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Evanescent / La Serie dei Sempiterni / Libro primo / Sara V. Zook e Wendy S. Chartier
Evanescent / La Serie dei Sempiterni / Libro primo / Sara V. Zook e Wendy S. Chartier
Evanescent / La Serie dei Sempiterni / Libro primo / Sara V. Zook e Wendy S. Chartier
E-book203 pagine2 ore

Evanescent / La Serie dei Sempiterni / Libro primo / Sara V. Zook e Wendy S. Chartier

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Info su questo ebook

Al di là della percezione umana, le creature dei Cieli e quelle degli Inferi osservano ciò che accade di buono e di malvagio nel mondo mortale. Interagire tra loro è proibito dalla rigida separazione vigente tra Luce e Tenebre.

Un breve incontro, un bacio appassionato: in quello stesso istante, tutto cambia.

Sarenah è un angelo guerriero fedele alla Luce. Mentre vigila su un incidente dei mortali, si imbatte in una creatura oscura da cui si sente inspiegabilmente attratta. Sa che è un demone, ed è ben consapevole delle regole, ma qualcosa in lui la spinge a infrangerle.

Draco è l’opposto di Sarenah: un demone guerriero fedele alle Tenebre. Anche lui si sente come trascinato e desidera stringere a sé Sarenah senza riuscire a spiegarsi il perché. Ignaro della sua vera identità, finisce per innamorarsi di un angelo.

I Cieli e gli Inferi faranno di tutto pur di tenerli separati. Draco viene gettato in prigione mentre Sarenah lo cerca instancabilmente, inoltrandosi persino in un dominio che non le è proprio.

La verità sul loro passato verrà a galla in tempo perché i due si salvino? O le forze loro avverse avranno la meglio e li distruggeranno?

LinguaItaliano
Data di uscita8 giu 2015
ISBN9781633396111
Evanescent / La Serie dei Sempiterni / Libro primo / Sara V. Zook e Wendy S. Chartier

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    Anteprima del libro

    Evanescent / La Serie dei Sempiterni / Libro primo / Sara V. Zook e Wendy S. Chartier - Sara V. Zook and Wendy S. Chartier

    EVANESCENT

    La Serie dei Sempiterni

    Libro primo

    di

    Sara V. Zook e Wendy S. Chartier

    ––––––––

    Basta un attimo. Persino la forza di un angelo guerriero fedele alla Luce non può opporsi alla forza dell’Amore... o si tratta forse di lussuria? Sarenah non ne è sicura. Ha bisogno di rivedere il demone guerriero. Quell’attimo trascorso insieme è stato fin troppo travolgente e continua a tormentare i suoi pensieri; ma perché? Gli elementi dell’universo sembrano dirle che qualcosa non va per il verso giusto. C’è un segreto che tutti non vogliono lei scopra. Perché non si ricorda niente della sua vita prima di diventare un angelo? Che fine ha fatto il suo passato? La protezione della Luce sta per venire meno, ma il suo cuore e la sua mente ripetono incessantemente una parola, un nome che non può ignorare...  Draco.

    Dedica

    –  Wendy  –

    ––––––––

    Questo libro è dedicato a mio marito, David Chartier.

    Grazie per tutto il tuo amore e il tuo incoraggiamento.

    Senza di te, Sarenah e Draco non esisterebbero.

    Sei tu il mio Draco!

    E sì, combatterei contro i Cieli e gli Inferi per te.

    ***

    A mia mamma Charlotte e mia sorella Rebecca.

    Vi voglio più bene di quanto possiate immaginare.

    ***

    Un enorme grazie all’autrice Sara V. Zook.

    Sei una scrittrice di talento e una buona amica.

    Non avrei mai potuto fare questo senza di te.

    Dedica

    –  Sara  –

    ––––––––

    Dedico questo libro a Wendy.

    Grazie per avermi affidato la tua visione da mettere in parole.

    Sono contenta di averti come amica, editrice e co-autrice.

    ***

    Vorrei ringraziare tutti coloro che hanno contribuito a rendere realtà il Libro I della Serie dei Sempiterni. Parecchie sono state le notti insonni a scriverlo e probabilmente troppi i pasti a base di fast food. Alla mia famiglia e ai miei amici che mi hanno ascoltato sparare idee, un enorme grazie.

    Stefanie Fontecha con Beetiful Graphic Designs:

    le tue copertine sono favolose, e questa non fa eccezione.

    ***

    Ai miei lettori:

    Spero che questo libro vi piaccia tanto.

