostra attenzione da averci fatto dimenticare il quadro completo; in questo senso la forma ci abbaglia, creando una sorta di irretimento, una tendenza meccanica a non andare mai oltre di essa ed assecondandola ci precludiamo la visione di ciò che si trova oltre; non c'è un motivo per cui l'energia si è distaccata dalla forma, ciò non nasce da una decisione, perché ancora non esisteva alcun Io che potesse decidere, né una mente che potesse elaborare delle motivazioni.

    Quando si parla di stati più sottili, ci si riferisce a frequenze che non hanno i limiti a cui siamo abituati, quindi tentare di vederle attraverso quegli stessi limiti è una contraddizione in termini.

    L’energia primordiale non si è mai realmente staccata, ha solo iniziato a contemplare le infinite possibilità e ciò è avvenuto senza un'intenzione, in quanto quest'ultima è solo la nipote di quel movimento iniziale. Abituati a sperimentare il mondo come individui ci risulta veramente difficile capire l’assenza di intenzione, ma l’inizio del gioco è più simile ad una reazione chimica che non ad un’azione e vederla in questi termini semplifica le cose, seppur non tiene conto delle sfumature.

    Le reazioni chimiche sono automatiche, dettate da leggi e prive di coscienza, simili ad un sonno; la super coscienza, che dalla prospettiva dell'Ego può sembrare simile, è in realtà qualcosa di molto diverso: l una è l'antitesi dell'altra.

    Ciò che crediamo reale è in verità uno stato provvisorio, una prospettiva, una nota del silenzio che le contiene tutte, la quale continua ad esistere oltre lo stato stesso.

    Quando ci sentiamo male, percependo ad esempio dolore a un dente, questo ci cattura così tanto da avere tutta la nostra attenzione e farci dimenticare che tutto il resto del corpo fisico è nella condizione di benessere, così come la nostra essenza, essi sono il magnifico cielo interiore che viene continuamente offuscato dalle dense nuvole, che ci distraggono dalla verità.

    La coscienza è qualcosa di sottile, neutrale, una presenza di fronte alle cose così come sono, che viene continuamente offuscata dalle forme dense, lo stesso avviene per la caduta nella materia: sperimentando una forma densa siamo portati a restringere il nostro focus, cadendo nei meccanismi che la dimenticanza di tutto il resto comporta.

    Il fatto però che noi ci identifichiamo con il corpo fisico o con il dolore non significa che non esista altro: il limite della prospettiva è soltanto virtuale e dalla prospettiva oggettiva niente viene alterato; questo, universalmente, è paragonabile all'esperienza del sonno della Sakti nella materia, che la visione tantrica descrive micro-cosmicamente come Kuṇḍalinī che dorme racchiusa nel primo Chakra, connesso al piano materiale; essa è infatti l'aspetto interiore della Sakti, la nostra essenza racchiusa nella forma corporale e che attraverso di essa può fare esperienza dell'inconscio, dell'Ego e della prospettiva limitata.

    Poiche ogni cosa e semplicemente energia schiava della forma, ovvero dell’inconscio, il modo per liberarla e diventare consapevoli di questa energia che si trova oltre l'apparente forma stessa.

    MEDITAZIONE N.6 - SPERIMENTARE L'ENERGÌA OLTRE LA FORMA

    MULADHARA - PRIMO CHAKRA

    Il primo centro energetico si chiama Mulàdhàra Chakra, è situato alla base della colonna vertebrale, nella cavità del bacino, precisamente nella zona tra l’osso pubico ed il coccige.

    Comunemente associato alle ghiandole surrenali e alle parti del corpo fisico vicine all’area di localizzazione: reni, vescica, ultimo tratto dell’intestino, genitali, gambe e piedi; non solo la salute di queste parti è connessa al primo Chakra, ma più in generale lo è la salute dell’intero organismo e tutti i suoi programmi biologici. Questo centro energetico è connesso alla materia e al corpo fisico, contiene in sé le tracce di tutti gli istinti, i meccanismi basilari del nostro corpo fisico, ma anche la predisposizione a dei programmi biologici attivati prima di noi dagli antenati.

    Il Muladhara Chakra viene rappresentato simbolicamente come un loto rosso con quattro petali, i quali riportano i fonemi dell'alfabeto sanscrito IAST; un quadrato giallo, simbolo dell’elemento terra, è situato nel centro del loto, a sua volta recante in mezzo un triangolo dalla punta rivolta verso il basso e rappresentate l’organo sessuale femminile (yoni).

    Il Bija mantra inscritto al centro del Chakra è LAM e la divinità associata è Brahma: il creatore della Trimurti indiana.

    Il senso collegato a questo Chakra è l'olfatto, in quanto gli odori sono strettamente legati all’istinto, poiché odorare è equivalente a fare un esame chimico. AUmterno del triangolo, nelle immagini più dettagliate si nota un pene (Briga) stilizzato, a cui si trova avvolto Kuṇḍalinī, come fosse un serpente che ostruisce con la propria bocca l'apertura sulla sommità del liriga, definita anche la porta di Brahman, ossia la via di risalita.

    È possibile dire, seppur metaforicamente, che siamo addormentati nel frìmo Chakra, in quanto è la sua forza d’attrazione verso l’inconscio che spinge Kuṇḍalinī a tornare verso il basso quando viene ostacolata nella sua ascesa da un blocco energetico.

    Il frìmo Chakra ed il settimo Chakra rappresentano la polarizzazione della vita, sono gli unici ad avere una sola spirale posta verticalmente, in quanto costituiscono le estremità aperte attraverso cui siamo connessi alla terra ed al cielo. Queste sono la piu densa e la piu sottile vibrazione dell’esistenza, mentre tutti i centri energetici che si trovano tra i due Chakra rappresentano stati intermedi, le varie sfumature e prospettive da cui guardare l’esistente; rappresentano gli opposti, rispettivamente ingresso dell'energia dalla terra ed uscita verso il cielo ed e per questo che non hanno bisogno di una spirale d'ingresso ed una di uscita. Lo sradicamento comporta una vita schizofrenica, in cui ci si sente divisi tra due realta agli antipodi, tra cui non riusciamo a trovare un equilibrio e nel migliore dei casi ci rifugeremo in uno degli estremi reprimendo

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