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L'Ultimo in Piedi: Le Cronache di Kerrigan, #11
L'Ultimo in Piedi: Le Cronache di Kerrigan, #11
L'Ultimo in Piedi: Le Cronache di Kerrigan, #11
E-book258 pagine3 ore

L'Ultimo in Piedi: Le Cronache di Kerrigan, #11

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Info su questo ebook

L’Ultimo In Piedi è l’11° volume della serie bestseller di W.J. May Le Cronache di Kerrigan.

Rae Kerrigan e i suoi amici hanno finalmente attraversato la linea e questa volta, non c’è ritorno. Dopo un violento scontro con l’intero Alto Consiglio, la banda si risveglia sotto la protezione delle ultime persone che si aspettava di vedere: I Cavalieri di Xavier.

I vecchi ponti sono bruciati. Nuove alleanze vengono formate. Si preannuncia una tempesta all’orizzonte, e a meno che non si uniscano insieme, verranno spazzati via. Quello di cui hanno bisogno è il tempo. Ma la visita inaspettata di un vecchio nemico innesca una scintilla e, all’improvviso, tutto il mondo di Rae è in fiamme.

Possono lei e i suoi amici radunare tutte le persone di cui hanno bisogno in tempo? Anche se potessero, saranno mai abbastanza forti? Cosa più importante, lei e Devon sono forti abbastanza da sopravvivere a quello che sta per arrivare?

Un gioco pericoloso è cominciato e l’unica domanda che rimane è: chi sarà l’ultimo a restare in piedi?

Ordine delle Serie:

Le Cronache di Kerrigan: Gabriel

Vivere nel Passato

Regalo per il Presente

Guardare al Futuro

LEGGI L’INTERA SERIE:

SERIE PREQUEL:

Natale Prima della Magia
Domande nell’Oscurità
Nell’Oscurità
Lotta all’Oscurità
Sola nell’Oscurità
Persa nell’Oscurità

Serie Le Cronache di Kerrigan

Rae di Speranza

La Nebulosa Oscura

Castello di Carte

Tè Con Sua Maestà

Sotto Tiro

Fine in Vista

Oscurità Nascoste

Intrecciati

Segno del Destino

Forza e Potere

L’Ultimo in Piedi

Rae di Luce

Sequel Le Cronache di Kerrigan

Una questione di tempo
Frammento di Tempo
Una Seconda Possibilità
Anomalia Temporale
Il Nostro Tempo
Tempo Prezioso
 

Le Cronache di Kerrigan: Gabriel

Vivere nel Passato

Regalo per il Presente

Guardare al Futuro

Cronache di Kerrigan

Fermare il Tempo, Il Tempo che Passa, Minuti Contati

LinguaItaliano
EditoreBadPress
Data di uscita2 dic 2019
ISBN9781071516850
L'Ultimo in Piedi: Le Cronache di Kerrigan, #11
Autore

W.J. May

About W.J. May Welcome to USA TODAY BESTSELLING author W.J. May's Page! SIGN UP for W.J. May's Newsletter to find out about new releases, updates, cover reveals and even freebies! http://eepurl.com/97aYf   Website: http://www.wjmaybooks.com Facebook:  http://www.facebook.com/pages/Author-WJ-May-FAN-PAGE/141170442608149?ref=hl *Please feel free to connect with me and share your comments. I love connecting with my readers.* W.J. May grew up in the fruit belt of Ontario. Crazy-happy childhood, she always has had a vivid imagination and loads of energy. After her father passed away in 2008, from a six-year battle with cancer (which she still believes he won the fight against), she began to write again. A passion she'd loved for years, but realized life was too short to keep putting it off. She is a writer of Young Adult, Fantasy Fiction and where ever else her little muses take her.

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    Anteprima del libro

    L'Ultimo in Piedi - W.J. May

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    Questo è un lavoro di fantasia. Nomi, personaggi, luoghi, marchi, media, ed episodi sono sia il prodotto dell’immaginazione dell’autore che usati in modo fittizio. L’autore riconosce lo status del marchio di fabbrica e i proprietari del marchio dei vari prodotti menzionati in questo romanzo, che sono stati usati senza permesso. La pubblicazione/uso di questi marchi non è autorizzata, associata o sponsorizzata dai proprietari del marchio.

    Tutti i diritti riservati.