    Il vostro supporto significa tutto.

    Indice

    ––––––––

    Copertina

    Copyright

    Abstract

    Dedica Wendy

    Dedica Sara

    Prologo

    Capitolo 1 – Sarenah

    Capitolo 2 – Draco

    Capitolo 3 – Sarenah

    Capitolo 4 – Tabian

    Capitolo 5 – Draco

    Capitolo 6 – Vex

    Capitolo 7 – Sarenah

    Capitolo 8 – Tabian

    Capitolo 9 – Draco

    Capitolo 10 – Sarenah

    Capitolo 11 – Tabian

    Capitolo 12 – Sarenah

    Capitolo 13 – Saint

    Capitolo 14 – Sarenah

    Capitolo 15 – Draco

    Capitolo 16 – Cynda

    Capitolo 17 – Saint

    Capitolo 18 – Tabian

    Capitolo 19 – Cynda

    Capitolo 20 – Cynda

    Capitolo 21 – Sarenah

    Capitolo 22 – Cynda

    Capitolo 23 – Draco

    Capitolo 24 – Cynda

    Capitolo 25 – Draco

    Capitolo 26 – Sarenah

    Epilogo

    Note delle Autrici e informazioni

    Breve nota sulle Autrici

    In fretta e furia corri,

    corri tra le braccia di chi ti fidi di più

    e sa stringerti più forte.

    David Chartier

    Prologo

    ––––––––

    Mi prese il panico. Alzai gli occhi e colsi solo sguardi carichi di tensione. Eravamo come congelati nel tempo: nessuno osava muoversi, né fiatare; eppure ognuno di noi la sentiva avvicinarsi, mentre la tempesta montava sotto i nostri piedi.

    Un’ombra si insinuava nei Cieli: la sua tenebra cresceva attimo per attimo, estinguendo lentamente l'eterna luce che chiamavamo casa.

    Trassi un respiro, ed ebbi quasi un conato di vomito. Presto ci sarebbero stati addosso: il loro fetore, come di un migliaio di corpi putridi in decomposizione, mi riempiva già le narici causandomi una forte nausea. Insinuai le dita nella liscia impugnatura della spada e rimasi in attesa, pronta a scattare con tutto il corpo al momento opportuno.

    Perché? Perché cercare di attaccarci, pur sapendo di non avere possibilità? Non avevano speranze.

    I pensieri si rincorrevano nella mia mente: doveva esserci una ragione, qualcosa che noi non sapevamo. Un senso di vertigine mi pervase non appena la mia mente e le mie impressioni si fusero insieme.

    Ci stavano pensando anche gli altri? Pareva proprio di sì. Vedevo le fiamme nei loro occhi: erano sguardi risoluti, smaniosi, ma adombrati dal terrore.

    Cercai di scrollarmi di dosso i miei dubbi. Non importava che ragione ci fosse. Avremmo comunque difeso noi stessi e la nostra speranza. Eravamo soldati della Luce. La vittoria avrebbe regnato: e sarebbe stata la nostra vittoria.

    L’ombra si fece più evidente, e il rumore di un fruscio soffocato divenne più forte, più consistente.

    Ormai non erano lontani. Ma sarebbero riusciti a entrare?

    Un movimento catturò la mia attenzione. Guardai e riconobbi una dei nostri. Le sue ali si dimenavano libere e sbattevano qua e là. Si affrettò a ripiegarle, abbassando gli occhi dalla vergogna per i tremiti che avevano preso il sopravvento sul suo corpo. Provai un moto di disgusto. Quella era sempre stata una debole. Tanto valeva che fuggisse, la codarda.

    Il fruscio si amplificava e si era mutato in un suono stridente di ossa su ossa.

    Un rumore tonante riecheggiò nei Cieli. Il suolo tremò. Stavo per perdere l’equilibrio, ma in qualche modo riuscii a reggermi in piedi. Altri mi caddero intorno.

    Erano arrivati.

    Ancora una raffica terribile: era tutto il loro peso scagliato contro il nostro suolo. Stavolta caddi anch’io.

    Mi rimisi in piedi con un salto, afferrai la spada e la estrassi dal pesante fodero. Il cuore mi batteva all’impazzata e ansimavo per tutta l’adrenalina che avevo in circolo.

    Cosa stava succedendo?

    Non ci fu più movimento, né altro rumore. Il silenzio ci trafisse. Era tormentoso e dolce al contempo. Eravamo pronti a scattare, ma non succedeva niente. Si erano forse resi conto di non poter entrare?