    Copyright 2016 di W.J. May

    Disegno di copertina di: Book Cover by Design

    Nessuna parte di questo libro può essere usata o riprodotta in alcun modo senza permesso scritto, eccetto in caso di brevi quotazioni incorporate in articoli o riviste.

    LA SERIE COMPLETA DI LE CRONACHE DI

    KERRIGAN

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    Le Cronache di Kerrigan: PREQUEL –

    Natale Prima della Magia

    Domande nell’Oscurità

    Nell’Oscurità

    Lotta all’Oscurità

    Sola nell’Oscurità

    Persa nell’Oscurità

    C:\Users\wanitajump\Documents\CoK Series\CoKBanner.png

    Le Cronache di Kerrigan

    Volume I - Rae di Speranza è GRATIS!

    Volume II – La Nebulosa Oscura

    Volume III – Castello di Carte

    Volume IV - Tè Con Sua Maestà

    Volume V – Sotto Tiro

    Volume VI – Fine in Vista

    Volume VII – Oscurità Nascoste

    Volume VIII – Intrecciati

    Volume IX – Segno del Destino

    Volume X – Forza e Potere

    Volume XI – L’Ultimo in Piedi

    Volume XII – Rae di Luce – in uscita fine 2019

    ––––––––

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    ––––––––

    Le Cronache di Kerrigan SEQUEL

    Una questione di tempo

    Frammento di Tempo

    Una Seconda Possibilità

    Anomalia Temporale

    Il Nostro Tempo

    Tempo Prezioso

    Le Cronache di Kerrigan: Gabriel

    Vivere nel Passato

    C:\Users\Wanita\AppData\Local\Microsoft\Windows\INetCache\Content.Word\Living in the Past Facebook Cover Art.jpg

    Regalo per il Presente

    C:\Users\Wanita\AppData\Local\Microsoft\Windows\INetCache\Content.Word\Present For Today Facebook Cover Art.jpg

    Guardare al Futuro

    C:\Users\Wanita\AppData\Local\Microsoft\Windows\INetCache\Content.Word\Staring at the Future Facebook Cover Art.jpg

    Le Cronache di Kerrigan

    Fermare il Tempo

    Il Tempo che Passa

    Minuti Contati

    Segreti nel Tempo

    Tempo in Città

    Ultimo Futuro

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    Descrizione de L’Ultimo in Piedi:

    C:\Users\wanitajump\Documents\CoK Series\Book7&8 Covers\chap11a.jpg

    ––––––––

    L’Ultimo In Piedi è l’11° volume della serie bestseller di W.J. May Le Cronache di Kerrigan.

    Rae Kerrigan e i suoi amici hanno finalmente attraversato la linea e questa volta, non c’è ritorno. Dopo un violento scontro con l’intero Alto Consiglio, la banda si risveglia sotto la protezione delle ultime persone che si aspettava di vedere: I Cavalieri di Xavier.

    I vecchi ponti sono bruciati. Nuove alleanze vengono formate. Si preannuncia una tempesta all’orizzonte, e a meno che non si uniscano insieme, verranno spazzati via. Quello di cui hanno bisogno è il tempo. Ma la visita inaspettata di un vecchio nemico innesca una scintilla e, all’improvviso, tutto il mondo di Rae è in fiamme.

    Possono lei e i suoi amici radunare tutte le persone di cui hanno bisogno in tempo? Anche se potessero, saranno mai abbastanza forti? Cosa più importante, lei e Devon sono forti abbastanza da sopravvivere a quello che sta per arrivare?

    Un gioco pericoloso è cominciato e l’unica domanda che rimane è: chi sarà l’ultimo a restare in piedi?

    Indice

    LA SERIE COMPLETA DI LE CRONACHE DI

    KERRIGAN

    Contatta W.J. May

    Descrizione de L’Ultimo in Piedi:

    Capitolo 1

    Capitolo 2

    Capitolo 3

    Capitolo 4

    Capitolo 5

    Capitolo 6

    Capitolo 7

    Capitolo 8

    Capitolo 9

    Capitolo 10

    Capitolo 11

    Capitolo 12

    Capitolo 13

    Capitolo 14

    DESCRIZIONE di Rae di Luce

    THE ENTIRE CHRONICLES OF KERRIGAN SERIES:

    SIGN UP FOR W.J. MAY’S NEWSLETTER

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    TUDOR COMPARISON:

    Se lo vuoi, anche le battute d'arresto impreviste possono portare a nuove e positive possibilità. Se lo vuoi, puoi trovare importanza e realizzazione in ogni circostanza

    Ralph Marston

    Capitolo 1

    Se lo vuoi, anche le battute d'arresto impreviste possono portare a nuove e positive possibilità. Se lo vuoi, puoi trovare importanza e realizzazione in ogni circostanza.

    Ralph Marston

    Già... vorrei proprio vederlo il tipo che è stato pugnalato nello stomaco.

    Rae aprì gli occhi un poco alla volta, mettendoli lentamente alla prova. Non capiva molto di quello che stava succedendo attorno a lei.

    Per cominciare, invece di giacere a pezzi in un ufficio sotterraneo da qualche parte, a sanguinare sul pavimento, era in una specie di letto d’ospedale. Un letto d’ospedale abbastanza carino, dove qualcuno l’aveva rifornita di una generosa scorta di coperte e cuscini. La calda luce del sole entrava da una fila di finestre lungo il muro più lontano, e da quello che poteva vedere oltre la sua tenda c’erano altri letti simili al suo, uno dietro l’altro fino alla porta.

    Nondimeno, non era in un ospedale.

    I macchinari con i segnali acustici sopra di lei e i fili tesi attraverso tutto il corpo come luci di Natale erano tutti tipici di un ospedale, a dire il vero, ma era stata in abbastanza infermerie da riconoscere la differenza. Era in una struttura all’avanguardia da qualche parte. Tranne che non era da nessuna parte di ufficiale. E da quei frammenti sfocati che si ricordava del suo ‘benvenuto all’Alto Consiglio’ di ieri, era sicurissima che non fosse alla Guilder. Il che portava alla domanda....

    Dove diavolo sono? mormorò, la bocca secca e le labbra screpolate mentre le muoveva.

    La lingua era incollata in gola e cercò di strofinarla contro il palato, senza riuscirci. Era stata paralizzata dalle droghe e dallo shock e, anche se non poteva metterci il dito sopra, aveva il forte sospetto che c’era qualcosa di strano sulla sua pancia.

    Prima che si potesse girare intorno per scoprirlo, la più grande di tutte le sorprese fluttuò in piena vista, avvolta dall’alone delle luci sulla sua testa.

    Devon.

    Rimase a bocca aperta in uno stato di confusione infantile mentre aggrottava la fronte. Tu sei...

    Sei sveglia, la interruppe affannato. La sua voce aveva quel tono esagitato che conosceva fin troppo bene. Quello in cui cercava disperatamente di controllare le sue emozioni e apparire calmo, ma il tono acuto delle sue frasi tendeva al panico.

    Oh, mio povero Devon. Sei un libro aperto. Come hai fatto a diventare una spia?

    Gli angoli delle labbra s’incurvarono verso l’alto e provò di nuovo. Tu sei...

    Ferma Rae. Non cercare di parlare. Ti prendo un po’ d’acqua, okay? Una mano calda le scivolò dietro la testa e l’aiutò ad alzarla verso un bicchiere di plastica. Un rivolo gentile le fu fatto scendere in bocca e deglutì grata. Com’era? Ne vuoi ancora?

    Tu sei...

    Prendine ancora un po’, okay? Solo un poco. So che non vuoi, ma prima riusciamo a farti ingerire dei liquidi e meglio ti sentir...

    "Devon. Lo interruppe con un sorriso e cercò di riprendere fiato. Non sei ferito," riuscì a dire debolmente, sempre esaminando la sua faccia.

    No no, abbassò lo sguardo su di sé automaticamente prima di rialzarlo con un sorriso di scuse. non questa volta.

    Per una volta.

    Le rivolse un breve sorriso teso. Ci ho pensato anche io.

    Gli sorrise di nuovo prima che gli occhi trovassero i suoi.

    E ... sei qui.

    Il suo viso si addolcì all’istante e si inginocchiò così da essere allo stesso livello. Certo che sono qui. Dove altro potevo essere... se non proprio qui?

    Le baciò le nocche con gentilezza e si rese conto che avevano le mani allacciate.

    Julian ti ha mandato un messaggio, provò ad indovinare, mettendo lentamente insieme tutti i pezzi. Nel parco, era a te che stava mandando un messaggio. Mi ha detto che era Carter...