    Vidi sguardi colmi di sollievo.

    No, no, non ancora. È un trucco. Dev’essere un trucco. Si sono spinti fin qui e sanno che saranno uccisi, se falliscono la loro missione. Sono rimpiazzabili: c’è sempre qualcuno più che disposto a sostituirne un altro. Questo lo sanno. Non sono stupidi. È da incoscienti credere che andranno via.

    L’ombra era ancora là; ma perché non c’era più nessun rumore?

    Ed ecco, il fruscio e lo stridore pulsarono attraverso i Cieli. Il rumore sembrava essere in un punto in particolare. Chi ci stava sopra, si ritrasse: l’incertezza della situazione era ormai insopportabile.

    Il rumore si mutò ancora in un raschio. Era rapido e preciso.

    «Cosa succede?» chiese qualcuno.

    Si fanno strada con gli artigli, ecco cosa. Cercano di fare un buco, ma non possono. Non è possibile. Le mie convinzioni però vacillavano. Non possono, lo sanno, ma ci provano lo stesso. Questo può voler dire soltanto che forse esiste una possibilità... Ma perché concederla?

    Le mie riflessioni furono interrotte dall’incombere degli eventi. Se ce la fanno, saranno distrutti. Noi eravamo soldati immortali. Potevo risparmiarmi gli «e se» per dopo.

    Risuonò un grido.

    Dunque, non ero l’unica ad angosciarsi.

    Una mano dalle carni putrescenti e neri artigli ricurvi spuntò dalla superficie dei Cieli. Fu come avere un’allucinazione: la fissavamo tutti, rifiutandoci di credere che una cosa del genere fosse realtà.

    Erano arrivati. I demoni si erano fatti strada fino a noi, alla nostra casa.

    Strinsi la spada allorché il piccolo varco aperto dal primo demone si tramutò in un’immensa voragine, e centinaia e centinaia di nere forme mefitiche si riversarono nell’unico posto che avevamo sempre ritenuto sicuro.

    Non avevo mai visto simili creature tanto da vicino. Con quei loro occhi incandescenti rossi, verdi e gialli e i denti digrignati, erano ben più raccapriccianti di quanto avessi mai immaginato.

    Il metallo cozzava contro l’osso quando le nostre spade colpivano le loro estremità. Non tentavano nemmeno di proteggersi. Ci aggredivano soltanto, con le braccia e la bocca spalancata, cercando di farci a pezzi con gli artigli e con i denti.

    Sollevai la spada e menai un fendente che spezzò il collo di una creatura. Con uno strido innaturale, quella avvizzì fino a ridursi a un mucchio di polvere nera sul suolo dei Cieli.

    Un liquido caldo mi schizzò sulla faccia. Mentre lo toglievo con il dorso della mano, mi accorsi che sapeva di sangue: e infatti, di fianco a me, una creatura banchettava ferocemente nutrendosi dal collo di un angelo.

    Sputai per liberarmi da quel sapore disgustoso e alzai la spada. Non appena si abbatté sulla sua groppa, anche quella seconda creatura stridette e con un tremito si dissolse nel nulla. Scrutai il viso dell’angelo a terra, che giaceva ormai immobile. Morto? Poteva esserlo? Eppure i Cieli erano un luogo di vita.

    Una grossa creatura delle Tenebre emerse dalla voragine e si portò nel bel mezzo del caos. Tutto intorno a me, gli angeli lottavano contro i demoni. La creatura era nascosta da una cappa rossa con il cappuccio, sicché era impossibile distinguere la sua vera forma.

    Non riuscivo a levarle gli occhi di dosso. Un altro demone mi attaccò. Lo uccisi con destrezza, ed esso giacque in un cumulo di polvere di fianco all’altro.

    Quella creatura... quello era un signore dei demoni. Era in atto qualcosa di terribile.

    Dalla cappa si levò un braccio, e una mano scheletrica si protese puntando un lungo dito ossuto verso di me.

    «Quella» mormorò una voce profonda. «È quella che voglio.»

    Gettai un’occhiata agli altri angeli, ma erano tutti presi da una lotta furibonda.

    Ero io? Si riferiva proprio a me? Guardando indietro, non vidi nessun altro. Non va affatto bene.

    La spada mi scivolò via dalle dita e cadde a terra. Figure demoniache mi saltarono addosso, ma non mi morsero, né tentarono di uccidermi. Una si appese alla mia mano destra, un’altra alla sinistra, un’altra ancora mi saltò sulla schiena per farmi crollare a terra.