    Devon sorrise, carezzandole i capelli con delicatezza come se fosse di vetro. Certo che mi ha mandato un messaggio. Ce l’ho sul mio libro paga come spia da quando ti sei diplomata.

    Dovrò tenerlo a mente. Rae cercò di ridere ma un improvviso dolore lancinante allo stomaco la fece tirare indietro. Che cosa...? Con mani tremanti, sollevò lentamente il lenzuolo per vedere un’enorme benda macchiata di sangue che spuntava dal lato del suo camice.

    Per un attimo, rimase solo a guardare.

    Stranamente, non era la gravità della ferita o la sua posizione debilitante che la lasciava così sorpresa. Era il fatto che aveva una ferita, per cominciare.

    Nella foschia dello stato confusionale provocato dai sedativi, socchiuse di nuovo gli occhi dolorosamente verso le finestre. Era mattina. La luce del mattino filtrava da est. Era andata alla Guilder il giorno precedente. Ciò significava che, in almeno dodici ore, questo taglio non si era ancora chiuso.

    Come... era possibile?

    Quando alla fine alzò gli occhi, Devon sembrava pallido come lei.

    È stato Mallins, sibilò con voce tremante. Il bastardo... ti ha pugnalata. Sembrava avere un sacco di problemi a pronunciare la parola.

    Rae stava avendo altrettanti problemi a farla assorbire dalla sua testa annebbiata. "Pugnalata...?"

    Suonava ridicolo. Quasi divertente. Come una brutta battuta che lei o uno dei suoi amici avrebbero potuto fare sulla sua insopportabile capacità di passare attraverso un tritalegna e vivere per raccontarlo. Non sembrava qualcosa che potesse accadere in realtà. Come qualcosa che fosse successo...

    Alla fine, fece la sola domanda che il suo cervello annebbiato dalla morfina potesse formulare. Semplice ma accurata.

    Come?

    Devon serrò la mascella e le nocche diventarono bianche, ma mantenne sul viso una maschera attentamente controllata – libera da tutte le emozioni contrastanti. È un ibrido. Sono arrivato proprio quando l’ha detto. È un telecinetico, certo. Quello lo sapevamo. Ma il suo secondo potere era una sorta di immunità. I tuoi poteri non funzionavano su di lui. I miei poteri non funzionavano. Così quando ti ha pugnalata...

    ... il mio potere di guarigione non ha funzionato, finì Rae pacata. Ci rifletté sopra a lungo, gli occhi che ogni tanto guardavano la finestra mentre rimetteva insieme i pezzi, uno ad uno. Bene, almeno ora conosciamo un modo per aggirare la mia dannata immortalità, giusto? So che Mallins ha già un milione di anni ma possiamo tenercelo intorno abbastanza a lungo perché io possa avere una vita lunga e piena e poi, quand’è tempo, posso chiedergli di soffocarmi o qualcosa del genere.

    Devon non era divertito. Le strinse solo la mano più forte – quella che stava ancora tenendo. Quella che avrebbe scommesso non avesse lasciato dal momento che l’avevano portata qui.

    Chiunque essi fossero. E dovunque qui fosse.

    Stava per chiederlo quando si ricordò delle parole che aveva detto con un leggero cipiglio. Aspetta... non hai detto che neanche i tuoi poteri hanno avuto effetto su di lui? Come hai fatto a...?

    Non ho bisogno dei miei poteri per tirare un buon pugno.

    Alzò lo sguardo scioccata. Non gli hai...

    Gli ho rotto il naso. E la mascella. E forse un’altra serie di cose. Per la prima volta da quando aveva aperto gli occhi, un’espressione di perversa soddisfazione incrinò la facciata da capezzale accuratamente costruita. Lo avrei finito del tutto se Fodder non fosse entrato nello stesso momento e non mi avesse spinto via.

    Fodder. Aggrottò di nuovo la fronte, cercando invano di tirarsi più su nel letto. Che diavolo ci faceva Luke lì e perché Devon lo chiamava per cognome?

    Fodder...? chiese piano, tendendosi nello sforzo di tirarsi su. "Che cosa...?

    Ehi, aspetta che ti aiuto, disse velocemente.