    Guardai la grossa creatura incappucciata: ritrasse la mano finché non scomparve di nuovo nella cappa.

    «Portatela da me.»

    Capitolo 1

    Sarenah

    ––––––––

    Un’altra sezione della casa esplose con una fiammata, sollevando nugoli di scintille danzanti nella brezza notturna. Le sirene suonavano spiegate in lontananza. Seduta in cima a un albero, guardavo in basso, reggendomi la testa con il palmo della mano.

    Il vento si alzò e l’incendio si diffuse. Dall’interno della casa provenivano delle grida.

    Mi tamburellai una guancia con le dita allorché altre scintille furono scagliate in alto, oltre la mia testa. Erano così belli quei piccoli sprazzi di luce, nonostante l’orribile tragedia che si stava consumando proprio sotto i miei occhi. Avevo voglia di allungare le mani e di toccarli, di lasciare che indugiassero sulla punta delle mie dita.

    Un’autocisterna imboccò il viale proprio mentre una donna usciva dalla casa tossendo. Dietro c’era un’ambulanza le cui luci intermittenti illuminavano a tratti i boschi prossimi alla casa. I paramedici saltarono fuori dal veicolo e si precipitarono dalla donna.

    Lui camminava. Alla sola vista di come si muoveva il suo corpo, avvertii una morsa al petto. Quando lo guardai in viso, i nostri occhi si incontrarono: per un istante lui smise di muoversi e il suo sguardo mi travolse, ardente, spingendosi fino ai recessi del mio essere. Poco ci mancò che sbattessi un’ala, talmente mi colse alla sprovvista; tuttavia, mantenni il controllo.

    Già altre volte mi ero imbattuta nelle creature delle Tenebre. Di solito ci ignoravamo a vicenda, continuando a occuparci di quello che dovevamo fare. Stavolta però era diverso: quella creatura esercitava su di me una forza magnetica.

    Lui era dissimile da ogni altra forma demoniaca di cui conoscessi l’esistenza. Era alto, muscoloso, con lunghi capelli scuri... sembrava quasi un uomo. Il suo sguardo aveva un che di ipnotico; ma ciò che mi attraeva di più era il suo sorriso malizioso.

    Una sonora esplosione riecheggiò nella notte, seguita da un’enorme nuvola di fumo grigio: la donna strillò; i vigili del fuoco sfondarono a calci la porta laterale ed entrarono nella casa.

    Altri vigili reggevano un grosso tubo da cui un getto d’acqua si sollevava e poi ricadeva sulle fiamme, nel tentativo di domarle. L’incendio era talmente violento da far scricchiolare il tetto della casa.

    Un bambino fu calato da una finestra del piano superiore tra le braccia di un vigile che stava di sotto. La madre gli corse incontro e lo prese in braccio; ma i paramedici strapparono il bambino, che continuava a tossire, dalla stretta della donna isterica e lo portarono nel loro veicolo per visitarlo.

    La creatura delle Tenebre coprì la distanza che ci separava. Si fece insolitamente vicina, tanto che il tepore della sua pelle prese d’assalto la mia. Allungò una mano, con il palmo rivolto verso l’alto e io, come in trance, posai la mia mano sulla sua, lasciando che le nostre dita si intrecciassero. All’improvviso, la tenebra nei suoi occhi fu rischiarata da un ipnotico turbinio di colori che vorticavano proprio al centro, al posto delle pupille.

    Non avrei dovuto essere lì, non avrei dovuto toccare quella creatura dissoluta. Lo sapevo bene, ma non ero riuscita a trattenermi. Il suo tocco ardeva di una passione in cui non mi ero mai imbattuta prima; eppure, mi sembrava familiare. Ero caduta in una trappola da cui non avrei mai voluto fuggire.

    Insinuò l’altra mano tra i miei capelli e mi tirò indietro la testa per scrutarmi negli occhi. Mi stava così vicino che avvertii il suo caldo respiro sul collo.

    «Quanti ce ne sono ancora, signora?» gridò un vigile del fuoco, cercando di sovrastare il rumore delle sirene.

    La donna se ne stava immobile di fronte al rogo della sua casa. Si copriva il volto con entrambe le mani; il mento e il collo erano striati di lacrime dense di cenere.

    «Signora!» la scosse il vigile del fuoco. «Chi altro manca?»

    Il vento cambiò direzione: un angelo femmina stava passando in alto con la brezza al suo seguito.

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