    Un paio di mani morbide si allungarono sotto le coperte e la portarono più in alto sui cuscini prendendola per i fianchi – senza fare la minima pressione sulla ferita. Una volta sistemata, avvicinò la sedia al letto e la guardò con lo stesso gentile sorriso. Si dimenticò del tutto la domanda e si appoggiò all’indietro in uno sfinimento appagato. Avrebbe guardato quel sorriso per ore.

    Non voglio che ti preoccupi di niente al momento, mormorò, prendendole ancora una volta la mano e tenendola nelle sue. Devi solo concentrarti a star meglio. Si chinò per accarezzarle di nuovo i capelli e vide i lividi scuri di una notte senza sonno nelle cavità sotto i suoi amorevoli occhi. So che hai delle domande, ma sappi solo questo, ti giuro che al momento sei al sicuro. Non permetterò che ti accada nulla...

    Lo so questo, lo interruppe piano.

    Non intendeva parlare a così bassa voce, al contrario. Per quanti sforzi facesse non sembrava riuscire a inspirare abbastanza aria perché le parole uscissero un po’ più forti. Ci voleva troppa energia. Energia che non aveva.

    Ma ora non era tempo di debolezze. Per quanto traumatizzata e lenta fosse la sua mente, doveva sapere che cosa era successo ieri. Doveva rimetterlo insieme.

    Strinse di nuovo la mano di Devon. Per favore dimmelo. Posso gestirlo. Fodder...

    Neanche a farlo apposta, la porta si aprì e Rae sentì un paio di passi venire verso di lei. Anche Devon tese le orecchie ma non cambiò la sua posizione. Al contrario, si girò leggermente verso la tenda mentre le sue spalle si abbassavano con un sospiro impercettibile.

    Sembra che stai per scoprirlo.

    Tirarono la tenda e entrò un uomo che assomigliava proprio a Luke... solo trent’anni, o giù di lì, più vecchio. Rae lo guardò incuriosita per un momento prima di impallidire.

    Oh no ... quanto tempo sono rimasta senza sensi?

    Con sua grande sorpresa, l’uomo ridacchiò. Persino Devon dovette sorridere.

    Rae Kerrigan, ti presento il signor Anthony Fodder. È il padre di Luke. Devon sembrava un po’ riluttante a proseguire e il signor Fodder gli lanciò un’occhiata perplessa. E... il Comandante dei Cavalieri di Xavier.

    Rae sbatté le palpebre attonita, non del tutto certa che la morfina stesse prendendo un poco il sopravvento. Beh, Luke ha certamente tralasciato di menzionarlo.

    Devon rise piano. Molly l’ha già saputo. A quanto pare, ha trascurato di menzionarla alla sua famiglia – per ovvie ragioni. Quindi la tensione qui intorno sembra essere abbastanza alta...

    Dietro di loro, Fodder si schiarì la voce e Rae si affrettò a porgergli la mano. Era difficile, con tutto quell’armamentario di fili attaccati al corpo. Ancora più difficile per la perdita di sangue e il fatto che tutto il suo stomaco sembrava sostanzialmente tagliato in due.

    Ma nell’attimo in cui cominciò a provare, Fodder si affrettò in avanti per colmare la differenza. I suoi capelli volarono all’indietro per la velocità del movimento e capì – e prima ancora percepì – quale particolare tatù fosse. Era esattamente lo stesso marchio di un ragazzo chiamato Riley che si era diplomato un anno prima di lei. Velocità. In particolare, la velocità di un ghepardo.

    Signorina Kerrigan, le strinse la mano in modo incredibilmente gentile, scrutandola con fare indagatore per tutto il tempo. Sono molto felice di vedere che sta meglio.

    Negli anni Rae aveva elaborato una teoria ufficiosa per determinare come si sentissero le persone nei suoi confronti e dove si posizionassero nel mondo dei tatù, a seconda di come pronunciavano il suo nome. Era arrivata al punto in cui riusciva praticamente a capire se solo la parola ‘Kerrigan’ spazzasse via qualsiasi tentativo di accordo già nei primi minuti. Ma il Signor Fodder non era così facile da leggere. Era serio e riflessivo, certo. Ma il suo nome era neutro. Come se si aspettasse di essere influenzato in un modo o in un altro.

    Si rese conto ora che il risolino che aveva sentito prima era una cosa rata. Non era un uomo che rideva spesso. Non che fosse

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